Nonsolomamma

niente panico, siamo americani

elastigirl e gli hobbit sono su una spiaggia in riva al fiume, nella città di A.
sono soli. lo hobbit grande e il piccolo sono impegnati nella costruzione di una diga per vermi, il microbbit mangia la sabbia, elastigirl cerca invano di impedirglielo.
ognuno è assorto nella propria attività.
arriva una mamma con due bambini, un maschio e una femmina, stende un’enorme coperta impermeabile sulla sabbia, scatenando l’elasti-invidia perché anche lei vorrebbe la coperta impermeabile invece dello straccetto fangoso portato dall’italia per risparmiare spazio, e distribuisce psichedeliche barrette snack color melanzana fosforescente, scatenando l’invidia hobbit perché anche loro vorrebbero merende colorate e trasgressive invece dei tristissimi crackers-e-frutta propinati da una madre priva di fantasia.
ingurgitata la barretta, il bambino maschio si avvicina agli hobbit e si unisce alla costruzione dell’opera ingegneristica per invertebrati.
la mamma guarda il microbbit, elastigirl guarda la bambina femmina che ha messo i piedi nell’acqua.
la spiaggia è piccola, sabbiosa e, data l’elevata densità di nani sotto gli otto anni, stranamente silenziosa.
l’acqua del fiume è gelida, piuttosto bassa, fatta eccezione per un avvallamento a pochi metri dalla spiaggia.
la bambina ha circa quattro anni, l’età dello hobbit piccolo, e procede nell’acqua in direzione dell’avvallamento, guardando davanti a sè, senza curarsi di nessuno, come un automa.
"temo che lì l’acqua diventi profonda", dice elastigirl, mesmerizzata dall’inesorabile incedere della piccoletta, ormai immersa fino al petto.
la madre distoglie lo sguardo dal microbbit, si volta verso la figlia e resta lì, seduta, cingendo con le braccia le gambe piegate contro il petto, incuriosita come se stesse guardando un documentario sulla fauna anfibia della città di A.
la bambina è nell’acqua fino al collo, rallenta un po’, ma continua a camminare.
gli hobbit e il bambino maschio hanno interrotto il loro gioco e guardano quella testa bionda che emerge al centro del fiume.
la madre non si muove, elastigirl viene colta dal panico, si alza di scatto e fa per buttarsi nell’acqua, completamente vestita.
"ferma, è tutto sotto controllo", dice la mamma che si solleva lentamente.
la bambina ha l’acqua al mento, poi alla bocca, dopo al naso e continua ad avanzare, come per inerzia.
la mamma entra nell’acqua con falcate decise ma prive dell’isteria che ci si aspetterebbe di fronte a una bambina che scompare nel fiume e che elastigirl tenta di reprimere.
la testa bionda non c’è più, la mamma si tuffa e la ripesca. "vedi, sweetie pie, questo ti dimostra che non devi andare nell’acqua alta senza un adulto", le dice con voce sudente.
"farsi prendere dal panico non serve a niente. bisogna mantenere il sangue freddo. e lei deve conoscere i suoi limiti", sentenzia redarguendo elastigirl e tenendo in braccio la bambina, tremante, stralunata ma complessivamente serena.

"ti rendi conto, mister incredible??? quella la stava lasciando annegare! non puoi immaginarti cosa sia vedere un bambino che glu glu glu affonda nell’acqua"
"ma alla fine non è successo nulla e la mamma era lì"
"sì, era lì, ma non ha fatto niente finché la bambina non è andata giù!"
"aveva la situazione sotto controllo?"
"credo di sì ma ha lasciato che la piccoletta provasse l’ebbrezza dell’annegamento"
"e si è spaventata la bambina?"
"e che ne so? no, non credo. non piangeva almeno. magari avrà dei buchi nell’anima dopo questa simpatica esperienza. in compenso io resterò di certo traumatizzata per la vita. questi sono pazzi, pazzi!"
"non sono pazzi, sono americani. hanno un altro approccio educativo, diverso dal nostro. non anticipano, come faremmo noi. intervengono solo nel momento del bisogno"
"sono criminali pazzi"
"tu sei ansiosa e italiana"

forse mister incredible ha ragione, forse siamo noi che sbagliamo prevenendo ogni trauma e impedendo ai nostri figli la sperimentazione kamikaze. elastigirl non è convinta ma vorrebbe molto avere pareri terzi.

90 pensieri riguardo “niente panico, siamo americani

  1. Non ho letto tutti i commenti, mi scuso se per caso ripeterò le parole di qualcun altro.E' vero, l'approccio americano razionalmente è più educativo maio sono apprensiva e ansiosa con tutti quelli a cui voglio bene e non ce la faccio a contenermi.Credo che non farò figli proprio per questo, non ho voglia di trasmettergli le mie ansie.

  2. quella mamma è pazza!altro che approccio educativo più razionale!ma secondo te io resistevo devendo mia figlia immergersi così nel fiume? no avrei reristito ance se la bambina fosse stata un'estranea!sei stata molto lucida a non intervenire già quando l'acqua le arrivava alle spalle!!!!comunque anche per me gli americani sono pazzi! non mi sembra diano un educazione migliore della nostra, non certo perchè lasciano sperimentare le sciocchezze ai bambini!il bambino potrebbe anche dire "VEDI NON MI SONO FATTO NULLA ORA LO RIFACCIO!" e magari proprio in quel momento la mamma è distratta un nanosecondo e il bambino muore!bella educazione del cavolo!!!

  3. da sempre il compito perlopiù materno di sorveglianza della prole ha favorito l'evoluzione della specie….poi ci possiamo mettere d'accordo sul concetto di "sorveglianza" e dove si collochi la soglia di rischio controllato, che consente la sperimentazione ma non espone a gravi rischi.in ogni caso un padre che chiude di notte un figlio al buio o si butta per terra imitando un capriccio del figlio, non sta applicando alcun metodo educativo;  è semplicemente UN INDIVIDUO DISTURBATO che non va nè ammirato nè emulato.

  4. Concordo con 52. Inoltre, per rispondere a paolo pugni, la mamma americana non poteva cullarsi della presenza di elesti, che doveva già badare al microhobbit…non so se il piccolo fosse sulla sabbia o nel passeggino, ma il rischio che rimanesse senza sorveglianza non si poteva correre! Ecco, lo sapevo, è venuta fuori la mamma italiana che è in me da ancora prima che diventassi mamma…I genitori nordici e USA, in genere, hanno questo approccio freddo e anche il loro rapporto affettivo con i figli è privo della passione (secondo me quasi sempre SANA e UTILE) che anima invece i rapporti nelle famiglie mediterranee, soprattutto italiane. Questo non significa che si vogliono meno bene, è ovvio, ma l'amore in tutte le relazioni viene vissuto con più tranquillità, diciamo. Tornando ai pericoli per i bambini, questo dell'annegamento lo era davvero e grosso più d'una montagna…altro che "è tutto sotto controllo". Nei laghi ci sono spesso alghe che si avvolgono intorno ai piedini e ti trattengonoi, la piccola poteva annegare anche in 30 cm d'acqua. Non funziona così, i traumi da annegamento (anche solo sfiorato) tornano, fanno voragini nell'anima. Io ci sono passata e mi devo sempre convincere prima di entrare in acqua. Quella bambina forse dimenticherà quel che le è successo, perchè non c'è stato casino intorno a lei, nessuno ha urlato, nessuno si è spaventato, nessuno le ha fatto capire con le lacrime agli occhi quanto lei sia la persona più importante al mondo per un genitore. E forse ci riproverà. Speriamo bene.

  5. La morte per annegamento é rapida e silenziosa. Anche i bimbi che hanno pratica del mezzo acquatico possono annegare. E puó succedere anche in posti appositamente vigilati. Non é successo niente fortunatamente, peró…Secondo me bisogna essere coscienti dei pericoli. Lasciare un bimbo in acqua da solo a sperimentare l'annegamento non é educare é essere irresponsabile. Non é come lasciarli al parco a giocare, ad arrampicarsi, a correre. A sporcarsi perché si rotolano nel fango, a scambiarsi cucchiai e bicchieri con relativi germi e batteri che fanno l'interail da un bimbo all'altro. A mangiare un biscotto dopo che ci si é rotolati col cane sul pavimento.Ci sono situazioni piú pericolose di altre e questa potenzialmente é una situazione davvero pericolosa per cui qualsiasi ansia é piú che giustificata.Tinuccia

  6. Concordo con Tinuccia n.57.  TTrovo, però, che in Italia ci siano genitori (anche papà) super apprensivi. Due coppie di nostri amici sono diventati genitori abbondantemente sopra i 40 anni. Sono ansiosi a livello patologico. Anche a luglio per loro c'è vento. I loro bambini non sanno salire le scale, non sperimentano e sono terrorizzati da ogni novità. Questo è l'altro estremo

  7. E' un argomento scottante, si potrebbe scrivere un tratttato su come educare al meglio un figlio. Concordo con chi ha detto che dipende dal bambino, dalla sua sensibilità e dal suo carattere. Il comportamento deve essere "customizzato" sul bambino, alcuni devono essere "contenuti" perché impavidi, e altri invece spronati alla sperimentazione perché troppo timorosi.Io personalmente all'età di 4 anni stavo per annegare in una piscina per bimbi, e come quella bambina, per mio gioco mi sono avventurata verso la parte alta di quella piscina che per me 4enne era profonda come quel lago. Mia madre non era presente, e benché intorno alla vasca c'erano molte persone, erano tutte prese dai loro discorsi. Arrivata verso l'acqua alta e non toccando più il fondo ho iniziato a annegare e come sa chi ha fatto il corso di salvataggio (per chi reagisce) una persona emerge 3 volte prima di affondare definitivamente, oppure come la bimba resta sotto. Solo un uomo che passava di lì per caso mi ha vista e mi ha tirata fuori prendendomi dal braccio. Non mi urlato addosso, ma mi ha semplicemente detto con tutta tranquillità che se non so nuotare è da sciocchi andare dove non tocco! Mi sono sentita una DEFICIENTE! e mi sono vergognata molto. Non l'ho più rifatto, ma adoro l'acqua e nuoto tutti i giorni, il mio rapporto con l'acqua non è cambiato, ho solo imparato a riflettere prima di agire! Mia madre lo ha saputo molto dopo, quando gliel'ho raccontato.Riguardo al pericolo di annegamento per i bambini è talmente sentito in Francia (perché ci sono troppo casi) che hanno istituito leggi che obbligano chi ha una piscina in giardino a installare determinati sistemi di rilevamento in caso di annegamenti, pena sanzioni pesanti, e cancelli a prova bambino intorno alla piscina per impedire al bambino di andarci da solo.Per l'educazione spartana, dipende molto da come viene impartita e dal bambino. Conosco un ragazzo italiano, cresciuto da un padre che voleva crescerlo come un "uomo", quindi sperimentare le cose della vita, e un educazione molto poco chioccia anche se amorosa, ebbene quel ragazzo è finito in terapia psicanalitica a riparare i danni di quella educazione, era troppo sensibile e ne ha sofferto non poco.Quindi dipende molto dal bambino e dalla sua sensibilità, va "cutomizzata". Avrei un episodio di mio nipote 3enne… ma diventa lunga…Magari un altra volta.Concordo con chi dice "la giusta via di mezzo", ma aggiungo che "giusta" deve riferirsi al bambino e non a un manuale o un usanza, o peggio alla madre (che se ansiosa crea danno).Non so quindi dire se la madre americana fosse pazza, ma Mr I ha fatto la domanda giusta, ha chiesto come stava la bambina!

  8. mamma mia che post di fuoco, eh? è già scattata la rissa tra i commenti? scherzo, purtroppo non ho tempo di leggerli…il mio sì alla prevenzione è totale, assoluto, un mantra quotidiano.gli altri facciano come vogliono, e veramente spesso vedo cose assurde, anche tra noi , ma si può dire che ci sia un noi?ognuno è fatto a modo suo, specialmente "noi" genitori, e infatti ogni tanto qualcuno finisce sulle cronache dei giornali…forse anche quelli della città di A, no?resisti elasticiaodaniela

  9. Non voglio dire cosa penso sia giusto in teoria, ma cosa faccio in pratica: non faccio esperimenti sulla sicurezza dei bambini, per imparare forse ci sono altri tempi e modi.

  10. E' un bene non far crescere i figli tra ansie e paure ma la signora in questione ha osato troppo! E se qualcosa fosse andato storto?! Meglio " prevenire che curare "!

  11. gli americani sono un popolo di cialtroni, per questo motivo il nostro leader non avrbbe mai potuto nascere li'…..I discepoli….P.s in uk e' uguale si vedono bimbi dispersi nei centri commerciali e liberi ui marciapiedi tra una mara di gente, di taxi e autobusudoppi

  12. Posso solo far riferimento alla mia esperienza di madre recente (bimbo di 24 mesi) perché non ho mai avuto modo di confrontarmi con i bambini nella primissima infanzia, per cui eviterò di generalizzare. Ho notato che lasciando mio figlio, fin dai primi tentativi di gattonamento, libero di sperimentare qualche "rischio calcolato", aumenta il suo livello di concentrazione e di attenzione rispetto a ciò che sta facendo; tutt'ora che corre, sale e scende le scale, prova ad arrampicarsi sui giochi al parco e sulle sedie in casa, ecc. é molto più facile che inciampi e cada quando lo tengo per mano (perché chiacchieriamo, si guarda intorno, si distrae) rispetto a quando fa da solo.Credo che un genitore debba tener sotto controllo ansia e apprensività per stimolare il bambino all'autonomia e all'iniziativa spontanea… con un'attenzione però: perché l'esperienza sia veramente fonte di apprendimento occorre che il bambino sia grado di capire e calcolare il rischio che sta correndo e di conseguenza valutare come affrontarlo. Non credo che una bimba di quattro anni sia in grado di intuire la profondità di uno specchio d'acqua (neanche un adulto può farlo) e la sperimentazione del pericolo fino all'estremo, così come può essere utile per imparare, potrebbe generare un trauma tale da allontanare un bambino dal contatto con l'acqua per il resto della sua vita… Occorre anche tenere in considerazione che i bambini attraversano fasi emotive diverse: ad esempio, in questi ultimi giorni mio figlio sta passando una fase di sensibilità esagerata, per cui un rimbrotto, un piccolo spavento, una caduta danno luogo a pianti disperati; probabilmente in un momento così vivere un'esperienza come quella del post sarebbe per lui controproducente.Come per tutte le cose penso che valga il buon senso, valutando di volta in volta quali rischi si possano azzardare e quali invece debbano essere assolutamente prevenuti. Ad esempio, quando attraversiamo la strada davanti a casa, anche se lì non passa quasi mai nessuno, gli chiedo sempre di darmi la mano sottolineando il rischio che passi una macchina, perché voglio che si abitui a prestare attenzione.L'unica cosa che mi sforzo sempre di fare, quando gli succede qualche piccolo incidente, dopo averlo consolato é di stimolarlo a riprovare quello che stava facendo, proprio per combattere la paura.E a chi sostiene che l'ansia sia un problema delle madri, rispondo che é un'altra bella generalizzazione: il mio compagno é molto più apprensivo e protettivo di me, e fa anche molta più fatica a controllare le sue reazioni emotive quando nostro figlio si fa male…Lab. 

  13. Simpatica situazione alla quale credo, italiani o meno, reagiremmo con l'esperienza che la vita ci ha insegnato.Personalmente con i miei figli ho sempre preferito che provino le esperienze piuttosto che bloccarli prima i bambini, ma molto dipende dall'età evolutiva che hanno, sono in grado di interpretare ed assimilare le informazioni che li circondano in maniera diretta; ad esempio è inutile dire a un banbino più piccolo di 6 anni "guarda che se fai così muori" lui non conoscendo il concetto di morte non ne capirà la gravità, come se a un bambino treenne dici "se tiri il libro che sta dietro il vaso cade il vaso" non capirà molto perchè non associa le conseguenze che derivano ad azioni da lui non direttamente operate, cioè non capisce che il libro fa cadere il vaso perchè e lui che ha tirato il libro, capisce invece se è lui che tira il vaso.Mi ricordo uno spezzone di telefilm dell'altro giorno in merito al  learning by doing "se hai fiducia che tua figlia adolescente venga da te a perlare di quello che le è successo prima di dirle cosa le potrebbe succedere se compie determinate azioni rischierai che un giorno ti verrà a dire: sai mamma sono stata dietro al siepe con xxxx ed ora son incinta" a voi ogni altro commento.Ciao Eclipses

  14. sono stata educata da una madre come quella americana, ed il suo darmi libertà mi è parso, talvolta, menefreghismo; non mi faccio prendere dal panico, reagisco come si deve, non ho particolari timori, ma… ancora oggi non sono sicura che mia madre mi educasse così per non avere troppi fastidi.ora che sono madre di ormai 18enne, talvolta rompo perchè ho bisogno di sedare le mie ansie, non di aiutare lui; mi rendo conto che certi atteggiamenti sono per me, lui non ne ha, o non ne aveva, bisogno.facciamo ciò che ci fa stare tutti meglio, figli e genitori

  15. ecco hai centrato il problemail tentativo di prevenire i problemi e gli errori dei figli non è altro che il tentativo di curare le proprie ansie e frustrazioni da parte dei genitori, secondo me.solo che così facciamo un grosso danno a loro i quali quando diventeranno grandi non saranno mai in grado di affrontare i problemi e i propri errori.errori che si continueranno a commettere finchè si esiste. se si ha il coraggio di vivere sbagliare è inevitabile. ma è anche un esperienza che ci dice moltissimo in termini positivi su noi stessi e l'ambiente che ci circonda.:)

  16. Ho avuto anch'io la tua stessa reazione, vedendo un bimbo di nove mesi gattonare indisturbato nella sala delle feste del castello di Stirling (Scozia), pieno di turisti, senza la benchè minima preoccupazione dei genitori. E non è il solo episodio, potrei raccontarne tanti.Basta andare in uno dei tanti parchi che ci sono per osservare le mamme anglosassoni e riflettere sul modo di educare i figli.Comunque una cosa è certa, loro vivono tranquillamente senza angustiarsi per qualsiasi questione…..ma come dice mister incredible siamo italiane………….hahahahahaha

  17. al lago due domeniche fa, ho fatto con mio figlio quattrenne la stessa cosa della mamma americana: lui camminava lentamente verso il largo, mentre io lo tenevo d'occhio a pochi metri dalla riva; quando si è reso conto che non toccava più, è andato sott'acqua, si è dato una spinta con i piedi e ha cominciato a nuotare a siluro (testa sott'acqua e piedi che battono) verso la riva. Raggiunto dal padre, che invece era stato preso dall'ansia, quando ormai "era in salvo", gli ha detto: "papà, quando ho visto che non toccavo più ho fatto quello che sapevo fare, che ho imparato in piscina".Una settimana dopo però ho rimproverato una mamma tedesca che aveva "abbandonato" i suoi tre figli in acqua soccorsi da noi mamme italiane: lei era al bar a 300 metri di distanza mentre i figli andavano alla deriva trascinati dalla corrente in una giornata di forte vento.Morale: secondo me è giusto che i figli sperimentino da soli, ma solo se la situazione è sotto il controllo di un adulto.CarolPSLa "prodezza" di mio figlio mi ha ripagato all'istante di tutto il sacrificio che faccio con lui e la sorella maggiore, da quattro anni, per portarli in piscina!

  18. NON SOLO USA. mamma tedesca in biblioteca tedesca su suolo italiano: il bimbo (4-5 anni) avanza verso l'uscita e lei lo segue tranquilla. il bimbo non corre, e si volta a sincerarsi che la mamma lo segua. lui arriva alla porta e quindi al marciapiede, e quindi alla strada percorsa da auto. la mamma qualche metro prima di raggiungerlo decide di fare una sosta per salutare una persona, deviando leggermente e soprattutto scomparendo dalla vista del bimbo senza avvertirlo. io, mamma italica, mi sento salire il panico e mi impongo di farmi i fatti miei, certa però che se il bimbo fosse finito sotto una macchina sarei morta dal senso di colpa. il bimbo si volta indietro e non vede la mamma, non faccio in tempo ad indicargliela che lui esce e, preoccupato prima, disperato in lacrime poi, cerca la mamma in strada. il tutto dura pochi istanti perchè un addetto della biblioteca riprende il pargolo e la mamma lo recupera e conforta, per niente turbata né stupita. io sono senza parole presa dal fastidio per la noncuranza dell'adulto nei confronti della sicurezza e dei sentimenti della creatura…  mamma italica troppo ansiosa… ma mamma "crucca" incosciente!

  19. Ciao Elastimamma, che emozione trovarti qui, sul web. Ho appena finito di leggere il tuo libro che mi ha fatto piacevolmente compagnia, in un momento molto difficile della mia vita.Io sono una mamma italiana. Dunque…la piccola non sarebbe entrata nell'acqua senza la mia mano!

  20. @ 71 Ovviamente non ho assistito alla scena quindi solo tu puoi "leggerla" nella maniera giusta, pero' mi hai fatto tornare in mente una scena simile con protagonisti mio papa' e mia sorella. Mia sorella, all'epoca di 2 anni e mezzo, aveva l'abitudine di staccarsi sempre dai miei genitori e andare per i fatti suoi per strada, e sgridarla non serviva a nulla. Quindi una volta mio papà ha approfittato di uno spazio pedonale per nascondersi dietro un porticato e sparire dalla sua vista, ha proprio cercato di farle prendere paura apposta. Si è però dovuto "palesare" ad un vigile che aveva notato mia sorella da sola e cominciava a preoccuparsi.Adesso che ci penso mio papà è anche la persona che, quando domandavamo di poter mangiare il sale da cucina da solo, ce ne riempiva un cucchiaione e ce lo porgeva… Oddio mi sa che ho un padre un po' nordico anche io in fondo, sarà che è il 7 di 9 fratelli 

  21. Non è colpa loro, poverini, il problema è che sono americani! Ma anche qui da noi ci sono mamme così.. Un'amica di mia cognata mi raccontava che suo figlio da piccolo andava in giro sempre con le dita blu a furia di schiacciarle tra le porte o tra i cassettoni della cucina. Io ho commentato:"Poverino! io mi son schiacciata le dita qualche volta ed è dolorosissimo" e lei mi fa: "Eh, ma deve imparare! adesso lo sa e non lo fa più" Ed io, lapidaria:"Speriamo che non decida di attraversare da solo il raccordo anulare!" Scusate, ma QUANNO CE VO' , CE VO'!Sherlock Holmes

  22. non ho figli, e da non mamma ti dico che l'uomo è un animale che impara solo dalle proprie esperienze.Puoi dire ad un banbino "non toccare, o ti scotterai" finché vuoi, ma se lui non ci metterà il dito e non sentirà scottare lui non capirà! per capire ha bisogno di associare alla parola scotta l'emozione del dolore provato.poi, è probabile che quando lo diventerò, sarò la mamma più apprensiva del mondo. perché a parole sono bravi tutti …

  23. mah  insomma , voi dite quello che volete ma lasciare una bimba cosi' piccola da sola nel fiume in prossimità di una buca  poi , perchè cosi' impara dai suoi sbagli è da denuncia. Credo comunque che anche con quel tipo di approccio dovrebbe prevalere il buon senso , se non il core di mamma ….

  24. Boh. Ricordo certe madri tedesche, in Tunisia, che alla mattina ricoprivano i figlioletti di due-tre anni di crema protezione cento ed un cappellino e poi via, pedalare per i cavoli propri: senza mutande, scarpe o l'attenzione di un adulto.Di solito se la cavavano senza grossi danni, tra mille rischi e diecimila brutte figure.Io sono per le vie di mezzo, ecchediamine.Leela

  25. Bentrovati a tutti, e ciao ad Elasti oltreoceano, come stai?Ti vedo alle prese con i cosiddetti metodi educativi, e leggo commenti che condivido, altri invece un po' meno.La mia posizione, dopo averne tirati su 3, è che sono contraria ad ogni generalizzazione. Così come ogni bambino è diverso e ha bisogno di essere seguito in modo diverso, anche ogni genitore è diverso, ha la sua storia, le sue convinzioni, le sue priorità, ed in base a quelle deciderà come seguire i suoi figli.Noi siamo genitori che fin dall'inizio hanno messo poche regole, poche ma ferme, quasi tutte centrate sul tema della sicurezza: assolutamente vietato giocare con le monopole del gas, vietato anche giocare con funi, cordini, fili di vario tipo, concessa l'altalena in casa ma solo con materasso di sicurezza sotto, vietato anche camminare da soli per la strada senza essere o legati (sottolineo legati) al passeggino o, in alternativa, assicurati alla nostra mano, con una delle figlie che aveva tendenze a scappare abbiamo usato anche le briglie da bambino.Eppure non siamo paranoici, non siamo apprensivi altre la media, ansiosi od oppressivi. Infatti i nostri figli sono persone serene e senza particolari paure.Il fatto è che i pericoli esistono e le tragedie accadono, vedi quella povera bimba di 5 anni annegata a luglio a pochi metri dalla riva. Le sperimentazioni sono importanti per i bimbi, ma devono essere proporzionate all'età, al livello di sicurezza irrinunciabile, che è quello della sopravvivenza. Ma vi sembra accettabile per un genitore mettere a rischio la vita del proprio bimbo perchè 'deve sperimentare'?A me no.Condanno l'americana, senza assluzione.Mareallalba

  26. Elasti , sei riuscita a estevillare l’hobbit piccolo… Sei una spanna oltre tutte le mamme italiane medie. Io non ci riesco neanche con il pensiero, nonostante chiunque me lo consigli ha figli sani e giusti, non fa per me, niente da fare, preferisco svegliarmi 3 volte ogni notte e sperare che quando compie un anno gli passa. Per il resto sono sicura che anche se non sei un’estrema fanatica sei una mamma sana e giusta anche tu, non traspare ansia dai tuoi racconti e per me sei un modello ammirevole. Si certo, ancora non hai imparato a far lanciare gli hobbit con il paracadute rotto giu dalla rupe o mandarli sott acqua con le bombole vuote ma c’e sempre tempo! Rots ps vorrei scusarmi per tutti i miei commenti sgrammaticati, il fatto e’ che da un bel po’ e per un bel po’ sono su un isola deserta dove posso scrivere solo tramite un telefonino e mi accorgo sempre troppo tardi degli innumerevoli errori. Scusatemi tutti

  27. beh…io mi sarei immersa con lei. e avrei fatto quello che faceva lei. tirandola fuori nel momento del bisogno o lasciandole scegliere se vedere andare a fondo anche io. con il mio piccolo facevo così. mi ha salvata un paio di volte.

  28. io sono seguace della filosofia barese del "resto appresso"…cioè il già citato "guarda che ti fai male, così ti fai male, se ti fai male avrai il resto appresso…" insomma, avviso ma lascio fare…ma vigilo strettamente…in ogni caso non esporrei mai mia figlia all'imponderabile, come la mamma americana in questione…in questo senso il fiume è proprio il peggio, è come lasciarla sola sulle strisce pedonali pensando di essere in grado di tirarla via un attimo prima che sia investita. Va bene la disinvoltura ma la mania di onnipotenza materna mi infastidisce quanto l'ansia ingiustificata.M.

  29. Da neomamma adottiva quale sono non ho di certo ricette da consigliare. Credo comunque che la mamma americana abbia avuto un Fattore C considerevole, viste le insidie del fiume (da non sottovalutare mai), e che su questo Fattore faccia un po' troppo affidamento. Certo, lasciare che i figli sbaglino da soli mi sembra cosa buona e giusta, ma aiutarli a non suicidarsi mi sembra altrettanto ragionevole. Qualche passo nell'acqua freddina del fiume ok, ma se la mamma arriva prima del glu glu è meglio… baci da nikita65

  30. Mah.Io mi sono scottata a 4 anni con un ferro da stiro e ho un'ottima scusa per non doverne mai più avvicinare uno.'Sai, il trauma..'Appoggio l'approccio americano.Anche se non ce la farei a metterlo in pratica allo stesso modo.Fermo restando che le insidie del fiume per una mamma che superi il metro e quaranta sono praticamente nulle nel punto in cui una bambina di 4 anni va sotto con la testa.

  31. Credo che la mamma americana non fosse poi così serena, ma forse manifestasse calma apparente perché voleva che i figli captassero quello stato d’animo in modo da non influenzare il loro agire a priori. A volte per un bimbo basta sentire “l’elettricità” che emana una madre per capire se lei è d’accordo o meno e se si vuole far sbagliare da soli i nostri piccoli occorre essere neutrali.
    Io sono una di quelle iper ansiose (mia figlia ha 2 anni e mezzo va da sola sullo scivolo&co., ma dentro di me ancora tremo!), però cerco di Fre il possibile per non far trapelare il mio stato d’animo le volte in cui mi rendo conto che è esagerato.
    E comunque Elasti si prenderà pure qualche libertà narrativa, magari la falcata materna non è avvenuta all’ultimo secondo, ma per creare suspense ce l’ha raccontata cosí. No?
    Alessia

  32. # 85sempre per evitare le generalizzazioni c'è fiume e fiume… siccome sono padana (solo di provenienza geografica), suggerisco di evitare questa sicumera nel Po, dove buche e correnti hanno fatto spesso vittime tra adulti, non solo bambini, ma anche i corsi d'acqua minori non scherzano.La signora era del posto e si presume conoscesse le caratteristiche del fiume in questione, ma per citare Eraclito "tutto scorre", dove la corrente passa non lascia nulla di immutato, basta una piena ed i fondali cambiano… non è per fare i catastrofisti ma certi eccessi di sicurezza è meglio evitarli.

  33. Ho riso fino alle lacrime….Sperimento questa esatta sensazione ogni giorno in Austria con le mamme locali. Il che e' un indizio a favore della tesi di mister incredibile: siamo noi italiane le mamme apprensive.

  34. Azzzolutamente d'accordo con l'american way: mia figlia da quando si è scottata con l'accendino (sotto i miei occhi vigili) ha il giusto rispetto per il fuoco, e da quando cadde in piscina da piccolina (con me accanto che la tenevo d'occhio ma non la trattenevo) pur non avendo affatto paura dell'acqua ha imparato che vi si può anche cadere dentro.Purtroppo i metodi "ne noantri" sono assai più castranti che educativi!

  35. Microsoft Office 2010 is so great.
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