elastigirl è rientrata a lavorare all’alba alla radio e mai la sveglia alle 410 del mattino le ha dato tanta gioia. quando torna a casa dopo la trasmissione trova mister i con la tosse, lo hobbit grande che fa videolezioni, il medio ancora un po’ devastato dal suo misterioso virus e sneddu in quarantena senza scuola che impazzisce di frustrazione e noia. per alleviare lo sconforto del piccolo, elastigirl si è prestata alla complicatissima costruzione di un robottino e alla successiva programmazione dello stesso che, alla fine di due giorni di lavoro intenso, rispondeva ai comandi, emetteva suoni e girava per casa tra l’incredulità dei due artefici.
mister i sfoga la tristezza per un natale lontano da bari, facendo orecchiette, preparando taralli dolci, chiamati occhi di santa lucia, immersi in una glassa detta giuleppe, e friggendo cartellate che gli ricordano l’infanzia.
nonna J è stata trasferita dall’ospedale di desenzano, a cui va tutto l’elasti-amore e l’elasti-gratitudine, a milano, in un reparto di pediatria prestato al covid, in cui i muri sono colorati di arancione, rosso e giallo e i medici e gli infermieri trattano gli adulti malati con la cura solerte e festosa che solitamente riservano ai bambini.
è un lento ritorno alla normalità. ciononostante le giornate sono sospese in un limbo tra malattia e vacanza. si trascinano una dopo l’altra, in una marmellata domestica appiccicaticcia.
tra le altre attività ludico ricreative di questo tempo storto ci sono stati: la scoperta di lundini e delle sue pezze, rigorosamente guardate insieme al medio su youtube, l’addobbo dell’albero di natale con palle giganti e luci stroboscopiche, il ritorno massacrante ma felice allo yoga, la depilazione che non è ludica né ricreativa ma necessaria.
Anche mio marito dopo la semi intensiva era finito in un reparto pediatrico prestato al Covid, col letto cortissimo dove doveva sempre tenere le gambe piegate (è alto 195) e allora gli infermieri tolsero la parte finale del letto così almeno poteva stendersi degnamente. Muri dipinti con vedute della città di Bologna: ai piedi del suo letto era disegnata una bicicletta col cestino pieno di fiori appoggiata vicino alla porta di un muro di una casa arancione. Non era una casa, era solo il bagno della stanza, ma quando mi ha mandato la foto mi ha fatto piacere pensare che dopo tutta la paura per la malattia fosse finito in un posto bello. E se anche gli infermieri lo dovevano accompagnare in bagno sotto braccio perché avevano paura che non riuscisse a stare in piedi, quella stanzetta era una meraviglia per lui.
E per me, che facevo il tifo da casa, impotente
Quando leggo tutto questo, di chi ci è passato in mezzo o da lontano, impotente, realizzo veramente la fortuna avuta fino ad ora (del doman non v’è certezza) anche se condivido la sensazione di sospensione, incertezza e disorientamento. Siamo come in balia delle onde, più o meno burrascose, si naviga a vista e spesso l’unico imperativo è rimanere a galla.
Forza, ce la faremo, anche senza (solo per quest’anno! ) i pasti a Bari…
Grande non J…
Tu ti svegli alle 4 per andare alla radio….io per vedere Squadra Antimafia Palermo oggi….
Sono felice di leggere che piano piano la salute torna nella tua famiglia. Sono giorni tristi e li affrontiamo come possiamo, cercando la forza nei piccoli gesti quotidiani. Domenica un nostro amico di 34 anni non ce l’ha fatta, dopo 4 settimane di terapia intensiva si è arreso. Sono giorni tristi.
Che tragedia. Mi dispiace moltissimo. Un abbraccio
Sono felice che le cose migliorino…ti leggo sempre,anche su RepubblicaD…Buona Serata
Un abbraccio alla nonna ancora in ospedale
Bello finalmente leggere che riprende almeno in parte il tran tran, seppur fra tosse e controlli continui. Che Natale indimenticabile, non certo in senso gioioso…siamo tutti colpiti da dolori, ansie, paure , e i piccoli passi sono gioie impagabili. Come la tua mamma che sta migliorando.
Mi fa tenerezza il ricordo delle cartellate immerse nel mosto, che ci offriva sempre per le feste un’amica di mamma di Cerignola..
Cara Elasti, i tuoi toccanti racconti rimandano, come in uno specchio, le nostre claustrofobie, malinconie, accortezze ludiche, resistenze salvifiche. Il covid ci ha denudati, restiamo duellanti in cerca di salvezza. Auguri di cuore a nonna J
Le cartellate non le avevo mai sentite, ma ho guardato in internet…
Che forza nonna j,abbracciala da parte mia.tanti auguri alla tua famiglia,a te e a quella pezza di Lundini.
non riesco a capire perché dalla scuola di sneddu non arrivi nulla. insegno in una scuola primaria e ai bambini in quarantena per un familiare ammalato abbiamo sempre, con classroom e quant’altro, permesso di non perdere nessuna lezione.
Cara elasti girl, sono arcicontenta di risentirti finalmente sulle onde radio. Abbiamo sofferto per te e adesso gioiamo della tua guarigione e del lento ma felice ritorno alla normalità! Mio marito, cardiologo prestato al reparto Covid per un mese, è riemerso qualche giorno fa, carico di un bel bagaglio emotivo non indifferente. Io, cosentina a Roma, tra smart working e ufficio, onoro le calabre tradizioni culinarie, come mister i fa con quelle pugliesi, annegando la nostalgia tra fritti, dolci e salati! Bentornata, adoratissima!!
Mi fate morire tu e miser i… tu coi peli superflui e lui con la nostalgia di Bari sfogata nella cucina 😀
Cara Elasti,
Sono una tua lettrici accanita da tanti anni ( libri,audiolibri,articoli..) inconsapevolmente mi sei stata accanto in tanti momenti belli e meno belli e di questo ti sono immensamente grata.
Non ti ho mai scritto perché sono poco incline alla comunicazione tecnologica.
Oggi però ho sentito la necessità di farlo .. sono un medico e sono stata insieme alla mia famiglia allargata ( il mio compagno e i miei tre figli,ma anche il padre dei miei primi due figli e la figlia del mio compagno)malata di Covid e ho perso mia nonna per questo virus maledetto.. solo oggi ho letto i tuoi articoli e ho scoperto quello che avete vissuto. Come sempre hai dato voce e parole come se avessi letto dentro di me.. Grazie.. ma soprattutto mando a tutti voi il mio abbraccio virtuale e fortissimo..
Daria
carinissima come sempre, cosa dire aiuti tutti noi con la tua leggerezza. un caro saluto da nonna giusi.
Sono proprio felice le cose vadano meglio per tutti voi Elasti! e mi raccomando prendete il tempo che servirà per un buon recupero (mangiare buonezze aiuta e vedo che MrI si sta impegnando).
Ora non ci resta che sperare le festività non ci regalino un terzo lockdown a metà gennaio (che a vedere il traffico a milano in questi giorni non c’è da sperarci troppo)….e se poi tornano a dire che è colpa del rientro scolastico vado a incatenarmi al cancello della scuola
Cara Elasti, da tempo immemorabile, cioè dalla prima volta che ti ho letto su D de la Repubblica, non ho più smesso di farlo. Sai essere divertente e leggera anche quando tratti problemi profondi come l’adolescenza, l’amore, la malattia, la società. Spesso ho fotografato la pagina di D d inviare alle amiche e amici che so che non ti leggono, ma ai quali hanno fatto molto bene le tue riflessioni. Non è inusuale che inizi la lettura di D proprio dalla tua pagina, talvolta tornando verso casa dopo aver acquistato il giornale dal giornalaio che dista 200 metri, passeggiata priva di ostacoli come alberi, pali, panchine, cordoli, che mi permettono di immergermi nella lettura e lasciare che i miei piedi tornino in automatico a casa. Grazie. Vi auguro e spero che a oggi, l’ospite indesiderato sia stato spazzato via, che nonna stia bene e i colori pediatrici le abbiano dato un po di allegria. Io sono un infermiere in pensione tornato al lavoro per “acclamata richiesta”, e non mi vergogno a dire che ho tentennato prima di acconsentire, ma poi il senso del dovere è prevalso e dopo tre anni di assenza ora mi trovo a fare la presenza notturna avocata a tenere lontano l’ospite indesiderato, o a vederne in largo anticipo i sintomi minori con cui inizia la sua scalata, non solo dei degenti ma anche di chi li assiste. Fortunatamente sono sempre stati segnali di altro e esso non si è mai presentato direttamente alla nostra porta. Mentre ha varcato le porte di qualche collega, non necessariamente la sua ma anche quella di qualche famigliare, ma anche cosi li abbiamo fatti stare a casa per evitare ogni possibilità, anche minima, di contaminazione. Per ora tutto bene. Continuo ad attendere il sabato per leggere la tua pagina, frequento meno il blog, confesso, ma quelle volte faccio scorpacciate di quanto mi sono perso. Un ringraziamento e un augurio per queste prossime feste che passeremo n modo alternativo ma sono sicuro che sapremo dare un senso anche a questo. Da parte mia, delle mie amiche e amici inconsapevoli, di mio marito altrettanto inconsapevole ma che ritiene che tu sei un po leggera (capirai, lui legge cose di ben altro spessore, e ben venga!). Un abbraccio a tutta la famiglia! Buone Feste!! Claudio