elastigirl si sente una donna veramente disinvolta e inserita. una vera cittadina del mondo.
elastigirl, atterrata a tokyo solo da qualche ora, dopo una breve conversazione in giapponese con una macchinetta automatica, ha acquistato la tessera ‘suica’ per la metrolitana.
Trattasi di una tessera verde acido pre-pagata che consente di viaggiare su buona parte della rete metropolitana.
armata di questa chiave magnetica che apre le porte del paradiso, elastigirl ora si muove in totale scioltezza.
purtroppo però quando elastigirl si sente sicura inizia a fare danni.
ieri mattina elastigirl si è diretta a grandi falcate verso il tornello della metropolitana e ha appoggiato compiaciuta la sua tesserina delle meraviglie sull’apposito sensore.
il sensore ha lanciato un urlo sordo e indignato, il tornello si è immediatamente richiuso e gli occhi di 1000 giapponesi stressati si sono posati su elastigirl.
era l’ora di punta, tutti avevano molta fretta e elastigirl stava cercando di aprire il tornello con la tessera della palestra (il tempio del benessere milanese, per intenderci) invece che con la magica suica.
le porte della metropolitana di tutto l’impero del sol levante si sono sbarrate davanti a elastigirl, esponendola al pubblico nipponico ludibrio.
per cancellare l’onta elastigirl si è dovuta prostrare davanti ai signori della biglietteria, chiedendo loro perdono.
elastigirl ha dovuto spiegare ai signori, che naturalmente capivano solo il giapponese, che c’era stato un errore e che era pronta a bruciare la tessera della palestra se le avessero riaperto le porte del paradiso.
i signori finalmente hanno riattivato la suica, probabilmente più per togliersi di torno l’italiana sciroccata che per reale clemenza.
elastigirl, gratissima, si è inchinata una quindicina di volte prima di lasciare la biglietteria e lanciarsi in nuove avventure.
Ti mollo lì questa perla di cultura yamatologica, a mo’ di consolazione: suika (con la k, ma si legge uguale) vuole dire cocomero. Naturalmente, avrà almeno settantadue omofoni, ma questo è l’unico significato che io sappia per certo. Perché dovrebbe consolarti? Boh, uno ci prova… 🙂
che vuoi che sia? tanto mica ti conoscono.. ;DDD
Un po’ di sano cliché italiano. Probabilmente per loro è stato come quando noi vediamo i giapponesi fotografare le vetrine dei negozi.
Avanti così, c’è da divertirsi…
MI è successa l’identica esatta scena a New York: un negrone enorme e incazzato mi urlava in slang cosa dovevo fare e io non capivo, tutti me lo ripetevano e io non capivo. Mi hanno salvato Starsky e Hutch.
O più semplicemente la sera sono andati a scriverlo sul loro blogghino nipponico:
Calo dialio, stamattina una disastlosa italiana ha bloccato il tolnello e io ho fatto taldi a lavolo
una domanda mi sorge spontanea: ma a che puo servire la tessera della palestra di Milano a Tokio??
Di’ la verità era un piano premeditato per far fare tardi a qualche giapponese e aiutare l’industria italiana. Che eroina!
Buon divertimento, Maurizio
beh… poteva anche andar peggio… dai.
andata a vedere tokyuhands?…e la zona di omotesando? ( pasticcerie giappo …meravigliose..)
BOSTONIANO: sapere che sono completamente matti non mi consola, ma comunque grazie, apprezzo molto lo sforzo
LATERRA: è vero, ma al momento ti senti comunque una merdina
ARANCIOEBLU: già. i giapponesi fanno le foto e le italiane fanno pasticci. siamo poari, no?
VIOLACCIOCCA: beata. immaginati se mi avessero salvata due poliziotti giapponesi in motocicletta…
OPPER: ma mica ce l’hanno il tempo per il blog. qui si lavora!
MAUBAUIS: mi sono posta la stessa identica domanda mentre la sirena del tornello ululava. non mi sono data risposta
RIMUGINO: omotesando celo, tokyuhands manca
però, scusa, anche tu, capisco portarsi dietro il bancomat ma il tesserino della palestraparadisodelfitnessedelbenessere a tokyo… Il minimo che poteva succedere era che lo confondessi con il pass per la metro. Non dirmi che anche a casa non ti è mai successo di pagare con.. il bedge dell’ufficio.. Beh, a me sì, perciò quando vado in vacanza lascio tutto a casa.
Comunque, fikissima la tua vacanza, fikissimo tuo marito mr. incredible che ti ha convinta a seguirlo, fikissima la decisione di non chiudere il blog, ma anzi di aggiornarlo con cadenza quoditidiana proprio ora che sei lì e fikissima anche la tua piccola disavventura della metropolitana, dai, almeno quando ci ripenserai ti farai un sacco di risate (e scenderà anche una lacrimuccia di nostalgia)
DIVERTITI PIU’ CHE PUOI
M.A. cioè Mariangela Invidiosissima
maledetta tecnologia giapponese.
Spero tu abbia fatto una scoreggia ad ogni inchino. 😀
ciao, elastigirl, goditela questa vacanza, chè te la meriti e continua a tenerci aggiornati. un bacio e te e a mr. incredible onda
Pero’ pensa al figurone che farai quando userai la tessera della metropolitana di tokyo al posto di quella della palestra, dai…
Tzè , ‘sti Jap! MANGA l’hanno capito che era la tessera del Francesco Conti! ‘Ngrati!
S. Domingo:

viaggio di nozze di unachicca:
L’aereo scende meravigliosamente quasi accompagnato da una nuvola all’aeroporto dell’isoletta, Unachicca e Papapluto scendono convinti di essere arrivati a destinazione, come di routine (li si fa così) applaudono al pilota, ringraziano tutti hostess e stuart (bellissimi) della Continental,
e si avviano contenti a prendere i bagagli, ma questi non arrivano.
I due cominciano a preoccuparsi allora chiedono agli addetti che visti i biglietti con pazienza spiegano loro prima in spagnolo poi in inglese che NON averebbero dovuto scendere li.
Ma più i pazientissimi addetti all’aeroporto spiegavano più la coppia combinaguai si incazzava temendo di aver perso i bagagli.
per farla breve sono andati avanti per almeno mezzora così fino a quando quel sant’uomo dell’addetto all’aeroporto non li accompagna ancoira sulla pista dove il pilota stava quasi per dare l’ordine di chiudere i portelloni indica di salire, ma ancor loro non capiscono così scende la hostess e cerca di spiegare loro che devono tornare sull’aereo.
alla fine capiscono (finalmente) e allora si che l’applauso lo ricevono loro.
Mi ricorda un po’ la prima volta che ho preso lo skylift, una vita fa. Sono finita appesa come un quarto di porco. Risultato: impianto chiuso per cinque minuti, fila tra il ghignante e l’incazzato.
Che figura,
Leela
MARIANGELA: ahime’ pensavo di avere lasciato ttutte le tessere inutili a casa. sono contenta dell’approvazione per la vacanza!
BOSSCARLO: credo che per certe finezze dovrei fare un corso da te…
ONDA: grazie. sto facendo il possibile
FIODOR: hai ragione. in italia la suica sara’ il mio lasciapassare ovunque. la tirero’ fuori in ogni occasione, anche al posto del bancomat. e poi diro’ ‘ops, scusate, sapete com’e’, il giappone, il jet leg…’
EMAU: il mio tempio non e’ il conti…
BAMBOLINA: voi si’ che siete fantastici, altro che elastigirl
LEELA: anche a me e’ successa la stessa identica cosa con il maledetto ski lift e quando ci ripenso mi vergogno ancora adesso
è una specie di ikea giapponese, spettacolare..
RIMUGINO: sono andata da tokyu hands! avevi ragione, abbastanza grandioso
bello eh?… era uno dei miei posti preferiti … nelle poche ore libere…