Buon Primo Maggio, mi chiamo Elasti e da sei giorni non mangio cioccolato.
Dai sei giorni metà delle mie energie sono dedicate a resistere alla tentazione di ricascarci, l’altra metà a sognare tavolette fondenti, al latte, bianche, con il riso soffiato dentro, all’arancia. E questa è la mia personale evidenza empirica a dimostrazione che il cibo degli dei crea dipendenza. Mi distraggo con lo yoga (dipendenza scaccia dipendenza), leggendo, studiando la cintura pelvica e la cintura scapolare (pare che conoscerle sia utile per diventare insegnanti di yoga ma io ho un’immotivata e insopprimibile avversione per l’anatomia, umana e non), dando fastidio a Mister I che lavora anche quando sarebbe vietato e guardando la pioggia fuori dalla finestra.
Sabato il grande partirà per Cuba con la compagna M. Attraverso l’università – forse da una bacheca (ci sono ancora?), forse da un messaggio di posta elettronica – ha scoperto che a L’Havana si riuniscono aspiranti psicologi da tutto il mondo, per una settimana. Ha raccolto i risparmi accumulati in anni di baby sitting e gli emolumenti dei nonni e ha prenotato. Ma il passaporto era in scadenza, lui è un posapiano e il rinnovo è un’impresa agile come riconoscere un broccolo romanesco dalla sequenza di Fibonacci delle sue foglie. A ieri mattina alle 11, il virgulto non aveva né il passaporto né tantomento il visto per Cuba. “Tranquilla, tutto sotto controllo” diceva flemmatico e incosciente. Ma mancavano solo 4 giorni, di cui un primo maggio, al decollo del suo volo e io volevo sbattere la testa contro il muro e urlargli che rischiava di perdere tutto – risparmi, prebende, psicologi cubani – e che era uno sciagurato meritevole solo di mazzate.
Mi sono anche ricordata delle lezioni di salsa che lui e la compagna M stanno prendendo – il nostro regalo di compleanno affinché arrivassero con delle competenze da giocarsi in loco – e mi sono ulteriormente mortificata e infuriata. E il desiderio di massacrarlo si è fatto urgenza.
Ma lui ha 21 anni, è grande. E io devo imparare a lasciare andare, lo insegnano pure gli Yoga Sutra di Patanjali che devo studiare per l’esame da insegnante insieme all’anatomia. Così sono andata in cucina, ho aperto l’anta dell’armadio per controllare che ci fossero scorte di cioccolato. Poi l’ho richiusa.
Dopo un’ora il passaporto è arrivato e dopo due anche il visto perché, alla fine, inspiegabilmente, le cose succedono anche senza il nostro interventismo, e senza il cioccolato.
Grazie mille Elasti, sei una fonte inesauribile di esempi!
Michela
Bellissimo post.
Cioccolato e Cuba due importanti e splendide fonti di emozioni. La prima ha a che fare con la gioia delle papille e non solo. La seconda con la bellezza e il coraggio di un popolo da decenni vessato dall’embargo.
Cioccolato e Cuba due importanti e splendide fonti di emozioni. La prima ha a che fare con la gioia delle papille e non solo. La seconda con la bellezza e il coraggio di un popolo da decenni vessato dall’embargo.
suspence e delirio ma tutto si armonizza. Il grande e la compagna M che realizzano sogni costruttivi, niente è impossibile. Ps- oggi pranzo di primo maggio tra mamma, sorelle e cognati e io a dieta francescana, ho visto volare cioccolati di ogni tipo ma ho amaramente resistito. ❤️
Ma come???? Hai deciso di rinunciare al cioccolato??? E io che nel mio percorso di miglioramento del mio regime alimentare mi dico….va bene levare i dolci ma il coccolato no. Lo mangia anche Elasti… Mi sento un po’ più sola ora. Neanche un pochetto di fondente 80% ti concedi?… Sob
Scusate la domanda ingenua: ma perché mai bisogna privarsi della cioccolata? Ok, è molto calorica, come tanti altri alimenti; basta non mangiarne a chili. Non vedo perché demonizzarla così
elasti/claudia…sei sparita da instagram? Le foto, i libri…come mai?
Elasti senza cioccolato?! Questa notizia mi turba.
le cose succedono anche senza il nostro interventismo : grande verita’, che da un lato consola, dall’altro terrorizza