Nonsolomamma

ode al part-time

"cosa vorresti di più di tutto tutto tutto tutto?"

"uno hobbit numero tre, possibilmente femmina. ma anche maschio va bene"

"che noiosa. va beh, a parte il terzo hobbit, cosa vorresti? una casa più grande, un frigo con il distributore di cubetti di ghiaccio, un amante, un personal trainer, il biglietto vincente della lotteria, dieci anni di meno, un paio di stivali da dominatrix, la pancia rientrante, la caduta permanente dei peli superflui, i capelli rossi a fusillo, glutei d’acciaio, una casa in montagna… insomma, che vuoi?"

"il part-time"

"il part-time?"

"il part-time"

già, vorrei il part-time. perché con il part-time smetterei di correre e inizierei a pensare, avrei più tempo per chiacchierare con lo hobbit grande e per ascoltare le rime di quello piccolo e li andrei a prendere all’asilo che quest’anno non è mai successo ma io lo so che loro se lo aspettano. con il part-time leggerei molto, ogni tanto chiuderei gli occhi, e tutti i mercoledì pomeriggio prenderei il tè con un’amica. con il part-time farei la crostata e un bagno caldo ogni tanto e sarei una persona migliore. con il part-time mi metterei persino la crema idratante.
con il part-time sorriderei e non avrei così spesso voglia di piangere e paura di cadere in pezzi.
con il part-time sarei più simpatica e sarei contenta, seduta al centro della redazione, invece di sentirmi sola e stremata. con il part-time sarebbe tutto più facile e anche il terzo hobbit sarebbe possibile.
vorrei il part-time perché sono stanca e non è giusto che io lo sia, almeno non così tanto. 
perché il part-time è un segno di civilità, di attenzione, di apertura, di ascolto, di mediazione, di fiducia, di impegno e di rispetto. perché il part-time in altri paesi è un diritto e una consuetudine, non un insulto, una forma di insubordinazione, una dichiarazione di resa.
vorrei un lavoro, il mio lavoro, part-time. ma non è possibile, dicono.
e così di part-time ho solo il marito.

146 pensieri riguardo “ode al part-time

  1. cara N°24 Maria Lina Stefani. Sei una commerciante… hai sicuramente le tue difficoltà e i tuoi problemi, di sicuro pijù di un lavoratore dipendente…questo non significa che tu ( i lavoratori come te) sia l’unica ad avere diritto a chiedere di più dalla vita. Elasti ha un lavoro sicuro che le dà probabilmente un buon stipendio, ma ricordiamoci tutti che, al di là della fortuna e dei privilegi con i quali uno può avere il culo di nascere (in generale), esiste anche la libertà di scegliere una professione, un corso di studi piuttosto che un altro e quindi avere un tenore di vita piuttosto che un altro. C’è chi ha la testa, il cuore di fare il giornalista, il medico o altro e chi invece sceglie un’altra strada, costretto o meno. Non è che chi ha di più debba essere colpevolizzato appena si lascia sfuggire un lamento. La vita di Elasti è faticosa come quella di tanti altri, c’è chi sta peggio, e chi sta meglio…ma il discorso che fa eElasti è sulla società che non tutela a sufficienza le mamme lavoratrici, lei compresa. Chi è che può permettersi di aspirare ad un miglioramento nella propria vita? Tutti.

  2. Eh gia’ il part time. non ti credere che sia cosi’ tutto rose e fiori, Leggere un libro? ma dove lo trovi il tempo? Anche con il part time sei sempre di corsa a fare qualche cosa perche’ tanto lavori mezza giornata e quindi hai un sacco di tempo per svolgere varie incombenze.
    E poi hai un sacco di ore in piiu’ per spendere molti meno soldi.

  3. Io in questo caso mi sento molto fortunata perchè sono riuscita ad ottenere un part time di 6 ore che è un buon compromesso tra avere più tempo x il nano e riuscire comunque ad arrivare a fine mese (ricordatevi infatti che part time vuol dire metà stipendio o poco più..).
    Concordo con il fatto che dovrebbe essere un diritto per tutte le donne e tutte le mamme.
    So che in alcuni tipi di contratto è prevista la possibilità di richiederlo fino al compimento dei tre anni del bambino.Ma l’accettazione da parte del datore di lavoro è comunque soggetta a delle regole…

    Su con il morale…
    CICCIA

  4. Vorrei solo dire alla n°51 che, pur essendo in linea di massima d’accordo anche con il suo ragionamento, riguardo a questa frase:

    “esiste anche la libertà di scegliere una professione, un corso di studi piuttosto che un altro e quindi avere un tenore di vita piuttosto che un altro”

    non credo che le cose stiano sempre così.
    Anzi, per quello che riguarda la mia esperienza personale, a pochi dei miei compagni di liceo e di università le cose sono andate come sognavano. O come meritavano…

  5. 56 ti quoto e straquoto. Non solo, vorrei ricordare che lo stipendio e il tenore di vita non sono affatto legati, in questo paese, alla preparazione culturale e alla formazione, né al’utilità sociale del tuo lavoro. Parlo da laureata precaria con due Master e una scuola di specializzazione, tutti con il massimo dei voti… ma si sa chi lavora nel campo socio-educativo vale decisamente meno di un commerciante, un commercialista, un giornalista di gossip, un chirurgo plastico, un calciatore, una velina… santa pazienza, ci vorrebbe Mr I. e le sue analisi marxiste.

  6. @33
    Dove vivi tu? E dove vivi, negli anni ’60? Attualmente solo i negozi di abbigliamento grandi firme possono permettersi un ricarico pari o oltre il 100 %, in altri settori si viaggia intorno al 20-25% di ricarico. Il rischio di impresa è tale che se non hai le spalle grosse non puoi chiudere neanche 15 giorni all’anno, perché affitto-luce-tasseinsegna-tassapartitaiva-aggiornamentolegge626-stipendioEMESSAINREGOLAdipendente viaggiano anche quando hai la serranda giù.
    Ma lo so, lo so, i commercianti sono tutti ladroni. Meglio pietire un posto statale, comunque e a qualunque costo, con l’obiettivo (fino a non molto tempo fa) di andare in pensione dopo 19 anni un mese e 1 giorno (e farsi così mantenere fino agli 80 anni dai piccoli imprenditori che lavorano fino ai 60 anni). Salvo poi lamentarsi che si guadagna troppo poco, o che la pausa caffé è troppo breve, o che Brunetta si è permesso di parlare di fannulloni.
    @56
    La libertà di scelta l’avrai avuta tu, forse. Una che per motivi economici non può continuare gli studi, e in una cittadina relativamente piccola non ha abbastanza conoscenze per trovare qualcuno che la “sistemi” in un bel posto sicuro, si sballotta da un lavoro precario all’altro finché prende il coraggio a due mani, si fa prestare i soldi e apre una piccola attività. Una così, facilmente dopo 10 anni ha accumulato solo l’amarezza che puoi constatare: ma naturalmente tu saresti stata molto più in gamba di me…
    Scusate l’aggressività e la polemica, di fatto non ce l’ho con nessuno e – malgrado le apparenze – nemmeno “rosico” per chi sta meglio: sono solo molto provata dalle dificoltà che incontro a fare delle scelte che dovrebbero essere giudicate legittime per tutti.
    Ciao

  7. da un po di tempo sono riucito a coinvolgere mia moglie a leggere il tuo blog. oggi l’ho chiamata dicendole “oh, vieni che c’è un nuovo post, se famo du risate…”. e invece è scoppiata a piangere. abbiamoo due bambini, una terza in arrivo e lei lavora come una pazza. la devo abbatterep er fermarla, quando poi l’unica cosa che vorrebbe è stare con i nani. mannaggia alle mamme!! e ai datori di lavoro
    ciao
    Benny e Carolina

  8. Se sei sempre in gamba, Elasti! Hai toccato un punto cruciale. Anche io vorrei tanto il part time, ma non lo danno. Faccio il tuo stesso lavoro (ma molto più sul versante cazzeggio). E dire che ogni volta che ti leggo, lo confesso, sono un po’ invidiosa: sei brava sul lavoro, hai una famiglia che funziona, sei sorridente e hai scritto un libro che ha successo! Poi ho capito che è perché sei solare, e ti fai il mazzo. Ciò non toglie che tu faccia anche una fatica boia…Grazie di esserci.
    Ciao, Igraine

  9. Stavolta l’argomento mi sta proprio a cuore… ho vissuto due maternità, una con un lavoro che odiavo e la seconda con uno che invece mi appassiona. Entrambi a tempo pieno, ma nel primo caso volevo licenziarmi e fare la casalinga (pura utopia, non avrei mai potuto pagare il mutuo) perchè nulla mi pareva più importante che seguire la mia stellina a tempo pieno. Ora, con il piccolo di 18 mesi, mi sveglio ogni giorno con la voglia di andare a lavorare, anche se ho dormito poco e niente, e sapendo che quando toccherò di nuovo il cuscino a mezzanotte avrò svolto circa 1500 attività tralasciandone altrettante per provvedere alla mera sopravvivenza della famiglia. E’ anche vero che questa volta posso organizzarmi un pò meglio, facendo quando posso un orario continuato (ma anche lavorando altre volte fino a sera o partendo all’alba) ma il part-time resta comunque un miraggio. E lo dico da sindacalista, e vedo ogni giorno quanto questo argomento sia ostico da trattare con i datori di lavoro. Come al solito, niente mezze misure… o santa o prostituta, o lavoratrice o casalinga.
    Ma pensa che un giorno i tuoi figli saranno orgogliosi di te.

  10. Cara n° 59, leggi meglio il mio commento (sono la n°56), perchè mi sa che l’hai frainteso.

    p.s. Mi dispiace della tua amarezza, ma ti posso assicurare che la comprendo a pieno, visto che la mia storia è piuttosto simile alla tua.

  11. Elasti solidarizzo alquanto e concordo, e penso anche che ce la farai ad ottenere qui o altrove il tuo part-time. Insisti. All’inizio dicono così ma poi può essere che cambino idea.
    – commento 24.
    Per quanto riguarda il commercio – : mi pare che ci sia della confusione. In parte la signora 24 ha ragione, nella misura in cui TUTTE le donne sono svantaggiate. Tutte siamo senza asili nido, tutte siamo in una situaizone di ampia ricattabilità sociale, tutte siamo senza aiuti a casa. A tutte quando torniamo ci trattano a pedate perchè fare un figlio è un lusso tuo, mica un bene collettivo.
    Dopo di che, chi sceglie l’attività privata si assume il rischio di impresa. Vuol dire che se i dipendenti hanno sempre lo stesso stipendio il bravo commerciante può poter fare una barca di soldi. Certamente non è un problema etico mio se il commerciante in questione è una sega, non si sa organizzare e fa passi più lunghi delle sue gambe.
    Si chiama Capitalismo – ai commercianti di solito piace (a me tutto sommato anche) ,ma tocca considerarne lucidamente i pro e i contro.

  12. ciao Elasti
    E’ la prima volta che ti scrivo, sei mitica!
    Anche io lavoravo 8 ore al giorno al commerciale di una ditta privata.
    Ho chiesto un part-time di 7 ore quando avevo un contratto a tempo determinato che interrompeva una situazione di mobilita’ e mi hanno risposto picche.
    Quando mi hanno proposto il tempo indeterminato ho risposto:”no, grazie, preferisco prendere tempo e cercarmi un posto nel quale si rispettano i bisogni delle mamme ma soprattutto dei bambini che sono il futuro anche per la vostra azienda”…..non ci crederai ma il giorno dopo mi ha telefonato l’amministratore proponendomi non solo il part-time a 7 ore che mi permetteva di andare a prendere il piccolo all’asilo, ma anche lo stipendio invariato perche’ aveva apprezzato la mia sincerita’ e determinazione…..questo per testimoniare che anche in Italia esistono aziende fatte anche di persone con un’anima, non solo con l’occhio al fatturato.

  13. Come ho sentito dire da qualcuno: (a) quando sono al lavoro penso che sto trascurando i bambini e (b) quando sono con i bambini penso che sto trascurando il lavoro.
    Il part-time ci concede di avere più frequentemente il pensiero b) rispetto al pensiero a).
    Provare per credere, che per una donna che ama il suo lavoro non è così facile dover stare tutti i pomeriggi con i bambini!
    Un bacio a Elastigirl e a tutte!

  14. Cara Elasti, che mazzata leggere il post ..io sono anni che mi arrovello su questo tema: la grande azienda all’avanguardia per cui lavoravo il part time non lo concedeva ed io non volevo stare fuori casa 12 ore cosi alla nascita del primo figlio decido di diventare imprenditrice: il mio sogno (come tutte le mamme) era avere un po’ di flessibilità, e poter seguire un pochino il bimbo..cosa ho guadagnato? giornate frenetiche e molte notti insonni per il lavoro..
    E’ lo scotto della nostra generazione: abbiamo studiato, ci siamo laureate vorremmo raccogliere i frutti del nostro impegno ..ma in fondo ci sentiamo innanzitutto mamme..e cosi siamo sempre alla rincorsa di un ideale di vita, di un equilibrio che forse non esiste..o meglio che io non ho ancora capito quale sia.
    Comunque un unico consiglio a tutte: o a casa o alle dipendenze di qualcuno ..mai in proprio..!!

  15. faccio il part-time da quando è nato lo hobbit “grande” (fra “” perchè per me è ancora piccolo!). Inizialmente era al 50%. Ci mettevo più tempo ad arrivare in ufficio che a starci. Conosci le tangenziali milanesi e sai cosa significa!
    Poi sono passata al 70%. Ottimo compromesso. Ora poi che faccio dalle 7 alle 13: non faccio code in tangenziale e alle 13:30 sono a casa. Riesco a fare la spesa senza correre e riesco anche ad inserire lo shopping per me!!! Forse anche una puntatina dalla parrucchiera (non per la tinta ahimè ma per quello ormai è incaricato il marito!!!). Riesco ad arrivare a casa in tempo per sistemare la spesa, fare i letti, dare una sistemata alla casa. E poi finisce che riesco anche a rilassarmi quella mezz’ora per leggere il libro del momento. A volte riesco anche a portarmi avanti per la cena!
    Poi vado a prendere i bimbi che non sono più costretti a fare il post-scuola. Riesco anche a fare qualche chiacchiera con le mamme davanti al cancello e ad invitare qualcuno per un tè. Riesco a portare i bimbi in piscina e il grande a catechismo.
    Riesco a fare le 1000 cose che faccio per la scuola dei bimbi (faccio parte di un’Associazione di genitori e abbiamo molto lavoro da fare!).
    Riesco a coccolare la hobbit piccola che ne ha tanto ma tanto bisogno. Riusciamo a disegnare, a fare la pasta, i puzzle…
    Poi c’è la cena (le discussioni perchè non c’è mai la cena giusta per tutti… uff!).
    Ma alla sera sono distrutta. Letteralmente. E se prima riuscivo a tirare mezzanotte col mio pc e il mio sito, ora ho chiuso il sito perchè fatico a gestirlo e alle 22… venero il mio caldo, morbido e accogliente lettuccio!!!
    Ma nonostante tutto: NON TORNEREI MAI AL FULL-TIME NEMMENO MI OFFRISSERO 10 MILA EURI AL MESE!
    Il tempo che riesco a dedicare ai miei bimbi non lo vendo per niente al mondo. Mi tengo i miei 1000 euri e pedalo!
    L’unica cosa davvero triste?
    VORREI TANTO POTER ACCOMPAGNARE ALMENO OGNI TANTO I BIMBI A SCUOLA… e invece li saluto delicatamente alle 2 del mattino facendo attenzione a non interrompere il loro piacevole sonno e me ne vado con gli occhi sempre un po’ lucidi…
    Ogni cosa ha il suo prezzo…

    Un abbraccio,
    Renata (si… mi creo un blog qui almeno non risulto più anonima dal momento che sono diventata assidua frequentatrice del tuo blog!)

  16. quanto hai ragione, ma quanto davvero…leggevo le tue parole e sembravano i miei pensieri di ieri, ieril’altro, ieril’altro ancora…vorrei il part-time: per uscire da lavoro e andare un’ora in piscina con calma…per depilarmi con calma e darmi la crema idratante con calma…per tornare a casa, ma prima fermarmi al supermercato e avere la calma di pensare cosa cucinare…per far trovare un dolce fatto in casa a mio marito e mia figlia la sera…per fare la lavatrice dividendo con calma e quindi a modino i panni bianchi da quelli colorati…per andare ogni tanto dal parrucchiere…per sedermi sul mio divano con l’labero di natale acceso, una tazza di the caldo, il plaid sulle ginocchia e un libro tra le mani…ma soprattutto, soprattutto…per andare tra un anno a prendere la mia bimba all’asilo, tornare a casa con lei e piano piano e CON CALMA guardarla crescere, ascoltarla, scoprirne i progressi, le scoperte e giocare con lei…
    Michela

  17. ….non hai ragione….
    …DI PIU’!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    la mia paura è di svegliarmi e ritrovarmi già il mio bimbo grande e non essermelo goduto!
    lo so che non ti sarà di conforto ma siamo in tante messe come te!
    un bacione
    Michela

  18. il tuo desiderio e sacrosanto. e non solo per la stanchzza che due bambini vivacissimi e un lavoro full time procurano ma anche perchè i figli si dovrebbero vivere non solo nei ritagli di tempo. ovviamente situazione conomica permettendo.
    la cosa che immagino cmq + pesante è il marito a par time e da tanti anni. troppi per te e i bambini.
    Sei una ragazza in gambissima oltre che simpaticissima ma non è giusto che tu ti faccia carico di tutto.

  19. e’ vero il part time è una cosa bellissima e secondo me non è proprio vero che in certi lavori “non si può”. Basta solo scegliere bene il tipo di part time.
    Magari il super verticale che ti lascia a casa per tutte le vacanze estive… wow.

    O anche qualcosa a quattro giorni alla settimana, ormai le possibilità sono tante. Si tratta di lavorare sapientemente sulla testa dei capi. E poi di garantire loro un po’ di flessibilità, soprattutto nel primo periodo, cosicchè si accorgano velocemente che non cambia poi molto.

    Sì sì, lo so lo so. io sono una privilegiata (un figlio solo e il part time). Ma quando ho ottenuto il part time, che altrimenti mi sarei licenziata, e l’ho detto non come ricatto come come dato di fatto, poi effettivamente è andata così.

    Le donne a part time non necessariamente diventano più simpatiche, certo rendono di più.
    (anche grazie alla gratitudine che provano per la conquista).

  20. Zauberei commento 65, sono d’accordo con te. Hai descritto benissimo un’altra parte del mio pensiero, così ostica che non riuscivo ad esprimerla per la paura di offendere qualcuno. Il commercio ha tanti contro ma anche tanti pro, certo i rischi sono maggiori rispetto al lavoro dipendente…e anche le responsabilità …ma è una scelta, no?

  21. ARTU’

    Cara elastigirl,
    il discorso del part-time è lungo e con vantaggi e svantaggi; è realizzabile oggi o no; tiene o no conto del naturale desiderio di tutti, ma soprattutto femminile, di fare carriera e mettere il proprio intelletto, intelligenza, cultura, fantasia al servizio di una società pubblica o privata, affinchè questa prosperi. E’ il normale iter di tutti, attualmente monopolizzato dagli uomini; questa situazione evidentemente deve cambiare perchè vergognosa.Le donnenon devono essere considerate e trattate come esseri inferiori. Tutti dobbiamo cacciarci in testa che uomini e donne devono avere lo stesso stipendio per funzione lavorativa.
    E questo introduce un ragionamento successivo, quello della produttività del lavoro, per ogni ora lavorata.
    In una situazione economica tale che permetterebbe di ridurre le ore di lavoro per tutti, il problema della parità tra i sessi non si porrebbe.
    Se invece questo non fosse neppure pensabile, come adesso, il ragionamento di cui sopra si sbriciola, nel senso che chi fa il part-time non potrà fare carriera come uno che lavora a tempo pieno, e di conseguenza avrà uno stipendio plafonato, e questo vale per tutti i sessi. Quindi non bisogna lamentarsi quando questo si verifica.
    E’ tutto vero ma si accetterebbe come assiomatico e giusto che la donna sia considerato di fatto minus, non per le sue caratteristiche intellettive, ma per le situazioni in cui di fatto si trova.

    Si codifica anche che è giusto che la donna paghi per quella famosa mela che la nostra antenata si è pappata con suo marito.

    Se qualcuna di voi donne dice che quel dio là è ingiusto, trova un amico in me.

    abbracci

    artù

  22. sei in gamba, elasti, e hai ragione. Io ho una nana di 9 mesi e sto facendo orario ridotto per l’allattamento (8-13.30), quindi ho tutto il pomeriggio libero per stare con lei…e la sera alle 21 crollo distrutta. Se penso a quando dovrò riprendere l’orario normale mi sento svenire. Se penso a un bambino in più mi sento male.
    Se penso a un marito part time, GOMITO!
    Sei forte, tu.

  23. ho il part-time e 3 hobbit di cui uno femmina, ho anche un marito part-time
    sono stanca comunque, ma non potrei immaginarmi di vivere SENZA part-time, anzi se potessi lo tramuterei da 6 a 4 ore
    Ti sono tanto vicina, il part-time ti cambia la vita ma soprattutto, come hai detto tu, è un segno di civiltà
    Un abbraccio, Monica

  24. Cara Elasti, è da tanto che volevo scriverti. Ho letto il tuo libro e mi hai letteralmente conquistata!
    Vuoi sapere una cosa? La sottoscritta, prima della nascita del suo meraviglioso hobbit, lavorava come manager in una multinazionale. un ruolo di responsabilità e prestigio per un lavoro che amava moltissimo e svolgeva con passione e dedizione. Beh, per ragioni contrattuali, al rientro dalla maternità ho potuto usufruire del diritto al part-time fino ai 3 anni del mio hobbit. Fantastico, dirai tu! Purtroppo, non proprio, ti rispondo io…Già, perchè questo part-time, che come sogni tu, mi lascia tempo per dedicarmi al mio cucciolo (ora ha 17 mesi) mi sta costando davvero caro: mobbing selvaggio da parte dei colleghi, demansionamento da parte dei capi, isolamento, insomma, un vero incubo.
    Nonostante tutto, io però non mollo, e quando torno a casa e vedo mio figlio felice e sereno mi dico che ne vale la pena di penare così, anche se anch’io vorrei che in questo Paese si facesse realmente qualcosa per far sì che essere mamma non diventi una colpa sul luogo di lavoro…
    Ti abbraccio e…consolati, perchè anch’io,nonostante il part-time, sogno un bagno caldo o un buon libro da leggere in santa pace!
    Ciao! 🙂

  25. Ciao

    scusate se non c’entra nulla, ma il mio pensiero va a quella mamma in ostaggio a Mumbai con la bambina di sei mesi. Prego che non succeda nulla. Ho le lacrime agli occhi…
    Igraine

  26. Ecco… è esattamente quello che dicevamo stamattina in reparto con un paio di colleghe bimamme come noi (io ho due winx una di 8 anni e una di tre… ma vorrei tanto la terza oppure uno specialista.. non importa ma con il full time non posso…)
    Alessia

  27. ciao,
    io come n. 85. Io non ero una manager ma una felice e soddisfatta laureata in legge che lavorava all’ufficio legale di un multinazionale…questo prima della prima bimba…Al rientro della maternita’ il mio posto e’ stato ceduto a qualcuno che aveva qualche santo in paradiso e mi hanno comperato con il part time. Il prezzo che ho pagato? Dequalificazione, demansionamento, ora sono alla supply chain, lavoro con i numeri…, sono stata mesi e mesi senza fare nulla…, non mi davano lavoro, poi l’ho avuto e mobbing e cattiverie e isolamento da parte di 4 colleghe che forse sono invidiose del part time….In pratica questo part time mi ha creato un mucchio di problemi…e solo mio marito sa le lacrime che versato per 3 anni. Tuttavia vado a prendere le bimbe all’asilo e solo ora dopo 3 anni forse forse me ne sto facendo una ragione e mi sto forse godendo il fatto di fare il part time…ma ogni tanto un po’ di invidia per chi ora e’ sulla mia sedia all’ufficio legale si fa sentire…ed e’ dura…in quel momento.
    Baci loretta

  28. Alle mamme mobbizzate, proprio non ce la faccio: fatevi, vi prego un giro presso la consgliera di parità della vostra regione o ella vostra provincia, è pagata per difendere le donne trattate come voi, potreste fare una causa all’azienda in questione che vi mette a posto per la vita, perché quella che subite è una discriminazione bella e buone, va contro l’arti. 3 della costituzione, che per ora non è ancora carta igienica… o forse chssà
    Che schifo però
    Lu

  29. Cara 90 non e’ cosi’ facile. Ti dicono il part time non e’ un diritto…in questo paese almeno…Se lo ottieni lo paghi e caro anche e il prezzo e’ quasi sempre lo stesso, dequalificazione e demansionamento. Poi..c’e’ l’invidia di colleghi che per emergere fanno appunto leva sul fatto che sei part time e quindi vali meno…e ti assicuro questo e’ lo scoglio piu’ duro da superare.
    ciao loretta

  30. Io invece ho un sogno ancora più grande…vivere in una nazione che considera fare la mamma un vero e proprio importantissimo lavoro e quindi con tanto di retribuzione perché crescere un figlio e seguirlo costantemente ogni giorno e farne una persona onesta è il più impegnativo dei compiti e riuscirci significa creare una società migliore…invece vivo in un paese dove quando ti chiedono che lavoro fai e tu rispondi “la moglie e la mamma” ti guardano con sufficienza e un po’ di disprezzo e rispondono “ah..la casalinga!”

  31. Loretta, sì non è un diritto, ma è un diritto essere trattate alla pari con tutti gli altri e non essere discriminate per il part time, o per la propria condizione femminile, se hai voglia e tempo, fatti una chiaccherata telefonica con l’ufficio della consigliera di parità… la civiltà di un paese passa anche dalla capacità dei suoi cittadini di far rispettare i propri diritti.
    Lu

  32. il part time di solito è una necessità non una scelta… ti rende una lavoratrice di serie B, preclusa a qualsiasi miglioramento, qualsiasi avanzamento di carriera, tanto tu c’hai il part time, che ti frega della carriera, hai fatto una scelta, hai scelto la famiglia… quanto alla simpatia, poi… credimi le colleghe che il part time non ce l’hanno ti guardano sempre come una bestia rara… le cose importanti, le grane e i contrattempi avvengono sempre quando tu non ci sei… forse PERCHE’ tu non ci sei, anche se non te lo dicono apertamente… in compenso ti godi i tuoi figli… e con loro corri corri corri… dalla scuola alla palestra, dal calcetto alla scuola di inglese all’incontro scuola/famiglia e il tuo consorte delega tutto a te, compreso la spesa e la lavanderia, chè tanto tu c’hai il part time, hai fatto una scelta, ecc….

  33. cara elasti, tira su col naso: io il part time ce l’ho ma la crema idratante non ho tempo per metterla lo stesso. però sto preparando le decorazioni di natale con le mie mani. cambia lavoro, è troppo importante!

  34. Ciao elastic girl. Anche io ho due hobit maschio 6 anni e femmina 3 anni, un marito part-time e un lavoro a tempo pieno. Anch’io vorrei il terzo hobit ma messa come sono ora tra corse a scuola e asilo e una baby sitter dalle 12.00 all’ora di rientro di uno dei due (solitamente le 18.00)…. Il marito part-time ha detto che i due hobit bastano per tre… Come ti capisco…. Continua così e alla prossima.
    Ciao

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