Nonsolomamma

piccola storia di polpi

Era tutto pronto. C’erano il fotografo Gaetano con il suo armamentario fotografico, il pescatore Francesco che ha 46 anni e pesca da quando ne aveva 12, suo cugino, sempre Francesco, che è in pensione ma aiuta il congiunto, io, carica a pallettoni ma con il chewing gum contro il mal di mare in borsa ché non si sa mai.
Avevo raccontato, per Il Venerdì, un sexy shop, la terza media, un’edicola e altri luoghi ancora non pubblicati. Andavamo a Bari per festeggiare l’anniversario dei nonni, mi sono detta: cosa posso raccontare lì che a Milano non c’è? Un pescatore. Perfetto. Mi sono mobilitata, la macchina organizzativa si era mossa. Si erano materializzati i Franceschi che pescano polpi con la muta, le bombole e il loro barchino.
Tutt’appò, dicono qui.
Sveglia alle 330. Appuntamento alle 4. Che problema c’è? La radio mi ha abituata alla disciplina antelucana. Esco di casa senza fare rumore.
Peraltro a Bari alle 4 del mattino c’è una movida di un certo spessore.
Ì Franceschi sono creature coriacee ma potenzialmente amabili, me lo sento. Parlano una lingua stretta ma 30 anni al fianco di un barese non sono passati invano. Loro caricano sul barchino le loro cose. Gaetano si tiene stretto l’armamentario. Io carico me stessa con un balzo da faina di mare. Scrivo cose a caso sul mio taccuino. È buio e spettacolare.
Partiamo. Olé. Faccio il lavoro più bello del mondo. Sono a prua e mi sento la dea dei polpi.
Ci allontaniamo dal molo.
“Me’ Francè, ce côs’ mi rapprsènt’ tutta quest’acqua dind’alla barca?” fa Francesco a Francesco.
Effettivamente il fondo del barchino si sta riempiendo d’acqua.
“Non è nudd’”, non è niente, dice Francesco.
“Niente è sicuro. Però è sicuro”. Riporto sul taccuino questo scampolo di saggezza.
Francesco usa un palettino per togliere di mezzo l’acqua in eccesso.
“È tanta Francè” “Non è nudd’”
Francesco usa un secchio per eliminare l’acqua.
Navighiamo in una vasca da bagno.
Sto a gambe incrociate sulla prua. Niente è sicuro però è sicuro.
Francesco con l’acqua alle caviglie convince Francesco. Torniamo a terra.
Domani ci sarà maestrale e non si uscirà.
Lunedì mattina torniamo a Milano.
Non sempre la vita fa quello che decidi.
Saranno contenti i polpi.
L’unico problema è che sono le 5 del mattino, non ho le chiavi di casa e vago sul lungomare, raminga, con il mio taccuino, aspettando un’ora dignitosa per bussare alla porta.

2 pensieri riguardo “piccola storia di polpi

  1. Bella storia Elasti! Sono molto contenta per i polpi, che non mangio più dopo aver visto il documentario “Il mio amico in fondo al mare”.

  2. Bellezza è anche camminare alle 5 del mattino sul lungomare e guardare il sole che sorge.
    Bellezza è farlo in solitudine e pensare al tutto, con il rumore del mare che ti entra dentro.
    Bellezza è essere per qualche momento distante.

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