Nonsolomamma

ambivalenze e priorità

elastigirl questo pomeriggio aspettava una telefonata di lavoro. un’opportunità. forse non di quelle che ti ribaltano l’esistenza ma che, se gestite con saggezza, possono migliorartela e magari aprire strade nuove e inesplorate. una di quelle opportunità che potrebbero chiamarsi sfide se la parola sfida le stesse più simpatica.

“sentiamoci dopo le due”, aveva detto lei al suo interlocutore, colui che questo lavoro lo aveva ventilato anche se non veramente proposto.

poi lei è andata a prendere lo hobbit grande a scuola perchè aveva urgentissimo bisogno di scarpe (“mi sono piccole queste, mamma! non posso più metterle!” “che numero sono?” “36 o 37, non so” e tu, secondo te, che numero avresti?” “almeno 38” “vuoi dire che hai il piede più grande del mio?” “certo” “no, non sono pronta. lo so che sarebbe successo. lo so che era un evento perfino auspicabile, prima o poi. ma io, ora, non sono pronta ad affrontarlo”). siccome the more the merrier, con loro è andato anche un amico dello hobbit grande, in qualità di consulente di immagine. c’erano scarpe da ginnastica che costavano 170 euro. hanno optato e votato all’unanimità per un paio a 17,50 euro, in saldo di saldo, ché non conoscono le mezze misure. tuttavia, mentre discettavano animatamente di scarpe, di pianta dei piedi, di misure, di stringhe e di colori tamarri e non tamarri, e ridevano, tutti e tre insieme, ed elastigirl pensava che, in fin dei conti, anche lo shopping con i maschi può essere divertente ed esistono modi strani e inimmaginabili per essere in sintonia e curiosamente prossimi alla felicità, drin! è arrivata la telefonata.

per un attimo lei ha esitato. perché la vita è un vorticoso susseguirsi di priorità e spesso la sua direzione sta proprio lì, nella capacità e nel talento di sceglierle, quelle priorità, preferibilmente in tempi rapidi.

“vogliamo parlare di questa idea?”, ha chiesto lui, dall’altra parte.

“…”

“elasti?”

“scusa, no. ora non posso. sono nel mezzo di un appassionante dibattito calzaturiero con due preadolescenti. se abbandono il campo adesso, li perdo. dobbiamo risentirci, mi spiace”.

e dopo, quando ha pensato che forse aveva fatto un’irrimediabile idiozia perché alcuni treni passano solo ogni tanto, perché ci vuole pudore nel dichiarare i propri minor e i propri maior, perché ci sono segnali che si trasformano in stigma, è giunta alla conclusione che il danno era ormai fatto. e se non altro era stata se stessa. poi si è seduta sul telefono e ha cominciato a covarlo, nella speranzosa e spasmodica attesa di una chance di redenzione.

176 pensieri riguardo “ambivalenze e priorità

  1. Non capisco come tu possa scrivere , sapendo di essere letta da tanti, di cose così personali e poi non essere sensibile alle critiche/giudizi altrui belli o brutti che siano… é una cosa che ho sempre pensato degli scrittori in genere… però dietro una storia romanzata si può nascondere una personalità diversa… dietro le tue parole invece credo ci sia la tua vita… mha, é solo una riflessone la mia…

    1. secondo me Elasti ci riesce perchè è una persona equilibrata con le radici ben piantate a terra. Conosce i suoi pregi e difetti, sa che tutti siamo imperfetti, ma non per questo dobbiamo flagellarci. In fondo non stiamo dicendo che debba darsi fuoco, è solo lo spunto per riflettere su temi generali.
      Io per esempio se prima mi complessavo per le parole altrui, poi con gli anni ho imparato a prendere la vita con la giusta leggerezza, e ora mi viene sempre naturale dire ” guagliù agg fatt na fesseria, errore mio, andiamo avanti, chi è senza peccato ecc. ecc.”.

  2. Ciao Elasti, ti seguo da un pò e mi piaci dico davvero.
    Solo che vedo qualche incoerenza:
    i bambini sono stupendi ma stanca e una donna ha il diritto/dovere di avere i suopi spazi e lavorare e dividere il cairoco col compagno… tuo marito fa “il compitiono quando c’è” e il grosso è sulle tue spalle … addirittura non c’è 3 gg a settimana! Non che ci sia nulla di sbagliato, gli equilibri sono sacri e le scelte condivise pure, dipende dal carattere non dal genere, lo so, ma mi pare incoerente con quello che predichi …
    Circa il post … o non ti interssava, o è vero, tra i due ambiti (professional e private) ti senti più vicina la secondo che la primo, o meglio in questa situazione è stato così. TRANNE che per la questione di genere, concordo con V … ma una scusa non potevi dirla?

  3. Allora, il tizio ti ha cercato perchè gli piacciono questi blog. Quindi tu, aderente al personaggio, hai risposto da manuale.
    Ti richiamerà. Gli hai risposto cosî, perche sapevi di potertelo permettere.

  4. … cmq ti ammiro per eporti così all’altrui giudizio (perchè è così, inutile menarcela) e non accusare per le critiche nè rispondere agli elogi, ammirevole davvero … dicci come si fa :):

  5. La penso come Giovi. Anche io libera professionista, lavoro da casa e mi appoggio ad un ufficio per ricevere clienti, quando non riesco ad andare io da loro. Cerco di fissare appuntamenti di mattina oppure, se di pomeriggio, in quei 3 pomeriggi che ho la tata, e sempre dopo le 16.45 per poter andare a prendere i bambini a scuola e accompagnarli a casa. Gli altri due pomeriggi ho le attivita’ sportive, che saltano solo per malattia o emergenza mia lavorativa improrogabile. Non dirò nemmeno sotto tortura ad un cliente che lavoro da casa, perché potrebbe essere percepito in modo “sbagliato”‘, poco professionale. Così come nemmeno con clienti donne, che hanno figli, parlo delle nostre vite di mamme. Siamo donne e lavoratrici. Certo, sono mamma e questo conta tantissimo, infatti non ho alcuna velleità di carriera e corro da sola, ma il mio lavoro conta eccome. Conta per la mia voglia di fare, per la mia autostima, per tenere aperta una porta per quando i figli saranno grandi, perché non si sa mai cosa può riservare il futuro, perché due entrate in famiglia sono meglio di una. E per rispetto verso chi cerca lavoro, per chi manda giù rospi amari, per chi fatica davvero tanto, per chi non ha figli e non gli interessa sapere di problematiche familiari non conosciute, per chi ha figli ma preferisce la carriera, ecco, io cerco di fare del mio meglio secondo le mie concrete possibilità. Ho imparato a mie spese che un appuntamento rinviato, una telefonata persa in molti casi significano perdita di lavoro e quindi oggi agisco di conseguenza.

  6. io penso che se si è potuta permettere di rispondere così è perchè ha grande confidenza con questa persona e sa che ci saranno altre occasioni per parlarsi. poi questa cosa di fare 100 cose insieme è tipica dei milanesi, li fa sentire in pace col mondo e con se stessi!

    L.

  7. Allora…
    1- anche mio figlio mi ha quasi superato con il numero di piede ma faccio, ancora, finta di niente
    2- non trovo mai le occasioni sopracitate quindi sei fortunata
    3- certi treni passano solo una volta ma tu in quel momento ne avevi due, hai scelto di non perdere il migliore!
    Quella telefonata arriverà se è nel tuo destino cara Elasti
    Adri

  8. ok, io ho il 37, ma mia figlia si chiama Erica e a due anni veste già le cose per i bimbi di tre…per cui, a sentire i commenti, mi devo aspettare sorpassi a breve, giusto? In bocca al lupo Elasti, so che dirò cose trite e ritrite, ma sarà quel che deve essere e se tu in quel momento sentivi di dover rispondere così…è giusto così! Un abbraccio forte

  9. macchecavolo, non sei mica li’ a sua disposizione?
    avresti potuto essere al capezzale di un moribondo o impelagata in una discussione di lavoro / un articolo contorto e non poterti interrompere, e non ritenevi il caso di dirgli ne’ l’una ne’ l’altra cosa!
    a partre che in ogni caso, in giro con altra gente nella confusione non si discute di proposte: con estrema naturalezza avrei chiesto anch’io la cortesia di richiamare o di essere richiamata quando fossi stata in luogo piu’ tranquillo e appartato
    secondo me stiamo facendo del dialogo di lavoro un dialogo fra innamorati “chiama? non chiama? eddai chiamalo tu!” mentre non ha niente a che vedere:
    Elasti, tu e quella persona dovete parlare, di una cosa che interessa entrambi, o ti chiama o lo richiami tu, pianamente
    oramai ve lo siete gia’ detti che professionalmente vi interessate, non e’ il caso di fare cerimonie
    secondo me se posso azzardare ti alletta piu’ di quel che vuoi ammettere a te stessa questa proposta, quindi ogni azione che fai la giudichi con severita’ come se cercassi di boicottarti, da un lato, e di rassicurare te stessa che “anche se pensi alla carriera sei comunque una buona mamma” dall’altro, perche’ se ti avesse chiamato il capo attuale non avresti avuto problemi a dirgli/le la stessa cosa
    in bocca al lupo e vivila con pragmatica serenita’

    1. Sai Claire che più leggo i commenti più mi rendo conto che il tenore delle risposte dipende moltissimo dal tipo di lavoro che uno svolge. Fra ricercatori si fanno quasi sempre le ore piccole, fra collaboratori stretti ci si dà appuntamento in chat su skype anche alle 22 in modo da non disturbare nessuno e si tira tranquillamente mattina, quindi non esiste che non puoi rinviare una telefonata di qualche decina di minuti. In altri lavori i tempi sono diversi, le relazioni sono diverse e ognuno si regola in maniera differente.

    2. ok, ma aveva preso un appuntamento.
      va bene l’emergenza, ma lo shopping mi pare una cosa rimandabile (per il tempo di una telefonata).

      prendere appuntamenti e non rispettarli è:
      – poco serio
      – poco elegante se sei in posizione di forza e te lo puoi permettere

  10. dopo qualche post moscetto quest’ultimo ha superato i 100 commenti in 24 ore. elasti sei un genio, tu si che ci sai fare e noi si che siamo delle allocche 🙂

    1. Allocche per cosa, scusa? Questo non è un blog commerciale, nessun link che dia introiti, AdSense o simili. Chi viene qui molto spesso conosce già Elasti e i suoi libri.

      1. si allocche, un blog si monetizza non solo con il traffico AdSense. i libri e la rubrica su D sono la diretta conseguenza del blog e del fatto che è molto frequentato. mica penserai che i libri e la rubrica sono arrivati perché di economia alla Reuter ?!?!?

  11. Richiama richiama, elasti ha i suoi assi nella manica, quando si fa la differenza è giusto tirarsela un po’e rivedere le proprie priorità…………..chi se lo può permettere lo faccia e gli altri non rosichino che non fa bene alla salute!!!!

    1. Cla, ma che dici? elasti ha dimostrato solo di non avere bisogno di un altro lavoro e di essere capace di tirarsela da bbbestia. certo con la simpatica collaborazione di tutte le lettrici che la venerano manco fosse la madonna di Lourdes.

      1. Elasti ci mette la faccia al contrario di noi anonime vigliacche.Facile far le fighe dietro l’anonimato.

      2. Mia cara Lisa tu metti il nome ma non è che un nome messo qua sia particolarmente significativo. Altra cosa quelle che linkano il proprio sito e si sono rintracciabili e identificabili. Quindi vedi anche tu tutto sommato sei una anonima.

      3. io non la venero, giuro, anzi a volte proprio il contrario…………..non in questo caso però.
        Nel suo lavoro è una grande, ha successo, non si può negare, è brava e per questo cercata e voluta.(nonostante sia una donna!!!!!!!!!!)
        Noi donne sappiamo rivalutare spesso le nostre priorità e secondo me una così brava se lo può permettere ed è giusto che lo faccia, si chiama meritocrazia!

  12. Mio figlio mi ha superato a 13 anni. Ma io porto il 42! E lui, adesso da adulto, il 49.
    Così conosco i negozi per piedoni di mezza Italia (a Milano, in viale Tunisia).

  13. Si sbaglia e si fa bene e poi si sbaglia ancora….. fare la mamma e la donna in carriera è un equilibrio meravigliosamente pericolante….

  14. si vede, cara Elasti, che non ne avevi bisogno…meglio lasciare spazio a chi ha voglia di rispondere ad una telefonata, perdipiu’ concordata

    1. dai!!! ho capito chi eri! ho notato il trotterellante che mi ha fatto anche un po’ ridere perché sembrava uno che si sente padrone del mondo! certo che dovevi salutarmi, dovevamo salutarci! la prossima volta fermami!

  15. Secondo me qs lavoro “ventilato” andava ben discusso e quello non era il momento opportuno.. E’ stato detto dopo le due… Ma se sono al cesso, scusatemi, mi pare che non sia il caso… Elasti ha risposto con chiarezza… Non si ferma la vita x una telefonata!!! Lei ha chiesto di essere richiamata, qs persona lo farà o meno al momento che gli sarà più comodo, probabilmente! L’unico errore, forse, e’ non essersi accordata sul quando… Ma magari non è’ nemmeno un grosso problema! Se qs cosa si deve fare, si farà!!!
    Ciao, Tania!

  16. Tra i miei rimorsi di mamma free lance , l’aver lasciato mio figlio di 3 mesi in macchina (in un parcheggio), affidato a sua sorella di 9 anni – niente tata quel giorno, né nonni, né marito. L’ora della poppata (al seno) era passata, ma il direttore non mi mollava e per me era vitale attendere che finisse di commissionarmi i pezzi. Avrei potuto dirgli la verità, ma sarebbe stato un rischio, gli stavano oltremodo indigeste le madri e più che mai le madri allattanti. Ma poi, una volta raggiunti i bambini e scoperto che nessuna tragedia si era consumata la felicità di avere in tasca un lungo elenco di cose da fare (né prestigiose, né particolarmente gratificanti, ma foriere di guadagno) è stata pari (quasi) all’angoscia di poco prima. Tante volte mi sono confrontata con colleghe free lance con bambini e ho scoperto che anche per loro un mucchio di volte è stato così: figli trascurati perché diversamente non si poteva fare, pena la perdita di un lavoro, cioè di un guadagno irrinunciabile per la sopravvivenza. Nel cuore la priorità è sempre andata ai bambini, ma se ti concedi il privilegio di essere free lance per poterli seguire un po’ di più (la possibilità di recuperare di notte quello che non riesci a fare di giorno è fantastica) poi devi scattare sull’attenti quando ti chiamano per darti un lavoro. Ma visto che Elasti non è in queste condizioni perché dovrebbe discutere di lavoro quando non ne ha voglia? Per me ha fatto benissimo: la ammiro e invidio (anche se il suo post mi ha fatto annegare nei rimorsi).

    1. Laura ricordo questo tuo racconto, è la seconda volta che lo scrivi e quando parlo degli asili nido che da noi mancano mi torna sempre in mente. Però lascerei andare i sensi di colpa, le nostre nonne con 10 figli per una che si alzavano alle 4 del mattino per andare nei campi, lasciavano che i figli corressero in giro per giornate intere, e dubito che qualcuna si facesse venire in mente che stava trascurando i figli. Guarda il tuo nipotino e pensa che se c’è è anche merito tuo 😉

  17. Come si vede che siamo mamme italiane. Perdonatemi ma stiamo parlando di “trascurare i figli”????? Mentre a dieci anni quasi undici stanno comprando le scarpe???? Io direi che il negozio non era il luogo adatto per parlare di lavoro, ne’ per le tempistiche ne’ per il rumore ne’ per la difficolta’ di concentrazione. In quel caso la scelta tra lavoro e figli non esisteva, era il posto che non andava bene, anche se Elasti fosse stata sola a comprarsele lei le scarpe. Ma perche’ dobbiamo vedere sempre la povera mamma schiacciata dal mondo del lavoro poco o per niente family friendly????! Elasti ha toppato nel dare l’orario per l’appuntamento, punto, non ha dovuto fare una scelta da “cuore di mamma”, dai. Quando lavori e hai dei figli ti organizzi. Soprattutto per gli appuntamenti, soprattutto se interessano. Comunque sono certa che si risentiranno col tizio, dal tono della risposta era un conoscente o addirittura un amico per cui richiamera’, penso.

  18. Immaginate…..potrebbe essere andata così…
    un giovane disegnatore. ha lavorato qui e là, ha fatto tanti lavoretti, poco remunerati anche se si è dato da fare, insomma si arrabatta coltivando un sogno, un progetto suo in cui crede fortemente. un giorno, per una serie fortuita di casualità positive (wow! è il suo giorno fortunato!) conosce una famosa giornalista, blogger e scrittrice. si fa coraggio e, con irruenza e trepidazione, le espone il suo progetto. lei sembra interessarsi, un fumetto di cui lei potrebbe scrivere la sceneggiatura e lui disegnare?, sui temi a lei congeniali, famiglia e adolescenza, sì ci si potrebbe pensare su, sembra una cosa carina, chissà, magari, forse ma così su due piedi… lo so ammette lui, ho esposto la cosa un po’ confusamente, se mi permetti di telefonarti in un altro momento per esporti per bene la mia idea, sono sicuro che ti piacerà…. lei dice sì, va bene, facciamo dopo le due, e gli dà il numero del cellulare (ho il numero del cellulare di elasti, la famosa giornalista, blogger e scrittrice? è decisamente il mio giorno fortunato, pensa lui). così si prepara, studia quello che deve dirle, perchè esporle il progetto per lui è un po’ come mettere a nudo i propri sogni e, in fondo, se stesso. compone il numero, squilla, lei risponde, evvai! allora elasti parliamo di quell’idea? ora proprio non posso, sono nel mezzo di un dibattito calzaturiero con due preadolescenti, se li lascio me li perdo! dobbiamo risentirci, mi spiace. ah, già, sì ehm scusa, magari ti richiamo in un altro momento, ehm….ciao allora. doccia fredda, kaputt, mannaggia, mavaffa, pensa lui che si è sgonfiato come un palloncino bucato. è andata male di nuovo, sarebbe stato troppo bello collaborare con la famosa giornalista, blogger e scrittrice. non ne vuole sapere. vabbeh, se non altro non se l’è tirata troppo… almeno non ha fatto la str…a, peró ha tirato fuori una scusa assurda, di cosa mi ha parlato? scarpe, preadolescenza, boh non l’ho nemmeno capito, ero troppo emozionato….

    1. Maaaaa, …….., è vero?
      Sei tu?

      Se è andata così in effetti mi tornano tutti i pezzi, cioè l’atteggiamento ed il comportamento di Elasti.

      Era lei ad avere il bastone in mano……

      1. in effetti, perchè no?
        questa prospettiva capovolge le cose.
        non so se sia vera, però è verosimile!
        roby

  19. Ma se fosse cosi’ perche’ Elasti sta “covando” il cellulare nella speranza che lui richiami? da come l’ha messa giu’ non sembra lei la “dispensatrice” di lavoro, bensi’ il contrario. Ma a quando la verita’? Domenica? o lunedi’, giusto per aumentare la suspense di tutto ‘sto po’ po’ di lettori (148 commenti e passa!)

    1. Anche mai.
      Ci sono volte in cui si ha voglia di raccontare una cosa e poi il finale ce lo si tiene per se, non so se sarà questo il caso, ma non è che perché noi (mi ci metto anche io sia chiaro) siamo curiosi l’autrice del blog deve soddisfare la nostra curiosità.

      Se possono permettersi gli autori delle serie tv di lasciare un finale di stagione in sospeso e poi farlo diventare finale di serie… no non ve lo dico di che serie parlo o faccio spoiler, figuriamoci se chi scrive un blog deve sempre spiegare tutto.

      (Poi Elasti mi sconfesserà spiegando tutto quanto, ma mi divertiva troppo l’idea di teorizzare tutte le eventualità…come ai vecchi tempi.)

      😀

  20. Uhm, secca dirtelo ma se una persona cui devo fare una qualsivoglia proposta avesse risposto così alla mia telefonata ( fatta oltretutto in orario da lei/lui richiesto)…beh, no, non richiamerei di certo! E ne sarei certamente seccata… Però se ti interessa davvero ti auguro il contrario. Ma per rispondere così, dopo che avevi già rimandato, mi sa che non ti interessa sul serio…good luck!

  21. Elasti fa ciò che fa perché ha già un lavoro e delle collaborazioni. Punto. Altri, in diverse situazioni economiche/lavorative, avrebbero risposto diversamente. Ciò non fa di Elasti né una santa né una sventurata. E’ una brava scrittrice che ricava il giusto dal suo lavoro. Ha un marito che contribuisce al menage familiare. Evidentemente le basta ciò che ha. Non è un’eroina della “mammità” o della conciliazione lavoro-famiglia. Ha possibilità che altre non hanno. Detto senza invidia e con stima. Magari di questi tempi grami sarebbe più delicato dire “non ne avevo bisogno” più che “non ne avevo voglia”. Ciao ciao Elasti.

  22. Ciao!

    Nella mia notte Insonne mentre mia figlia Russa, ho letto il tuo blog e mi e’ piaciuto tanto!

    Ironia e dolcezza!

    Se torni in uk ti voglio conoscere!

    Fab From cambridge

  23. Io leggo in Elasti già da un po’ la consapevolezza che il figlio maggiore sta crescendo e che lei non godrà ancora a lungo dell’immunità di cui godiamo noi genitori di bambini, abituati a essere la stella polare dei nostri figli. Leggo la paura di perdere la sintonizzazione del canale di comunicazione. Leggo una madre che, durante lo shopping calzaturiero, ha intravisto un modo diverso di parlare con lui, ma che può funzionare… Non è lo shopping, è il sentire che saprà essere anche madre di un futuro adolescente, di quel figlio che comincia a voler camminare un passo avanti dal resto della famiglia. Non posso entrare nella testa di Elasti, ma a me è parso che per un attimo lei abbia pensato di rinunciare a un’ulteriore collaborazione, per non perdere quel bandolo della matassa che ha sentito tra le mani.

  24. aggiornamenti e spiegazioni perché ho 56.000 difetti ma la cafonaggine mi manca.
    l’appuntamento telefonico era “nel pomeriggio dopo le due”. a spedizione delle scarpe è avvenuta verso le 18. alle 1830, finita la spedizione ho richiamato senza ricevere risposta. allora ho mandato un sms “scusa per prima. ho provato a richiamarti senza successo. da adesso in poi sono disponibile”.
    lui ha richiamato il giorno dopo e ieri mattina ci siamo visti e abbiamo parlato di un lavoro possibile nel medio termine. è andata bene così.
    quello che in questo post volevo mettere in luce erano la difficoltà, l’imbarazzo ma forse anche la necessità di esser se stesse, impantanate tra varie sirene e priorità. ché comunque fai e rispondi ti senti sbagliata.
    punto.
    non era mia intenzione, né tantomeno strategia, come pensa chi ritiene che io sia un diabolico genio del marketing, sollevare cotanto vespaio. anche se io credo comunque che dibattere di certi temi faccia un gran bene a tutti quanti.

    1. Io concordo. A volte, spesse volte per quel che mi riguarda, comunque fai e rispondi ti senti sbagliata. Aggiungerei che praticamente sempre, comunque fai e rispondi c’è qualcuno che ti critica. E mi chiedo: ma perchè le situazioni non possono essere un semplice spunto per riflette e dibattere, anzichè sputare giudizi e sentenze?? E non è riferito soltanto a questo blog, ma a tante circostanze della vita.

    2. Come dice chi corregge composizioni di vario genere e tipo, bisogna rileggere con attenzione quel che si è scritto! La tempistica degli eventi non era per niente chiara dal post, e diversi commenti ne sono la chiara testimonianza. Ma, scrittori si diventa, non si nasce. In bocca al lupo per il prosieguo!!

    3. Elasti, non è mica male essere un diabolico genio del marketing! Di questi tempi (l’era della comunicazione) è un complimento grosso 🙂 Mi fa sorridere che tu l’abbia preso come un insulto, un milione di ragazze ucciderebbe per sentirselo dire (cit. Il diavolo veste Prada)

    4. A proposito della cafonaggine che manca, ricordo quella volta in cui per educazione Elasti ha risposto all’email di un ragazzo che diceva di apprezzare le donne mature, e lui ha scambiato il dovere di cortesia per un “nullaosta” ad avance indesiderate! Che ridere!

  25. Che grandissime palle che fate
    Quanto fiato sprecate per discutere di cazzi non vostri che una spocchiosa scrive per fare la finta modesta e la mamma perfetta

  26. Mi viene spesso da pensare che la società ne avrebbe molto da guadagnare se tutte noi, semplicemente, dicessimo quello che facciamo senza dover mentire, inventarci una riunione o che… perché sembra più professionale. Sembra più professionale perché ancora il lavoro è pensato per persone che non dedichino tempo alla famiglia, e questo è apprezzato e richiesto. Sta, anche a noi, fare da argine a questa deriva. Pensate il giorno in cui una o un super manager dica: scusate, sono le 16, vado a prendere i bambini a scuola e in cui questo sembrasse normale. Non sarebbe bellissimo? E allora iniziamo noi a dimostrare che siamo delle gran lavoratrici ANCHE perché siamo madri e non ‘nonostante’. Brava Elasti.

  27. In effetti sarebbe interessante stilare una classifica di quali post hanno suscitato più reazioni e catalogarli in tipologie. Se quelli sul lavoro, sulla scuola, sui viaggi, sulle “stranezze” hobbit o altro… A giudicare da questo, sicuramente il rapporto lavoro/vita famigliare pare essere uno dei soggetti che più “risvegliano” i lettori, diciamo così… Be’, tutto è bene quel che finisce bene! 🙂
    Poi ci dirai dove hai trovato le scarpe a 17,90 euro, vero? grazie…

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