Nonsolomamma

Value the fragrance

Ho litigato con gli aerei. Anche un po’ con Mister I che ne prende troppi e ogni tanto gliene cancellano qualcuno e così lui non c’è quando dovrebbe.
Ho preparato, a caso, bagagli per due mesi, per climi frescolini e caldissimi. Ho buttato dentro cose – mutande, libri, tappetino da yoga, ansia, documenti – poi ho chiuso tutto e ho consegnato 40 kg a Sneddu e al medio che sono partiti con quattro ore di ritardo per Londra. E sono anche arrivati. E non era scontato visto che nei cieli d’Europa c’era una tempesta di fulmini. Sembra facile ma tra queste innocue righe si annidano voli eliminati, organizzazioni smontate e rimontate, recriminazioni telefoniche, ansie lavorative devastanti, deliri di rovina, mal di pancia, singhiozzi sulla spalla di un’amica che non ha fatto nemmeno in tempo a varcare la soglia di casa mia che già le piangevo addosso. Erano mesi che cercavo invano di perdere un chilo. È successo in 24 ore. La psicolabilità favorisce il dimagrimento ma non la consiglio.
Mi sento alla deriva, il futuro prossimo è un interrogativo e l’incertezza tira fuori il peggio di me.
Trovo conforto nel muro verde della camera da letto che secondo mio cugino che sta in Australia è un fantastico green screen su cui dovrei proiettare metafore vivide del mio stare (male) al mondo.
Solitamente leggo romanzi o saggi prevalentemente sulle donne ma adesso mi rifugio in una raccolta di meditazioni (giuro che ne uscirò), una al giorno per un anno. Le apro a caso e cerco oracoli. L’ultimo era intitolato Value the fragrance of the universe. Ho richiuso subito senza leggere oltre perché avrebbe portato più danni che benefici.
Nel frattempo mi è arrivato da Paypal l’avviso che Mister I a Londra ha pagato 33 sterline a favore di Marx walks.
Ogni tunnel finisce con la luce (l’ho inventata io ma fa il paio con la fragranza dell’universo).

10 pensieri riguardo “Value the fragrance

  1. Rispecchia benissimo l’umore di molte madri che in equilibrio precario tutto l’anno tra lavoro e tre figli, a inizio estate si incupisce in quanto sembra tutto complicarsi tra incastri, partenze multiple e incertezze a settembre, quando, almeno nel mio caso avrò la seconda figlia all’estero a studiare, (ora che mi concentro su di lei, la figlia di mezzo, sembra che aspetti me per capire dove andrà a dormire e altri aspetti logistici, ma io ora non posso proprio assecondarla in questo, si vedrà). Nel frattempo si richiede nel lavoro la stessa concentrazione e pacatezza quotidiana di inizio ottobre, cioè quella che hanno gli “esseri esotici” nella maggior parte dei casi tutto l’anno per loro natura celeste esenti da ansie famigliari organizzative, beati loro, salvo i wend al mare. Poi a luglio almeno io vengo anche colta dal fantasma “Bilancio dell’Anno” (vorrei eliminarlo), cioè mi sento di dover interrogarmi di come sono andata quest’anno, in tutto. Se lo chiedessi a mio marito, credo penserebbe stessi parlando di un film fantasy. Va be, sono ottimista, ne uscirò, si si, anche perchè tra un paio di mesi, ci siamo, sarà autunno e i 38 gradi non colpiranno più la mia mente ansiosa.

  2. fa il paio con il pensierino del mio fortune cookie dell’altra sera: ogni scelta ha un profumo…qual’è quello che ti si addice di più?

    mi è venuto in mente che c’era un film con la protagonista che scriveva questi piccoli testi. Mi piacerebbe molto…

  3. Cara Claudia, spero che tu possa trovarti un lavoro meno stressante, viene l’ansia anche a me pensare alle levatacce all’alba!

  4. A me, invece, deprimono un po’ le ansie dei privilegiati. Forse se ci ricordassimo quanto lo siamo avremmo anche meno paturnie.

  5. Io vorrei tanto preparare valigie per le vacanze invece quest’anno mi sa che resteremo a casa e la cosa mi rattrista moltissimo, l’estate a casa mi butta giu’ e non vedo la luce in fondo al tunnel!!

  6. Credo che quello che Elasti stia mostrando in questo post siano le ansie riconducibili alle vite di ciascuno, indipendentemente dal privilegio (non credo che stiamo parlando di ricconi sullo yacht che lanciano i dollaroni al vento, tipo DiCaprio in The Wolf of Wall Street).

    “Avrò ancora il mio lavoro a settembre, l’anno prossimo, tra cinque anni? Verrà riconfermato? Quali sono i meccanismi che non dipendono da me che potrebbero fare in modo che non venga riconfermato? Ma perché ogni tanto tutto il peso della famiglia devo accollarmelo io? Quanto mi piacerebbe delle volte non pensare sempre al poi come fa il mio partner/la mia partner… Ma adesso leggo questo libro zen e sono sicura che le mie ansie si calmeranno…”

    Penso che sono domande che potrei farmi anche io che non sono una privilegiata.

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