Nonsolomamma

effetti collaterali

"dove porco cane è il sole 24 ore che stavo leggendo? si può sapere perché qui dentro appena uno si distrae, arriva un bastardo che se ne approfitta?"

"prendi pure il mio. lo leggo più tardi, quando tu hai finito"

"non posso fare l'apertura domani. io ho bisogno di dormire e anche di fare colazione con calma, senza contare che l'apertura è un turno di merda che mi fa schifo"

"apro io volentieri al tuo posto, se vuoi"

"già, e poi chissà cosa mi chiedi in cambio…"

"niente, apro gratis, per il piacere di farti un piacere"

"questo è un posto di psicopatici nevrotici. vi odio tutti"

"dici davvero? io vi trovo adorabili"

"fa un caldo porco. sembra di lavorare in un rettilario"

"mah… a me sembra che ci sia una temperatura ideale"

"alle 12 c'è la conference call, io ho un appuntamento a pranzo all'1, la collega S pure, il collega R va in piscina alle 2, la collega I è in ferie mezza giornata e lo stagista è scaduto. gli altri sono tutti fuori. la redazione resta vuota fino alle 3,30, è inammissibile"

"nessun problema: vi aspetto e vado a pranzo alle 4. tanto non ho fame"

"elasti, ma che ti succede? ti sei rimbecillita? hai la sindrome di santa maria goretti? cos'è quel sorriso estatico da pazza illuminata? perché sei così fastidiosamente di buon umore? perché dici sempre sì? che cos'hai?"

"ho il part time".

99 pensieri riguardo “effetti collaterali

  1. Faro' leggere il tuo post al mi capo!!!
    Lavorare ai ritmi giusti prta beneficio a tutti…..io e' da un po' che lo dico!
    ciao
    Cla

  2. Ammetto: se avessi un lavoro, mi godrei molto di più ogni singola sfaccettatura dell'argomento… ora come ora provo solo invidia… full time, part time, basta che sia un lavoro!
    Comunque ogni tuo post, Elasti, è fonte di ispirazione e delizia!
    Una Nuova

  3. Per anonima 49.
    Ti capisco perché a volte (raramente, grazie al cielo) anche mio figlio quattreenne mi ha fatto questo scherzo all'asilo. Non si va via felici, anzi….pensando poi che il pargolo lo si rivede solo a sera. Pero' loro sono molto furbi, spesso, mi raccontava la maestra, appena il genitore esce, il pargoletto smette di fare la frigna per dirla all'Elasti. Mi piace pensare che sia così, che sia solo un capriccio. Tra l'altro riservato solo a me, perché quando lo accompagna suo padre non fa una piega. Pare un altro bambino. Tutto preciso e ubbidiente.
    Chicca
     

  4. Estasi a parte, che comunque non mi par poco, si lavora meglio e si lavora di più! Questo è il paradosso del part-time. Sono certissima che per tanti lavoro ninetofive la riduzione dell'orario di lavoro avrebbe l'unico effetto di vedere impiegati più sereni, lavorare meglio ottimizzando il tempo.
    Rinnovo le mie congratulazioni!

  5. @ Profi 54, mi piace come riempi il tuo tempo quando sei a casa con i tuoi figli! In un mondo ideale, alle mamme che hanno bambini piccoli e che lavorano, darei per default il part-time! Poi magari quando crescono, e sono autonomi, e la mamma lo desidera può (volendo) reintegrare il full-time! Noto con piacere che se qualche anno fa era quasi impensabile, ora molte più donne lo ottengono… quindi chissà mai che il mio sogno non si realizzi?

    OT: brava Ce_Cecilia, hai fatto bene a registrati, benvenuta! (mi sono un pò allargata a fare io gli onori al posto di Elasti, spero mi perdoni…)

  6. @parte in causa

    tu devi essere di un altro pianeta. Part time significa stipendio dimezzato: questo è il problema, parte in causa. L'organizzazione è un'altra cosa. Anzi. Nei call center per esempio preferiscono associare due turni part time piuttosto che tenerne uno full, ma per un semplice motivo (oltre agli sgravi fiscali): l'affaticamento dopo 3 ore si fa sentire, e il servizio ne risente. Quindi meglio far morire le persone di fame, o costringerle a due part time in due società diverse, chi se ne frega, per così dire cazzi del lavorante.

    E' quindi ovvio che il part time garantisca l'azienda, e meno il lavoratore, e questo nella stragrande maggioranza dei casi.

    Facendo il part time per scelta, la domanda è: il resto del tempo verrà retribuito? La scelta risulta quindi coraggiosa.

    Il modello di lavoro che esalta il parti time penso che sia applicabile – come intelligentemente sostiene Vendola –  su categorie molto ristrette di individui. Su individui estremamente colti, e dotati di professionalità versatili. Cioè sulla minoranza della popolazione.

    Oppure, su questo pianeta posso decidere di fare un part time in una portineria, e la sera fare il metronotte. In questo caso ti suggerisco per ispirarti Asimov, ovviamente dopo Elasti. Risulterei organizzatissimo. Potrei per esempio scrivere per la redazione, e la sera garantirne la sicurezza come metronotte.

    Forse però intendi che il restante 50% del tempo lo si può impiegare per esempio lavorando ancora, ma a un altro progetto, per esempio un libro. E allora ci intendiamo.

    maestro

  7. ciao…anch'io voglio il part-time, anzi lo RIVOGLIO…… me l'hanno appena tolto dopo 7 anni, e senza dirmelo prima. BASTAAAAAAAAAAAARDI!
    Adesso mi ritrovo con due creature da piazzare, i compiti da fare, le tabelline da imparare, ecc.ecc…..HELP 😦

  8. Io non dormo la notte perché devo dire al mio capo che chiederò l'astensione facoltativa di maternità, anche se so che è un mio diritto mi sento un'approfittatrice!
    E' proprio vero che la sindrome da scolaretta non passa neanche con l'avvicinarsi dei 40…

  9. Ciao, purtroppo temo che, come dice Maestro, davvero quando parliamo di lavoro parliamo di molti pianeti diversi. L’esempio che lui cita è quello del call-center, che per l’appunto non è che sia quello più luminoso, in termini di garanzia dei diritti del lavoratore. 
     
    L’idea di “parte in causa” comunque non mi sembrava così peregrina: non necessariamente il part-time equivale ad un dimezzamento delle mansioni che si svolgono all’interno dell’azienda. Questo vuol dire che in orario ridotto si possono fare,con la giusta organizzazione, tutte le cose che si facevano prima. Perchè non è affatto scontato che le canoniche 8 ore siano necessarie per realizzare gli obbiettivi della giornata e che, per contro, il part-time corrisponda automaticamente ad una riduzione della capacità produttiva. Un ‘azienda ( e ce ne sono, non so quante in Italia, ma ce ne sono) sensibile a queste problematiche è in grado di valorizzare i dipendenti che attraverso una gestione flessibile del proprio tempo di lavoro conseguono i medesimi obbiettivi di quando lavoravano con un orario “standard”. Naturalmente penso che sia discriminante quello che si fa, per il fatto che se il tipo di mansione richiede una presenza fissa in un posto preciso per un numero x di ore, il  discorso si fa più complesso.
    Parlo per esperienza personale: dopo due maternità in due anni (con intervallo lavorativo di 4 mesi fra la prima e la seconda), la mia azienda mi ha offerto una promozione ( da non credersi…), con contratto part-time, investendo sulla mia capacità di organizzarmi il lavoro in maniera non convenzionale, una modalità cioè che garantisse da una parte la routine su 5 ore per 5 giorni settimanali e dall’altra una presenza nei momenti clou, e nelle trasferte essenziali al mio lavoro ( che non sono molte, 2-4 all’anno).
    Dal lato contibutivo invece ( mezzo orario=mezzo stipendio) non ho competenza per esprimermi. Segnalo solo il dato che, confrontandomi con le colleghe assunte full-time, non mi pare di essere così svantaggiata. In proporzione, ho constatato che la riduzione dell’orario non è direttamente proporzionale alla riduzione dello stipendio, almeno nei contratti a tempo indeterminato del settore commercio.

    Quello che mi incazza, come donna, mamma di due e lavoratrice, è che mi dicano che "sono stata fortunata",  e non che mi sono fatta un mazzo così, (e non sono mica l'unica a farselo), e che mi sono guadagnata il diritto di scegliere la flessibilità, e che questa modalità è, fra l'altro, una cosa non solo auspicabile per tutti, ma possibile, a volerlo…

    Un evviva e un abbraccione a Elasti

    Grace

  10. Grace: lo stipendio finale è più della metà, perché diminuendo la cifra 'lorda' diminuiscono anche le trattenute ecc.
    Comunque, dato lo stipendio stratosferico che prende Elasti, anche la metà basta e avanza per mangiare aragosta e caviale tutti i giorni, brindando con Dom Perignon come faceva Sordi nei Vitelloni: "Lavoratoriiiii!"

  11. Elasti, gioisci, che invidia provo! Io l'ho chiesto, 6 ore, mica tanto! Ho chiesto 1 anno, ma di fronte alle prime difficoltà ho chiarito che mi bastavano 6 mesi, per problemi organizzativi gravi che a settembre si risolveranno. La risposta è stata no. Con anche prese in giro, tipo "vedrai che presto, quando finirai l'allattamento a 6 ore, sarai più contenta anche tu, e meno stressata, perchè avrai più tempo per finire i lavori!". Certo, perchè adesso, a 6 ore, faccio tuttto il lavoro lo stesso. Ma sembra che io abbia chiesto la luna, e così non me l'hanno data. Sabato prossimo la mia secondogenita compie 1 anno, ed inizierà l'inferno. Sono preoccupata, amareggiata e molto, molto arrabbiata.

  12. Quel che volevo dire relativamente al part time è semplice.
    L'azienda se ne strafotte del fatto che si lavori part time: gli obiettivi restano tali. Quindi il carico di lavoro è spesso superiore a quanto è in realtà fattibile. Va ricordato che l'azienda è orientata al profitto. A meno che sia un'organizzazione no profit. Ma, detto tra noi, crediamo davvero che esistano le organizzazioni no profit?

    Dipende infine dalle politiche aziendali. Sta di fatto che la cosiddetta 'organizzazione' è spesso una scusa per pagare meno e far fare le stesse cose, se non addirittura per farne fare di più, costringendo il malcapitato a ricoprire mansioni sempre più estese. E' per questo motivo che passare al part time è una scelta coraggiosa. Poi ci sono le varie tipologie di mobbing cui ci si espone. Si può andare avanti a parlarne per millenni. Io ho per l'appunto tre ragazze in minigonna qua fuori che mi attedono. Detto questo, buona domenica e un bacio a Elasti la leninista.

    maestro

  13. n.69, allora parliamo anche della manifestazione di Ferrara di oggi.
    Io c'ero, non ho paura a dirlo anche se questo è un blog 'rosso'

  14. @ Maestro, è assolutamente vero che ogni azienda sia orientata al profitto, non esistono aziende totalmente no profit, e anche quelle se hanno un profitto più alto possono investire di più nelle opere di beneficienza o ciò per cui sono nate, quindi cercheranno modi per guadagnare di più!

    Dato per scontato che quello sia lo scopo principale di ogni azienda, e dato per assodato che il profitto è ottenuto soprattutto grazie alla forza lavoro (leggi impiegati) … incide per più del 60% e non per nulla il direttore RU è una delle figure più importanti in azienda, una preoccupazione di ogni azienda è come rendere la propria forza lavoro più efficace ed efficiente. (in modo che produccano di più).
    Una cosa certa (in questo gli americani sono più avanti) caricare le persone di maggior lavoro non è una vera soluzione, in quanto le persone sono stanche, c'è quindi un rallentamento del lavoro prodotto e maggiori errori. Non è quindi la strategia che le imprese migliori adottano! Le aziende leader usano altre strategie, alcune sono outsourcing (avvalersi di personale esterno per funzioni specifiche, come logistica, IT, amministrazione…) in questo modo riduccono i costi (i dipendenti sono anche il costo maggiore per un azienda).
    L'altro fronte è quello di motivare il personale, in parte agendo sull'ambiente (un luogo di lavoro informare dove i dipendenti possono arrivare al lavoro vestiti come meglio preferiscono, un ambiente informale ha un impatto non indifferente sulla qualità del lavoro delle persone. In poche parole cercare di avere dipendenti soddisfatti, avete mai visto gli uffici di Google, di Nokia, di Orange? e di molte altre aziende leader americane? Non sembrano uffici, non ci sono orari, sono basati su obbiettivi dati al dipendente, che volendo può anche lavorare da casa (così la Philips in NL, dove più del 70% lavora da casa e si organizza come crede. in quel caso c'è anche un risparmio sui costi degli spazi in ufficio, e hanno incontri 1 o 2 volte/settimana). In questa ottica, dare il part-time, rendendo felice il dipendente, lavorerà meglio, e sarà più produttivo… certo, in tutto ciò ci vuole un datore che sia "visionario" … nella storia solo i visionari hanno aperto la strada verso cose migliori.

    Maestro, si accerti che le nessuna delle ragazze che la aspettano fuori sia minorenne e sia imparentata con Mubarak (oramai decaduto)

  15. Non esiste il lavoro ma i diversi contesti. Tra un call center e una redazione giornalistica comunque c'è un abisso e non sono assimilabili. L'investimento dei call center sui dipendenti è nullo, sia in termini economici e che in termini di formazione professionale – e questo è uno dei motivi del suo successo. Molti di quelli che ci lavorano – ve lo dice una che ci ha passato moltissimo tempo – ci stanno proprio perchè traggono vantaggio da questo disinvestimento. I turni part time sono comunque sommabili e tanti dipendenti alla fine fanno orari pieni. In ogni caso – al call center che tu lavori tanto o poco bene o male je ne frega un cazzo – basta che la borsa sia piena alla fine. E la borsa è piena in vista dell'alto numero dei dipendenti. Siccome non ha vincoli contrattuali forti verso i dipendenti quando il lavoro è poco i dipendenti stanno a casa e non guadagnano – ergo mi pare proprio un esempio fuori luogo.
    Altri contesti professionali sono suscettibili di due fattori: la cultura che li permea, e la congiuntura economica in cui sono calati. Se i soldi ci sono, l'azienda è in attivo, e la mentalità non è troglodita si concepisce il fatto che le persone non si ammazzino di lavoro e ci si mostra duttili alle diverse opzioni contrattuali. E' un'esperienza che diverse persone fanno all'estero, in paesi come Francia Germania e Olanda. Naturalmente è anche una questione di riconoscimento di necessità di politiche per la famiglia. Perchè è nelle culture nazionali e aziendali capire che i figli si fanno e se i genitori non hanno soluzioni per la loro gestione lavorano male. Questi temi sono stati recentemente oggetti di convegni e si parla di un modo di fare impresa oggi che ne tenga considerazione.
    Ma se la cultura è miope sotto il profilo economico, e la congiuntura economica stessa è nefasta, non ci sono i soldi e non c'è la mentalità per investire intelligentemente sul personale. La crisi in Italia sta travolgendo moltissime piccole e medie industrie, nel nord est sono tantissimi nel panico, e la situazione così grave fa si che gli stessi impiegati full time siano spremuti come limoni e costretti a fare cose pazzesche – vedi Fiat. Chiaro che con queste circostanze chi prende il part time è visto malissimo e se è una donna è vista peggio. Chiaro che pagherà caro.
    Ma la commentatrice parteincausa – ci avete fatto caso? Si chiama "parteincausa", mi sbaglierò ma potrebbe essere una collega di Elasti. In ogni caso, Elasti lavora per un'agenzia grossa in cui girano ancora molti contratti a tempo indeterminato. Un'agenzia non italiana che dipende da investitori stranieri. Non escluderei che parteincausa parli con cognizione, perchè il posto di lavoro di Elasti è un contesto che può permettersi certe logiche.

     –

    Io oggi alla manifestazione ci vado, e spero che ci vadano in tanti.

  16. messaggio OT: ecco un altro punto di vista sulla manifestazione (trasversale, non rossa) di oggi (a scrivere è la giornalista Annalena Benini). 

    …..Quella di oggi sarà quindi una manifestazione contro il presidente del Consiglio, per chiederne le dimissioni. Molte femministe, che trent'anni fa si erano giurate di non fare mai più politica usando a pretesto le donne, adesso sono arrabbiate, sentono che la strumentalizzazione è pronta. Usare le bellissime facce delle donne per cacciare Silvio Berlusconi. Nemmeno questo è esaltante, in effetti: vorrei che Silvio Berlusconi venisse sconfitto da un'alternativa potente, da qualcosa di entusiasmante, da un progetto in cui credere (nel momento in cui accadrà, Berlusconi scomparirà in un attimo, perché non sarà più nei nostri pensieri), ma non dal giudizio morale sulle notti (per me, patetiche) con il Sanbitter e la mentina.
    http://www.nonnasidiventa.blogspot.com/

  17. Condivido in pieno il post di Zauberei. E aggiungo: c'è datore e datore. Le aziende straniere in Italia hanno, mediamente, maggiore sensibilità al "work-life balance". Elasti lavora per una società anglosassone, anche io non ho mai lavorato in un'azienda italiana, pur vivendo sempre in Italia.
    Oltre al part time, esistono concetti come flessibilità (agli uomini piace lavorare dalle 11 alle 20, alle donne dalle 8 alle 16), esiste il telelavoro (es.quando i figli sono a casa malati), insomma credo che alla nostra generazione convenga puntare su realtà estere in Italia.

    Tranne qualche rara eccezione, le aziende italiane impiegheranno anni per superare la logica del rimanere in ufficio a lungo=produttività , forse quando le nostre figlie affronteranno il mondo del lavoro troveranno le cose cambiate.

    E per le disoccupate che spesso scrivono consiglio: imparate il tedesco ! Tante società cercano ma non trovano, a tutti i livelli, persone con buona conoscenza del tedesco.

  18. io so benissimo il tedesco, sono anche laureata col massimo dei voti, ma a nessuna azienda cui abbia scritto inviando il mio cv è mai interessato.
    Una volta pensavo m'ero doluta di non aver fatto anche io la bocconi, la sfornamanager, poi in questi giorni sto leggendo della bocconiana tommasi (laureata con 105 alla bocconi)

  19. Mi rendo conto che io essendo contro il maschilismo e contro il berlusca non posso avvertire i conflitti di interessi che avvertano altre. Ma oggi vado alla manifestazione con una mia amica, non di sinistra e figlia di militari. 
    Questo perchè aspettavo da molto una manifestazione in questo senso, e perchè credo che questo governo abbia peggiorato un costume del paese, facendo del sessismo un punto dell'ideologia di governo. La mia amica allergica alla sinistra per retroterra ideologico e culturale riconosce che non ha una destra che la rispetti come elettrice e come lavoratrice. Pensa a Sarkò, pensa alla Merkel e fa paragoni. Sa che il tono della manifestazione è di sinistra, ma pensa che per se stessa potrebbe essere importante.
    Quando Prodi disattese le aspettative – avendo promesso un governo fifty fifty, e avendo dato alle donne pochissime cariche io lo contestai ovunque anche sul mio blog. Se ci fosse stata una manifestazione contro – ci sarei andata.
    Infine – so passati 40 anni dalle femministe storiche. Ora c'è una nuova generazione di donne e uomini che riflettono. Questa generazione ha altre coordinate, e un retroterra di pensiero diverso – con tanta gratitudine eh, ma il pensiero va avanti. Si aggiornasse un tantino la giornalista Boleni, della cui opinione ho rispetto, ma non tanto perchè non ci va, ma perchè ancora formula i pensieri in questo modo – lei come tutte le donne di destra che non colgono questa occasione – mi pare un tantino autolesionista.

  20. oh, ora sì che parliamo di persone imparziali e senza altri interessi che il rispetto per le donne…
    un momento…
    ma è la stessa Annalena Benini che è giornalista del Foglio di Giuliano Ferrara?
    la stessa che è la nuora di Vittorio Feltri?
    ehm
    imparziale? senza interessi?
    ehm

    ma fatemi il piacere!
    I.

  21. che bello….il part time finalmente, il tanto ambito part time….penso che tutti i tuoi lettori sono felicissimi per te…! 😉 io so di esserlo cmqe…

  22. Concordo in pieno con la 45, e sono convinta che il part time faccia bene a tutti, datori di lavoro e lavoratori, e la riduzione dello stipendio sia sicuramente compensata dalle tante spese inutili a cui si dà un taglio, da una maggiore consapevolezza del valore delle cose e dalla capacità di distinguere meglio fra necessità reali e indotte…
    Detto ciò… sono ipercontenta per Elasti e mi piace tantissimo poter condividere questa bellissima rivoluzione della sua vita!
    Lo

  23. Zaubereiiiii: Siccome non ha vincoli contrattuali forti verso i dipendenti quando il lavoro è poco i dipendenti stanno a casa e non guadagnano – ergo mi pare proprio un esempio fuori luogo.

    Ma chi te lo dice che i vincoli contrattuali NON siano forti? E' una semplice diceria. Se gli operatori dei call center ascoltassero questa diceria, non vincerebbero mai una causa.
    Eppure gli avvocati del lavoro le cause le vincono, e proprio con gli operatori dei call center. Poi lascia stare l'impegno scadente di alcuni nel proprio lavoro. Voglio dire. Il comportamento scorretto di alcuni è funzionale alle politiche aziendali scorrette, ma non giustifica tali politiche.

    I contratti, soprattutto quelli cocopro, omettono volutamente alcuni punti che sono dovuti per legge. Così uno crede che il vincolo non sia forte. Alcune garanzie permangono nonostante non siano espresse nel contratto. Gli avvocati del lavoro lo sanno. I dipendenti quasi mai. Certo occorre fare una causa, per apprenderlo, questo sì.

    Poi si può essere anche scienziati come me, e avere contratti ridicoli o meno. Ma queste cose accadono perlopiù in Italia, alla fine, dove il lavoro era un tempo rispettato, per così dire come le donne.

    ora vado a manifestare con alcuni maestri per le maestre. Forse ti incontro, Zauberei

    maestro

  24. "Se un uomo si dichiara femminista non c’è un minuto da perdere: su le mutande e via, senza pensarci un minuto”. Lo scriveva Natalia Aspesi nel 1978 in “Lui! Visto da Lei” (Bur)

  25. La manifestazione di oggi è stata trasversale, Giulia Buongiorno e Angela Napoli non mi risulta siano donne di sinistra ma stanno denunciando il problema etico – non moralistico – del comportamento personale di Berlusconi. Dei membri dell'Arma dei Carabineri hanno messo a verbale che sono stati messi a fare da scorta a cortigiane in baby-doll alle feste di Arcore. Che si vuole di più?

    Davvero non mi spiego come si possa non vedere il problema. Almeno, mi sento toccata, forse perché neomamma di una bambina. Se io la mia strada personalmente l'ho trovata, penso che questo signore ha solo 74 anni, e se fa come Andreotti… ce lo troveremo ancora fra 10, 15, 20 anni a farsi dare il numero di cellulare delle ragazzine come ha fatto con Noemi Letizia e chissà quante altre. Ma il problema a questo punto non è più nemmeno lui, è che ormai il guasto è culturale, sono troppe le donne che dicono "ma lasciatelo in pace" e troppi quelli che dicono "beato lui". Le donne forse penseranno che quelle che ci stanno sono tutte puttane, mentre gli uomini appena potranno cercheranno di emulare il loro mito, con le ragazze in cerca di un impiego – le quali che opzione avranno?

  26. Dolores :  trovo strano che proprio tu faccia questa osservazione. Comunque non è la prima volta che qui si parla di politica e per me, ma vedo anche per altre, il part-time rientra in una cornice più ampia dei diritti di lavoratori e delle lavoratrici. Che senso ha sfogarsi sulle discriminazioni verso le donne e le madri se non si parla mai delle possibili soluzioni?

  27. Sarà anche OT, ma sono appena tornata dalla manifestazione e sono piuttosto felice… Non vedevo, da molto, molto tempo, tante persone, così diverse, insieme. Arrabbiate, ma vive! A Torino era tutto bloccato, da piazza San Carlo a piazza Vittorio, la più grande d'Europa  (lo dice la guida!), completamente piena. Vorrà pur dire qualcosa, o no??? E, scusate, ma in un blog, dove si parla molto di come le donne vivano oggi (e l'ultimo post ne è un esempio), credo c'entri parecchio quello che proprio le donne sono riuscite a scoperchiare. Facciamo finta che non stia succedendo niente?

  28. ciao Elasti
    ti ho vista oggi alla manifestazione in piazza castello, con l'hobbit grande con il fularino rosso molto marxista!
    non avevo dubbi sulla tua presenza! ma non ti hanno invitata sul palco?!?
    un saluto affettuoso
    Serena

  29. Quoto Close!

    Parlare di politica non è affatto OT, il part-time, il diritto al lavoro, le pari opportunità, il rispetto della donne, sono politica, e sono parte di questo post che parla appunto dei vantaggi del part-time.

  30. Torno dalla manifestazione! Un sacco di gente! Un sacco di uomini! Di ragazzi giovani! Sono stata contentissima. Mi ha dato soddisfazione.
    Maestro bravo a essere andato! Elasti aspettiamo un resoconto:)

  31. Maaaa… non doveva essere una manifestazione apartitica e per la dignità della donna ?
    Per giorni ci hanno propalato sta cosa che poi alla fine si è rivelata la solita manifestazione anti Berlusconi ?
    Mah…

  32. caro maestro, mi sembrava strano che uno come te non avesse ancora risposto… ovviamente, come hanno già detto in molti, le tipologie di aziende sono tante e io in effetti mi trovo in una posizione privilegiata, forse come elasti. E detto questo, certo, chi sceglie il part time fa comunque sempre una scelta coraggiosa, perché SA che il suo stipendio sarà inferiore.
    Ma penso che a un certo punto si debbano fare delle scelte nella vita, soprattutto se ce lo si può permettere. E anch'io ho scelto di avere meno "potere", rinunciare a un po' di soldi, ma godermi la crescita dei miei figli.
    Non credo ci sia nulla di sbagliato.

    parte in causa

    p.s: anch'io c'ero!!
    p.s ": fortunatamente sono sempre andata al lavoro in pantaloni…e non perché avessi delle brutte gambe!

  33. @50: sono stata la prima a suggerire di camminare rasente i muri. Sono coscente che essere part time voglia dire prendere uno stipendio ridotto e pure avere meno possibilità di carriera perchè "tanto tu sei part time" (ed io lo sono all'80%), "perchè tu hai scelto la famiglia". Sono pochi i superiori che capiscono le esigenze di conciliare un lavoro indispensabile alla famiglia. Ma i colleghi pensano sempre che tu te ne stai uscendo prima di loro (che magari stanno pure lì a scaldar la sedia), che – beata te – ora hai tempo libero (mica per te ma perchè devi accompagnare i figli di qua e di là e magari li vorresti pure vedere crescere e partecipare alla loro vita).
    @41: con un nick come il tuo, sei sicura che non lavori?
    Roberta

  34. Cara Elasti,
    leggo sempre la tua rubrica su “D” e la trovo simpatica e interessante…specialmente per le mamme…anch’io come te e gran parte delle donne sogno il part-time,sarebbe come la quadratura di un cerchio,l’equilibrio perfetto tra lavoro e famiglia…Purtroppo si parla tanto di questa famosa “”conciliazione” per le donne ma poi nn mi sembra che la politica faccia molto x concretizzarla…l’unico part-time che ho trovato dopo la maternità è stato presso un call center che vendeva spazi pubblicitari per aziende,alle mamme con figli piccoli, come me, era garantito il turno al mattino,ma per il resto niente…contratto precario,niente malattia-ferie-permessi-tredicesima…e ovviamente se non porti i risultati la colpa è SOLO TUA!!!! Ho resistito 2 anni e mezzo,poi ho lasciato stare, da 2 mesi sono disoccupata e molto sfiduciata, cercare un part-time ti fa sembrare agli occhi degli altri (anche dei tuoi parenti prossimi) come una persona svogliata, che nn vuole faticare, mentre il senso è il contrario,si vuole lottare x l’equilibrio di cui sopra…ti ammiro x esserci riuscita,complimenti!!!!
    Un saluto

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