In questo preciso momento Sneddu è fuori con la felpa del concerto di Marracash e con gli amici sfaccendati come lui, nello sfrenato e incosciente interregno tra l’ultimo giorno di scuola e il redde rationem della consegna della pagelle. Mister I è a Londra, dopo essere stato a Boston la scorsa settimana e prima di andare a Roma la prossima. Ultimamente è sempre in giro. I maligni potrebbero ipotizzare che abbia una fidanzata itinerante o più fidanzate in diverse capitali del mondo. Io non credo e, anche se credessi, dubito che vorrei sapere.
Invece, sempre in questo preciso momento, variamente posizionati sui due divani della sala, ci siamo io che scrivo, il medio che gioca a un videogioco e dice cose a caso, il grande che ha appena sfornato enormi biscotti con pezzi di cioccolato sciolti dentro, ed Eliza che circa 11 anni fa è stata la prima e indimenticabile ragazza alla pari americana della nostra storia, ed è qui con noi a intermittenza per un paio di settimane. Lei e i ragazzi parlano per ore fino a tarda notte, mentre io dormo e Mister I è via, con o senza fidanzate (ma io, ripeto, non lo voglio sapere). Adesso, sul divano, con il grande sta guardando Baby Reindeer e si fanno un po’ male con allegria.
Eliza era un creatura meravigliosa nel 2013 ed è rimasta tale nel 2024. La vita non è sempre stata gentile con lei in questi anni ma non le ha rubato il candore e la meraviglia nello sguardo.
“Eliza ha il superpotere della piacevolezza” ha detto il grande qualche giorno fa. “In che senso?” “Nel senso che averla intorno è sempre piacevole. E non è mai inopportuna o fastidiosa”. Aveva ragione.
“Spiace” ha aggiunto. “Cosa spiace?” “Che nessuno della nostra famiglia possegga lo stesso superpotere”. Aveva ragione, anche su questo.