Da circa una settimana viviamo in una comune. Ci siamo, come al solito, noi cinque, che siamo già ingombranti e impegnativi da soli. Ci sono Super W e Mister Brown, i nonni di Bari, arrivati carichi di deliziose pallozze multicolore, eccellenza dolciaria di Andria, di regali variegati e di disprezzo per il clima milanese e per la penosa e colpevole assenza del mare. C’è la zia matta, arrivata dal Lesotho (dove ora vive con il suo Michelone, creatura zen) dopo 20 ore di viaggio, carica di meraviglie. Ci sarà da domani lo zio con l’orecchino al naso insieme alla compagna senza orecchino al naso. Ci sono la fidanzata di Sneddu, la compagna M, i bizzarri amici del medio, tra cui un francese arrivato espressamente da Parigi per giocare alla Playstation 8 ore al dì. C’è anche Camarà, il rifugiato della Guinea che aveva vissuto un periodo nell’elasti-famiglia, che adesso ha una casa, un lavoro al supermercato e una fidanzata filippina che chiama “la cinese” perché ci può essere amore anche nell’approssimazione. Vuole salutare i nonni che chiama “nonni”, e Mister I e me, che chiama “papà” e “mamma”. Anche la cinese ci chiama mamma e papà. Siamo tutti qui, intorno a un tavolo, sul divano, accoccolati dove c’è spazio, a mangiare orecchiette del sud e zuppe del nord.
Ognuno ha trovato il suo posto.
Mister I dorme molto, lui che non dorme mai. Ha subito un piccolo intervento a un occhio. Il medico gli ha detto che per un po’ non può leggere né lavorare al computer. Quando non dorme guarda film di zombie in sala, generando un certo disagio tra i presenti. Gli sono venuti occhi enormi e viso piccolo; sembra un gatto pazzo.
Il medio ha portato all’aperitivo di classe il nonno che, pare, si è integrato benissimo tra i diciottenni. Insieme vedono anche molte partite di calcio, con gran diletto di entrambi.
In una comune come questa, il segreto per non soccombere è accomodarsi. E, nel mio caso, praticare yoga con regolarità lasciandola virare in ossessione.
Grazie Elasti per farmi sorridere sempre..! Alex
Da quanto scrivi mi arrivano tante sensazioni ed emozioni. Anche contrastanti tra loro. Si sente gioia, leggerezza, preoccupazione, stanchezza, forza, fatica, rumore e confusione, tradizione e creative aperture, accoglienza, pazienza… vita. Umana bellezza. Con stima Piero MACRÌ
mi stanco un po’ a solo a immaginarvi, ma è tutto molto pieno di amore e allegria
OT Che bello avere un quarto figlio di fatto.
Perfetta integrazione, anche a casa mia ci sono periodi così, si mangia quello che c’è e ci si siede anche su una sedia in due . Che merviglia!