Stamattina alle 7 e 10 mi sono collegata con la radio per commentare faccende economiche e per ricordare e ricordarmi che dalla settimana prossima a quell’ora, in quella rete, ci tornerò anche io.
Avevo la voce appiccicosa del sonno e l’emozione di una consuetudine dimenticata.
Da lunedì prossimo riprenderò a svegliarmi alle 4 e un quarto per leggere i giornali ed avere decoro e voce pronti in onda alle sei.
È il decimo anno che succede. Forse posso persino dire, quando mi chiedono del mio lavoro, che è questo qui, anche se la precarietà mi fa tremare a ogni settembre e le certezze stanno di casa altrove.
Da lunedì prossimo la mia vita cambierà. Smetterò di uscire la sera (non che ora lo faccia così tanto), di vivere ai ritmi degli altri umani ed entrerò nella mia bolla di torpore cronico, di riposini a orari illegali, di albe deserte e di privilegio, perché nonostante tutto lavorare alla radio è un privilegio.
Nel frattempo, approfittando di queste settimane di attesa, ho visto il film Oppenheimer e ne sono rimasta folgorata, ho visitato un’abitazione rinascimentale che è stata comprata da un signore ricchissimo francese che, si dice, la chiuderà trasformandola in un hotel di lusso, mi sono iscritta a un corso di un anno per insegnanti di yoga perché la vita va farcita di periodiche follie, ho comprato un nuovo libro di ricette di dolci perché l’autunno incombe e bisogna reagire.
E poi Sneddu ha cominciato il liceo. Ma essendo un figlio numero tre, i suoi nuovi inizi sono déjà vu e nessuno mai indugia sulle ripetizioni, povero Sneddu.
Al momento ho tre figli su tre fidanzati. Sono una suocera al cubo. Che paura, di me.
due figli su due fidanzati, capisco, poi felicemente fidanzati, mi ritrovo a fare il tifo perché duri. e grazie per fare radio: ascoltare la radio è una delle cose belle della vita 🙂
la condizione di suocera mi mette ansia, quando mi sono resa conto di esserlo è stato un brutto momento….speriamo di far meglio della mia, anche se ci vuole poco!