mater dolorosa si trascina stancamente sulla spiaggia, pallida come un cencio.
spesso sospira e di tanto in tanto geme.
sarebbe molto bella se non fosse tanto afflitta.
ha una bimba con le trecce e il costume rosa e un bimbo con il dito in bocca e lo sguardo imbronciato.
ha un marito alto e allampanato che gioca senza requie con i suoi figli.
mater dolorosa sulla battigia si è avvicinata a elastigirl.
“è durissima, vero?”, le ha sussurrato guardando il mare.
“scusa?”, ha domandato elastigirl senza capire.
“i figli, il lavoro, la casa, le vacanze, la suocera, la sabbia che si appiccica ai piedi. è durissima, vero?”, ha spiegato in un lamento monocorde.
“a volte, effettivamente…”, ha balbettato elasti-accondiscendente.
da quel momento mater dolorosa ha deciso che lei e elastigirl sono amiche del cuore, sorelle di sventura, unite nel martirio.
elastigirl forse da domani cambierà spiaggia.
…”Mater Dolorosa” probabilmente è un caso clinico, però non tutti hanno gli strumenti per costruire la propria serenità…
Kiss
PS: Bellissimo il Salento!
ma poverina!
oddio..non so se più tu che la devi sopportare o lei che è afflitta..!
Una forzata delle ferie, eh? Col vento che le soffia in faccia, i ghiaccioli che si sciolgono, i capelli che si scapigliano… che pena.
Io la spedirei tranquillamente a spegnere incendi sul Gargano con un vento a trenta nodi.
Leela
Però Elasti, lei non è mica uno degli Incredibili! Non ha la mitica elasti-famiglia.
scappa! l’autocommiserazione è insostenibile, anche per una supereroina.
Ma dico io, ma con tutti i posti stupendi del salento…ma ndo siete annati a finì?
hahahah pensa.. una mamma oggi mi ha detto ” non oso tornare a casa.. chissà la “donna” cosa avrà combinato oggi!! ieri sera ha preparato l’arrosto.. era insipidissimo! capisci?.. è una tortura..”
L’avrei strozzata:)))
Hai provato a proporle la bebidens? Magari se aripia!
Ciao
dai a mater dolorosa l’indirizzo del tuo blog e poi…fuggi 🙂
Uh! sapessi quante ne ho incontrate!!!
Quando mi si avvicinano e mi dicono:
Ma tu come fai con tre??
E io:
Penso a chi ne quattro!!!
AHUAHUAHAUHAUH.
Il panico da cozza. Come quando uno, dopo un giorno e sei ore di conoscenza ti dice “ti voglio bene”.
L’angoscia indotta dalla cosiddetta “cozza” fa correre lontano, per altre spiagge, altri lidi.
ahah
ma dai, poverina, la snobbi così?!
😉