Nonsolomamma

in marzo ho fatto troppe cose

Sono stata 24 ore a Roma su dei perfidi tacchi. Una sera sono andata a Correggio dove mi hanno offerto l’erbazzone, sublime invenzione emiliana. Sono rientrata all’una e mezza di notte, ho dormito meno di tre ore e, all’alba dell’indomani ho fatto un interessante esperimento sul mio corpo parlante e dormiente insieme, in diretta nazionale. Ho parlato di radio agli studenti. Un pomeriggio ho ripetuto lo stesso sproloquio due volte di fila a due classi diverse e mi sono sentita in un film distopico. Ho partecipato a un evento alla mia vecchia università che oggi è una irriconoscibile cittadella. Eravamo 99 alumnae, si dice così. 99 bocconiane, che paura. Due avevano gli anfibi. Le altre no. Io appartenevo al primo gruppo.
Ho incontrato i miei ex colleghi giornalisti a una mattinata di finanza. Non li vedevo da dieci anni. È stato bello e un po’ struggente. Un tempo ricorrevo amministratori delegati per una dichiarazione che svoltava la mia giornata. Ma non ero mica brava a far quel lavoro lì. Avevo sempre il terrore di disturbare. Anche oggi ce l’ho.
Mister I è andato a Boston e a Londra e poi in altri posti che ho dimenticato. Quando siamo lontani non ci telefoniamo mai. Ne ho parlato con mia cugina che vive a Dresda: dice che è strano.
Ho fatto quattro giorni consecutivi di corso per diventare insegnante di yoga. Ci sono immagini che mi ritraggono cadavere, stremata da quella maratona. Pingala, Ida e i cinque Vayu sono amici nuovi ma non credo che ve li presenterò mai.
Sono tornata a Napoli con la cugina di cui sopra. Abbiamo macinato un numero insensato di chilometri, mangiato fiocchi di neve, bevuto caffè alla nocciola, dormito nello stesso lettone come da piccole. Era la sua prima volta a Napoli. Accompagnare qualcuno in una prima volta è un grande privilegio e una grande responsabilità. Ci siamo divertite. Lo rifaremo. Magari sarà lei ad accompagnarmi in un ignoto che parla tedesco. Non capirò nulla.
Questa sera Sneddu è al concerto dei Club Dogo con un amico. Ho preparato un sacchettino con panini e cioccolato per entrambi. «Grazie, Cla» ha detto. Sa che non deve chiamarmi Cla. Ma sono talmente stanca che non neppure protestatato. A marzo ho fatto troppe cose. E non mi sono accorta che nel frattempo è primavera.

5 pensieri riguardo “in marzo ho fatto troppe cose

  1. anche il mio ultimogenito sa che non deve chiamarmi per nome. Tantomeno abbreviato selvaggiamente da lui.

    E lo fa.

    Maledetto

  2. Ma come fai ?? Trovo non esilarante ma ansiotica questa tua doppia immagine, una di donna allo stremo delle forze travolta da mille impegni, Un’altra che si sente indomabile con un super io mostruoso che la tiene a galla. Attenta Elasti che il conto può essere salatissimo. Quindi, semplicemente, datti una calmata ! Possibile tu non riesca? Eppure pratichi yoga. ..

  3. il mio “piccolo “ ,da poco sedicenne, ha incominciato a chiamarmi Madre. All’inizio mi dava fastidio.

    Ora lo chiamo Figlio e trovo in questo scambio una nuova complicità che non mi dispiace.

  4. Le chiavi generiche sono un concetto fondamentale nella programmazione e nella progettazione del software. Esse consentono di creare codice flessibile e riutilizzabile, poiché permettono di trattare dati in modo generico, indipendentemente dal tipo specifico. Utilizzando chiavi generiche, è possibile scrivere algoritmi e strutture dati che possono essere applicati a una vasta gamma di tipi di dati. Questo approccio favorisce la modularità e la manutenibilità del codice, rendendolo più efficiente e scalabile.

  5. Le chiavi generiche rappresentano una soluzione economica e versatile per la gestione delle serrature. Offrono un’alternativa pratica quando si hanno molteplici serrature da gestire, riducendo la necessità di portare un pesante mazzo di chiavi. Inoltre, facilitano l’accesso in situazioni di emergenza, permettendo a più persone di utilizzare la stessa chiave. Questa convenienza le rende ideali per contesti come uffici o condomini, dove la sicurezza è fondamentale ma si desidera anche praticità e semplicità.

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