Il primo giorno di sveglia alle 4 e 15 del mattino sono stata colta da un’euforia superomista e molesta. Ero finalmente tornata a lavorare per davvero e il lavora nobilita e talvolta galvanizza. Il primo giorno ero onnipotente e arrogante.
Il secondo giorno mi è venuta la frullosi e ho pensato che prima o poi mi sarei abituata. Il terzo giorno la frullosi si è trasformata in mal di gola, raffreddore e devastazione. Il quarto giorno sono arrivata alla radio strisciando e tossendo e i miei colleghi mi hanno invitata a star loro lontana e a tenere per me i miei germi mortiferi.
Alla fine della prima settimana non ero più euforica e nemmeno arrogante. Ho fatto un tampone anti-Covid e, forte della negatività, sono andata al cinema a vedere Io Capitano. La coscienza delle altrui tragedie mette nella giusta prospettiva la propria tosse.
Di Sneddu sono stata diffidata dallo scrivere in pubblico. Tuttavia posso riferire che, con la scusa dell’acquisto di scarpe e pantaloni nuovi, domenica siamo andati, lui e io soli, a fare colazione in pasticceria come i signori. Ma, a differenza dei signori, che sono per definizione misurati, noi abbiamo ordinato un numero illegale di brioche e cornetti. Erano così tanti che la cassiera, quando ha saputo che erano tutti per noi, non voleva venderceli per paura che facessimo indigestione davanti a lei.
Credo invece di essere guarita grazie al pain au chocolat.
Lunedì mi sono svegliata umile e sana.
Sono passati quasi dieci giorni dal nuovo inizio della radio. Ho reimparato a dormire la mattina, quando torno a casa, ad abitare la bolla torpida della cronica mancanza di sonno e a non accanirmi contro i miei limiti.
E ogni giorno, in diretta, dalle 6 alle 730, penso che, nonostante tutto, sono proprio fortunata.
PS La schiuma dei giorni è il titolo di un libro di Boris Vian. Forse il libro con la dedica più bella mai scritta: “Per me, ciccino mio”.
Meraviglia, la dedica mi ha strappato un sorriso e le lacrime agli occhi
Fortunati tutti noi che finalmente alle 6 partiamo insieme per una nuova giornata !raffa
Sono dell’idea che il lavoro mobilita -un po’- e debilita,tanto. Sulla sue proprietà nobilitative sono molto perplessa.
adoro il pain au chocolat, credo che potrei mangiarne una montagna senza sentirmi in colpa.
grazie per le tue levatacce, è bello sentire la tua voce al mattino