ore 17,30:
elastigirl porta lo hobbit grande dal dentista che gli mette l’apparecchio fisso per correggere il morso inverso.
lui, stoico, si lascia torturare per un’ora sdraiato sulla poltrona, guardando l’orizzonte oltre il soffitto al piano terreno dello studio odontoiatrico.
"ti fa male da qualche parte? ti dà fastidio? devi avere pazienza due giorni, poi non lo sentirai più", dice il medico.
"non mi fa niente. non sento niente. sono già abituatissimo"
elastigirl, commossa dall’eroismo del primogenito, lo porta al negozio di giocattoli lì accanto e lascia che lui scelga un crociato a cavallo, bardato e armato fino ai denti. non esattamente politically correct ma di suo indubbio gradimento.
"mamma, dobbiamo pensare anche allo hobbit piccolo. non possiamo arrivare da lui a mani vuote", dichiara il virgulto, così giovane e già così nobile d’animo.
elastigirl trabocca di orgoglio.
"hai ragione, nano. scegli tu un regalo anche per tuo fratello"
lui sceglie una piovra. mostruosa.
"sei sicuro che gli piaccia?"
"certo mamma. vedrai, impazzirà", commenta senza esitazioni.
ore 19,00:
lo hobbit grande entra in casa in scivolata con la sua nuova bocca metallica spalancata.
"non zi vede nente. non è un velo appalecchio pel li denti", dice il perfido hobbit piccolo continuando a giocare con la baby sitter valentina diolabenedica.
"è calina quetta piovla, ma non è un cavaliele. a me pazzono li cavalieli".
valentina saluta e torna dal suo marito fabio, in brianza. elastigirl ha un brivido di terrore pensando a quando la colonna portante della sua vita si stuferà del pendolarismo e opterà per una elasti-famiglia brianzola, piena di hobbit femmine.
ore 19,30
a tavola.
lo hobbit grande non riesce a mangiare, non riesce a parlare, non riesce a deglutire per colpa dell’apparecchio. ma sopporta, alla ricerca di un capro espiatorio.
il piccolo si siede al posto dell’assente mister incredible.
"io sono papà, tu sei mia mollie, e tu sei mio fillio con l’appalecchio a li denti. pozzo pallale solo io a tavola", annuncia prima di avviare uno sproloquio sui gusti di marìotereso, l’amico immaginario, in tema di prosciutto cotto e crudo.
lo hobbit grande è sempre più inquieto, il piccolo discetta senza tregua.
la tensione tra i due monta. elastigirl si distrae per sparecchiare.
vola una forchetta. l’ha lanciata il piccolo. il grande la schiva.
elastigirl urla.
per tutta risposta vola l’apribottiglie. due piccoli selvaggi, due pericolosi criminali, il seme della violenza che germoglia.
piccoli delinquenti. ve ne approfittate perché sono fiaccata da questa enorme pancia, perché vostro padre è a londra, perché siete due contro una, perché siete due maschilisti in pectore e credete di poter fare i vostri comodi. vi faccio vedere io di cosa è capace una strega.
"mostri. siete solo due mostri maleducati e violenti che non meritano le mie attenzioni, non meritano la mia pazienza, non meritano niente. a letto istantaneamente. non vi voglio più vedere"
"io vollio lezzere un liblo"
"il libro te lo lancio dalla finestra se non sparisci in camera"
"ma mamma, io soffro terribilmente in bocca…"
"chi soffre non lancia apribottiglie. lontano da me!"
e adesso sono qui. loro piangono di là. chiedono scusa, implorano perdono. e io sono qui, che fingo di non sentirli.
il microbbit nella pancia penserà di essere atterrato all’inferno.
sono qui dilaniata, tra un poliziotto cattivo e un poliziotto buono, tra il dovere di educarli e il desiderio di infilarmi nei loro letti tiepidi e dire loro che non importa, che tutti sbagliano, che sono, nonostante tutto, i miei due uomini preferiti, a parte mister incredible che però ho trovato già fatto ed è stato un po’ più facile o più difficile, non so.
loro continuano a piangere, probabilmente non si addormenteranno mai più, sono mortificati. e uno è piccolo e ha l’edipo alle stelle. e l’altro ha solo sei anni e già l’apparecchio ai denti.
però potevano finire in ospedale con una forchetta e un apribottiglie conficcati in un occhio. però devono imparare la disciplina e il rispetto. altrimenti poi diventeranno maschi orrendi, che picchiano le fidanzate e intonano cori razzisti negli stadi.
ops. shht.
di là si tace, forse si dorme.
di qui, nell’antro della strega, c’è un silenzio che assorda.
E’ più dura per te, che per loro. Ma la prossima volta prima di tirarsi qualche oggetto contundente ci penseranno due volte. Good work.
ma tu lo sai che Camilla, quasi 4 anni, ieri sera mentre la guardavo di sbiego per una qualche nefandezza a caso che aveva compiuto mi ha guardato a sua volta, occhi negli occhi, e mi ha chiamata STREGA VARANA, come quella della melevisione…………
sono andata a letto inorridita perchè…mi sentivo proprio dentro ad un antro….
credo che quello sgurdo non lo dimenticherò mai
antonella
che tenera!
una saluto dal mio antro di strega
YaDSM
sono proprio d’accordo con il caro ARTU’.
Dai elastigirl, sei davvero brava e lo sarai finchè ti domandi se hai fatto bene o male a reagire in un determinato modo. Vai avanti così anche col micro.
un abbraccio
Gaia
"scelga un crociato a cavallo, bardato e armato fino ai denti. non esattamente politically correct ma di suo indubbio gradimento." e cosa sarebbe politically correct, una bambola velata col burqa? W i Crociati, santo Iddio…
Brava! condivido anche se non sono mamma (ancora)… posso!?
condivido pienamente il commento 49 di Giorgia, la mamma educa ed è un punto fisso per i suoi bimbi. E’ giusto porre dei limiti ed io credo che a volte i ns bimbi ci mettano alla prova per capire fino a dove possono arrivare. Un abbraccio a tutte le mamme.
uno dei miei due fratelli quando avevamo l’età dei tuoi m’ha tirato una torcia elettrica in testa (e m’ha preso)
ti rassicuro: lo odio ancora
però ci siamo anche divertiti, e mia mamma urlava anche lei come una pazza ma le voglio ancora bene
Anche questo vuol dire essere una buona madre, poliziotto cattivo quando è necessario e secondo me in questo caso lo era!!!! Potevano farsi male sul serio!! Eccellente scelta come al solito.
Tina
lascia da parte i sensi di colpa! ti sei semplicemente comportata da mamma! e mi sa che con 3 nani in giro per casa…. o fai così o soccombi!
Ricordati che essere troppo buone non paga, o almeno paga al momento ma alla lunga avresti rimpianto di non averli saputi educare. E’ dura, ma secondo me la tua decisione di punirli è stata esemplare. Fa molto di più questo che uno sculaccione, che lascia un pò il tempo che trova e non insegna nulla, se non ad avere paura di te. Invece lasciarli soli a riflettere è giustissimo. Ti appoggio, per quello che può servire! Ciao, F.
Che grande pazienza che hai…però stai facendo un ottimo lavoro…
Posso dire una cosa, sapendo che scatenerà polemiche, ma senza volerle sctenare? ma siete proprio sempre così sicuri che punire, fare i duri sia la via migliore? Io non sono affatto sicura di tutto ciò. Consiglio la lettura de "Il bambino dotato" e de "il bambino maltrattato" di Alice Miller. Prego non state a rispondermi, se dovete liquidare la cosa con "i bambini te le tirano fuori dalle mani", oppure con "due ceffoni non hanno mai fatto male a nessuno", perchè sono cazzate. Se invece avete voglia di rifletterci, allora evviva il confronto. Io ricordo profondamente il bruciore delle botte di mio padre e non mi sono servite a nulla, questa è la realtà. Le punizioni non mi piacciono. Penso che si debbano costruire patti con i figli e cercare di farglieli rispettare, rispettandoli. Voi risolvereste mai un conflitto con un adulto, punendolo? Penso anche che i bambini abbiano bisogno di limiti, limiti che definiscano però uno spazio di libertà. Invece leggo tanti adulti che sono ansiosi di fare ai loro figli quello che è stato fatto a loro, questo lo trovo triste. Vi siete mai chiesti perchè proprio i figli puniti, picchiati e via dicendo sono quelli che spesso sono più violenti con gli altri? Elasti scusa se dissento. Mi sembra che tu sia una che riflette sul proprio essere madre e che quindi se ne possa parlare sul tuo blog. Ci terrei anche a dire che mia figlia ed io non siamo perfette, nè delle "buone selvagge" per dirla alla Rousseau, solo io cerco di riflettere e costruire un rapporto con lei tra persone di uguale valore, anche se di diversa età e diverso potere.
Lucia
tieni duro elasti!!
non mollare!
Cara Elasti,
sono anch’io mi sono ritrovata dopo una punizione ai 2 maschietti di casa che ora hanno 10 e 8 anni e mezzo nelle tue stesse condizioni.
Tieni duro
Annalisa
Dai, non era poi una punizione così dura, penso che potrai farcela a riprenderti!
I.
Condivido con #57..
io sn mamma di un 2N..dicono tutti che siano i cosìddetti "terrible two", in cui il bambino afferma il suo carattere, la sua persona, ecc, ecc..ed è davvero dura non tanto porre dei limiti/regole, quanto farle rispettare (specie se il nanetto se ne approfitta vuoi x stanchezza mia, che per sua ostinazione o per mio sfinimento!)..ma faccio del mio meglio per non tornare indietro e non farmi intenerire quando lo riprendo o lo sgrido x qualcosa, e lui fa l’offeso o batte i piedi x disappunto…
e io ne ho solo 1..immagino te!!
Ci vuol taaaaaaaaaaaanta pazienza!!
Baci
Anto G. ^_^
lucia e’ un po’ virulenta ma sono sostanzialmente d’accordo.giusto sgridarli,certo,ma perche’ lasciarli a piangere e implorare perdono?hanno chiesto scusa,hanno capito,che altro volete?tutti facciamo cazzate,se capiamo e ci scusiamo,a cosa serve che ce la facciano pure pagare?credo sia diseducativo,non lasci spazio all’autocorrezione.e certo che poi dormono,sono stravolti!dal pianto,dal dispiacere per quello che han fatto e dalla tristezza per la non comprensione e l’"abbandono".e certo che il giorno dopo non tengono il muso,mica che hanno molte scelte,la famiglia e’ il loro mondo,la sola cosa che vogliono e’ non perderlo,cosi’ perdonano tutto.
mica che voglio dire che gli hobbit han fatto bene o non andassero sgridati,solo l’inflessibilita’ per me e’ rarissimamente una virtu’,anzi,di fronte al pentimento e’ solo un’ostinazione sterile e stanca.
anna
Mboh ! Esattamente dove starebbe la "violenza punitiva e diseducativa" qui? Li ha sgridati e mandati a letto, non mi pare che li abbia presi neppure a scapaccioni. Se la forchetta o l’apribottiglie fosse finito in un occhio, staremmo qui a fare altri discorsi.
Sara
e chi ha parlato di "violenza punitiva e diseducativa" qui?di elasti poi.
mboh…
Anna ti quoto. Vorrei chiarire che non ho voluto accusare Elasti di alcunchè. Ognuna è stanca, affaticata, a volte arrabbiata e cerca di gestire nani, lavoro, il resto della famgilia, se stessa al suo meglio. Quello che volevo dire era proprio per me ha più valore mettere un limite e davanti al loro chiedere scusa, al loro dispiacere, accettarlo, spiegare, rimandare verbalmente, il più possibile senza rabbia, perchè mamma si è spaventata e preoccupata e perchè quel modo di rapportarsi non va bene, non è produttivo. Questo non vuol neanche dire che bisogna per forza essere subito dolci, si può dire ad un bambino "sono qui con te ma ancora sono un po’ arrabbiata per quello che è successo, quindi non riesco ad essere come sempre". Io con mia figlia di tre anni cerco di fare così è ottengo buoni risultati, a volte migliori dei cosiddetti "inflessibili", che sospetto spesso ripercorrano strade percorse con loro, che li hannof atti soffrire, ma che non "possono" mettere in discussione, perchè questo significherebbe dare spazio ad un dolore grande, perchè non avendolo "curato" è ancora quello sconvolgente del bambino disperato. Poi, gli stessi inflessibili, sono quelli che si ritrovano con figli adolescenti che rivelano loro lati sconosciuti, che fuori casa sono altro da quello che pensano e a cui, per sensi di colpa e inadeguatezza vari, concedono tutto ciò che forse andava concesso un po’ prima. Quest’ultima osservazione, condivisibile o meno, me la porto dietro da l mio laovoro di docente e dal rapporto con due adolescenti in casa che invece abbiamo cercato di crescere nel modo in cui dicevo. Ma probabilmente sbaglio.
Lucia
Lucia,
io ho letto "Il dramma del bambino dotato", per questo credo che stiamo parlando di cose un po’ diverse. C’è una piccola differenza fra inflessibilità e coerenza, e fra chiedere al bambino se ha capito perche’ ha fatto arrabbiare la mamma e fargli promettere di non rifarlo oiu’ perche’ ha fatto una cosa pericolosa, e chiedere scusa al bambino per il tono della sgridata, col rischio che lui veramente confonda le due cose e non capisca piu’ niente sulle regole che gli si stanno dando.
Sara
E’abbastanza pertinente al post, e comunque qui c’è la platea di mamme più vasta della rete e quindi volevo domandare:
ma voi cosa ne pensate delle madri dell’asilo Cip e Ciop di Pistoia che difendono le maestre in presenza di filmati di maltrattamenti agghiaccianti?
E vi garantisco che per muovere le autorità all’installazione di telecamere nascoste ci vuole una consistenza pregressa di prove e sospetti non indifferenti.
Come si può negare un’evidenza solo perchè forse rimorde la coscienza di non essere abbastanza attente a quello che accade ai nostri bambini, che l’importante è solo mollarli al nido e poterci ritagliare la nostra vita?
Personalmente sono indignata e sconvolta.
Carlotta
ho trovato la notizia, ma non trovo il dettaglio delle mamme che difendono le maestre. potresti dare un link?
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo467619.shtml
A parte il tgcom la cui serietà è opinabile, ma questa cosa della difesa da parte di alcune mamme è battuta oggi da un pò tutte le agenzie in rete
"metodi severi ma non era un lager"
alla faccia!
Sia ringraziato il cielo che esistono i filmati, perchè negare l’evidenza è una soluzione assolutoria peculiare a questa bella Italia, evidentemente, e sciacquarsi la coscienza la parola d’ordine sempre.
Che vergogna!
Per Sara: chi ha parlato di chiedere scusa? Ho parlato di chiarire con lui/lei, una volta che la manifestazione emotiva eccessiva/pericolosa sia stata superata. Detto ciò, io ho anche cheisto scusa a mia figlia, come mi è capitato con altre persone. Mai esagerato un tono per stanchezza? Mai sbagloiato un intervento? Credi sia più corretto portarlo avanti o dire a tua figlia/ tuo figlio che hai esagerato? Come si può poi pensare che lo facciano loro, quando il nostro esempio non è quello? Certo non c’è una regola. L’intervento di ieri di Elasti mi sembrava un po’ vittima della cultura imperante della mamma che tutto sa e vede, dura e inflessibile e che poi spesso sbraca dove non bisogna sbracare (consumismo, giochi idioti junk food e via dicendo), tutto qui e ancor di più mi preoccupava chi plaudiva all’inflessibilità tout court e basta. Non ho detto che non si debba essere coerenti, am che coerenza non coincide con inflessibilità fine a se stessa. Comunque voleva solo essere uno spunto di riflessione, non aveva pretese di verità. Però la "pedagogia nera", per continuare con la Miller, che va da Babbo natale che non porta i regali ai bambini cattivi e finsice alle botte delle maestre del famoso asilo è una brutta bestia con cui siamo cresciuti tutti, figli di genitori tradizionalisti e fivoluzionari, perchè la libertà, l’anarchia, l’essere fuori dagli schemi e maledettamente assertivo del bambino mal si concilia con la nostra società. Il punto è: come rispettarli, aiutandoli però a sopravvivere a questa (brutta) società?
Lucia
Sì beh come dici tu, la serietà del TgCom è opinabile, e sono un po’ scettica perche’ a me è capitato in prima persona di vedermi intervistata da un giornale locale e leggere le mie frasi stiracchiate e piegate nel senso che voleva il giornalista. In questo caso nel trafiletto ci puoi leggere anche semplicemente lo stupore delle mamme che dicono "si parlava bene di lei, altrimenti non le avrei affidato mio figlio".
Credo che una parte di solidarietà possa essere dovuta anche ai recenti episodi di maestre d’asilo accusate di pedofilia, poi tutto si è risolto in una bolla di sapone, cioe’ la paura di fare l’errore opposto, il processo facile senza aver prima visto i filmati.
La riflessione di Lucia, mi sembra in linea generale corretta ed equilibrata. Forse esula dall’episodio specifico di due nani a cui va dato uno stop, punto, ma mi sembra giusta e soprattutto è una riflessione che parte da lontano (una propria esperienza personale e una propria scelta educativa ben precisa e non ripetibile) e non da quella retorica buonista per cui occorre sempre spiegare ai bambini le cose fino allo sfinimento su cui io, personalmente non sono sempre d’accordo. A volte cioè, come dicevo, ci vuole un punto fermo e basta. Poi si ragiona. Sta di fatto che il percorso educativo è una strada lunga, fatta di pazienza, di scelte anche sofferte, di costruzione quotidiana di una relazione che cambia in continuazione perchè cambiamo noi, cambiano i piccoli individui che abbiamo vicino, nella quale esistono errori, nella quale ci può anche stare che sia l’adulto ad essere disorientato e privato di qualcosa anche se non se lo può permettere perchè troppo grande è la responsabilità del riflesso che poi questo ha sulla vita dei suoi nani. Un approccio che comunichi al bambino il senso di essere rispettato come individuo e non di essere trattato come un pupazzo è approccio che richiede uno sforzo e un investimento di tempo, energie emotive, mentali molto elevato e, senza voler trovare alibi, non sempre, per la vita che moltissime donne conducono è materialmente complicato da portare avanti…ma comunque non impossibile…
Almeno ti hanno ubbidito …i tuoi
I miei mi alzano il ditino!!!
Haiutaaatemiii (l’acca non è un errore bisogna leggere con la "a" aspirata alla Loren )
son già dei mostri lo soooooo nonso più che fareeeeee sigh sniff
grazie, mi hai fatto sentire normale…
chiara
storia di ordinaria vita famigliare
almeno a casa mia
patty
Allora diglielo che tutti possono sbagliare, insegna il rispetto rispettandoli, aiutali a capire cosa hanno sbagliato…hanno bisogno di te soprattutto in questi momenti….devono soprattutto imparare a gestire i conflitti guardandoli in faccia e non allontanadoli.
Ma immagino il tuo stato d’animo…stanca e sola.
Per troppo tempo ho urlato ai miei bimbi in questi momenti, troppo tempo per i miei gusti prima di dare ascolto a quello che urlava dentro di me.
Perchè quando urli sei bambino come loro, un bambino che non ha strumenti adulti (la conoscenza del prima e del poi) per risolvere le situazioni.
Non è una critica, ti capisco…ma potrebbe essere un punto di partenza.
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