Nonsolomamma

errori nel montaggio

Venerdì mattina c’è stata l’ultima puntata della stagione alla radio. L’eliminazione della sveglia settimanale alle 4.15 è una soddisfazione che ognuno dovrebbe provare una volta nella vita. L’ultima puntata è come l’ultimo giorno di scuola: liberatorio e terrificante. Quel giorno era anche il solstizio d’estate nonché la giornata mondiale dello yoga. Centinaia di persone si sono trovate per fare 108 saluti al sole tutte insieme. Peccato piovesse. Io però sono rimasta a casa a coltivare il giardinetto del mio horror vacui e a fare l’ultimo ripasso prima dell’esame finale per diventare insegnante di yoga. Ieri c’è stata la prova scritta. Ho risposto a domande su argomenti di cui ignoravo l’esistenza prima di iniziare questo viaggio (“Cosa e quali sono i pancha buthas?” “E gli Niyama?”). Ho capito che il mio superpotere è ricordarmi i nomi in sanscrito. Oggi c’è stata la prova di insegnamento. Mi sono rivista in un video. Mentre insegno ho la postura di un umarell che guarda gli scavi della metropolitana.
Adesso ho un diploma e soprattutto una tazza bellissima con la scritta “I am a teacher”. Quando sono tornata a casa ero contenta, all’inizio. Poi Sneddu si è sdraiato sul lettone accanto a me. Non lo faceva da un sacco di tempo. Abbiamo chiacchierato e ho pensato che venerdì partirà e non lo vedrò per quasi un mese. “Ti capita mai di sentirti vuoto o triste?” gli ho chiesto. “Zero Cla! Domani poi vado al concerto di Sfera Ebbasta” “Non chiamarmi Cla”. Mister I prepara taralli e orecchiette che lo tengono in equilibrio ma lui è nato in equilibrio. Parte torna riparte ed è sempre saldo. Il medio è al mare con amici. Allora, siccome mi sentivo incompresa e sull’orlo del baratro, sono andata dal grande che è lo psicologo di casa per chiedergli consiglio. Ma, entrata nella sua stanza, ho visto cadaveri di zanzare spiaccicati sul muro bianco (ripitturato di recente proprio per eliminare precedenti zanzare spiaccicate). E poche cose mi deprimono come una parete domestica costellata di cadaveri. Così la richiesta di consigli si è trasformata in una reprimenda lamentosa. Poche cose mi innervosiscono come la me stessa lamentosa.
L’insegnante di anatomia del teacher training di yoga parlando delle proporzioni del corpo diceva: “dipendono da come siete stati montati”. Io a volte ho l’impressione di avere qualche errore nel montaggio dell’anima. Volevo molto dormire ma ero troppo triste a causa dei suddetti errori di montaggio.
Poi ho fatto yoga e adesso sto un po’ meglio. E mi sono ricordata il motivo per cui mi sono imbarcata in un anno di corso, a tratti anche molto faticoso: perché lo yoga, insieme a fare le torte, è il mio psicofarmaco.

Un pensiero riguardo “errori nel montaggio

  1. Difficile abituarsi a non averli piu’ con noi in vacanza!! Io sogno almeno un week end tutti insieme ma non e’ semplice

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.