Nonsolomamma

quasi meglio

Lui ha un sacco di difetti. È rigido, della rigidità noiosa e assoluta degli asceti. È convinto di avere sempre ragione, anche quando ti dà una sportellata in faccia (“colpa tua: eri nel posto sbagliato”), quando inciampa sui suoi stessi passi (colpa tua: mi guardavi i piedi”), quando dice cose che non deve dire (“colpa tua: non capisci”). Non chiede scusa neppure di fronte all’evidenza.
Lavora ininterrottamente, tutti i giorni, tutto il giorno, weekend compresi. Odia il cinema francese. E se dentro un film non muore sbudellato nessuno entro i primi sette minuti, lui va a fare pipì e forse non torna. Non legge romanzi. È ossessionato dal Sudoku hard del New York Times, dalla serie tv Lucifer (attualmente sta rivedendo tutte le sei le stagioni per la undicesima volta), dal quotidiano Il Manifesto, di cui compra annualmente dai 3 ai 6 abbonamenti (forse di più ma non osa dirmelo). È competitivo, suprematista barese, integralista. È sinceramente convinto di essere archetipo umano di perfezione.
Tuttavia è razionale e lucido, capace di riportarmi a terra, accanto a sé, anche quando perdo il senno. È in equilibrio e conosce la strada anche quando io penzolo a testa in giù da un filo, intrappolata nel nulla cosmico. È generoso e disinteressato, consapevole che la ricchezza abiti dentro ben più che fuori. È candido fino all’esasperazione. Ha lo sguardo storto e i pensieri dritti. Mi protegge. Dai cattivi, dalle paturnie, dall’ansia, dalle ante dell’armadio che lascio regolarmente aperte. Quando ho paura dice: “andrà tutto bene” e non sbaglia quasi mai. Mi fa ridere, anche quando non deve. L’altro giorno è successo mentre stavo bevendo dell’acqua. E l’acqua ha sbagliato strada e per poco mi annegava. E mentre boccheggiavo senza riuscire a respirare mi ripetevo nella testa: “di acqua di traverso non è morto nessuno nella storia dell’umanità” credendoci sempre meno. Alla fine sono sopravvissuta ma non grazie a lui che è rimasto seduto a guardarmi agonizzare come davanti a uno spettacolino di arte varia. “Sapevo che ce l’avresti fatta” si è giustificato.
A conti fatti, Mister I è quasi meglio dello yoga.

4 pensieri riguardo “quasi meglio

  1. effettivamente deve essere un brav’uomo, perché tu sembri una piuttosto fragile e ansiosa. Sembrate i miei genitori, mio padre è un santo. Per fortuna non ho preso da lui (e nemmeno da mia madre)

  2. Cara,

    io mi preoccuperei della mancanza di reazione di Mister I rispetto al tuo soffocamento con l’acqua di traverso.

    un colpo sulla schiena, la manovra salvavita stringendo sotto la cintura, un minimo di empatia…….

    Mandalo ad un corso di sopravvivenza.

    Auguri

    1. non si danno MAI pacche quando uno ha qualcosa di traverso, nè si fanno manovre salvavita: finchè la eprsona tossisce, ha le vie aeree libere e il corpo sa da solo come espellere l’estraneità. La pacca sulla schiena è sbagliatissima, non si fa MAI! le manovre realmente sdalvavita si fanno solo quando la eprsona smette di tossire, si porta le mani al collo, perchè quelli sono i segnali che le vie sono ostruite, e si deve fare la manovra e chiamare i soccorsi. La cosa che SI DEVE fare è rimanere a osservare da vicino per intervenire solo al momento giusto, se no si peggiora la situazione.

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