Nonsolomamma

ci mancheranno

Io, la scuola elementare, altrimenti detta primaria, non l’ho mai finita. Quando era quasi il mio turno, prossima al termine della quinta, precisamente il 28 maggio, giorno in cui mia madre, nonna J, compiva 40 anni, fui investita da una motocicletta che mi devastò la gamba sinistra. Fui operata e per i successivi quattro mesi vissi dentro un gesso. In classe tornai solo per fare gli esami (allora usavano), in sedia a rotelle, portata su per le scale a braccia, in trionfo, dal signor Giuseppe, il custode. Ma avevo chiodi e trazioni che uscivano da tutte le parti e non mi godetti la gloria. Era l’estate di Alfredino Rampi nel pozzo a Vermicino e io e il mio enorme gesso, immobilizzati a letto e incollati a un minuscolo televisorino, non ci perdemmo un minuto di quello strazio.
Non sono nemmeno mai veramente uscita dalle elementari di Sneddu. Il Covid ha spazzato via gli ultimi quattro mesi, il saluto alle quinte, le lacrime, gli addii, la fine di un’epoca.
Pertanto, anche se all’apparenza sono qui, in realtà sono ancora impigliata nella quinta.
Dalle medie invece sono uscita ieri, dopo nove anni consecutivi di frequentazione che si aggiungono ai tre negli anni ’80, era di scaldamuscoli, di famiglia Bradford e di Happy Days.
Nove anni di seguito dentro un’ininterrotta festa delle medie sono un tempo infinito, illegale, neppure contemplato, perché inconcepibile, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Nove anni di ascelle putrescenti, di sconquassi ormonali, di tavole di Educazione tecnica, di pelle grassa, di peli, di metamorfosi improvvise, di voci cangianti, di improbabili recite, di sgangherati concerti, di amori acerbi e immaginari, di ore infinite di pratiche onanistiche dentro un bagno chiuso (“Apri! Apri o butto giù questa maledetta porta!”).
Nove anni di disagio, di luci, di ombre, di umoralità psichedelica, di follia.
Non oggi, non domani, probabilmente neppure dopodomani. Ma un giorno, questi nove anni sbrindellati, ci mancheranno.

3 pensieri riguardo “ci mancheranno

  1. Cara, dolce, inesauribile, creativa splendida Claudia. Mi hai fatto tornare indietro nel tempo e ripensare alle mie strane scuole elementari. La prima, a poco più di 5 anni piccolo e spaesato con una maestra stile ‘800 nel senso di 1800, la seconda e la terza con un maestro fuori dal tempo al quale piaceva raccontare storie fantastiche e dare calci nel c..o agli scolari vivaci, una 4^ full time dalle suore perché mamma si doveva occupare d’altro e la 5^ con il tragico trasferimento a Milano -città ostile per me e puzzolente (1960…) – dallo splendido lago d’Orta, dagli amici dell’infanzia, dai prati e dagli alberi di mele e ciliegie nostre prede….il mio “paradiso perduto”. Grazie splendida donna

  2. Carissima. Io mi preparo per andare alla festa di quinta elementare di mio figlio, il cuore mi batte forte, sento un’esplosione di sentimenti, soprattutto gratitudine per queste splendide epoche maestre.
    Gli altri due sembrano tranquilli, chi legge un Tex, chi non si stacca dal pc… ma come fa a lavorare in un momento come questo?? Si chiude un ciclo, si rompe una routine, si slacciano legami…..
    Sarà la perimenopausa che rende tutto così enfatico?
    Beh, comunque io questo momento me lo voglio gustare, che scendano le lacrime se vogliono!
    Buona estate a voi

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