Nonsolomamma

analytical marxist

elastigirl torna a casa dall'ufficio. ore 18,30.

"ciao, mister incredible. cosa stai leggendo?"

"un paper di lavoro"

"che si intitola…"

"si intitola: a future for analytical marxism?"

"bella domanda…"

"lo è sul serio. scusa però, ora devo lavorare"

"ma cos'hai sulla fronte?"

"niente"

"come niente? hai un tondo, come fosse una moneta, paonazzo, proprio nel centro della fronte"

"no, ti sbagli. sarà la luce…"

"la luce? no, guarda, si vede benissimo. sembra… non so, un'ustione rotonda, un marchio. come te lo sei fatto? proprio lì poi… fa impressione"

"su, fammi lavorare un altro po'. ho bisogno di un'ora ancora e poi sono da voi"

"uffa… è da stamattina che sei chiuso qui dentro a leggere paper improbabili!"

"lo so, ma è il mio lavoro! lasciami finire, dai!"

"va bene, vado. comunque quel cerchio lì è ben strano…"

"non è niente. te l'ho già detto. non fissarti"

"ciao mamma!"

"ciao hobbit grande! hai visto il bozzo rosso sulla fronte di papà?"

"quello? ah sì, certo!"

"non stavi giocando a il buono, il brutto e il cattivo con i tuoi fratelli? la mamma ed io stiamo parlando di marxismo analitico"

"no, veramente stavamo parlando del marchio a fuoco che hai sulla fronte"

"tranquilla, mamma. è un segno normalissimo per uno che ha passato il pomeriggio nel far west insieme a noi, con una freccia a ventosa attaccata in fronte. vero papà?".

90 pensieri riguardo “analytical marxist

  1. trovo il metodo della madre cinese raccapricciante, per quanto ovviamente anche l'eccessiva preoccupazione delle madri occidentali (diciamo pure italiane) sia ugualmente insensata. Ma è così difficile trovare i giusti compromessi? io al posto di quelle due ragazzine, o mi sarei uccisa o avrei ucciso mia madre!

    comunque il post è tenerissimo!
    teresa

  2. C'è di buono che, con un po' d'esegesi, è facile dedurre cosa ELASTI penserà del sistema applicato dai compagni maoisti della Repubblica Popolare Cinese, ultimo baluardo all'imperialismo: da brava donna di sinistra, sposata con un intellettuale marxista-leninista, i metodi educativi nazisti non le stanno simpaticissimi: cfr. http://www.nonsolomamma.com/post/10279750/il-sonno-di-estivill-genera-mostri
    Però dipende dalle persone: la elasti-latra n. 33 ha subito il metodo cina con ottimi risultati, la compagna di classe della elasti-latra n. 42 col metodo cina ha sbroccato.
    Penso sia un po' come l'accademia dei marines a quantico, o l'accademia di Ufficiale e gentiluomo (richard gere, ): non è per tutti, ma se riesci ad uscire da lì poi non ti ferma più nessuno. Difatti i cinesi, zitti zitti, si stanno comprando l'europa (vedo il pireo), dopo essersi comprati l'africa.

    Hasta la victoria siempre

  3. Prima di attaccare a mazzate la mamma cinese (Amy Chua) leggerei anche questo articolo scritto da un giornalista che ha deciso di intervistarla dopo tutto il vespaio generato:

    http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=/g/a/2011/01/13/apop011311.DTL
     

    In pratica il primo articolo e' un estratto dal libro da lei scritto, un po' estrapolato dal contesto pero'.

    Infatti, nell' intervista che rilascia al giornalista, tra le altre cose, dice che:
    "I was very surprised," she says. "The Journal basically strung together the most controversial sections of the book. And I had no idea they'd put that kind of a title on it. But the worst thing was, they didn't even hint that the book is about a journey, and that the person at beginning of the book is different from the person at the end — that I get my comeuppance and retreat from this very strict Chinese parenting model."

    E pure:

    "That's what leads to the "humbling" mentioned in the coverline: The book climaxes with a wrenching confrontation between Chua and her indomitable younger daughter, Lulu, who has resisted Tiger Parenting throughout her childhood. It's she who ultimately makes Chua accept that she's gone too far, and vow to change. And, as it turns out, letting Lulu make her own choices doesn't prove to be the disaster that Chua fears."

    Comunque leggetelo tutto per farvi una idea piu' completa.
    Iaia.

  4. Non capisco lo stupore a proposito dell'articolo sulla mamma cinese, se non erro la Cina è ancora il paese dei diritti umani negati, il paese dove fanno le peggio cose agli animali (mai sentito parlare delle pellicce di cane e gatto che poi ornano le giacce e i cappottini in vendita a poco prezzo?), è il paese dove si vieta il visto di uscita ad un premio Nobel "scomodo", è il paese dove i bambini lavorano, sfruttati, nelle fabbriche.
    Tutte cose comodamente dimenticate quando ci sono le Olimpiadi o quando c'è da combinare qualche buon affare, tipo quelli che sta combinando il governatore della mia Regione (o regione? in questo caso parlo sia di istituzione che di territorio) con lo splendido risultato che le aziende delocalizzano e fanno affaroni risparmiando e la genre qua rimane disoccupata.

    Mi scuso per la lunghezza e le veemenza.  

    MarinaM

  5. Il caso del Giappone forse è ancora più spettacolare: a Tokyo c'è praticamente una città nella città, che composta da barboni: sono generalmente uomini che per motivi x hanno avuto un tracollo lavorativo, e dalla vergogna non hanno piu' avuto il coraggio di tornare a casa. Non so bene come funzioni in Cina, ma mi pare che la mamma-tigre sia coerente con questa mentalità.

    PERO' : trovo che ci sia qualcosa di buono nell'educazione-tigre, cioè il fatto di non arrendersi subito all'idea che il bambino "non sappia" fare qualche cosa, dandogli  un alibi per non provarci nemmeno e magari cadendo nelle cosiddette profezie autoavveranti (non ci riesce perché è il primogenito, perché ha i capelli rossi ecc.). La prof. Chua racconta di essersi incaponita ad insegnare il pezzo al pianoforte con la seconda figlia, perche' la prima figlia lo sapeva già fare alla stessa età. Se avesse detto alla seconda "ok, non ci riesci, tua sorella è più brava", forse avrebbe fatto più danni alla sua autostima in questo modo.

    Ma le mie sono parole astratte e al vento, eh.

  6. A corollario di questa discussione sulle mamme cinesi segnalo, premettendo di non averlo ancora letto, né d'essere in conflitto d'interessi lavorando al 'Foglio', questo articolo sul numero di oggi, peraltro scritto da una compagna laica, democratica e certamente di sinistra

    La meglio educación – di Barbara Palombelli

    Elogio della famiglia, zie e nonne comprese. Così si crescevano i figli nell’era pre femminista. Tutti educavano tutti: potevi beccarti uno scappellotto anche da uno sconosciuto

    Più tardi lo leggerò. Se la nostra ELASTI-dea non avesse ancora parlato, riferirò quello che dice alle altre ELASTI-latre.
    Hasta la victoria siempre!

  7. allora io?  Per scelta mia e di mio marito non abbiamo comprato il ds ai bambini perchè secondo noi è un gioco che isola e che crea dipendenza.
    Loro non dimostrano di sentirne la mancanza anche se ci han tenuto a sottolineare il primo giorno di scuiola dopo le vacanze che loro sono stati gli unici delle loro classi a no aver ricevuto il nintendo.

    Ho detto loro che dovevano considerarsi dei bambini privilegiuati perchè potevano disporre di tutta la loro fantasia per i giochi.

    Effettivamente loro son bambini davvero fantasiosi specie Luca che la sua maestra mi dice sempre che ha spesso la testa nelle nuvole, io faccio un espressione preoccupata ma penso Wow è fantastico, perchè la fantasia è davvero una manna santa pe ri bambini e non solo e la il video game secondo me l'ammazza.

    E' vero che abbiamo la wii da un anno ma grazie al cielo i giochi della wii si posso no condividere e comunque ci si muove, e coinvolgiono tutta la famiglia.

    Ho visto cose aberranti giuro! Bambini invitati a feste di copmleanno isloati nei loro ds!!!

    +++

    Ora io non so se la mamma cinese avesse più o meno ragione, ma seconmdo me la nostra società sis ta omologando pericolosamente, al nulla. 

  8. Ho letto l'articolo della Palombelli sul  'Foglio' di oggi, purtroopo non l'hanno aggiunto sul loro sito. Dice sostanzialmente – giacché occupa un'intera pagina, riassumo con concinnitas estrema – che una volta – anni '50 – c'era una rete di supporto per i genitori: tate e nonni per i piccoli, preti/suore dalle elementari, poi scout. Ciò permetteva anche a chi non era ricco di avere parecchi figli, e di mantenere un certo distacco e rispetto fra genitori e figli. L'educazione veniva insegnata un po' da tutti, dal bigliettaio del tram, dal bidello della scuola, dai professori, e se ci scappava uno scappellotto i genitori erano i primi ad essere d'accordo. Oggi corrono a citare in giudizio professore e scuola. Poi si era tutti più poveri e tutto era più bello etc.
    Notevole intervento per una come la Palombelli che vive ai Parioli e sulla collina Fleming, coi figli che vanno alla scuola inglese dei legionari di Cristo.

    Hasta la victoria siempre.

  9. ah ah ah, anche a mio marito è successo: il terzo occhio da ventosa.

    Indubbiamente i tempi sono molto cambiati e i figli di oggi sono iperprotetti e iperviziati e una volta avevano (avevamo) più rispetto per gli adulti, che può sembrare brutto e meno amichevole ma è anche sano, senza esagerazioni naturalmente.
    E' un cambiamento della società tutta. Forse per i nostri nipoti ci sarà un ritorno alla severità -non alla cinese- continuando a giocare al far west?

  10. Close tu scrivi:

    La prof. Chua racconta di essersi incaponita ad insegnare il pezzo al pianoforte con la seconda figlia, perche' la prima figlia lo sapeva già fare alla stessa età. Se avesse detto alla seconda "ok, non ci riesci, tua sorella è più brava", forse avrebbe fatto più danni alla sua autostima in questo modo.

    Bè….secondo me è una cosa veramente da brividi…

  11. premetto che non ho letto l'articolo cinese, ho solo capito che ha un educazione in cui si pretende molto dal bambino.
    Mi stupisce il fatto che abbia un secondo figlio, forse non vive in Cina dove è ancora vietato avere un secondo figlio tranne per alcune popolazioni agricole.
    Ho visto un servizio giornalistico (non sulla TV italiana) che faceva vedere certe sfaccettature della società cinese odierna, e certe conseguenze di questo arricchimento.
    Avendo loro un solo figlio, i genitori si indebitano per investire sul figlio, offrendogli gli studi migliori possibili. Perché è il loro investimento per la vecchiaia non essendoci politiche sulla sanità e poca pensione o nulla.
    Il problema è che da poco, i suicidi nei giovani ha avuto un aumento esponenziale. Tutte queste aspettative creano troppa pressione e se disattendono le aspettative e gli investimenti dei genitori, si tolgono la vita.(un pò come i giapponesi, ma per ragioni un pò diverse).

    La giusta via è quella di mezzo.
    Il "Bambino-re" viziato e a cui non si nega nulla, e il mondo gira intorno a lui, diventa un adulto incapace di fronteggiare le difficoltà della vita, e molto altro. Il "bambino-re" è una novità degli ultimi 20 anni. Prima il bambino aveva tutto un altro status nella società (perciò lo scritto della Palombelli).

    Serenità

  12. ho apprezzato molto il tuo articolo su D.
    finalmente, nero su bianco, quello che davvero succede nell'ambiente di lavoro alle lavoratrici madri.
    brava.
    chiara

  13. Ma una volta i marxisti non se li mangiavano i bambini? Io le frecce a ventosa le usavo per farmi gli orologi in alternativa al morso sul polso. Funziona, diglielo agli hobbit 😉

  14. ….73…il morso sul polso per fare l'orologio…mi hai rimandato indietro di una quarantina d'anni tutto d'un colpo (che la macchina del tempo in confronto a te è na ciofeca)..non credo che i bambini di oggi usino simili strattagemmi, mi sa che hanno  costosi e raffinati orologi, non hanno bisogno di usare le arcate dentarie. Ma se così è si perdono parecchio: i minuti e le ore che scorrono sull'avambraccio scavato dai denti sono davvero speciali (spero quindi di sbagliarmi, che si usi ancora)
     http://www.nonnasidiventa.blogspot.com/

  15. Con una freccia a ventosa, mio zio più di 40anni fa distrusse un'intera parete piastrellata da cucina.
    Era un regalo della Befana, rubato la notte del 5 gennaio mentre tutta la casa dormiva. Almeno fino a quel momento.

  16. è vero, che flash il morso sul polso!

    senti elastigirl, io avrei una curiosità da tanto tempo: ma mr. incredibile è uno dei rari intellettuali che si può vantare di aver letto "il capitale" (das kapital) versione integrale ?  🙂

  17. O Elasti-dea, m'associo alla richiesta di CloseTheDoor di illuminarci su questo punto esiziale, ontologico direi. 🙂
    Se la risposta fosse sì, Mr. Incredible guadagnerebbe un milione di punti
    Se poi fosse: "sì, e nella versione originale in tedesco", cento miliardi di punti e monumento crisoelefantino.

    "Un'elastigirl s'aggira per l'Europa"

  18. E così, adesso, riconosceremo Mr I da un bozzo rosso e tondo sulla fronte e gli Elasti-afficionados da un bozzo rosso e tondo sul polso!!! Perché anche voi, dite la verità, vi siete morsi sorridendo, o sono solo io la pazza nostalgica???
    Ce

  19. @close, avevo capito che ci si dovesse mordere il polso per ricreare un orologio virtuale, ma nella mia infanzia pur trascorsa in Italia, non l'ho mai visto fare a nessun bambino, ne a scuola, ne dai vicini di casa, e non l'ho fatto nemmeno io…

    In prima elementare, a scuola ci hanno insegnato a leggere l'ora, e praticamente tutti avevamo un orologio vero al polso… il mio aveva paperino che con le braccia segnava l'ora.

    Da qui il mio stupore, prima per l'idea stessa, e poi nel leggere che molti lo facevano ed era un gioco comune… tutto lì…

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