Premessa: In questo periodo dormo bene. Proprio bene. Troppo bene.
Svolgimento: Mister I ha un relazione sprezzante e negligente con il suo vecchio smartphone che a volte, in orari inconsulti, emette versi non richiesti, forse per vendetta o perché la batteria si sta scaricando.
Per questo, quando nel mezzo della notte ho sentito un suono metallico, mi sono sentita vittima collaterale del rapporto malsano tra un uomo e la tecnologia e li ho insultati entrambi.
“Non vai a lavorare oggi?” ha domandato lui senza scomporsi.
“Certo che vado”.
“E allora perché sei qui? Sono le 6:35”.
La diretta radiofonica inizia alle 6:36. Il mio cellulare-sveglia giaceva esanime sul comodino (“Ogni tanto si bloccano, succede” mi avrebbe spiegato ore dopo un riparatore di smartphone). Per la prima volta in otto anni, quasi nove, non mi sono svegliata per andare a lavorare. Per qualche minuto l’orrore mi ha congelata. Mortificazione, incredulità, imbarazzo, martellate sulla testa da parte del fetente super io che aspetta solo l’occasione buona per coprirmi di cacca. Poi, in qualche modo, sono riuscita ad avvertire i colleghi che, nell’ottimismo dilagante dell’alba, erano convinti che fossi morta. Mi sono buttata addosso due stracci presi a caso dall’armadio e mi sono lanciata a razzo alla volta della Rai, struccata, scapigliata e contrita.
Succede, dicono. Non deve succedere.
Conclusioni: Oggi sono stata dall’endocrinologo, per un’ennesima tappa del mio viaggio insieme al virus tiroideo. Mi ha spiegato che, dall ipertiroidismo di cui ho sofferto nei mesi scorsi (con conseguente tachicardia, agitazione, tremori e ansia diffusa e immotivata) sono passata all’ipotiroidismo. Ciò spiega il sonno, la rilassatezza e una certa nebbia dei sensi. “Stia tranquilla perché tutto questo è destinato a passare da solo e a quel punto starà bene. Ci vuole solo un po’ di pazienza”.
Bonus track: L’endocrinologo, che è un anziano e amabile luminare, dopo avermi elargito qualche perla di speranza sul futuro, mi ha spiegato che per fare un bravo medico ci vogliono studio, pratica, ascolto e umiltà. Umiltà. Che cosa bella.
tiroide a parte, poteva comunque succedere prima o poi…..
So cosa vuol dire soffrire per il malfunzionamento della tiroide. Fai altri consulti.
Mister i non ti poteva svegliare prima? Hai scelto un lavoro con orario da panettieri. Poveri tu e loro. Un abbraccio.
Dall ipertiroidismo io sono scivolata un po’ troppo nell’ipotiroidismo: un dosaggio troppo alto di farmaci mi ha portato alla depressione. Non me ne sono resa conto subito, non avendone mai avuto esperienza non ho potuta riconoscerla. È stato un periodo veramente faticoso, non mi riconoscevo più e non riuscivo a fare quasi nulla. Ogni piccola cosa – anche solo una telefonata – mi sembrava una montagna enorme da scalare. Ne sono uscita (semplicemente aggiustando i farmaci) ma ho capito che la depressione è uno di quei buchi neri che risucchiano e che bisogna farsi aiutare per uscirne.
Cara Elasti, fatti seguire bene e costantemente dal tuo prezioso endocrinologo. Un abbraccio
Iniziare il lavoro alle 6.35 è faticoso, significa che, se sei rapida e poco propensa ai dettagli della tua immagine – e non hai tanti km da fare- la sveglia DEVE suonare almeno mezz’ora prima, capisco che la tua tiroide abbia bisogno di aggiustamenti . La mia si è autodistrutta nel tempo pandemico, complice il lungo periodo di stress dagli orari del sonno-veglia più improbabili, dall’assistenza agli altri sono passata ad assistermi. L’endocrinologo che ho conosciuto mi ha dato la medesima risposta che ha dato a te, il fattore tempo è determinante.
Spero che la pandemia non si ripeta. Ho già dato, grazie.
Mi sembra ora di avere tutti questi sintomi dopo aver letto. Eppure non soffro per ora di toroide. Ma ieri ho lasciato mia figlia a piedi credevo fosse entrata in macchina e invece aveva solo infilato la cartella. Son tornata indietro. Mi sono aiuto diagnosticata un burn out da troppo lavoro.
fermati! e respira. e vai in vacanza se puoi