Nonsolomamma

atto unilaterale

Ho ricevuto in regalo un sex toy color malva da un’azienda del settore. Potrebbe effettivamente sorgere l’interrogativo: perché un’azienda regala proprio a me un dildo color malva sapendo che, come giornalista, non posso (e non voglio) fare pubblicità? Forse sanno di me cose che nemmeno io desidero conoscere.

Fatto sta che l’oggetto, giunto qualche giorno fa per posta in una elegante confezione nera dentro un sacchetto bianco che io pensavo discreto, è stato estratto dalla sua confezione, scrupolosamente esaminato dalla sottoscritta e riposto nel cassetto del comodino, sede naturale di tali articoli, come mostrato anche in qualche film o serie tv con personaggi femminili emancipati e gaudenti. Quando tutto ciò accadeva, Mister I era a Bari, che ultimamente frequenta con smodata assiduità per ritrovare i suoi genitori e la sua adolescenza.

Per sciatteria e noncuranza ho tuttavia lasciato sul tavolo in sala il sacchetto bianco che pensavo discreto, fino a quando oggi il grande mi ha redarguito: “Mamma, questo sacchetto è di una marca di giochi erotici. Potresti avere l’accortezza di riporlo altrove?” “Il sacchetto è vuoto e conteneva un regalo dell’azienda produttrice” “Non mi interessano i dettagli. La sola idea mi fa impressione. Comunque questo sacchetto non deve stare qui” “Ok, lo faccio sparire ma sappi che non ho nulla da nascondere: non c’è niente di male nel ricevere in regalo un sex toy”.

“Trattasi di un atto unilaterale a titolo gratuito sempre rinunciabile” ha dichiarato il medio. “Un contratto di obbligazione del solo proponente” ha precisato. Da quando ha cominciato Giurisprudenza, il diritto privato gli ha un po’ preso la mano.

Nel frattempo Mister I, appena rientrato da Bari, si fingeva svenuto sul divano.

Sneddu non è pervenuto ma lui non si accorgerebbe nemmeno se in salotto si materializzasse la pattuglia di pompieri australiani a torso nudo, usciti direttamente dal calendario ufficiale 2025.

3 pensieri riguardo “atto unilaterale

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