su skype, ieri. ore 22. castello di artù, italia – città di A, massachusetts, usa.
‘ehilà. come stai?’
‘stravolta, grazie’
‘stravolta? come mai?’
‘come mai? come mai??? tu, che sei dall’altra parte dell’oceano, padrone del tuo tempo, dei tuoi spazi, del tuo lavoro, delle tue relazioni, delle tue telefonate via skype, delle tue notti e delle tue giornate, chiedi a me che sono qui, alla merce’ di tre maschi piccoli e tiranni che hanno ricominciato a svegliarsi la notte, alla fine di un sabato passato a giocare a mostri e arcieri, come mai sono stravolta? facciamo una cosa. ricominciamo tutto da capo. allora: ehilà. noi siamo qui, al castello di artù, il marito di nonna J, in campagna, a respirare un po’ di aria buona e a distrarci dall’assenza del pater familias. e tu come stai?’
‘ehm, bene, grazie’
‘hai un’aria strana. un po’… sostenuta… ma dove sei?’
‘nella mia stanza. dove vuoi che sia?’
‘boh. ma… c’è lì qualcuno, insieme a te?’
‘mmmh. sì ma tu parla pure liberamente. lui è anche voltato. sta facendo le sue cose…’
‘lui chi, scusa?’
‘lui. hiroshi. non ti avevo detto che voleva chiedere un’aspettativa dall’università di tokyo per raggiungermi ad A e lavorare qui un po’, con tranquillità e costanza?’
‘hiroshi??? l’economista marxista giapponese che vive in infradito e non conosce il concetto di tempo libero?’
‘be’, sì, il mio co-autore’
‘co-autore? ma se passate più tempo al telefono insieme di quanto ne passiamo noi due? se al suo compleanno gli hai scritto degli auguri che sembravano una dichiarazione di amore e fedeltà assoluti e lui ti ha risposto che la sua vita praticamente non aveva senso prima di incontrare te…’
‘solo perché insieme lavoriamo molto bene…’
‘dimmi la verità: vi siete ufficialmente fidanzati. lui ha mollato il suo lavoro a tokyo perché sapeva che tu saresti stato lì da solo… mi sento male. fammi vedere i piedi! secondo me indossi anche tu delle infradito, prova della vostra totale amorosa sintonia’
‘quanto sei scema, elasti. ora piantala ché te lo faccio salutare. sii gentile ché lui è un tesoro. aspetta… hiroshi! come here! elasti would love to say hello to you’
‘non posso crederci…’
per anni elastigirl ha sospettato che mister i, lavorando a londra, avesse una doppia vita, con janet, una moglie inglese che beveva birra e mangiava patatine gusto garlic&vinegar. ora, dopo avere metabolizzato il trauma della bigamia del marito, le tocca affrontare un’altra prova: la rivalità pervicace e proterva di un economista, marxista, giapponese e pure maschio. chi lo avrebbe mai detto.
Vai tranqua, elasti. Con Hiroshi accanto, nessuno potrà mai dire che Mister I sia andato negli States a cazzeggiare. Magari fonderanno una comune.
….la Comune delle Infradito!
Ma come fate a nn capire l’ironia del post? Lol
sono sicura che le infradito stanno da dio con la felpa del bari 🙂
che ridere si è creato un caso. certo che tuo marito è proprio furbo. ora che poteva essere libero dal sesso forte si lancia nella convivenza con un altro maschio. non avete speranze.
Voi non capite il punto: è Hiroshi ad essere cotto di MI e lo raggiunge appena può spacciando la sua presenza come collaborazione di lavoro. Mi aspettavo la presenza di Hiroshi ad A come il sorgere del sole al mattino.
E’ MI ad essere ancora stolidamente convinto che Hiroshi abbia con lui solo una relazione di lavoro…. 😛
PS: per i particolarmente ottusi, il mio commento è leggero e ironico, non credo ad alcuna relazione omo giappo-barese (almeno una corrisposta…..)
Ahia !!!
Non esistono più i baresi di una volta ! hahahahahaha
Ah ah ah letta così sembra una lotta impari 🙂
Io non so come dirlo, quindo lo dirò con parole mie.
A me tutti ‘sti Hiroshi, ‘sti Marek, ‘sti simpatici compagni di viaggio… inziano a starmi un po’ sul xxxxo, ecco.
oggi mi hai fatto molto ridere !!!!
ma tu ne hai 3 di uomini, suvvia!
(sorry, rido)
yu
ihihih mi sa che è più difficile rivaleggiare con hiroshi che con janet
:p