Mi sono tagliata i capelli. Parecchio. Mi sono messa un rossetto rosso fuoco. Ho indossato la tuta del Grinch. Sono uscita di casa in pantofole. Mi sono stesa per terra in salotto, a stella marina. Ho saltato la cena. Sono rimasta dieci minuti a testa in giù. Ho debellato definitivamente i peli dal mio corpo. Ho passato un pomeriggio a fare pacchetti di Natale. Sto vendendo metà del mio armadio su Vinted.
E nessuno di accorge di niente. Mai.
Si sono accorti soltanto quando ho mangiato sei pallozze di cioccolato ripiene di crema gianduia. In quel caso mi hanno beccata all’istante. E mi hanno redarguita severamente.
Vivere con i maschi è questa cosa primitiva qui, senza orpelli né dettagli. Questa cosa che va al sodo e ignora il superfluo, trascura la forma e non vede la sfumatura. Vivere con i maschi è un distillato di sostanza, un bagno continuo di realtà, un abbraccio estemporaneo e immotivato, l’affetto spiccio e solerte dei fatti, la trasparenza del contorno, i «se non me lo dici come faccio a saperlo?».
Io a questa cosa mi sono talmente abituata che quasi mi piace. Mi ci sono talmente abituata che mi sembra l’unica modalità possibile di stare al mondo. E se ho una mattinata libera, busso alla porta di un altro bambino, sempre maschio, per tornare lì, dove tutto comincia.
Il bambino M ha 4 anni e il grande è il suo baby sitter da quasi prima che nascesse. Oggi M è venuto a stare a casa nostra e io gli ho proposto un’avventura al museo.
Abbiamo saltato pozzanghere e rincorso autobus, siamo scampati alla voracità di piante carnivore, abbiamo contato macchine rosse e accettato caramelle da una sconosciuta. Avevo dimenticato l’effetto della presenza di un bambino sugli altri esseri umani: muratori nerboruti che fanno ciao con la mano, anziane signore che pongono domande intrusive e inopportune, camionisti che offrono passaggi sul rimorchio. Avevo dimenticato l’incanto e il privilegio di assistere alle prime volte, benché sempre maschie.
Domani è quasi Natale. La felicità è un rossetto rosso fuoco di cui nessuno si accorge, un distillato di sostanza, un abbraccio immotivato, il bambino M che ride.
buon natale elastimamma…. e grazie di scrivere 🙂