Nonsolomamma

questione di prospettiva

a volte l’open space sembrava un girone infernale, infido e maleodorante.
certi giorni i risultati trimestrali, i commenti di borsa e le analisi sui mercati asiatici parevano punizioni divine inflitte per espiare immonde colpe.
spesso le conference call degli amministratori delegati erano un supplizio, i door stepping davanti al portone di una banca una iettatura, i sondaggi su inflazione e produzione un attentato alla dignità umana.
i colleghi erano compagni di sventura, bersaglio di nevrosi, scialuppe a cui aggrapparsi, fonti di conforto e calore nei momenti difficili.

poi è arrivata a tutti una lettera. parlava di esuberi, eccessi, tagli. parlava di licenziamenti senza mai nominarli, di persone che raccolgono le loro cose da un cassetto e scompaiono. parlava di crisi, di sforzi, di gratitudine per il lavoro fatto.
diceva "ancora non si sa ma presto si saprà", diceva "tenetevi pronti", diceva "state tranquilli che non vi succederà niente", diceva "del doman non v’è certezza, scusateci".

adesso sembra di vivere nell’eden e la prospettiva che qualcuno si presenti alla tua scrivania dicendoti "grazie di tutto, è stato bello. ma qui non abbiamo più bisogno di te" fa tremare le vene ai polsi.

46 pensieri riguardo “questione di prospettiva

  1. Paura.Paura di sbagliare, di perdere tempo prezioso, di essere tagliati fuori. Paura di perdere il giro su questa giostra impazzita che è diventata il mondo. E sempre di più mi chiedo se valga la pena combattere per tutto questo.

  2. come sai, alla mia scrivania si sono già presentati… e non è vero che mal comune sia mezzo gaudio!
    ps: sono stata oggi dal commercialista… noi donne sposate senza figli ma potenzialmente fertili dobbiamo mettere in conto che non siamo appetibili per le aziende… considerare l’apertura di una partita iva è un pensiero fisso… e triste.

  3. … eh si’ fa male pensare che possa accadere a qualcuno che ti sta a cuore, fa terrore pensare che possa accadere a te… a me hanno dato il benservito quando mi sono sposata… per fortuna e a sorpresa sono rimasta incinta due mesi dopo e ho potuto godermi ogni minuto della gravidanza che e’ stata anche una bella cura antidepressiva e poi, beh… via dall’italia, dove “la prospettiva” era ed e’ ancora tragica… un peccato perche’ amare la propria terra non “porta il pane in tavola”… 😦

  4. la sfiga: lavorare da resp del pers in un posto che qualcuno vuol far diventare un carrozzone mettendo in D.O. posizioni che non servono a nulla solo perchè il pane non si nega a nessuno nemmeno ad uno di rifondazione. anche se poi quest’uno non ha nessun titolo fa 80 gg di assenza tra malattia e malattia figlio minore di anni tre.
    in un posto pubblico, e non gli viene nemmeno in mente di rubare il lavoro a qualcuno più bravo.

    davvero una questione di prospettive.

    che se poi vuoi essere, come d’istinto vorresti, solidale, c’è da impiccarsi …

  5. è questo paese che è un po’ nelle peste, come diciamo noi a Helsinki.
    un paese dove con 2 lauree e vari master,tutto quello che puoi fare è girare per un mese a lasciare curricula (essì, perchè noi lo sappiamo, il neutro plurale della seconda declinazione, ma a quanto pare non serve) e sentirti dire che il mercato è saturo e per te non c’è posto. e così -chissà per quanto, forse fino all’espatrio in Spagna o Finlandia per davvero- niente famiglia, niente hobbit per lordbyron e nenetti…

  6. Certo tira un’ariaccia: mia sorella dopo sei anni di lavoro molto fico in teatro fico de Roma, ni ci hanno detto, che o rinunciava a qualsivoglia pretesa di assunzione, e di protezione, o se la prendeva ner didietro.
    e mo’ è disoccupata.

    Però noi incrociamo le ditaaa! E poi te ci hai l’elastilibro che venderà milioni di copie e te diventi miliardaria.
    🙂

  7. Già, capitò anche a me, anni fa: avevo appena partorito, e per venirmi incontro mi trasferirono in altra sede, a quaranta km di distanza. Può consolare sapere che una soluzione alla fine si trova quasi sempre, ma che fatica! Massima solidarietà a tutti. J

  8. riconosco l’atmosfera che cambia e le prospettive che si ribaltano… qui tiriamo un poco il fiato oggi dopo mesi di stallo, di tristezza, di frustrazione e si sente una nuova energia nell’aria.
    soffio forte, che un pò di serenità possa raggiungere anche voi…ffffffffff…….

    lasave

  9. Oggigiorno non sei al sicuro neanche con un contratto a tempo indeterminato.. figurati con tutti gli altri pseudo contratti del cavolo!!Ho visto, sentito e vissuto sulla mia pelle situazioni da mettersi le mani nei capelli, ma sono convinta che se una persona è capace e determinata ce la può fare in ogni situazione, anche la più incasinata. Certo ci vogliono 2 palle così (scusate il francesismo…). CICCIA

  10. Azz, elasti.. Io lavoro per la concorrenza ma ti assicuro cha anche a me tremano le vene tutti i giorni. Ho visto collaborazioni non rinnovate, redattori lasciati a casa e gente costretta ad abbandonare il campo ed emigrare alla ricerca di un futuro diverso. Ed io sono tra questi.

  11. un classico … ogni tre/cinque anni ci risiamo con il cost cutting e con i tagli. stavolta e’ colpa dei subprime, la volta scorsa furono le torri gemelle, e prima ancora la guerra del golfo e potrei tornare indietro di almeno un ventennio abbondante. e ogni volta sembra una scusa buona a nascondere le scelte di pseudo-managers, che anziche’ guardare alla crescita dell’ azienda nel lungo termine cercano di massimizzare i profitti del giorno successivo facendo l’occhiolino alle laute stock-options che si sono auto-assegnate … e chissenefrega se dopodomani dovesse andare tutto a rotoli. non sara certo colpa loro se c’e’ la congiuntura. anzi saranno loro i primi a proporsi per una nuova ristrutturazione (e per nuove stock-options). alla peggio potrebbero decidere di passare alla cassa ed andarsene. che amarezza!
    /antonio

  12. è terribile essere in balia di decisioni altrui…
    dal punto di vista della libera professionista, vi dirò che questa è un po’ l’atmosfera che noi viviamo ogni giorno, visto che non si può mai sapere se i clienti arriveranno, torneranno, soprattutto se non si è sotto l’ala protettrice di qualche potente…
    è sempre una sfida, costretti a mettersi in gioco, proporsi, lavorare a volte per nulla…insomma, si impara a nuotare!

    un abbraccio!
    ele

  13. tosoro mio come ti capisco..
    a fine aprile mi hanno consegnato la lettera di licenziamento, “ridimensionamento dell’organico per motivi economici”, dicevano.
    9 anni di lavoro in un’Azienda che quotidianamente ha messo a dura prova il sistema nervoso di chi ti scrive. Negli ultimi anni ho provato spesso ad andarmene da li, il risultato è stato incappare in situazioni ancor più tristi e snervanti.
    Alla fine.. tra qualche giorno parto, rivoluziono la mia vita e provo da un’altra parte del mondo.
    Comprendo che questo tipo di decisione è più facile da prendere per una Shadda 32enne single e senza figli.. Non ti sto augurando di essere fra gli sfortunati, spero che questo periodo ti dia una mano a capire se è il caso di continuare a vivere a Wisteria o magari guardarsi intorno in modo più consapevole.
    Un abbraccio

  14. al post 18. E chi le palle non le ha? e chi vuole dal proprio lavoro solo i mezzi di sostentamento, e chi non vuole mettersi in competizione? e chi non vuole questo mondo costruito su finti bisogni, su ambizioni suicide? E chi vuole dal proprio lavoro un piatto caldo, un letto sotto il tetto ma anche il tempo per pensare, per sognore, per scrutare i volti e leggere la luce negli occhi di chi incontra? c’è anche chi non vuole più giocare a correre , vuole uscire dal coro, guadagnarsi da vivere e avere il diritto di essere un perdente

  15. la mia esperienza è che il mercato del lavoro è una giungla. per i nuovi accessi ed ora sempre più anche per i più maturi! se l’affronti relativamente da sola non è per niente semplice. pochi percorsi trasparenti e regole che valgono per tutti. contano realtivamente poco titoli e merito (non scontato, anche quello! siamo così in tanti!). contano molto relazioni e ali protettrici. sia per l’accesso al mondo del lavoro che per la carriera. ed ora.. buon lavoro! N.

  16. penso che tu, con le responsabilità di cui sei investita al centro esatto dell’open space, sarai senz’altro l’ultima ad essere bersagliata, se un bersagliamento ci sarà..
    o cmq te lo auguro!
    clo

  17. il problema è ormai in qualunque settore, dove lavora mio marito (piccola industria di 30 operai), da questa settimana fanno a rotazione una settimana di cassa integrazione, perchè gli hanno ritirato 3 commesse, (lavoro sicuro fino a natale) e le hanno date ai cinesi che gli hanno chiesto metà prezzo!!!

  18. Se potessi non lascerei mai la mia terra perchè ci sto benissimo, ma siamo stufi di “avere paura di non farcela” e non ti nego che ogni tanto buttiamo l’occhio all’estero perchè in Italia non c’è nessun rispetto per il lavoro.
    Chissà, forse andremo in irlanda davvero, o chissà dove, ma quanta paura fa, lasciare tutto e partire…

    Io mi domando… ma a che serve una lettera del genere? ad “avvisarmi” così mi cerco un altro lavoro? a farmi diventare ancora più “schiavo” del mio datore di lavoro, così magari non mi licenzia? a creare invidie e rancori tra colleghi? Se mi devi licenziare dimmelo subito e al diavolo tutto, ma se non lo devi fare perchè mi terrorizzi?
    In bocca al lupo a te e a tutti i tuoi colleghi, perchè quando qualcuno perde il lavoro in italia e una sconfitta per tutti gli italiani.

  19. il sengo di angoscia nel non sapere come affrontare un eventuale cambiamento, la sfiducia nel mercato del lavoro, il pensiero che ” è troppo tardi” sono cose che ben conosco.
    Ma a volte si spalancano anche dei portoni 🙂

  20. REVOLUCIòN!!!
    solidarietà, e niente panico, per me è il trucco del babau!
    Comunque se vuoi fare la fame evitando il rischio dei tagli al personale ti consiglio caldamente il lavoro autonomo… 😀

  21. coraggio… mal che vada vieni qui a roma da noi a fare l’addetta stampa, un lavoro ce lo inventiamo e la ryanair va a londra anche da qui… poi siete più vicini a bari e allo zio scemo…
    con affetto
    amica s.

  22. sarà che sono cresciuta a pane e Manzoni, e mi scuserà Mr I, ma la provvidenza, com’è nel suo stile, di solito provvede (a volte più, a volte meno bene, ma provvede).
    E personalmente devo ringraziare quel buon uomo che un giorno, dopo aver saputo del mio imminente matrimonio, si è presentato intimandomi di dare le dimissioni, “minacciando” in alternativa il licenziamento (e sai che cambiamento).
    Morale: ho lasciato un lavoro schifoso che da sola non avrei mai avuto il coraggio di mollare (a proposito del mito del contratto a tempo indeterminato) e dopo pochi mesi ho trovato di meglio, poi di meglio, e infine ancora di meglio.
    Dida

    p.s. pensandoci, trovo piuttosto inquietante pensare di dover lavorare “a tempo indeterminato”…

  23. solidarietà da parte mia. Ci son passata, qualche anno fa.
    Ora il mio ex ufficio, la mia ex divisione, il mio ex ruolo non esistono più.Tutto spostato all’estero, per tagliare costi. Esistono soli gli ex colleghi, fortunatamente.

  24. ANONIMO: l’hai detto

    SILVIA: io credo che non valga la pena ma non sempre c’è una alternativa

    FREESIA: 🙂

    ARTEMISIA: grazie

    LAMORACHEVOLA: coraggio, vedrai che tutto si sistema. io ne sono sicura

    DIMMELOTU: io non so. dicono che siamo la prima generazione con aspettaive decrescenti, cioè siamo i primi che rischiano di vivere peggio dei loro genitori…

    PANTALERA: ci vuole molto coraggio anche ad andare via

    ALEANNA: immagino…

    BYRONOFROCHDALE: la cosa triste è che più si è giovani più questa situazione sembra essere strutturale

    ZAUBEREI: 🙂

    POURPARLER: esatto. che uno si chiede ma perché la mandate una lettera così?

    LOCATAIRE: 🙂

    JULIASET: sì, è vero, la soluzione si trova, ma a che prezzo?

    ALEM: già

    PIATTICINESI: che follia

    SAIL: grazie

    LASAVE: grazie. comunque ho capito chi è la tua mamma! beh, adesso alla prossima festa di famiglia ti toccavenire pure a te!

    ILESKJA: sgrunt

    ANTONIO: ma sei l’antonio che penso io? quello della finanza?

  25. ELE: o si impara a nuotare o si annega

    MONESPACEPERSO: e loro mi dicono “who are they?”

    SHADE: io ti auguro ogni bene per la tua nuova avventura!

    SOLOVENTO: 🙂

    ANONIMO: 😦

    N: che bel quadretto. sigh. molto realistico e sconfortante

    CLO: grazie. comunque nessuno è indispensabile, da nessuna parte, nemmeno al centro della redazione

    REBECCA: se non altro ci capiamo

    GIOGIO: che tristezza

    PENSATAADDOSSO: concordo con quello che dici. grazie

    DIVERDE: io ci penso spesso a quelle porte

    LANTERNA: già. sigh

    VOCETTA: grazie

    AMICA S: 🙂

    DIDA: grazie per la tua storia che incoraggia

    ANONIMO: con i libri non si guadagna gran che

    LISA: 🙂

    CLARICE: …

    ROSSAFATA: grazie! anxhe io sotto sotto la penso un po’ così

    HARISELDOM: 😦

  26. Eh, non è semplice…
    Pensa che entrambi i miei genitori lavorano all’Alpitour, che è stata in crisi per un bel po’ di tempo (e forse nemmeno adesso ne è uscita)…

    Comunque: mio papà non fa testo perché lui è sempre in giro di quà e di là, un giorno a Disneyland e il giorno dopo a Kuala Lumpur, e quindi lui se lo tengono in ogni caso.

    Ma mia mamma, che ha un normale lavoro d’ufficio, per un bel po’ ha tremato, come tanti suoi colleghi e colleghe. Le parole cassa integrazione, l’idea di rimettersi in gioco a 48 anni, che non saranno tanti, ma certo non sono gli anni in cui pensi di scombinare la tua vita per ricominciare da capo.
    O certe donne più giovani che si trovano costrette a licenziarsi perché vengono poste di fronte all’aut aut: “Dal prossimo mese vai a lavorare nella filiale di Bologna”, e magari hanno un bimbo di nove mesi.
    Son veramente cazzi, in queste situazioni.

    Poi per fortuna a mia mamma è andata bene, ma ricordo l’ansia, e la preoccupazione. E non è solo un fatto economico, anche se certo questo è un lato fondamentale. E’ un fatto di dignità.

  27. E’ sempre una brutta situazione .. non solo sperare che non capiti a te … ma quello che mi da veramente fastidio è il sperare che succeda ad un tuo collega !

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