Tra la casa del mio papà e quella della mia mamma, quando ero piccola e figlia di genitori separati, c’era un palazzo coperto di edera. Ogni volta che ci passavo davanti, esclamavo “che beeeeeeella!” e mio papà mi faceva il verso. Dicevo che avrei sposato il bambino che ci abitava. Non è successo.
Mia cugina a Dresda vive in una casa coperta di edera. Quando sono partita ero accartocciata e mi facevo molte domande. Se mi coglie l’ansia appena salgo sull’aereo? Se mi viene voglia di scappare senza un posto dove andare? Se resto impigliata nei miei pensieri e non dormo mai? Viaggiare è insidioso quando si abita in un pozzo.
Poi sono arrivata. Alla stazione c’era il cugino tedesco che di mestiere fa il medico psicosomatico ed è rassicurante per definizione. C’era anche la cuginetta, anche lei tedesca, che ha una freccia piantata nell’orecchio e unghie lunghissime e colorate e l’aria di una che nel pozzo non casca mai, al massimo ci urla dentro per sentire l’eco.
Ho camminato lungo l’Elba, preso la pioggia, cucinato e fatto yoga insieme alla cugina. Siamo andati in gita nella Svizzera Sassone che si chiama Svizzera perché ci sono i boschi e un sentore di montagna. Ho bevuto succo di mela e mangiato deliziose frittelline con lo zucchero. Ho camminato da sola, perdendomi in una città rasa al suolo e poi ricostruita. Sono finita in un magazzino di carne e reggiseni, ho pedalato contromano, comprato verdure biologiche in un supermercato fricchettone, nutrito una macchina con un pasto di vuoti a rendere di plastica e vetro ricavando ben 10 euro, ho visto la sconfitta della Germania agli Europei e, per la prima volta, mi è dispiaciuto. Ho visitato il Museo dell’Igiene che mostra estasi, vita, morte, cibo, malattie, contraccezione senza lasciare nulla all’immaginazione.
Da piccole mia cugina e io, insieme, soffrivamo di ridarella acuta. Ci prendeva all’improvviso e non riuscivamo a smettere.
Ieri al museo c’era una postazione chiamata “brain activity”. Ci siamo messe in testa una fascia con dei sensori. Era una gara. Dovevamo muovere una pallina rilassandoci. Dice di aver vinto lei ma le istruzioni erano solo in tedesco quindi non ne sono sicura. Però a un certo punto ci siamo guardate con queste assurde fasce in testa ci è venuta la ridarella dell’infanzia. E credo che, se sei ancora nel pozzo, quella ridarella non possa venirti.
Ciao, Claudia
Sono uscita momentaneamente da Instagram ma ti seguo da qua.
Sono contenta di sentirti più serena.
Anch’io ho passato giorni d’ansia ma ora, grazie a nuove attività che mi sono creata ( e alle pastiglie a base di passiflora) sto un po’ meglio.
Per qualcuno è meglio non affacciarsi neanche al pozzo e vivere di momento in momento…
O almeno si cerca di farlo!
Buona estate!
Cristina ( Vecchia Ragazza)
grazie. spero molto nell’uscita dal tunnel
Ho sofferto di tremendi capogiri da maturità dell’unica nipote. Li ho curati con Levopraid, 2 iniezioni al giorno invece di 1. Se 1 fa bene, 2 fanno meglio. Mi sono passati i capogiri ma alla fine avevo 99 anni di forza fisica.
ORA È PASSATA E SONO NEL CHILL.😃
Ciao Claudia e’ la menopausa che ti da una spintarella verso il pozzo nero. Te lo dico perché ci sono passata tre anni fa. Sono sempre stata una persona allegra, positiva e molto dormigliona. Improvvisamente mi sono ritrovata inquieta, cupa ed insonne. Solo la diagnosi di un’amica psichiatrica mi ha allontanato dal pozzo nero. Pensavo:” Chissà se mai tornerò quella di prima”. Fatti aiutare subito da qualcuno, non indugiare! Donna avvisata mezza salvata la menopausa e’ davvero una subdola che altera a tal punto il tuo umore da non riconoscerti. Un grande abbraccio
credo invece che il pozzo nero abbia cause esterne molto molto chiare….
Mi dispiace già averne identificata la causa e’ molto
grazie per aver condiviso il vostro attacco di ridarella con noi (se ci fosse ancora Cuore e le 10 cose per cui vale la pena ci sarebbe sicuramente l’attacco di ridarella :-))