durante la prima settimana solitaria, lontana dagli hobbit e da mister incredible, elastigirl ha raggiunto vette di beatitudine ed euforia tali da porsi qualche interrogativo esistenziale.
"ma io sono veramente dotata di senso materno?"
"ma io ero proprio fatta per avere una famiglia?"
"ma io perché non mi sento sola e vuota, ma anzi libera e felice?"
"ma io sarei forse più contenta e realizzata se fossi una gaudente single?"
poi ha trascorso il weekend con gli hobbit e questa sera è tornata a milano, di nuovo sola, di nuovo leggera, di nuovo libera come l’aria.
ed è stata colta da una divorante nostalgia. ma non una nostalgia circoscritta e scontata, non una nostalgia fisiologica e sana, di un nano grande che dice "prendiamo la pistola e scateniamo un inferno" o di un nano piccolo anarchico che ama le scarpe (cacche) e i pinguini (gu).
elastigirl è stata colta da una nostalgia insensata, capillare e senza speranza. una nostalgia struggente e inconsolabile.
elastigirl ha nostalgia della sua compagna delle elementari civaschi rossella che aveva lo chignon e la barbie cavallerizza, del suo primo fidanzato bordoni filippo che le scrisse a otto anni una lettera dal magistrale incipit "cara elasti, amore mio", del gatto romeo che vomitava tutti i giorni sul tappeto persiano e per questo fu cacciato di casa.
elastigirl ha nostalgia della sua nonna atea, ebrea e comunista che a 65 anni iniziò a studiare il tedesco, "perché non si può morire senza conoscerlo", della sua nonna napoletana che preparava le pizze fritte e le chiamava battilocchi.
elastigirl ha nostalgia dell’odore della segatura dell’asilo e del profumo del deodorante cappucci pour homme che usava il suo papà negli anni ’70.
elastigirl ha nostalgia degli amici che ha perso per strada, delle fallimentari lezioni di chitarra con il maestro peppo, della signora-che-non-ride, la panettiera che tanti anni fa faceva delle focaccine quadrate e che adesso chissà dov’è.
la prima settimana senza hobbit è volata via lieve, in un’ebbrezza di gaudente egoismo.
la seconda settimana si prospetta tetra e lacrimosa.
elastigirl lasciata in balia di se stessa è difficilissima da gestire.
Per Volare85 da Artù
una burlanda è un contenitore di una certa dimensione che viene citata per dire che uno ha mangiato o bevuto come un porcello.
Immagina un diametro di base di una quindicina di centimetri e un’altezza di altrettanti (ma questa è solo una mia opinione, e non il vangelo di manitù).
A risentirci volare 85
artù
Grazie Artu’
😀
accidenti, che brutto effetto fa la libertà!