Ieri sera siamo stati a vedere un film all’aperto al Museo di arti decorative. “Inizia alle nove e mezza. Non è tardi?” All’Avana andiamo a dormire prestissimo, come se un po’ del fuso orario italiano ci fosse rimasto appiccicato addosso. “È gratis! Sta pagato, se il film non ci piace o ci viene sonno ce ne andiamo” ha detto Mister I con il pragmatismo barese. Così, siamo andati lui, Sneddu e io. Il grande no perché gli strascichi del suo acciacco non gli consentono ancora iniziative audaci.
La nostra idea platonica di cinema all’aperto è evaporata al cospetto del proiettore in prima fila, di uno schermo avvolgibile montato su un treppiede come quelli per vedere le diapositive negli anni ‘70 e delle graziose seggioline liberty in grado di penetrare nella carne dello spettatore lasciando segni indelebili.
“Mo’ bellissimo questo posto! Solo a Cuba ci sono meraviglie cosi! Ehi Sneddu, hai visto le tre ragazze dietro di noi? Perché non vai a conoscerle?”. L’euforia di Mister I era direttamente proporzionale all’imbarazzo di Sneddu.
Siccome il proiettore non funzionava, lo schermo avvolgibile volava via con il vento e l’audio era assente, gli organizzatori hanno proposto, nell’attesa di risolvere i molteplici problemi, di farci da guida nelle sale del museo appena inaugurate, dedicate alla collezione Tiffany.
E tutti quanti – noi, le tre ragazze carine, alcune coppie, due fratelli, una madre, un figlio – ci siamo alzati e abbiamo liberato le nostre ombre alla luce caleidoscopica di lampade-alberi.
Dopo una mezz’ora, come spesso succede a Cuba tutto si è aggiustato e il film è cominciato: Ballando con Margot, un giallo ambientato nei giorni della caduta di Batista, un piacevole, caotico mischione di stili e storie sconnesse, con attori tutti simili a confondere ulteriormente lo spettatore già vessato dalle seggioline.
“E con questo film si chiude il ciclo sull’art déco. La settimana prossima inizieremo un nuovo ciclo cinematografico, dedicato a Tiffany”.
Quando Mister I, che qui saluta tutti, è amico di tutti e fa molte domande, pertinenti e non, ha chiesto se il prossimo film sarebbe stato ancora il venerdì sera, “Non sappiamo” hanno risposto. “Dipende dagli apagones, i black out. La domenica ci comunicano le ore e i giorni della settimana in cui mancherà la luce. In base alla presenza dell’elettricità, stabiliamo il giorno del cinema all’aperto”.