Nonsolomamma

niente panico, siamo americani

elastigirl e gli hobbit sono su una spiaggia in riva al fiume, nella città di A.
sono soli. lo hobbit grande e il piccolo sono impegnati nella costruzione di una diga per vermi, il microbbit mangia la sabbia, elastigirl cerca invano di impedirglielo.
ognuno è assorto nella propria attività.
arriva una mamma con due bambini, un maschio e una femmina, stende un’enorme coperta impermeabile sulla sabbia, scatenando l’elasti-invidia perché anche lei vorrebbe la coperta impermeabile invece dello straccetto fangoso portato dall’italia per risparmiare spazio, e distribuisce psichedeliche barrette snack color melanzana fosforescente, scatenando l’invidia hobbit perché anche loro vorrebbero merende colorate e trasgressive invece dei tristissimi crackers-e-frutta propinati da una madre priva di fantasia.
ingurgitata la barretta, il bambino maschio si avvicina agli hobbit e si unisce alla costruzione dell’opera ingegneristica per invertebrati.
la mamma guarda il microbbit, elastigirl guarda la bambina femmina che ha messo i piedi nell’acqua.
la spiaggia è piccola, sabbiosa e, data l’elevata densità di nani sotto gli otto anni, stranamente silenziosa.
l’acqua del fiume è gelida, piuttosto bassa, fatta eccezione per un avvallamento a pochi metri dalla spiaggia.
la bambina ha circa quattro anni, l’età dello hobbit piccolo, e procede nell’acqua in direzione dell’avvallamento, guardando davanti a sè, senza curarsi di nessuno, come un automa.
"temo che lì l’acqua diventi profonda", dice elastigirl, mesmerizzata dall’inesorabile incedere della piccoletta, ormai immersa fino al petto.
la madre distoglie lo sguardo dal microbbit, si volta verso la figlia e resta lì, seduta, cingendo con le braccia le gambe piegate contro il petto, incuriosita come se stesse guardando un documentario sulla fauna anfibia della città di A.
la bambina è nell’acqua fino al collo, rallenta un po’, ma continua a camminare.
gli hobbit e il bambino maschio hanno interrotto il loro gioco e guardano quella testa bionda che emerge al centro del fiume.
la madre non si muove, elastigirl viene colta dal panico, si alza di scatto e fa per buttarsi nell’acqua, completamente vestita.
"ferma, è tutto sotto controllo", dice la mamma che si solleva lentamente.
la bambina ha l’acqua al mento, poi alla bocca, dopo al naso e continua ad avanzare, come per inerzia.
la mamma entra nell’acqua con falcate decise ma prive dell’isteria che ci si aspetterebbe di fronte a una bambina che scompare nel fiume e che elastigirl tenta di reprimere.
la testa bionda non c’è più, la mamma si tuffa e la ripesca. "vedi, sweetie pie, questo ti dimostra che non devi andare nell’acqua alta senza un adulto", le dice con voce sudente.
"farsi prendere dal panico non serve a niente. bisogna mantenere il sangue freddo. e lei deve conoscere i suoi limiti", sentenzia redarguendo elastigirl e tenendo in braccio la bambina, tremante, stralunata ma complessivamente serena.

"ti rendi conto, mister incredible??? quella la stava lasciando annegare! non puoi immaginarti cosa sia vedere un bambino che glu glu glu affonda nell’acqua"
"ma alla fine non è successo nulla e la mamma era lì"
"sì, era lì, ma non ha fatto niente finché la bambina non è andata giù!"
"aveva la situazione sotto controllo?"
"credo di sì ma ha lasciato che la piccoletta provasse l’ebbrezza dell’annegamento"
"e si è spaventata la bambina?"
"e che ne so? no, non credo. non piangeva almeno. magari avrà dei buchi nell’anima dopo questa simpatica esperienza. in compenso io resterò di certo traumatizzata per la vita. questi sono pazzi, pazzi!"
"non sono pazzi, sono americani. hanno un altro approccio educativo, diverso dal nostro. non anticipano, come faremmo noi. intervengono solo nel momento del bisogno"
"sono criminali pazzi"
"tu sei ansiosa e italiana"

forse mister incredible ha ragione, forse siamo noi che sbagliamo prevenendo ogni trauma e impedendo ai nostri figli la sperimentazione kamikaze. elastigirl non è convinta ma vorrebbe molto avere pareri terzi.

90 pensieri riguardo “niente panico, siamo americani

  1. In medio stat virtus direbbero i latini, vero?Ecco magari pigliarla un poco prima che la testolina sparisse… poi non so.Io ho un amica che non vuole che il proprio pargoletto sfiori un cane, anche solo per una carezzina, perchè trema all'idea di cosa potrebbe fargli un cane se ha la luna storta.Una sana via di mezzo no?Da un estremo all'altro!

  2. WOW PRIMA!!SONO PAZZI..Io non sono particolarmente ansiosa….e trovo troppo ansiose le mamme in genere…..ma avrei aspettato e poi cacciato due urla…mah la prima volta che mia figlia è andata in vasca grande…..non ho detto niente!!!ma il cuore in subbuglio..baci

  3. D'accordissimo col commento 1: non bisogna essere troppo apprensivi (e lo dice una il cui cuore fa le capriole ogni volta che sua figlia di 21 mesi scende dallo scivolo), ma questo forse è un po' troppo…Ale

  4. per me i bambini devono scoprire i propri limiti, avere il senso del pericolo e anche un po' di sana paura. Forse anch'io avrei agito come la mamma americana i bambini devono scoprire le cose da soli sapendo che noi genitori siamo li vicino a loro. le ansie non aiutano, le ansie a mio parere hanno 2 gravi effetti colleterali: farli diventare troppo pavidi o al contrario spericolati . Sperimentare significa crescere come fallire e poi ricominciare daccapoNeolah

  5. certo, non essere ansiose è sicuramente meglio, ma io (ottimista per natura) mi chiedo: e se la mamma durante le decise falcate fosse inciampata? la bambina era già sott'acqua, anche intervenire all'ultimo momento ha un nonsochè di presuntuoso.e poi la vera mamma italiana non si sarebbe mai chiesta a quale altezza dell'acqua intervenire, la vera bambina di 4 anni italiana non sarebbe mai stata neanche in riva al fiume da sola, figuriamoci dentro!!!JJ

  6. Io la penso e avrei agito esattamente come te.Pensa solo se per qualche istante d'attesa in più, per qualsiasi motivo (una corrente più forte al centro del fume per esempio, uno scivolone o che so io) la madre avesse perso quell'attimo "fuggente" e la bambina fosse andata sotto più del "sopportabile"?Questa madre iper efficiente sa che per qualche attimo di ipossia si rischiano danni irreparabili al cervello?Ciao e baci agli HobbittTommaso

  7. Vivo di qua dell'oceano anche io e ho notato queste differenze tra mamme.Le mamme italiane sono TROPPO apprensive, e' vero. E non prendere freddo, e fa troppo caldo, e mettiti il cappello, e mettiti la sciarpa, e non andare scalzo, e non sudare, e aspetta tre ore prima di fare il bagno. Qui e' l'opposto, pero' certe volte e' troppo anche per me, come nel caso del fiume, e' vero. La via di mezzo e' la migliore. Speriamo di riuscire a trovarla.

  8. Sono per la via di mezzo. Non per motivi educativi, ma per una banale e momentanea distrazione da piccola stavo per affogarmi nella piscina dell'albergo nel quale eravamo un vacanza. Ho imparato che non dovevo superare il bordino segnato dalle piccole boe, ma è stata un'esperienza terrificante che mi ricordo ancora con disperazione.

  9. il signor cofleq, che è più saggio e meno ansioso di fleq, citando sandro veronesi, dice che bisogna aiutare i figli a gestire l'errore e che è sbagliato impedirgli di sbagliare.insomma, un po' quello che ha fatto la mamma americana, con una buona dose di sangue freddo (e, forse, un po' di incoscienza).fleq

  10. @ tommaso: sei un po' drastico… non é proprio cosi' la fisiopatologia cerebrale soprattutto degli hobbit… Una buona dose di COMMON SENSE per tutti non guasta… mio figlio, abitando in una vecchia casa ligure "a torre" ha imparato a salire e scendere dalle scale subito: per forza, o lo lasciavo provare o dovevo stargli dietro e spezzarmi la schiena per almeno un anno. risultato: é agile come una scimmia e non é mai caduto una volta (seriamente da farsi male).  La mamma di un vicino di casa invece sbraita di continuo "AAAARGHH attento che cadi"  al figlio. risultato: il figlio é imbranato e a tre anni suonati corre male, scomposto e non é capace di saltare dai gradini (mica tre metri, tipo i gradini delle vetrine) né di salire o scendere le scale da solo. pero' sua madre va orgogliosissima del fatto che sa l'alfabeto e contare fino a 12 e il suo gioco preferito é ordinare in fila sul davanzale tutta la sterminata collezione di macchinine. mio figlio dal 6 passa al 9…

  11. Ti capisco: avrei agito nello stesso modo! A me è capitata una situazione analoga: da H&M un bimbo si era arrampicato su una balaustra, si sporgeva con metà del corpo verso il piano di sotto, mentre i genitori (direi nord-europei) guardavano i vestiti… io sono passata lì accanto velocemente, l'ho tirato giù e detto un sonoro NO!.Non potevo vederlo penzolare di sotto! sai, poi, contenta la commessa a cui sarebbe caduto in testa?? ; )

  12. intervengo con titubanza, non sono mamma (solo zia) e quindi sono consapevole (non è piaggeria) che quello che dico potrebbe cambiare totalmente nei confronti di un figlio mio. per quel che riguarda la mia esperienza di figlia cresciuta più o meno con i dettami della signora americana (seguendo il motto, cioè: "sbaglia da sola, ma sotto lo sguardo vigile mio, almeno la prima volta") prima, e poi di zia di due amatissime nipoti troppo compresse dalle ansie dei loro genitori (ben più dello standard italiano), penso che, se e solo se l'atteggiamento della signora americana si riesce a mantenere con serenità (come sembra dal tuo racconto, visto che la bimba era tranquilla), è il migliore. se deve essere però una autoimposizione, allora diventa ugualmente ansiolitico, e quindi meglio di no.tutto questo, ovviamente, fino a prova contraria, quando dovrò parlare di figli miei, riservandomi di rimangiarmi tutto…!

  13. Io farei leggere alla signora americana il libro: "Ogni giorno un piccolo miracolo" che, sicuramente, sarà uscito anche negli States. Autrice: Kirsten Kuhnert.L'ansiosissima Eporediese

  14. una mia amica oltre a impedire al figlio treenne di salire e scendere le scale da solo gli impediva anche di camminare nel prato e se per caso scendeva dalle sue braccia gli puliva la suola delle scarpe

  15. Le generalizzazioni non mi piacciono affatto. Eppure le differenze culturali esistono eccome. Credo davvero che gli Americani siano sempre stati tenuti buoni con la paura (dei Pellerossa, "musi gialli", neri, della Bomba, dei Russi, ora dei musulmani…) e abbiano imparato a conviverci. Senso pratico, capacità reattiva e, appunto, niente panico. Noi, invece, siamo stati tenuti buoni con "mammà", con la famiglia, che ha da sempre sopperito alle storiche mancanze di uno stato zoppicante. L'economia va male? Non c'è lavoro? Non ci sono servizi sociali per bambini ed anziani? Beh, c'è sempre Casa, dove chiedere aiuto o rifugiarsi. In Francia toccano salari e assistenza sociale: manifesta il mondo ad oltranza; da noi: ci si lamenta e si torna a vivere coi genitori.  Così abbiamo imparato a delegare e cercare uno straccio di protezione, per quanto illusorio. Chissà perché qui vince il "ghe pensi mi!" di Berlusconi??? Un'amica italo-americana dice che i ragazzi d'oltreoceano sono in media più ignoranti e superficiali di quelli italiani, ma molto, molto più autonomi ed indipendenti. Semplicemente perché devono imparare a cavarsela da soli prestissimo. Vivono la maggior parte della giornata fuori, con genitori molto assenti per lavoro, a 17 anni vanno a studiare spesso lontano da casa. Mentre da noi la mamma rifà il letto ogni mattina anche a vent'anni. Il vero problema credo stia qui. In due concezioni di società molto diverse. Una diversità che permea anche la vita più intima delle persone. Da cui deriva: bambini come piccoli uomini pensanti vs bambini come piccoli cuccioli indifesi. La diversità non è di per sé una graduatoria di migliori e peggiori. E' solo diversità. Eppure… Eppure conosco molti adolescenti e vederli così abulici, capaci di sorprendenti, lucide introspezioni, ma anche disillusi e senza passioni, in balia delle circostanze, ecco, mi fa pensare che forse il nostro metodo/modello non è così meraviglioso. Il terreno più fertile per coltivare sogni (cosa che dovrebbe essere pane per un adolescente), per me, è il credersi, o almeno l'immaginarsi capaci di poterli realizzare. Se sei stato cresciuto con qualcuno che ti protegge, ti rimpinza, ti scalda, raffredda, accontenta prima ancora che tu chieda, non ti lascia sperimentare il brutto e il bello del mondo, pur di farti stare al sicuro (fisico ed esistenziale), ogni volta che può, come puoi sentirti capace di quasiasi cosa? Come puoi desiderare qualcosa di diverso? Ora, l'episodio del fiume è estremo, ma d'altronde il pragmatismo americano è noto, e qui è stato applicato ai massimi livelli, eppure credo fosse la scelta giusta. Che i cuccioli sperimentino, anche nel pericolo. Sempre sotto controllo, ovvio. Soprattutto da piccoli piccoli, quando usare il corpo è capire il mondo e se stessi. Quello che aggiungerei al metodo/modello americano è il pensiero. Rielaborare, parlare, discutere. Altrimenti il rischio passa da quello del diventare pecoroni scontenti a quello di sentirsi super-eroi. Forse, e lo dico da mamma, per essere genitori ci vuole più coraggio e meno spirito di sacrificio…(Rifletto sull'episodio, non su Elasti!)Cecilia

  16. Aaaaaaaaa…. che domanda difficile ! Io prendevo in giro mia mamma perche' quando sono andata a vivere da sola mi mandava mediamente 4 sms al giorno, uno ogni 6 ore, e arrabbiature se non rispondevo subito. Prendevo in giro per non fare altro, ecco.E' vero, andando in nord europa  si nota molto la differenza con l'ansiosa (e ansiogena) mamma italiana, c'e' anche da dire però che in nord europa sono tutti mediamente piu' civili, per esempio le auto corrono più piano e si fermano alle strisce per cui non deve venirti un colpo se tuo figlio attraversa la strada perche' SAI che qualcuno lo metterà sotto. E questo cambia il tuo atteggiamento verso il mondo…Insomma io vorrei tanto essere come quella signora americana, ma mi sa che poi all'atto pratico sarei come te, Elasti.

  17. Comunque concordo molto anche con Cecilia # 17, da noi si soffocano le aspirazioni e i sogni e passa il messaggio "Non ce la farai mai".Insegnando alle superiori ho avuto fra i miei studenti un maturando che diceva di voler vivere un anno in Norvegia. Si e' trovato contro tutti gli adulti: mamma, papa', insegnanti (tranne la sottoscritta). Ma non perche' fosse particolarmente imbranato, tutt'altro! Si chiamava Corrado, e ancora mi domando se poi ci è andato.

  18. personalmente credo che il metodo americano sia il migliore.Che poi non è americano, ma quello delle nostre mamme o nonne. Che ci lasciavamo la libertà di sbagliare. Senza rischiare la vita, ma sperimentando per capire i nostri limiti.L'ansietà è ansiogena e genera deboli, incapaci di capire dove c'è il loro limite, perché non l'hanno mai sperimentato. C'era sempre qualcuno a rimediare per loro.un po' come giocare alla playstation e credere che nella vita se muori o ammazzi basta che fai partire una nuova partita e tutto è ok.Di future persone così, onestamente se ne sente il bisogno.Paolo

  19. Ciao a tutti.Da padre di due gemelli di 7 anni credo che, valutata la situazione, l'atteggiamento della mamma americana non sia poi così sbagliato.Considerate: il fiume era piatto tranne che nella buca.Da quanto si capisce non c'era corrente.In caso di caduta/svarione ecc.. c'era Elasti già pronta a intervenire e la mamma americana lo aveva già notato.Ad ogni modo prima di rischiare un ipossia devono trascorrere alcuni minuti e la bimba per quanto piccola avrà sicuramente trattenuto il respiro appena trovatasi sott'acqua.Certo è stata situazione diversa da quella del commento #13 che avrebbe sicuramente avuto esito infausto.Non so se sono io o se è perchè sono uomo ma spesso, valutata la situazione di eventuale pericolosità, lascio che i miei figli rischino di farsi male (a differenza della loro mamma che li metterebbe sotto vetro) apposta per dare loro modo di imparare.Così hanno imparato ad andare in bici, stanno imparando ad andare in pattini hanno imparato che il fuoco scotta ecc…Esempio fuoco: hanno imparato che scotta toccandolo dall'accendino (lo avevo in mano io) e non hanno più manifestato interesse per le fiamme.Credo altamente improbabile che vadano a toccare un fornello (magari con pentole piena di acqua calda) nel classico momento di distrazione.Ovviamente se mi avesse visto la loro mamma avrebbe chiamato telefono azzurro ;)Meglio una scottatina oggi che il centro ustionati domani.

  20. ma non e' cosi'! 🙂 vivo negli stati uniti da quattro anni, lavoro in una scuola elementare e ho tante amiche con bambini piccoli: non credo assolutamente che questo comportamento sia la norma.siete li' in vacanza vi imbattete in una matta e va bene, ma da qui a dire che tutte le mamme americane ce ne passa. anche perche' poi tra l'altro mi sembra che le mamme americane siano molto simili a quelle italiane. ho una cognata giapponese e li' si davvero vedo un approccio completamente differente, ma comunque mi guarderei bene dal dire che tutte le mamme giapponesi.

  21. Non ho ancora figli, ma a mia madre dicevo sempre di farmi sbattere il muso, perché solo così avrei imparato veramente la lezione.In pratica la penso come gli americani…ma quando avrò dei figli…sarà tutta un'altra cosa, magari sarò una mamma italiana a tutti gli effetti!!!

  22. Non sottovalutiamo il fattore domesticità: magari la mamma ammerighena ci va da quando era lei a sua volta nana a codesto sito, e conosce tutto e lo sa come va a finire. E' diversa la percezione dei pericoli a seconda di quanto si conosce il territorio. Porta la mamma ammerighena a Porta Portese elasti e ne riparlamo. Chiama li marines ar cellulare. -Detto questo. Se invece mi attestate una metastorica e ferma differenza culturale, io che evidentemente so ammerigana inside, mando Mister C mio marito in vacanza studio a un corso di parenti americani, sai mai se ripiasse dall'ansia.

  23. Capperi santi, ma che coraggio!!Saremo forse sbagliati noi ad essere troppo aprrensivi ma io preferico!Quando Luca veva si e no tre anni  si innamorò di buzz di toy story, ricordo si arrampicava sulla ringhiera del balcone arrivando con la testina oltre il parapetto (nulla di pericoloso ma siamo ad una ltezza da terzo piano )urlando Versol'infinitoooo e oltreeee tempo due settimane e avevamo il terrazzo chiusa da vetri. E lo è tuttora!Fino adue anni fa erano ben chiusi anche inpiena estate 

  24. Mi piace molto l'approccio americano, che è anche quello nord-Europeo e quando riesco lo applico anche io, non proprio sempre sempre. Proprio perché vivo in Italia non è facile, infatti quando siamo in presenza d'altri (nonne e amiche e parenti) avere questo approccio vuol dire sentirsi dire CONTINUAMENTE "stai attenta – guarda la bambina – così si fa male – così cade – così è pericoloso – prendilo – spostala – attentaaaaaa" (e poi per la cosiddetta self-fulfilling profecy magari si fanno male davvero!!).Insomma, approvo il metodo americano, fatta eccezione proprio l'acqua: con due bimbi sotto i 4 anni piscine e laghi mi fanno comunque tornare mamma MOLTO ITALIANA!Elisa

  25. vabbè, adesso non è che per imparare le cose bisogna PER FORZA provarle.Un bambino NORMALMENTE INTELLIGENTE apprende anche per imitazione, apprende dal contesto, ascoltando e memorizzando, senza bisogno di traumatizzarlo o fargli correre inutili rischi, seppur calcolati magari.Al di là delle opinioni, io resto sempre un po' italiana (e terrona) inside e applico la filosofia del "guarda che quella cosa lì è pericolosa, se la vuoi fare falla pure ma a tuo rischio, perchè SE TI FAI MALE, TE CE MENO SOPRA" XD 

  26. Beh, gli antichi dicevano "in medio stat virtus": probabilmente il giusto atteggiamento è una via di mezzo tra un possibile annegamento e le urla isteriche (cui tanto i bambini non danno retta) dirette da qualunque spiaggia italica e dirette al suddetto bimbo a mollo nell'acqua (che spesso non gli arriva al bacino :-D).Però certo che un po' di inquietudine 'sti americani te la mettono addosso :-(JACOPO

  27. Ciao Elasti!Lavoro come maestra in una scuola uguale uguale a quella degli Hobbit… non abbiamo il camaleonte perchè è Manhattan e quindi ci limitiamo a vermi, lumache, ranocchie e girini; inoltre qui non c'è il lago o il fiume e allora portiamo i nani ad arrampicarsi sulle inferriate della stazione della metropolitana, a fare il bagno nelle fontane pubbliche, a coltivare il basilico e i pomodorini in un'aiuola nel bel mezzo della superstrada.Nel corso dell'anno abbiamo un via vai di genitori che vengono a visitare la scuola per "farsi un'idea":Alcuni non battono ciglio e se ne vanno entusiasti, altri quando vedono che nani di 2 anni sono liberi di utilizzare indipendentemente robe tipo martello, forbici, coltelli di metallo, pinze e un'infinità di oggetti fragili come vetro e ceramica se ne vanno preoccupati e un po' scandalizzati.Direi che c'è di tutto un po'.Ma per selezione naturale gli apprensivi portano i loro pargoli altrove e da noi restano solo gli spartani.Quella era chiaramente una spartana!Alice

  28. Quand'ero a los angeles non ho mai notato tutto questo sangue freddo materno.Certo, c'e' un altro modo di relazionarsi tra persone, perdere il controllo e' disdicevole, mentre da noi alzare la voce, scattare, essere emotivamente "scomposti" non e' cosi' strano.Il learning by doing e' applicato in tutti i campi, e quello dell'educazione attraverso l'esperienza sensibile non e' da meno.Io comunque non sarei stata capace di mantenere l'aplomb della mamma di A., anche perche' non sono SEMPRE cosi' sicura di avere la situazione sotto controllo.ciaoKati~Ivrea

  29. ciao Elestai! è un po' che non commento ma ti seguo sempre e, visto che stavolta chiedi esplicitamente il parere di terzi…Combinazione proprio martedì sera ho avuto una lunga conversazione con un amico americano che vive qui in cina. Ci siamo raccontati alcuni dei ricordi che conseviamo della nostra infanzia. Eè stato molto interessante perché, nonostante abbiamo ricevuto un'educazione molto simile, ci sono alcune differenze sostanziali. all'inizio ho creduto che fosse suo padre il genitore 'speciale' per i suoi metodi, ma leggendoti mi viene in mente che forse è solo proprio il metodo americano. ti faccio qualche esempio:-per marachelle pesanti, punizioni pesantucce… come chiudere il monello/a nel garage buio una notte (però in tutti i casi la madre interveniva dopo essersi arrabbiata col marito)-far scendere dalla macchina il bambino e lasciarlo tornare a casa da solo (madre interviene, tornano a prenderlo dopo 10 minuti)-per punizioni leggere, come non lavare i piatti… il gioco degli schiaffi. padre e figlio giocano a colpirsi le mani reciprocamente, il gioco finisce quando il bambino riesce a sfuggire al colpo del padre o quando il padre ritiene che ne abbia avute abbastanza e rallenta in modo da permettergli di scapparglie, senti questa… per me è fenomenale:in un negozio, il bambino fa i capricci inginocchiandosi a terra e strillando perché vuole un gioco. Il padre sta pagando alla cassa, ma si inginocchia e inizia a urlare facendo l'esatta imitazione del bambino davanti a tutti. il bambino smette immediatamente, assolutamente basito e imbarazzato.Riesci a immaginare una cosa del genere in una famiglia italiana?? Ma ti assicuro che, vista la persona che è diventata questo ragazzo, penso davvero che, se non proprio totalmente americano, un metodo di educazione più simile possa solo portare buoni risultati.ciao!!!!gaijina

  30. quando facevo l'erasmus a lovanio un giorno d'inverno, con la neve e meno sei gradi, nel parco ho visto una mamma che leggeva serena mentre il figlioletto correva sul piccolo stagno gelato. Mentre saltava il ghiaccio si è rotto e c'è finito dentro con le scarpe fino alle ginocchia. Lei lo ha guardato e ha continuato a leggere, e poi quando ha terminato forse il capitolo son partiti senza dire una parola. La mamma italiana non avrebbe mai fatto correre un bambino sul ghiaccio – scivoli, si può rompere, ti fai male- e non credo lo avrebbe lasciato un'altra ventina di minuti con le gambe bagnate e con quel freddo. Altra cosa che mi ha sempre stupita è vedere come in aeroporto ogni membro della famiglia trascina la sua valigia e non importa se questa sia due volte più grande e pesante dei bambino che la porta, i genitori continuano a camminare a passo spedito e qualche volta si girano indietro e buttano un'occhiata per vedere se sono lì. La mamma italiana si carica di tutte le valigie più i bambini mentre il padre sbraita "vi volete muovere?" o viceversa.

  31. la parola chiave è "anticipare", ho l'impressione che anticipiamo tante cose, al di là dei pericoli (un classico), anticipiamo anche le loro esigenze, i loro desideri. i regali spesso arrivano prima di essere stati tanto desiderati… …anticipiamo troppo, forse si.ma per i pericoli, avendo pure due hobbit molto imbranati, non riesco a fare diversamente.

  32. Credo che c'entri molto anche il diverso approccio maschile-femminile alla questione.Intendo dire: seppur con una forte base comune, il padre e la madre hanno, nell'educazione dei figli, un ruolo diverso e in qualche modo complementare. Ho letto parole molto interessanti sul tema in "Il padre – l'assente inaccettabile" di Claudio Risè (anche se talvolta porta il discorso un po' all'estremo).In sostanza, la madre ha un ruolo più protettivo, il padre più – come dire… – di "svezzamento", di scoperta dei limiti, di insegnamento ad affrontare la sofferenza.Tu dirai: "ma lei era una mamma", e con questo mi freghi. Ma il mio commento riguarda più il differente approccio tra te e Mr. IncredibileBuona estateMaritospiazzato

  33. …e come saggiamente dice Bostoniano #6, sono d'accordo con la mamma americana, ma farei (faccio) comte te.Tanto più che mica son sicura che siano tanto più ganzi di noi, alla fin fine.

  34. quoto #28. Non è che devono per forza provare tutto. Mio fratello da piccolo quasi annega in una tinozza, non ha mai imparato a nuotare veramente e fa il bagno al largo da incosciente senza paura. A me è rimasto il panico dentro.

  35. Da figlia direi che genitori ansiosi e ansiogeni (ma i miei lo sono stati in maniera patologica) crescono bimbi e purtroppo adulti insicuri e piuttosto incapaci  (siamo tre sorelle e nessuna è scampata a questo destino).Da mamma (da solo 8 mesi) capisco  un po' di più i miei ma non voglio assolutamente fare come loro. Mai riuscirei, però, ad essere come la tua mamma americana. Purtroppo forse. Ma non si può neanche forzare più di tanto la propria natura. Mi sarei alzata pronta a gettarmi vestita come te Elasti.

  36. sarò pure una madre ansiosa e italiana e sono d'accordo sul fatto che a volte i bambini sulle cose ci devono "sbattere" per imparare ma insomma al rischio di annegare non ci sono ancora arrivata….preferisco essere una madre ansiosa e italiana….. comunque complimenti per il self control della mamma "americana"

  37. io avrei detto a giulio: "amore, vai pure, ma attento che l'acqua diventa alta". Immagino che quella mamma conoscesse bene il posto…Poi l'avrei lasciato andare ma mi sarei messa in piedi pronta sulla riva, senza dir nulla. Seduta come la mamma americana, con le braccia intorno alle ginocchia, proprio no. E l'avrei preso su anche io all'ultimo dicendo "vedi, devi stare attento".Mi è capitato di mamme (o meglio ancora, nonne) che corrono quando vedono che lascio andare mio figlio dove ci sono gradini alti (dicono "lì è alto, cade!") e mi danno molto fastidio, perchè se io, la mamma, ritengo che possa sperimentare e farcela, è perchè lo so. Ovviamente la mamma, americana o italiana che sia, non vuole che il figlio si faccia malissimo. Magari ritiene, in un caso, che uno scivolone o una sbucciatura possa insegnargli di più che prenderlo al volo (tanto poi tornerà in quel gradino alto, tanto vale farlo provare).Se quella mamma americana avesse dovuto, ogni volta che andavano in quella spiaggetta, urlare dalla riva o acchiappare la bambina ogni volta che superava l'acqua al petto, sarebbe stato insopportabile. Anche perchè alla fine alla prima distrazione della mamma la bambina ci avrebbe provato (e la mamma era distratta!). Invece così ha imparato in sicurezza. Sono convinta che non ci riproverà.ciao elasti!!! grazie per i tuoi racconti, vi adoro!baci,Alessandra (e giulio) 

  38. in Austria si fa uguale: non c'è modo migliore per il bambino di imparare e soprattutto di ricodare, che la stufa scotta se non mettendoci sopra la mano. Applicherà lo stesso ragionamento anche alle prossime "scoperte" cercando i limiti con più attenzione. ho intorno colleghi che sono stati figli di madri apprensive (occorre dirlo? quasi tute italiane). un vero disastro: insicuri, perennemente titubanti, decisioni zero, capacità di affrontare l'ignoto ancora meno. penso alle loro potenzialità inespresse. eppure che persone meravigliose sarebbero state se avessero potuto mettere ma manina sulla stufa! so benissimo che è difficile, che si fa in tempo a morire dentro venti volte prima di riuscirci!una ex apprensiva che ha scelto di non esserlo più per il bene dei figli.

  39. Sollecitata dall'argomento che Elasti ci ha presentato, prendo parte alla discussione.Secondo me occorre essere RAGIONEVOLMENTE aperti, far sperimentare  senza stressare, accettare qualche PICCOLO rischio. Parlo di andare in altalena, salire sugli alberi, pattinare, divertirsi nel mare o con uno skate: tutte attività che comportano alcuni rischi, ma accettabili e ragionevoli.Naturalmente ci si può fracassare la testa anche di fronte a casa giocando a nascondino, ma stiamo parlando  di VIVERE.Altro è sfidare la sorte, e soprattutto la vita di un figlio. La madre in questione era un po' pazza…tutto qui.A meno che non fosse una campionessa di nuoto e di apnea, provvista di brevetto di bagnino di salvataggio e esperta conoscitrice del lago in questione, che sapeva essere assolutamente privo di correnti e pericoli. Ma propendo per l'ipotesi incoscienza, noncuranza e disinteresse. E si nota nella signora il desiderio di sfidare la sorte.Altro discorso invece sulla manie tutte italiane del freddo, del caldo, del bagno dopo 4 ore dalla digestione, del vestito "buono", ecc…quasi ridicole!Senza arrivare alle madri americane che nel deserto dell'Arizona a più 40 gradi C fanno entrare i bambini di pochi mesi nudi nei supermercati, con l'aria condizionata a 15 gradi, direi che si potrebbe stare un po' più rilassati.Che si può fare il bagno anche appena mangiato (l'ho sempre fatto, da piccola), basta aver mangiato solo un piatto di pasta e la frutta, non un cenone di Capodanno. Che la maglietta di lana non è necessaria, se poi vivi in case o scuole che hanno la temperatura costante di 27 gradi anche d'inverno. Che una sbucciatura al ginocchio si disinfetta ma poi, via, si riparte. Che la vita è bella anche se si è un po' alternativi, un po' meno alla moda, un po' "sgarrupati".Questo mi hanno insegnato, questo mi piacerebbe che mio figlio avesse imparato da me, questo vorrei sapesse tramandare ai suoi figli.Un caro abbraccio a tutti,Chiara, in una Bologna grigia e finalmente fresca! 

  40. Dunque dunque… essendo io, in alcune cose, assolutamente poco "mamma chioccia" e decisamente sul teutonico/nordeuropeo/americano che dir si voglia, sono ABBASTANZA d'accordo sul lasciar vivere e non stare sempre addosso, MA:1: non tutti i bambini sono uguali (che perla di saggezza, eh?), quindi non per tutti può essere positivo beccarsi degli spaventi, più o meno forti, al fine di imparare alcunchè;2: non tutte le situazioni sono uguali (altra perla di saggezza), e l'imprevisto può essere SEMPRE in agguato!!! E non puoi dire, dopo: "é successo"!!!Concordo totalmente con chi, prima e meglio di me, si è rifatto al motto "In medio stat virtus"!Floralye

  41. elasti io avevo una madre molto ansiosa che non mi faceva sperimentare nulla così ho dovuto imparare ed osare sempre di nascosto, quindi in maniera più pericolosa. i miei maschi di 2 anni e mezzo cerco di metterli nelle condizioni di conoscere i propri limiti, purchè sempre in una situazione di sicurezza. pochi giorni fa durante un compleanno in piscina si è verificata una situazione come quella che descrivi, col mio bimbo come protagonista: io ero a bordo vasca ed osservavo, pronta ovviamente ad intervenire quando una mamma – medico – ad un certo punto si è gettata vestita per "salvare" il mio cucciolo. mi sono domandata se per caso avessi sottovalutato la situazione, ma in tutta franchezza l'azione eccessiva è stata la sua e non la mia.

  42. E' più o meno quello che faccio io con la mia piccola, solo che mi tengo un po' più  in prossimità! E comunque non serve,come metodo educativo intendo, perchè lei continua a farlo lo stesso! Pazienza, prima o poi imparerà a nuotare….Dove vivo io ci sono molti stranieri, e senza generalizzare, le differenze educative si notano. Ma non si può dire che siano totalmente rilassati su tutto, ognuno ha comunque le sue paure e le sue rigidità.Una cosa che accomuna tutti e li distingue dalla mamma italiana (o almeno dal90% di esse) è un approccio MOLTO più rilassato nei confronti del clima e del caldo e freddo….come ha detto qualcuno prima, una bambina italiana non si sarebbe mai trovata in quella situazione perchè l'acua era gelida!

  43. la mia 4-enne pesa 19 kg (è anche alta 108cm, non è grassa!), è ovvio che se si arrampica da qualche parte io non la riesco a prendere se cade (ci ammazzeremmo in due)quindi in casa non ci si arrampica sui mobili (anche per ovvi motivi di educazione) ma al parco si arrampica dove le pare e sa che se cade nessuno la prende. Questo da quando aveva circa 18 mesi. Infatti s'è fatta le sue cadutine ma niente che richiedesse il PS, e ha imparato ad essere prudente e a contare sulle sue forze. 

  44. Bah, poche storie: NON si educano i bambini facendo loro provare ciò che succederebbe se non ci fosse qualcuno che li guida.Perché non lasciare che un bimbo si butti dal balcone di un appartamento al quinto, piano, sennò?Non siamo ansiose, siamo normali.

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