PROLOGO
Non rileggo i libri già letti e non rivedo film e serie già visti, a differenza, per esempio, di Mister I, che sta riguardando per la decima volta le sei stagioni di Lucifer. Ho l’impressione che la vita sia troppo breve e l’offerta troppo grande per tornare sui propri passi. Da piccola invece, nel tempo in cui mi sentivo infinita, avevo alcuni tormentoni che frequentavo con maniacale assiduità. Mi davano sicurezza e mi aiutavano a tenere il mondo in ordine. Tra questi c’era un libro di racconti di Gianni Rodari – si chiamava Tante storie per giocare. Ogni racconto aveva tre finali e bisognava sceglierne uno. Io non cambiavo mai, sceglievo sempre lo stesso, anche alla quarantesima rilettura.
IL FATTO
L’altro giorno la lavastoviglie faceva uno strano rumore. “Ci sta abbandonando”, ha detto Mister I, affetto da pessimismo cosmico. Con piglio da idraulici esperti in elettrodomestici bianchi, abbiamo messo in pausa il ciclo, aperto la porta e ho infilato la testa nelle fauci della macchina. L’interno era pieno d’acqua e Mister I ha pensato bene di testare la tenuta del braccio irrogatore (noi tecnici usiamo parole precise) facendolo girare vorticosamente davanti alla mia faccia. “Ehi! Mi hai fatto la doccia!” ho protestato, completamente fradicia, dai capelli al collo. “E che sarà mai!” ha minimizzato lui che, come Fonzie, è sprovvisto del chip per chiedere scusa.
PRIMO FINALE
Lui non ha chiesto scusa e io, furibonda e grondante di acqua saponata, gli ho dato una testata. Lui è svenuto e quando si è risvegliato con la testa nella lavatrice non si ricordava niente.
SECONDO FINALE
Lui non ha chiesto scusa, io ho rilasciato nell’atmosfera il mio rancore per le successive 36 ore. L’aria è divenuta irrespirabile e siamo morti asfissiati.
TERZO FINALE
Lui non ha chiesto scusa. Io ho inspirato, espirato, cantato un mantra di pace universale. Non ha funzionato. Allora mi sono concentrata sulle mostruosità di questo periodo storico e sono giunta alla conclusione che, in fin dei conti, il nostro matrimonio è un’isola felice.
EPILOGO
Forse il segreto delle relazioni durature è la scelta continua, ottusa e pervicace, del terzo finale. Tavolta contro ogni logica e buon senso.
E comunque la lavastoviglie è guarita, nonostante noi.
Grandiosa semplicemente:)
tu non fai testate da bulla di periferia e non sei rancorosa e quindi non terresti i musi per 36 ore. Ovviamente il terzo finale era quello adatto a voi…a noi, mogli di mariti sprovvisti del chip per chiedere scusa, che se non vogliono vivere perennemente arrabbiate e in guerra, fanno buon viso a cattivo gioco!
ps: ma davvero non riguardi i film già visti?
Stavolta no. Pazienza, compromessi, comprensione finché vuoi ma di fronte alla pervicacia dell’orgoglio è un gigantesco no.
Mi dispiace vedere la sottomissione femminile ordinaria passare addirittura per saggezza o virtù.. ma c’è sempre tempo per ribellarsi.
Abbozza uno, abbozza due, abbozza tre…va be il quieto vivere ma ogni tanto lo puoi anche mandare a stendere si?
Bisogna che l’adorabile Mister I, impari a scusarsi, impari a provare benessere nel farlo. Magari non tutte le volte. Lasciamo che il bambino che é in lui, si diverta a provocare
ragazze ci vuole ironia nel matrimonio per farlo durare bene e a lungo.
Allora non sono l’unica ad avere un marito che non sa chiedere scusa!
Ognuno ha i suoi difetti e la divina capacità di sorvolare su quelli del proprio lui è la sovrumana virtù che fa durare i matrimoni…ma che fatica!!!