Nonsolomamma

suggestioni e svago

"c'è un'istruttrice il martedì sera che fa body pump, ha i capelli cortissimi, è muscolosissima ed è completamente senza seno. in teoria non sarebbe il mio tipo però la trovo fantastica"

"non so una mazza di edison"

"nella nuova sede avremo il bagno tutti insieme"

"alessio ha chiesto l'orario allattamento per aprile e maggio"

"sarà arrapantissima"

"ignorance has never stopped me writing stories"

"hai presente lisbeth salander di uomini che odiano le donne? tipo lei"

"ma è un maschio. mica allatta"

"anche i padri possono chiedere l'allattamento, se la madre lavora"

"cosa vuol dire tutti insieme?"

"maschi e femmine nello stesso posto, a fare pipì e cacca nello stesso water"

"nella nuova sede ci sarà anche la moquette"

"secondo me comunque è lesbica"

"questo è un posto fantastico se hai dei figli, se non ne hai è un incubo"

"che schifo! io non voglio trovare l'asse del water lurida"

"perché lo dici?"

"la moquette è un ricettacolo di acari. dobbiamo subito firmare una petizione contro la moquette"

"perché martedì scorso c'ero solo io al corso di body pump e lei si è rifiutata di farmi lezione. si è persa un'irripetibile occasione. evidentemente non le piacciono gli uomini"

"faremo pipì seduti, dai. quante storie"

"sei un mitomane"

"a me l'acaro fa venire l'asma e con l'asma si può morire. firmi la petizione?"

"hai dei capelli belli"

"nessuno è indispensabile qui dentro".

perfino l'inferno dell'open space, part time, diventa un luogo di suggestioni e di svago.

46 pensieri riguardo “suggestioni e svago

  1. "L'inferno dell'open space"? Io pensavo che ti piacesse, a parte lo sfinimento…
    P.

    PS: Seconda riga: in teoriE…!

  2. ah che voglia di chiacchiere da open space!!! io lavoro a casa sola soletta: io e il mio mac… però temo che dopo tanti anni non sarei più capace di lavorare in un ufficio con altre persone…
    non siamo mai soddisfatte! è come per le tette del post precedente: chi le ha piccole le vorrebbe più grosse e viceversa…
    un commento più banale di così… scusate casco dal sonno!
    buonanotte! 

  3. …io dico comunque beata te…sarà pure inferno, però è divertente..
    Mi mancano i bei tempi con le mie ex-colleghe ora amiche…condivisione di problemi e pettegolezzi, feroci prese in giro di alcuni colleghi, risate, lezioni di merengue e microsedute estetiche, intesa immediata e liti…tutto in quei 30 mq e in quelle ore sature di stress….

    Che nostalgia… 

    La deaKalì

  4. ma dai allora a milano non sono tutti perdutamente stacanovisti!! posso tornare a sperare!
    ho lavorato alcuni anni fa in uno studio milanese (anche io ambito editoria, anche se di suggestioni e svago e non finanziaria) e le 8 ore (8???? 9 10 11 12 e oltre……..) trascorrevano nel silenzio TOTALE. una TOMBA. tutti murati vivi, insomma un inferno. e infatti sono scappata. e pensare che era editoria di intrattenimento, ma io dico, ma allora ci si diverte molto di più tra quelli che dai profani sono visti come grigi burocrati col sole 24 ore in mano. 
    vedi la vita.

    @soleenuvole: cara ti capisco!! anche io ora lavoro da casa, io e il mio mac (e il compagno e la figlia e lo zio, tutti a casa!)
    all'inizio quando uscivo dopo un giorno (a volte anche più) di reclusione ero un'alienata. sorda ceca inebetita. ora va un po' meglio, ma lo stordimento è congenito e rimane.

  5. Pro e contro di open space: chiacchiere e compagnia, ma anche rumore e poca concentrazione, scambio di idee ma anche di microbi e virus.
    Soprattutto dopo la seconda maternità, agognavo un veloce ritorno al lavoro e ora siamo una piccola gabbia dello zoo con 11 animali di specie diverse che convivono a fatica con finestre aperte/chiuse, luci accese/spente, fancoil sigillati/al massimo, silenzio/rumore "scusa, puoi spegnere le cuffiette che mi dà fastidio il rumore della musica?" "vuoi una fetta di torta?" "..zzo! non quadro!" "Eccolo! il tacco della scarpa perso tre mesi fa" (E non abbiamo la moquette, vedi tu….). Un po' come sui mezzi pubblici che tu usi poco a causa della tua biclettaggine.
    Roberta

  6. Tutto sommato preferisco lavorare da casa, io e il mio portatile: non ho bisogno di vestirmi decentemente per uscire o di truccarmi o di rispettare orari fissi. Ma cerco di gestirmi come se dovessi uscire, vestendomi, truccandomi e cercando di rispettare gli orari sennò finirei per stare in pigiama tutto il giorno.
    Mi manca il contatto umano, quello sì. E allora esco e vado a fare un giro nel mio paesino per scambiare due chiacchiere con qualcuno.
    Ma stando a casa sono riuscita ad assistere i suoceri anziani e malati fino alla fine e ad allevare i figli senza troppo dipendere dagli altri. E ora ho anche il marito a casa in pensione, non mi sembra vero, possiamo ritagliarci i nostri spazi a tu per tu quando ci pare, a qualsiasi ora del giorno. Meglio di così non potrebbe essere!
    Antonella

  7. In ottobre siamo passati da un ufficio/appartamento all'openspace nel mega palazzo del Gruppo, tutto vetro e modernità. I tempi prima del trasloco erano come li descrivi tu: bagno o non bagno? open space o uffici singoli? leggende metropolitane a profusione.

    Ci siamo ritrovati in un open space senza finestre a stretta vicinanza, con la moquette per terra e i bocchettoni dell'aria condizionata sopra la testa (temo l'arrivo del caldo e quello che ne conseguirà).

    Oltretutto dividiamo lo spazio con un'altra divisione del gruppo, che si occupa di amministrazione e parlano in continuazione (sia per lavoro sia per piacere), cantano, fischiano, ascoltano la radio: sembra un pollaio!

    Io scrivo testi e progetti, faccio traduzioni, l'open space mi sta uccidendo. E' come ha detto qualcuno sotto: luce/buio, caldo/freddo, rumore/silenzio: non c'è modo di decidere autonomamente e mettere d'accordo una ventina di persone è difficilissimo.

    Dopo 4 mesi posso dire con certezza che preferivo il mio bugigattolo nell'ufficio/appartamento. Almeno avevo una finestra che potevo usare per mediare sull'aria condizionata, avevo una porta che potevo chiudere per concentrarmi o fare una telefonata senza il caos di sottofondo.

    Elasti, sai già se andrete in un nuovo open space???

  8. anch'io ho lavorato in open space per di più sottotetto. un caldo allucinante e  un sacco di rumore e gente che andava e veniva in continuazione. io poi ero vicino alla porta per andare in bagno. in quel posto mi hanno pure mobbizzato. ha un certo fascino strano perchè si è tutti insieme e non c'è minimamente il concetto di spazio individuale ma in generale lo ricordo come un incubo. no, lascia stare roba da venticinquenni, ora non ho più l'età! vedrai che la nuova sede sarà meglio.

  9. Ti leggo sempre, non commento quasi mai….ma il post dell'open space è da commentare!!
    Lavoro in un open space e lo odio!! O silenzio di tomba o mercato del pesce dove non senti nemmeno chi hai dall'altra parte della cornetta.
    A volte per scrivere una frase di senso compiuto (in italiano) devo concentrarmi e rileggerla un sacco di volte.
    Per fortuna ho due colleghe simpatiche con cui chiacchierare (fuori, perchè se dici due parole alla scrivania poi ti rinfacciano di "organizzarti le serate anzichè lavorare").
    A volte, se ci sono scrivanie libere ci trasformiamo anche in sala riunioni   così, tanto per non soffrire di solitudine…..

    Un bacione
    Annalia

  10. Comunicazione di servizio

    Quando apro il blog mi viene richiesto in continuazione di scaricare plugin mancanti e sconosciuti. E' una cosa iniziata due giorni fa contemporaneamente alla musica. Succede solo a me?

  11. Io ho molta ammirazione per questo saper stare tuo nell'open space e dei commentatori tuoi openspaceisti. Sicuramente la necessità fa virtù, ma non so quanti mozzichi allungherei in una sola giornata ecco.

  12. @exxxanonimo & ce_cecilia, anche a me esce l'avviso di plugin mancanti da un paio di giorni, e come ipotizza exxxanonimo sarà un refuso dello "hacker" (anche se non è il termine giusto) del tizio della musica

    Sull'open-space sono una super-esperta! Per anni ho fatto ricerca sociologica, progettazione, confronti con realtà internazionali, comportamentali, ecc… Di fatto, per l'azienda sono un salva-spazio e quindi salva-soldi. Tutte tendono all'open-space. Però, va saputo progettare, in modo da dare una certa privacy pur stando in mezzo agli altri, e si devono aggiungere spazi a prenotazione (tipo uffici minimi chiusi) per attività che necessitano silenzio e concentrazione. Uno li prenota e ci lavora per un certo numero di ore, o fa le telefonate che impongono privacy, o meglio che il cliente dall'altra parte non pensi di aver chiamato in un mercato generale. Occorre saper calibrare l'uso di piante che aiutano alla privacy, e inserire sistemi di "sound masking" per il rumore. Occorre anche incentivare il lavoro di team dove necessario nel gruppo che dovrebbe lavorare in quel modo. Ne ho progettati molti! Era un lavoro appassionante! Ed era ancor più bello vedere la soddisfazione e l'entusiasmo degli utilizzatrori. Non ci si improvvisa progettisti di open-space! Per farlo bene, c'è uno studio che si deve fare a monte per capire la cultura aziendale e quella degli utilizzatori, deve essere uno spazio nel rispetto totale di chi ci andrà a lavorare.

    Detto ciò, dove lavoravo avevamo un bagno "condiviso" uomini donne. In realtà, era l'antibagno con lavandino e specchio in comune. I WC li avevamo divisi, con sopra il segno "uomo" "donna". per il resto era come quello di Elly Mac Beal, quindi gli uomini ci vedevano quando ci truccavamo, quando ci lavavamo i denti, e noi loro, anzi si faceva insieme!

    Per la moquette, sono contro! Ne avevamo una "lavabile" americana, come fosse un pavimento in linoleum. Dopo poco era un vero schifo! L'abbiamo cambiata con un pavimento in gomma naturale. (io firmerei la petizione)

  13. @StellAnto hai c'entrato uno dei problemi del lavorare in casa! Se non fosse per accompagnare e riprendere la cucciola da scuola (evviva quando va a pallavolo e in piscina!), non metterei il naso fuori casa. Adesso, poi, il lavoro lo ricevo via mail quasi sempre (lavoro nell'editoria) e nelle rare occasioni che mi portano a Milano (dall'hinterland) mi sento un pesce fuor d'acqua… sensazione orrenda! 

    @Antonella tu hai c'entrato l'altro problema! ormai il mio armadio ospita quasi esclusivamente abbigliamento "da casa" e non mi trucco più da 7 anni! è comodo, non mi devo struccare la sera e mi pare d'avere più tempo… mi pare perché in realtà il tempo vola via in tante altre incombenze che prima (nella mia vita precedente) erano meglio suddivise con mio marito! Adesso, siccome "tanto lavori a casa", spetta tutto a me! 

    Sono incapace di organizzarmi diversamente e alterno lavoro alla scrivania con panni stesi, aspirapolvere e altre amenità: la giornata di lavoro non finisce mai e sabati e domeniche sono uguali a lunedì, martedì ecc., salvo che nei fine settimana ho tra i piedi marito e figlia! 

    Grazie a tutte voi (Elasti in testa) mi sono sfogata, perché in tutto ciò quel che più mi manca sono le chiacchiere… meravigliose, inutili, banali, fondamentali chiacchiere! 

  14. in ufficio/appartamento abbiamo un solo bagno "misto" mai avuto problemi.  ma che vi ha fatto un bagno solo? se è per quello io ho pure delle colleghe che non fanno centro!

  15. due parole per dire che mi ha appena scritto un sms la mia amica, mamma di Matteo, il bimbo che è nato dopo 18 ore di travaglio e trasportato d'urgenza da Mendrisio a Lucerna: sta bene, è sano e tornerà presto a casa con la sua mamma non appena riuscirà a bere 1dl di latte a pasto.  Il mio cuore ha fatto una capriola di felicità. E visto che ho condiviso con voi ed Elasti un momento di sconforto, vorrei condividere con voi questa gioia.
    Chicca 
     

  16. ciao chicca! non ci crederai ma ho pensato a quel bimbo proprio pochi giorni fa….anche i nostri cuori stanno facendo le capriole!!!!!!!!!

    un bacio al piccolo, alla sua mamma e a te..

    la comare

  17. oh cara cara cara Soleenuvole… che afflato di empatia, se tu fossi qui ti abbraccerei!! anche io UGUALE. col fatto che lavoro da casa tutti i giri burocratici in uffici vari di tutta la famiglia (anche di origine) spettano a me… e poi E' VERO a volte nn so neanche che giorno della settimana è… 
    anche io alterno ameni lavorucci casalinghi alla scrittura. con la conseguenza che la casa è un caos… sempre!! 
    però, a proposito di quello che diceva Antonella, la tentazione di restare in pigiama non ce l'ho. mi fa sentire malata. mi vesto ogni mattina di tutto punto.
    PERO' non tornerei MAI in ufficio. mi fa sentire così beatamente spensierata lavorare di notte, come quando studiavo all'università. oppure dormire fino a a tardi, se la pandorina al mattino la tira lunga. adoro poter fare le commissioni infrasettimanali, quando nei negozi nn c'è fila. che so, andare all'ikea di martedì mattina, quando è VUOTA. e restare a casa il venerdì sera. partire per i viaggi quando nn ci sono code e dimenticarsi che è domenica.
    snob. 

    StellAnto

  18. Carissima StellAnto ho leggiucchiato l'articolo, mi ha colpito lo stipendio medio… sono lontanissima dal guadagnare quelle cifre  ahimè!
    Del resto il lavoro che svolgo me lo sono accuratamente scelto per passione; peccato che nel corso degli anni le cose siano andate peggiorando…
    Bando alla negatività, come osservavi anche tu ci sono diversi aspetti positivi: posso fumare quando mi va (anche se non dovrei e se mi devo alzare dalla scrivania perché fumare in casa ce lo siamo vietato da quando è nata la cucciola); vado in posta-banca-supermercato ecc. ecc. quando so di non trovare alcuno; se una frase non gira, abbandono momentaneamente e mi distraggo con una lavatrice o con un giro su FB o qui da Elasti; sono presente nella vita di mia figlia, posso accompagnarla a scuola (le chiacchierate migliori le facciamo proprio nel percorso casa-scuola e viceversa) o a pallavolo e godermi la sua compagnia (cosa che tante mie amiche che lavorano in ufficio mi invidiano).
    Probabilmente non sarei più capace di tornare a dividere gli spazi di lavoro; oppure è solo questione di abitudine!

    @Elasti! NO MOQUETTE!!! NO NO NO!
    Bagno in comune: perché no.
    Che fine ha fatto Mr Incredibile?

  19. Belle teorie, Jasmine, sulle caratteristiche degli open space. Quella più praticata è il risparmio degli spazi e, conseguente, risparmio dei costi ma…. piante? solo se qualche anima pia ne porta un paio ma non c'è spazio nemmeno per quelle. C'è chi si ostina a tenere l'hard disk sulla scrivania sebbene sia da mettere sotto, con conseguente sbuffi di ventole varie, chi non la sgombra mai e quelli delle pulizie ci vanno a nozze nel non pulirla perchè non possono toccare i documenti. Se la legge sulla sicurezza nei posti di lavoro prevede che ci siano 80 cm tra una scrivania e l'altra, da noi non ce n'è mezzo di più (misurato!); stampanti nella stanza perchè in corridoio danno fastidio all'estetica e non ci sono stanze da riservare loro. Peccato sarebbero proibite. Tendine veneziane mai pulite e spesso anche rotte ma bisogna far fare 1000 preventivi in direzione centrale prima di sostituirle o ripararle. Ero appena rimasta incinta del primo quando hanno iniziato e non le hanno ancora messe nuove. Il primo ha otto anni e 4 mesi…
    In una realtà avevamo un unico bagno ad uso promiscuo per 9 persone fisse più gli aiuti estemporanei.
    Ma non lavorerei mai da casa, pena abbrutimento da pigiama.
    Roberta

  20. @ Roberta67, se chiamaste la ASL o i vigili darebbero multe stratosferiche alla tua azienda!
    Ti assicuro che in altre aziende la policy è ferrea, e l'openspace segue i criteri che ho detto sopra. Non posso nominarle ma in effetti sono grosse banche, assicurazioni, ecc… Hanno visto che se si mettono i dipendenti in condizioni lavorative migliori i profitti salgono (non sono orientati a fare "beneficienza", è tutto business oriented!).
    Sul fatto di lavorare a casa, era un tema che ho seguito con il team degli insegnanti di una famosa scuola di design dove i ragazzi  che aspiravano a diventare progettisti, dovevano progettare arredi per chi fa home working, appunto per evitare la pigrizia, l'abbrutimento da pigiama, e per fare quei pochi gesti che portano la persona che lavora da casa a sentirsi in ufficio e in un ambiente che stimoli l'attività lavorativa, con l'eventuale possibilità di ricevere "colleghi" o "collaboratori"  a casa e fare riunioni di lavoro. E' stata in esperienza. Chi lavora da casa spesso perde lo stimolo, occorre una persona molto disciplinata. Qualcuno ha creato uno studio in casa, e entrare in quella stanza, porta a cambiare atteggiamento psicologico, e cambiare modalità. Chi va in ufficio è più facilitato, c'è il rito del vestirsi, andare in ufficio, entrare in azienda e trovarsi alla scrivania circondato da un ambiente "lavorativo" (qualunque esso sia).

  21. vabbè, ma è incredibile, jasmine è esperta anche di open space, da non credersi. Senti jasmin, stasera mi prude parecchio il buco del culo – hai forse una buona cremina da consigliarmi? Ti ricordi quando lavoravi come specializzanda in quel reparto di proctologia… racconta, dai

  22. ho odiato l'open space.
    per fortuna l'esperienza è durata solo 3 anni, poi me ne sono andata, facendo una vera pazzia. licenziandomi.
    per me era la morte nera. 
    e in effetti credo che i miei guai di salute successivi provengano dalla disperazione che ho provato all'Inps, in quegli anni tremendi. super abbassamento delle difese immunitarie.
    era il 2000, più o meno. 
    Descrivo: ambiente enorme, il lato esterno finestrato ma con vetri non schermati, stesso ambiente sia per lavorare alle pratiche di disoccupazione che ricevimento del pubblico (normalmente super-incazzato).
    caldissimo d'estate, freddissimo in altre stagioni, chi voleva chiudere e chi aprire le finestre (che poi erano semichiuse di natura), gente che fumava anche se era proibito, sporco ovunque e tutte le pratiche polverose insieme a noi, continuamente a respirare quelle polveri.
    mancanza assoluta di privacy, ambiente malsano anche per le emanazioni dei computer sempre accesi, persone che ascoltavano la radio disturbando la concentrazione…
    un disastro!
    per sopravvivere avevo messo una scrivania in una specie di corridoio cieco, almeno ero un po' isolata,  in determinati momenti della giornata…
    secondo me è quanto di meno progredito ci sia nell'ambiente lavorativo. l'essere umano ha bisogno di intimità, di colori, di libertà, di ambienti salutari.
    abbasso l'open space.

    lasciando poi perdere l'organizzazione del lavoro all'Inps…ma questo è altro argomento.

    chiara

  23. Sono anche io esperta di open space, anche se ai miei tempi si chiamavano e si chiamano ancora fabbriche.
    Essendo operaia tessile ne ho girate ben tre.

    Mi ricordo ancora le puzze di sudore, le invidie e i ricatti.

    Come potetre imaginare non ho dei buoni ricordi.

    Comunque mi spiace sapere che la maggior aprte di voi con tanto di laurea finisce poi alavorare in un puzzolente open space.

    eh cambiano i tempi!

    La mia non è cattiveria ma solo constatazione. non prendetela male.

  24. Commento qui ma non sulla questione open space, solo perché è l’ultimo post. A volte i commenti dicono che Mr. Incredibile non ti merita, a volte che è stupendo… Io a volte lo penso con astio. Come fa una mamma, con 1 cucciolo affettuoso e scalmanato di 3 anni e una nanetta di 7 mesi che trova che dormire sia una perdita di tempo, rientrata a lavoro da 2 mesi e completamente dipendente dall’ironia degli elasti-post a sopportare il silenzio che si accompagna alla presenza di Mr. Incredibile? Lo so, anche i supereroi hanno diritto a una vita… Ma che fatica per noi!
    e.

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