Nonsolomamma

altre cose del fine settimana

Un giorno un artista cubano, José Fuster, decise di ispirarsi al lavoro di Gaudì a Barcellona per trasformare un quartiere dell’Avana in un’opera d’arte a cielo aperto. Scelse una comunità povera, alla periferia della città, vi trasferì con il proprio studio e cominciò a decorarlo con mosaici colorati, disegni e sculture di creature fantastiche. Bussò poi alla porta dei vicini e propose loro di personalizzare la casa: scritte in russo per il soldato rivoluzionario che ha vissuto a Mosca, attrezzi del mestiere per il medico, un sombrero per il messicano. A poco a poco quella comunità un po’ negletta divenne opera d’arte in un mondo che fu chiamato appunto Fusterlandia.

Fusterlandia, un po’ Gaudì, un po’ giardino dei tarocchi, un po’ parte della grande follia dell’Avana dove decadenza e meraviglia si succedono e si aggrovigliano e alla fine non sai mai se stupirti, struggerti, ridere o piangere un po’.

Domenica siamo andati in gita a Fusterlandia. Sneddu ci detestava perché facevamo troppe foto e faceva troppo caldo. Ha mostrato sincero stupore solo alla vista dei mille girini che popolavano le pozzanghere. Mister I era in estasi e diceva che, se fossimo stati più ricchi, avrebbe comprato almeno dieci opere del signor Fuster.

Dopo abbiamo camminato fino a Marina Hemingway, un porticciolo turistico completamente deserto. Ci siamo avventurati tra le banchine vuote, in un silenzio irreale, da apocalisse zombie.

Alla vista dei pochissimi yacht attraccati, Mister I ha liquidato l’esperienza affermando: “Mo’ queste sono barche dei ricottàri”. Dove ricottari è traducibile dal barese con “nouveaux riches”.

Lungo il tragitto di ritorno abbiamo visto l’ambasciata russa, un edificio altissimo, con uno spunzone in cima che mio padre avrebbe definito “l’incubo di un geometra”.

Ci siamo fermati su un lungomare balneare e mentre Mister I e Sneddu mangiavano una pizza in un baracchino di legno, io ho scovato un supermercato che vende latte a 5 dollari al litro e maionese a 9.30 dollari al barattolo, circa il doppio della pensione di un cubano.

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