Negli aerei moderni c’è il wi-fi gratuito con cui si possono mandare messaggi stupidi o apocalittici agli affetti.
Ci sono anche moltissimi film. Ne ho visti quattro, tra cui La storia di Souleymane che mi ha preso il cuore.
Ci sono le turbolenze sopra l’oceano. Più del necessario. “Se dobbiamo morire, almeno che sia nel viaggio di ritorno” ha detto il grande.
Appena arrivati all’aeroporto dell’Havana c’è stato un blackout. Dobbiamo abituarci, pare. Ma è durato troppo poco per sentirci veramente al buio.
Ad aspettarci, subito fuori, dopo le nostre 16 ore complessive di viaggio, sei ore di jet lag e una coda interminabile per il controllo passaporti, c’erano Mister I e Sneddu, qui già da due settimane, e Sixto che è il nostro personale Mister Wolf e ci risolve problemi, oltre ad affittarci la casa. Sixto ha sempre la stessa espressione facciale, una macelleria sotto casa, una macchina elegante e una figlia pediatra a Ibiza. Probabilmente anche Sixto è pediatra o ingegnere aerospaziale perché a Cuba il livello di scolarizzazione dà le vertigini.
Sneddu sembra ancora più lungo e Mister I più inquieto. Probabilmente è colpa di alcuni cubetti di ghiaccio killer, incontrati in una bibita cinque giorni fa durante una sera con italiani che vivono qui (“ci avevano detto bevete tranquilli, non dovevamo fidarci degli italiani?”). “Perché non mi avete detto che siete stati male?” Hanno fatto spallucce. Avrei dovuto capirlo quando Mister I ha cominciato a mandarmi gli indirizzi degli ospedali e pressanti richieste di Imodium.
Staremo all’Havana fino al 16 agosto. Mister I lavorerà, come fa sempre ovunque, io vorrei rallentare il passo e abitare qualche vuoto anche se un po’ di pieni lavorativi ci saranno. Sneddu sta seguendo dei laboratori per adolescenti cubani su temi disparati, dal rap al cinema, dalla capoeira alla pasticceria. Il grande farà boxe e un pezzo di tesi su un centro di educazione sessuale all’Havana. Ognuno ha il suo posto nel mondo, almeno per le prossime settimane. C’è anche Maria che insegna spagnolo a me e a Sneddu. Oggi ci ha detto che non possiamo fare lezione insieme perché Sneddu è principiante mentre io, avendo l’arroganza dei kamikaze, lo sono ma non sembra.
Il medio non c’è. Nell’estate sfrenata della maturità non c’era posto per Cuba ma solo per altre pazzie.
Google mi ha suggerito questo post, grazie alla parola chiave “Cuba”.. terrò d’occhio i prossimi. Salutami la “mia” Habana..
Sono sempre incantata dalle vostre estati, doni che fate ai vostri figli: certamente vi aiuta il lavoro che fate e che vi permette flessibilità e nomadismo. Che invidia (in senso buono!). Posso chiederti come vi siete organizzati per l’alloggio, le lezioni, il supporto in loco? Grazie.