incontrare due amiche, mangiare panini con l’aringa e parlare di libri, di cinema, di coppie che tengono e coppie che scoppiano, tornare a casa a mezzanotte e guardare, fino alle due, un film appena consigliato (maggie’s plan), a letto, con lo smartphone come i bruti.
finire le scorte di cioccolato e caramelle, senza nemmeno nascondersi.
decidere all’ultimo momento di andare a lezione di zumba.
prendere un caffè con un’altra amica, la domenica pomeriggio in un posto bellissimo dove tutti sembrano liberi e felici. e chiacchierare fitto fitto fino a quando il cameriere dice: “veramente staremmo chiudendo”.
vedere la casa nuova dell’avvocato preferito che ha preparato la pasta più buona del mondo e ha ricoperto un armadio anonimo con la carta da parati più bella dell’universo. e trascorrere quasi quattro ore di sublime autocoscienza.
guidare di sera con i finestrini aperti e alla radio una cantante danese che si chiama m0, a tutto volume.
innamorarsi del proprio ereader e leggere avidamente un libro buffo e istruttivo che si chiama sofia khan is not obliged.
lavorare in camicia da notte a orari strampalati.
trascorrere una serata con la propria mamma e raccontarsi, darsi consigli, condividere e ridere. come succedeva quando erano piccole.
prendere il raffreddore perché si dorme con la finestra spalancata, in mezzo alla corrente.
puntare la sveglia alle 8,30 e avere un brivido gelido lungo la schiena perché da lunedì prossimo sarà più di quattro ore prima.
fare una spesa bislacca e irrazionale al supermercato, con dentro alici marinate, acciughe, cubi di pane nero e miele come se domani dovessero sparire d’improvviso tutte le api dalla faccia della terra.
fare progetti, parlando al telefono e andando in bicicletta sotto un cielo terso che ancora non si è accorto di avere sotto milano.
partecipare a una lunghissima riunione di lavoro e chiacchiere senza mai guardare l’orologio.
sentire mister i, indaffarato e spiccio, che non racconta quasi nulla degli hobbit al mare perché “qui è sempre il delirio”. e sentirsi in colpa. ma poco.
le cose che si fanno quando si fa finta di essere single, a settembre, senza figli, sono sterminate. ma non bisogna assolutamente farci l’abitudine.
Hai ragione : guai a farci l’abitudine …ma che bello!! 😉
Baci
Rita
Che bello davvero!!!! Soprattutto lavorare senza guardare l’orologio
Anche’io ho dormito con le finestre aperte…..ma a me e’ venuta la febbre.
Speriamo sia la prima e unica della stagione!
meraviglioso… una delle cose più belle è senz’altro andare in bicicletta a Milano sotto un cielo azzurro.
spero che anche oggi sarà così azzurro il cielo, così potro andare in bicicletta a pilates ed illudermi di essere ancora un po’ in vacanza.
Io dormo in mutande con tutte le finestre e portefinestre della casa spalancate, e niente raffreddore. La corrente fa male solo se te l’hanno inculcato da piccola. Giuro 😀
tu hai ragione di sicuro però adesso a me è venuta anche la tosse, mannaggia
Ecco, te l’ho gufata… scusa! 😀
Che bello! Che bello! Che bello! Soprattutto le chiacchiere infinite con le amiche.
Goditela!
Baci, Anna
Elasti quanto sei fortunata!
Io, insegnante, dopo due mesi con tre figli a cui “badare” sono esaurita. E tornare al lavoro con altri ragazzini mi da’ l’idea di non staccare mai!
Hai mangiato in quel baretto svedese in una traversa di corso Buenos Aires?
no! in un posto in città studi. credo che ti sentiresti a casa!
Ogni volta che arriva questo periodo dell’anno mi perdo con un po’ di invidia nei tuoi racconti di ritrovata singletudine. Divertiti anche per noi!
Giusto!
Non bisogna farci l’abitudine…….perche’ domani e’ mercoledi’……..TORNA LA
ELASTIFAMIGLIA!!
Ahah dai non ci sono andata troppo lontana!!!!!
(Però l’accesso di Repubblica al Festival del cinema… non ci credo che non hai fatto l’account) !
l’appuntamento con la manicure, scegliendo un colore improbabile ma divertente certa che i miei maschi di famiglia non potranno criticare perché al loro ritorno l’acetone avrà cancellato ogni traccia sia dello smalto sia dell’espressione da furba che mi procura
Dicci dove, per l’aringa intendo! Il bar che dice Fefo, in Panfilo Castaldi (credo sia quello) è sempra troppo affollato …. 😊
Bello essere single dai figli, ogni tanto; peró quando poi sono davvero andati, mancano da morire.
in via ampere , senza fare nomi
posto con bella energia 🙂
Secondo post: il piano di maggie ti è piaciuto? A me alla fine mi è parso un film inutile …. Magari non l’ho capito io.