Nonsolomamma

di soldi e di rosa

Sono stata invitata a Roma per parlare di soldi. Se lo avesse saputo mia nonna avrebbe pensato “povera nipotina mia, come è caduta in basso” perché era convinta che il denaro fosse un argomento zozzo, al pari del sesso e dei disturbi intestinali. “Le signore non se occupano” diceva lei che, in verità, nei suoi oltre vent’anni di vedovanza, deve essersene occupata il giusto.

“Più donne nell’economia più crescita per tutti” diceva un cartello nella grande sala rosa (non è che abbiamo sopravvalutato il rosa?) di un palazzo che solo a Roma ce ne sono di belli così che fan finta di essere normali.

Cosa si dice quando ti invitano a parlare di soldi anche se tua nonna avrebbe preferito che tacessi?

Che i soldi sono emancipazione, dignità, mezzo e non fine per essere libere. I soldi non sono né sporchi né puliti, sono il prezzo del nostro lavoro, del nostro tempo prezioso, della nostra professionalità, del nostro perfezionismo, delle nostre ansie da prestazione. Non c’è vergogna nel chiederne di più se è quello che meritiamo. Pagare chi lavora è un dovere, non una concessione o un atto di generosità. 

I soldi poi bisogna capirli perché sono lo specchio della nostra identità. La scelta di investire in un’auto sportiva o scalcagnata, in un viaggio in Polinesia o in Uganda, in una casa per un figlio o in ristoranti stellati, in arte o nella ricostruzione di Gaza, dice chi siamo, in cosa crediamo e quale futuro vogliamo. Poche cose come la destinazione dei soldi raccontano di noi come soggetti politici. 

Perciò, in questi giorni di discussioni sulla manovra finanziaria, è importante leggere, capire, interpretare, superando il desiderio o l’impulso di voltare pagina. Perché le scelte di spesa e di risparmio di un governo, l’individuazione dei soggetti a cui chiedere e di quelli a cui dare, raccontano, più di qualsiasi dichiarazione o proclama, i valori e la direzione di un paese. 

Ho detto più o meno questo, seduta su una sedia rosa, appoggiata su un tappeto peloso rosa, nuotando in questa nuova vita che non ho ancora capito se sia veramente rosa ma, qualsiasi sia il suo colore, non è niente male.

3 pensieri riguardo “di soldi e di rosa

  1. É come essere in pensione a 50 anni, niente male. Se poi non ti danno i soldi della pensione, pazienza, pensa a tua nonna 😉

  2. Ma davvero hanno organizzato un evento sulla finanza al femminile stile “Barbie commercialista”? Sedie rosa, tappeto rosa e titolo “voglio una borsa rosa”? Ma ci prendono per cretine?

    Avete mai visto un evento di Confindustria, dove sono al 99% tutti uomini, con sedie azzurre, tappeti azzurri e titolo “voglio un dopobarba azzurro”? Ci sarebbe il putiferio, giustamente

    capisco comunque tu abbia accettato, qualche soldo fa comodo ora che sei di nuovo free lance. Vero è che un po’ ti invidio a volte, io devo andare a lavorare tutti i giorni (e mi piace il mio lavoro, ma….)

  3. Il posto fisso non ti esalta ma….stipendio assicurato, ferie, malattie, congedi per vari motivi.

    comunque coraggio che ce la fai. Ultima chance….la politica. Saresti meglio di qualche segretaria con armocromista al seguito.

    Buona fortuna

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