Il medio è a Formentera, a celebrare la prima tappa delle vacanze sfrenate e tamarre della maturità. Scrive messaggi un po’ sconnessi, prodotto dell’insonnia e probabilmente di sostanze psicotrope su cui non indago.
Sneddu è uscito dal tunnel di un massacro intestinale durato quasi due settimane. Le medicine portate dall’Italia parevano impotenti al cospetto della devastazione viscerale del virgulto che ha tuttavia mantenuto un appetito insaziabile e solo per quello abbiamo resistito al portarlo in ospedale. Il centro per adolescenti che sta frequentando questa settimana offre un laboratorio di capoeira che lo ha entusiasmato. Adesso alterna il chill alla ginga senza soluzione di continuità.
Il grande studia, frequenta gioventù cubana, prende lezioni di boxe, cerca un barbiere di fiducia per tagliare le sue chiome lunghissime e fa ricerche per la tesi, uno vari dei motivi per siamo finiti a Cuba.
Mister I lavora, frequenta un centro di ricerca da cui torna carico di dolci al cocco e libri in svendita ed è molto dimagrito, a causa dello stesso malanno che ha colpito Sneddu. Ama l’Avana e si sente a casa. «Abbiamo trovato un posto migliore di Bari?» No. Niente è meglio di Bari, nemmeno l’Avana». E questo potrebbe chiudere conversazioni, porte, finestre, matrimoni.