Gli Islandesi hanno un tesoro. L’acqua. Buona, abbondante, fredda e calda. E ne approfittano. In ogni città, villaggio, pertugio abitato e inabitato si trova una pozza calda o una piscina geotermale. Queste ultime sono spesso pubbliche e, fenomeno raro, a buon mercato.
Gli Islandesi di ogni età usano le piscine come noi usiamo il bar, il muretto, la panchina al parco. Sono luoghi per rilassarsi, socializzare, lasciar razzolare i bambini. Vasca grande per il nuoto, sauna o bagno turco, pozza gelida, vasche con acqua tiepida, calda e caldissima, scivolo, sono la dotazione media di quella che chiamano sundlaug (per lo più all’aperto e accessibile tutto l’anno perché non stiamo parlando di languidi popoli mediterranei ma di gente temprata da secoli di calamità naturali e rigori climatici).
Il medio ha provato la piscina a Reykjavík durante il suo campo ecologista e ha trasformato un’amabile consuetudine islandese in una quotidiana ossessione personale. “Andiamo in piscina? A che ora? Dove? Quanto ci restiamo?” era il mantra delle nostre giornate.
E alla fine è diventata una dipendenza familiare, dopo ogni gita.
Perché nelle piscine islandesi si impara l’arte dello stare. Ci si immerge a 38 gradi e ci si gode la presenza. Alcuni chiacchierano, moltissimi semplicemente sono lì, incuranti della prossimità di estranei, perché non è necessaria l’interazione.
Noi li imitavamo, qualcuno più in pace qualcuno meno. Il grande andava ad allenarsi in palestra (spesso accanto alla piscina), a volte trascinandosi anche Sneddu.
Mister I, non appena si immergeva, si trasformava in glottologo farneticando di analogie tra l’islandese e il bitontino. “Sai come si dice ‘nero’ qui?” “No” “Gnör, come a Bitonto. E ‘nessuno’?” “Come?” “Nishn, uguale. Impressionante, no? E comunque io posso parlare un po’ di islandese come vedi. Tu invece no”.
Il medio si immergeva nella pozza di acqua gelida e conversava con gli astanti, convinto di essere sempre più come loro, coriaceo e rilassato.
Io attaccavo bottone con i locali. Un tizio a mollo mi ha detto che spesso di inverno si congelano i capelli nel percorso tra una vasca a un’altra. Ne pareva fiero.
Io approfitto ancora per un paragone con la Finlandia. Anche qui l’acqua è apprezzata e dopo la sauna un bagno nei laghi non può mancare. Pure in inverno: viene tenuto aperto uno spazio nel ghiaccio per immergersi. Inoltre è molto diffuso il palju, una gigantesca tinozza piazzata nel proprio giardino dove ci si immerge in qualsiasi stagione, in inverno l’acqua viene riscaldata. Diffusissime e molto frequentate le spa negli hotel. Buoni bagni!
Ma quanto è bello il ns pianeta e le persone che lo popolano! Certo per apprezzare queste cose bisogna essere di animo buono, aperti alle esperienze e alle culture diverse dalla nostra. Attendo il tuo prossimo post chissà quale altra meraviglia ci racconterai. Questa tua capacità di raccontare le cose è incredibile mi sembra di essere lì in viaggio con voi in giro per l’Islanda.