“adesso quello finisce male”
“quello chi?”
“so io chi! me la pagherà”
“vuoi spiegarmi che succede, hobbit grande?”
“mi hanno rubato il sellino della bici”
“ma è un continuo! tre giorni fa ti si era bucata la gomma che, secondo il ciclista, era indistruttibile…”
“ti sembra un caso?”
“non lo so. dov’è successo? a scuola?”
“sottocasa”
“allora è colpa tua! se la attacchi sempre al palo dove peraltro ti han detto di non legarla, devi aspettarti che qualcuno si arrabbi”
“c’è modo è modo di arrabbiarsi, madre. e io, con chi si arrabbia con garbo, sono disposto a trattare”
“quanto giudizio…”
“già. ma adesso è la guerra. perché questo infame me la pagherà”
“basterebbe che mettessi la bici in cantina, come faccio io”
“non ho sbatta”
“allora cosa pensi di fare?”
“ci mettiamo di guardia”
“tu e chi?”
“tutti noi. la famiglia: tu, il padre e i fratelli. facciamo i turni”
“tu sei completamente pazzo!”
“madre, stai attenta perché è iniziato il tuo turno”
“nemmeno per sogno. sto lavorando”
“già, ma sei davanti alla finestra. ora ti apro bene la tenda e appena vedi movimenti o rumori sospetti, lanci l’allarme”
“tu sei fuori! tra l’altro da qui mica la vedo la tua bici”
“puoi sempre lavorare in piedi… dove sono i miei fratelli che li devo istruire?”
“anche ponendo che tu colga il vandalo in flagrante, cosa pensi di fargli?”
“inizialmente avevo deciso di ricorrere alla violenza bruta. poi ho pensato che se mi dà 50 euro lo lascio andare. e comunque deve restituirmi il mio sellino. nel frattempo tu stai all’erta, madre. ti vedo distratta”.