Nonsolomamma

c’è qualcosa che non va

stamane elastigirl, mentre si abissava nella metropolitana, ha incontrato A, la mamma di L, un amico dello hobbit grande.
A era stanca, aveva le occhiaie e lo sguardo spento.
A è alta ed elegante. è una super dirigente di una super multinazionale.
A ha due bambini.
"come sta il piccolo L?", chiede elastigirl.
"L è inquieto, è infelice. fa cose strane all’asilo. cerca di farsi del male. la pediatra mi ha consigliato di portarlo da un neuropsichiatra infantile. il neuropsichiatra infantile mi ha detto che L ha bisogno della sua mamma", racconta A.
"e tu?"
"io lavoro come una pazza. nella super multinazionale se sei donna hai il segno meno davanti, se hai dei figli sei una fallita. nella super multinazionale ti umiliano, ti maltrattano e devi sempre lottare. io non ce la faccio più".

stamane elastigirl ha cambiato idea e ha preso il tram. in metropolitana si sentiva soffocare.

60 pensieri riguardo “c’è qualcosa che non va

  1. ma povera la signora A…essendo una teletubbie ne vedo molte di mamme, di ogni tipo e ogni giorno mi convinco che il lavoro di madre è uno dei piu’ difficili al mondo!
    G.

  2. Ecco cosa intendevo, oggi, quando cercavo di spiegare alla mia vicina di scrivania perché le donne sono mille volte più a rischio isteria, pazzia e tendono a incattivirsi quando arrivano nelle posizioni di potere.
    Non tutte, non sempre.
    Però.

  3. sarà per questo che le super dirigenti della azienda dove sfacchino io sono single e /o senza prole…
    scelte…
    per il titolo del post, Vasco, ormai divenuto un taccagno assurdo, potrebbe chiederti i diritti!
    lo hobbit? sta meglio?

  4. Può farcela. Tutti possimao farcela. Il problema è? Quale parte di noi dobbiamo condannare a non farcela…per farcela? Equilibri in cambiamento, si vis pacem para bellum (e un commento più folgorato giuro non l’ho mai fatto, scusate…)

  5. Capitano momenti così… Io lascerei baracca e burattini e starei col mio piccolo… Che te ne fai dell’affermazione e dei soldi se a pochi metri hai un bimbo che chiede aiuto? I soldi queste cose non le risolvono… E sono momenti che non tornano più, la fortuna gira (non nel mio caso… :-D), ma il tempo passa e basta.
    Notte notte
    AA

  6. Che tristezza…Povero L.Ci facciamo completamente assorbire dai ritmi frenetici che questa città ci impone.
    E trascuriamo le cose importanti, i veri piaceri della vita, ci esauriamo e non ci rimane nulla, non assaporiamo il vero sapore di questa esistenza!
    Ho solo 24 anni, vivo a milano da 5 e mi manca il mio piccolo paese calabrese più d’ogni altra cosa!

  7. Non si contano le volte che ho pianto come una fontana sentendomi una madre orribile perchè costretta a passare tutto il giorno in ufficio.
    E non faccio nemmeno la dirigente… tzè

  8. Purtroppo è così in molte aziende. Ci sono tutta una serie di pregiudizi nei confronti della donna nel mondo del lavoro. E sfortunatamente non sono frasi fatte ma la dura realtà. Per emergere bisogna faticare il doppio rispetto ai signori maschi solo per il fatto che non siamo dotate di pene. Poi se hai figli è ancora peggio. Tutelate da schifo dalla legge italiana, prendi ad esempio solo i permessi non retribuiti di cui può godere una madre (dipendente) in caso di malattia del figlio (questi sono previsti solo fino al compimento dell’ottavo anno) e poi? Si scala su ferie , rol ecc ecc. Ma dico io si può? Il mondo è una merda (scusa per il termine usato) ma non si può far sentire in colpa una madre, o costringerla a scegliere tra il proprio figlio e il lavoro per cui ha sacrificato tempo e enormi sforzi. Non c’è nulla che permetta ad una donna di poter conciliare lavoro e famiglia. Che se ne dica non so quante lavoratrici possano godere del part-time. E se si lavora nelle aziende piccole è ancora peggio perchè magari si ha un titolare zotico e ignurant che per quattro soldi marci taglia sugli stipendi dei dipendenti (in primis le impiegate, il loro non è un contributo effettivo visto che non sono in produzione).E poi ci stupiamo se le donne sclerano, se diventiamo dure, aggressive….quasi ci “costringono” a diventare così. Il lavoro ci serve per dare ai figli ciò di cui hanno bisogno in termini di vestiti, scarpe, occorrente per la scuola quando ci andranno. Certo l’amore per un figlio e di un figlio viene al primo posto ma non è per desiderio di emergere nel lavoro che sottostiamo a determinati ritmi ma per dare a loro il meglio quanto si meritano…e che è giusto che abbiano….(e non sto parlando di giochi) ma di cose serie che servono…scusa la lungaggine del commento…ma l’argomento mi ha coinvolto parecchio….

  9. quando lavoravo nella multinazionale Philips (tanto per non fare nomi), nella civilissima Olanda, quando sono rimasta in stato interessante hanno smesso di invitarmi alle riunioni. Quando sono stata in attesa della seconda nana ho dato le dimissioni io. Non è stato facile ne’ come ricercatrice ne’ come mamma, ne’ come moglie. Dopo un anno a casa sono tornata a lavorare, trasferendomi in Italia da sola con 2 nane mignon. Le cose non vanno male, lavorativamente, e posso pure permettermi di stare con le nanette quando voglio o ne hanno bisogno. Mi ritengo fortunatissima. Sarebbe potuta andare molto peggio. Avete letto l’articolo stamani su Repubblica? Essere brave, stringere i denti e fare il possibile non è sempre sufficiente. E per le donne molto più difficile. Non è giusto. Non è possibile lasciare che sia così. Soprattutto quando le cose sono complicate dai figli. Che sono di tutti e due i genitori e dunque i compiti conseguenti pure, direi. Ho studiato e lavorato da sempre in un mondo di uomini (sono purtroppo ingegnere) che non sono affatto, lavorativamente parlando, migliori delle donne, di questo ho le prove 🙂 . La tenera signora A non ha menzionato, credo, l’altra metà del cielo, che potrebbe però avere le sue responsabilità. Per quello che vedo io in molte famiglie gli uomini latitano, omettono… nella società ne parliamo un’altra volta 🙂 mi sto dilungando.. al solito.. sorry 🙂 . Se in metropolitana una si sente soffocare, sul blog si respira a pieni polmoni. Glazie elasti. Fa bene parlare…

  10. Storia già risentita e, personalmente, non ci faccio caso. Faccio da anni un lavoro da uomo in mezzo agli uomini, e so di essere in grado di farlo meglio, più velocemente e più a lungo di loro.
    Non me lo perdoneranno mai 😀
    Leela

  11. Penso che un genitore debba capire i suoi limiti. Un figlio che cresce nell’assenza di un genitore per cause lavorative(o smania di carriera)avrà delle forte ripercussioni in futuro. Ne parlo per esperienza, io mio padre non lo vedevo mai da bambina e devo dire che mi è mancata la sua figura e ora sono sempre alla ricerca di qualcosa che nemmeno io so, forse un “padre” che mi faccia sentire come la bambina che non sono stata. La mancanza di una madre poi, forse è ancora più pesante poichè, si sa, che i bambini sono piu attaccati alla madre. La signora A. dovrebbe fare un pensierino che la salute del suo bambino è più importante che dirigere una multinazionale.

  12. non posso che rammaricarmi, pensando alla mamma di L.
    forse perchè ho paura di passare in quel tunnel: ho 31 anni, faccio l’avvocato, sono sposata da 4 anni.fino ad ora è tutto molto difficile.
    vorrei dei figli, mio marito pure, mi piace il mio lavoro, ho sputato sangue per questo lavoro…a cosa dovrò rinunciare?
    la mia super suocera dice che vale la pena scommettere…credo seguirò il suo consiglio.
    senzatoga

  13. Posso dire?alla mia amica che con sua cugina si accingeva ad andare alla manifestazione femminista la nonna, di quelle con tot. figli e le trecce arrotolate in testa, chiese:perchè protestate?”perchè vogliamo lavorare come gli uomini, vogliamo essere uguali” e la saggia nonna rispondeva “volete fare ANCHE quello?”. Ora,io sono stata una fricchettona sfegatata, a 19 anni vivevo da sola e lavoravo, faccio quasi due lavori, ho due figli di cui uno un po’ particolare e che necessita di molta attenzione anche se ha 14 anni, sono separata:forse è quell’ANCHE che mi è sfuggito? Per farla breve, se trovassi chi mi mantiene me ne starei a casa a sfornare torte di mele, e il restante tempo lo dedicherei a quel che mi piace fare. Visto che non è possibile ho deciso che me ne frego se col part-time guadagno poco;privilegio altre cose tra cui i miei figli, tanto se penso alla carriera o alla pensione si sa, del doman non v’è certezza. Detto questo ogni scelta è rispettabile, ma ho sempre l’impressione che degli uomini abbiamo preso il peggio, peggiorandoci a vicenda.

  14. la mia nonna che ha fatto la maestra elementare e cresciuto quattro figli, non potendo mai andare ai loro primi giorni di scuola/riunioni di classe ecc, ha sempre dato ascolto alle indicazioni della chiesa. un giorno però ha detto “non quella volta!” “quale nonna?” “quella del divorzio!” “nonna?” “eh sì, già ci avevano fregate una volta dicendoci che avevamo la libertà di portare anche noi a casa uno stipendio, non mi faccio fregare quando mi dicono che ho il diritto di tenermi tutta la vita un marito!”
    così al referendum ha votato per il divorzio, ma il marito se lo è tenuto, il lavoro pure e solo ora che è vedova ha qualcuno che la accudisce, una adorabile signora marrone (come la chiamano i pronipoti). Ragionare sul lungo periodo per me è di gran conforto, adesso la carriera è al palo se confrontata alle colleghe che hanno rinunciato ai figli, ma i nani crescono così in fretta, e noi in pensione non si andrà mai, su 90 anni di vita cosa sono 10 dedicati part time ai figli?

  15. misembra che sia piuttosto facile dire chebisogna dare la precedenza ai figli, soprattutto quando non ci si trova incertesituazioni: noi siamo bensotto ilfido, iocerco un parttime ma finora hofatto solo un colloquioperun lavoro bello e pure ben pagato ma di 8 ore + sicuri straordinari +spostamenti, in cui mihan già detto che se ilbimbo siammala son cavoli miei…. part time non se ne parla. Trovatemi un lavoro part time o regalatemi 5000 euro e allora potrò decidere anche io e non sentirmi così in colpa.

  16. mi sento morire quando sento queste cose, giuro.
    però è questione di guardarsi dentro ed essere oneste e capire qual è la vera priorità.
    sono scelte che ovviamente implicano conseguenze.
    io devo dire che sono stata molto fortunata perché ho chiesto ed ottenuto di fare un part-time di 6 ore al giorno (fa niente se in 6 ore devo fare lo stesso tutto ciò che facevo in 9 con lo stipendio tagliato): così posso avere capra e cavoli, lavorare e dedicare più tempo a mia figlia.
    certo la carriera è andata a farsi benedire, ma è più importante mia figlia.
    però capisco A, perfettamente.
    ho frequentato -purtroppo- le supermultinazionali ed è tutto vero quello che racconta.
    (ma il family day che cavolo c’entra? )
    io piuttosto prenderei per le orecchie i cari legiferanti in materia di welfare, in particolare di famiglia, e li farei stare un mesetto là dentro nelle super/medie/mini multinazionali o anche italiane per far loro capire di che stiamo parlando.

  17. Io l’ho sempre pensato che ‘sta storia della parità fosse una grande fregatura 😉
    Ci viene detto che tu PUOI fare la super mega manager ma non t’aspettare di poter fare ANCHE la madre. Perchè se sei donna, devi lavorare il doppio, devi essere presente il doppio, devi urlare il doppio di un collega maschio. Devi dimostrarlo di essere all’altezza, ogni santissimo giorno, altrimenti sei “quella che c’ha le cose sue”, “quella che non scopa” ecc.ecc.ecc.
    Quindi, si deve scegliere cosa sacrificare.Io, personalmente, non avrei dubbi, ma non è comunque giusto che, in un paese in cui i nostri politici si riempiono la bocca di parole come famiglia, bambini &co., le donne debbano ancora lottare così tanto per un loro diritto: poter LAVORARE.
    laura sloggata

  18. Uhm…l’impulso di commentare è fortissimo, però le cose da dire sono talmente tante che non ci provo nemmeno ad approfondirle in questo spazio che per sua natura è limitato.
    Tutta la solidarietà sul piano ‘ideologico’ alla mamma…è assurdo che la discriminazione ci sia, così forte e così tangibile. Non è giusto.
    Però.
    Di fronte ad un bambino che manifesta in modo così aperto e penoso un disagio, non sarebbe il caso di fermarsi un attimo e capire che succede? Lo so, è dura da tanti punti di vista, ma a parte il fatto che questi anni preziosi dei nostri bambini non tornano più, perché facciamo figli se poi non creiamo lo spazio necessario per prendercene cura nel modo giusto e soprattutto per fronteggiare situazioni difficili come questa? Sarò controcorrente e impopolare, ma secondo me posizioni di grande rilievo in un’azienda, che inevitabilmente ‘comprano’ il tuo tempo, interamente, sono inconciliabili con la maternità. D’altra parte non credo però nemmeno alla mamma devota che si dedica solo alla prole e molla tutto il resto. Mi fermo qui. C’è talmente tanto da dire che qualsiasi cosa buttata giù così rischia di essere troppo parziale.
    Sigh. È dura.
    MT

  19. il neuropsichiatra e’ un uomo?ha figli?ha una paffuta mogliettina che lava,stira,biberoneggia e canticchia felice?ha mai pensato di dover supportare le mamme per aiutare i figli?
    non credo che lasciar sprofondare qualcuno in tale baratro di sensi di colpa serva.non credo nemmeno che mollare tutto il resto per il bimbo serva,se causato da tale baratro.

  20. Siccome ne vedo tanti secondo me se
    si provoca delle autolesioni, è meglio fargli fare degli accertamenti.

    Poi la sua mamma deciderà se è il caso di allentare un po’.

    Deve capire che non c’è solo il lavoro.

  21. Scusate ma questo post un po’ mi rincuora.
    Ho letto di donne bioniche che gestiscono 3 figli e 5000 dipendenti senza difficoltà alcuna, ed io che a trent’anni suonati sono collaboratrice non retribuita, mamma-partime per lo più assente – e di figlia ne ho solo una – nonchè casalinga disperata – più che altro è la casa che grida vendetta – mi chiedo che stupefacenti assumano… perchè li voglio!

  22. due brevi considerazioni da una vecchia militante femminista : ricordiamoci che l’autonomia economica è (ahinoi) la premessa per l’emancipazione… l’uguaglianza poi dobbiamo sognarla e la raggiungeremo solo quando ci saranno, analogamente a quello che succede per gli uomini, donne mediocri in posizione di responsabilità. Coraggio ce la farete…

  23. E’ vero, siamo discriminate, equilibriste, abbandonate, sovraffaticate, ecc ecc, ma per me il vero problema è capire in fondo cosa vogliamo. A volte nella vita ci vuole un uragano a mettere le cose in ordine, a me è successo così.

  24. Cara elastigirl, ti leggo da un po’..ad occhio abbiamo fatto anche la stessa università o l’ha fatta mister incredible..certe cose rimangono addosso come un marchio di fabbrica nel bene e nel male..e insomma si vede.

    Altro che qualcosa che non va..sono un ragazzo neolauireato. Durante il periodo dei colloqui di lavoro mi frullava in testa una domanda. Quale futuro può avere un paese dove ad un colloquio di lavoro viene fatto capire ad una donna che se vuole lavorare li è meglio che non abbia figli o dove addirittura vengono fatti firmare accordi per cui al rimanere incinta c’è un prefirmato di lettera di dimissioni pronta?

    Viene da chiedersi davvero a cosa serva lo sviluppo. L’uomo dell’età della pietra aveva indubbiamente più dignità.

    Si potrebbe parlare anche del problema sociale, tra gli stakeholder dell’impresa non dovrebbe esserci la società? Mi chiedo allora se una società senza figli o con figli infelici e pronti agli psicofarmaci possa avere un futuro.
    Si risponde solo a logiche miopi di brevissimo termine.

    Che tristezza infinita.

    Luca

  25. @ceAng: lavoro dal 95 e questa cosa di cui tu parli che accade durante un colloquio di lavoro accadeva allora e accade anche oggi e in modo cristallino. Viene chiesto direttamente senza tanti giri di parole. E’ uno schifo? Si sono perfettamente d’accordo con te.

  26. a tutte le amiche frustrate elast ha cambiato mezzo! e l’ottomarzo e’ lontano,antipatico? no e’ che il clima qui diventa pesante e fortunatamente tutto il mondo non va cosi’ prendiamo due esempi :
    1 nonna j :supermanager con figlia stupenda e nipotinini idem (genero un po’ confuso ma brava persona) e dopo un vita di duro lavoro ora naviga col proprio principe azzuro nei colori di un caldo autunno.
    2 elast.: donna+mamma+moglie+scrittrice+lavoratrice+amica= lanostraeroina

  27. @meccia hai proprio ragione, eh sì non è tutto nero, noi donnine giudiziose lo sappiamo, solo che una ragazza ognitttanto ha bisogno di sfogarsi un po’…
    @Elasti il tram è molto più bello della metro, io ho provato a fare il cambio ma oltre al tragitto infinitamente più lungo adesso hanno deviato il percorso… quindi metro; ma sto pensando di spacciarla in palestra come attività sportiva supplementare…. 😉

  28. FONTAGNONI: già. a volte potrebbe essere più facile però. è questo che fa rabbia

    LOCATAIRE: per alcune la scelta sarebbe immediata e naturale, per altre è più difficile e io non mi sento di giudicare

    GLAUCO: 🙂 ma tu hai veramente 16 anni?

    MAMIKAZEN: diciamo che hanno qualche motivo in più per essere predisposte a certi eccessi

    CANGURINA: a me comunque fa una grande tristezza che chi vuole far carriera debba rinunciare a tutto il resto. invece un marito padre di tanti figli dà un’idea di grande affidabilità e fa una carriera da paura. lo hobbit migliora grazie

    SALVIETTA: già…

    GAIA: già. sigh. io però prima di sbroccare completamente, se mai un giorno mi succederà, ti chiamo, ok?

    MECHANIKWING: appunto. il problema sta nel come ce la si fa e a che prezzo.

    AA: anche io mollerei, ma non siamo tutte uguali e non è giusto che lei debba mollare se non si sente di farlo. perché non molla il marito? boh

    OGGETTISMARRITI: ma… cambiare qualcosa? tu sei anche più piccina. bisogna che ti si prepari un po’ la strada. se no che ci stiamo a fare noi?

    LAPALS: ho un’amica che è esattamente nella tua situazione e vive lacerata.
    ma conosco anche chi ha superato la lacerazione e ora è felicissimo. e poi puoi sempre tornare al paesino.

    SERIALMAMA: già

    THESILVERLADY: grazie per il tuo commento appassionato. sono i commenti come il tuo che mi rendono fiera di questo posto

    EMALETH666: ehi, come silenziosamente! esci dall’ombra!

    AMY: già. è uno schifo

    LOZIOSCEMO: nel senso che se avessi moglie e figli saresti dilaniato tra carriera e famiglia? tranquillo tu sei maschio e il problema non si pone quasi

    CAMPINA: grazie a te. il tuo commento è molto bello e sitruttivo e fa pensare

    NONSISAMAI: io sono del tuo stesso parere ma a volte è difficilissimo scegliere. il tuo lavoro è una parte fondamentale della vita. i figli sono piccoli per un arco di tempo limitato rispetto alla tua vita lavorativa… è un vero casino

    COLPODICODA: 🙂

    SOLITA: già, povero nano

    MITILE: secondo me anche parlarne molto tra noi a qualcosa serve. se non altro a chiarirsi, a non sentirsi sole e a fare massa critica

    GOMMOSA: peccato che i supereroi non esistano…

    LEELA: tu puoi permettertelo grazie al tuo marito casalingo. sei una grande privilegiata. lo sai vero?

    LAPAVVA: oh. brava gliene hai dette quattro

    KEADE: il problema è che in certi casi i sensi di colpa ce li hai dovunque ti giri e ti volti. se sei al lavoro ti senti in colpa perché non sei coi bimbi, se sei con loro sai che dovresti lavorare…

    BARONESSABIRRA: e il marito di A? perché non ci pensa lui? io sono dell’idea che uno dei due genitori deve esserci per i bambini. mi fa arrabbiare che sia sempre la mamma.

    SENZATOGA: certo che vale la pena scommettere (oddio, sto iniziando a parlare come la suocera). bisogna provare, lottare, puntare i piedi. rinunciare è triste e sbagliato.

    AMISSI: concordo. soprattutto sull’ultima frase

    KRUNKLEHORN: hai proprio ragione!
    bella la storia della nonna!

    TORTA: tutta la mia solidarietà alla torta!

    MOISIMPLEMENT: questi commenti lunghi, pensati e accorati mi piacciono da morire!

    LAURA: sottoscrivo

    MT: tu hai ragione, ma siamo sicuri che quel modo lì è l’unico modo di lavorare? che non si possano trovare modalità di lavoro diverse? io non ci credo? perché nei paesi nordici fanno un sacco di figli e i mariti devono essere tutelati perché le donne se li mangiano a merenda? il congedo maternità lassù è 18 mesi. ma è possibile che qui se sei madre sei professionalmente persa???
    con questo non avrei dubbi nel mollare tutto e dare la priorità a mio figlio. ma una scelta del genere sarebbe un fallimento per tutti, per la socoetà in primis.

    ANONIMO: nemmeno io ci credo, ma non abbiamo grandi elementi

    UNACHICCA: probabilmente hai ragione.

    FLANNY: 😀 grazie, ci stavamo abbattendo un po’!

    ANONIMA MILITANTE FEMMINISTA: e quindi? nel frattempo cosa dovremmo fare? barcamenarci e aspettare la rivoluzione? ma tu credi che cambierà a un certo punto? e che noi lo vedremo?
    comunque, chiunque tu sia, il tuo intervento qui mi lusinga

    JULIASET: beh, il problema è anche capire se quello che vogliamo è possibile. io lo so cosa voglio ma non so se sia fattibile in questo mondo.

    LUCA: già. è triste. ma magari piano piano cambia. io sono ottimista. se hai fatto un’università per supereroi a milano, allora sì, abbiamo fatto la stessa

    MECCIA: 🙂

    FAIRANDUNFAIR: già il tram è veramente lentissimo. sgrunt

  29. cara Elasti,
    io l’incompatibilità tra un ruolo ‘altissimo’ e la maternità la vedo solo ed esclusivamente perché viviamo in un paese in cui la modalità di lavoro che ci impongono fa schifo e ci costringe ad uniformarci e subire ritmi pazzeschi e angherie come quelli della tua amica. Non a caso dicevo che il tuo tempo lo ‘comprano’ perché raggiunti determinati livelli sembra quasi scontato dimenticarsi di tutto il resto e buttarsi a capofitto nel proprio ruolo, come se qualsiasi cosa diventasse meno importante e quasi una zavorra. Fedeltà totale, ma a me sembra spesso un vero e proprio ricatto. Un conto quindi è mollare tutto perché decidi volontariamente di dedicarti ad altre cose, perché segui una voce dentro che ti dice di cambiare rotta, perché, se te lo puoi permettere, scegli di voltare pagina autonomamente, un altro è mollare perché praticamente costretta. E di sicuro la sconfitta è grande e penosa…Io lavoro tanto, tantissimo, e mi dispiacerebbe un sacco rinunciare a quello che faccio e ho faticosamente conquistato nel tempo, visto che adoro la mia attività, ma da libera professionista mi sono organizzata in modo da ‘provare’ (mica ci riesco sempre!) a conciliare il mio essere intensamente mamma e la mia voglia di continuare a crescere anche professionalmente. Una gran fatica e soprattutto la consapevolezza che non tutte le professioni consentono di stabilire autonomamente come organizzarsi. Insomma, lo sapevo che se iniziavo a discutere di questo argomento che mi sta tanto a cuore non se ne veniva fuori…potremmo parlarne per giorni e nemmeno riusciremmo a sviscerare tutto…
    mt (che per fare la mamma ‘vera’ nel pomeriggio recupera il lavoro di notte)

  30. Ma che tristezza infinita queste persone!
    Ma ci rendiamo conto??? Ma allora i figli che cosa li metti a fare al mondo? Per convenzione?! Ma se vuoi essere una sfigata dedita al lavoro PERCHè FAI I FIGLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII??????
    Io ste persone le castrerei… anzi i carrieristi le gaserei proprio!
    LAROTTAMATRICEDEMOCRATICA

  31. Quando scrivi queste cose (tu e chiunque abbia un blog), mi chiedo se non hai paura che le persone in questione leggano il blog e si sentano in parte ‘tradite’. Certo i loro nomi non compaiono e io non saprò mai di chi si tratta, però io forse mi sentirei un po’ in imbarazzo a raccontarti le mie cose…
    Comunque il tuo blog è bellissimo e mi regala grasse risate 🙂
    Francesca

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