Nonsolomamma

buchi neri e incidenti di percorso

capita, quando meno te lo aspetti, quando tossisci e ti cola il naso, quando sei accoccolata sul divano, quando ti fai la doccia, quando ti guardi allo specchio o scoli la pasta, quando pensi ad altro o non pensi a niente.
capita di cadere giù, in un pozzo, in un buco, in uno stagno melmoso, in un posto da qualche parte, dentro di te, in un angolo così tetro e freddo che non lo riconosci, che non sapevi che ci fosse, che ti artiglia e ti inghiotte.
capita di finirci dentro, mentre tu o i tuoi anticorpi siete distratti.
e laggiù ti senti sola e incompresa e impaurita. e ti domandi dove mai troverai la forza per uscire, per sorridere come prima, per camminare dritta e andare in bicicletta, dopo che hai visto questo pozzo, questo buco, questo stagno melmoso.
e allora chiedi aiuto. vorresti dire "scusa, sono qui sotto. e ho freddo e paura perché qui sotto la vita è un posto schifoso. mi abbracci?"
ma non ce la fai.
e allora farfugli che ti senti trascurata, che stai male e a nessuno importa, che non hai più fazzolettini di carta e nessuno te li va a comprare e che sei stropicciata e anche questa casa e questa famiglia sono stropicciate ma nessuno se ne preoccupa. e allora vaneggi e protesti e ti lamenti.
"ma cos’hai? sei impazzita?"
"sì, lo so. anche io non sono stato bene, però guardami ora che fiore, basta stringere i denti e passa tutto"
"mamma, ho fame"
"guarda che non sei mica l’unico essere umano stanco nell’universo"
"mamma, zoooochi daaaaai?" (=mamma giochi e la pianti di dire scemenze?)
e tu ti senti sempre peggio, laggiù nel buco.
e pensare che basterebbe solo una mano, un abbraccio, un sorriso per farti uscire.
basterebbe qualcuno che capisse come ci si sente nel pozzo.
ma forse i maschi quello stagno melmoso dentro non ce l’hanno e per loro è tutto più facile.
forse bisogna imparare a tornare a galla da sole.

ps grazie a barbara che, oltre a molte altre cose meravigliose, mi ha regalato il discorso sulle donne di natalia ginzburg che, come nessun’altra, parla del pozzo oscuro e di quanto sia purtroppo facile cascarci dentro ogni tanto.

126 pensieri riguardo “buchi neri e incidenti di percorso

  1. ti posso abbracciare forte?
    penso che no, gli uomini quel pozzo non ce l’hanno, e non sappiano cosa voglia dire avere un pensiero di sfuggita che ti taglia lo stomaco, che ti offusca la vista, che ti chiude la gola, e che ti risucchia dentro e non ti lascia risalire.

    un altro abbraccio.

  2. Posso donarti qualche verso?

    “Se ogni giorno cade
    dentro ogni notte
    c’è un pozzo
    dove la chiarità è rinchiusa.

    Bisogna sedersi sulla riva
    del pozzo dell’ombra
    a pescare luce caduta,
    con pazienza”

    Pablo Neruda, Il mare e le campane

    Hai ragione, a volte basterebbe un abbraccio per riemergere, ma quando questo non avviene occorre risollevarsi da sole.
    Anche se non ti conosco ti abbraccio con il cuore.

    Ale

  3. Non sono del tutto d’accordo.(Per quella vecchia storia per cui io conosco alcune eccezioni che confermano la regola)

    Ma una cosa che mi trova concorde c’è… se non si riesce a stare a galla da soli è una grana, visto che gli altri potrebbero levarti il salvagente quanto meno te lo aspetti.

    Un abbraccio.
    Rabb-it

  4. confermo:gli uomini non lo sanno.
    La scorsa settimana parlavo con una mia amica che ha avuto da appena un mese il quarto figlio(il più grande ha 5 anni e mezzo)e mi sembra leggendo le tue parole di riascoltare le sue;a me,diceva, basterebbe così poco per tirarmi su, nonostante la fatica fisica, etc…che mio marito mi facesse una coccola in più che quando mi lamento mi dicesse coraggio hai ragione ma insieme ce la faremo.
    Invece chissà perchè loro pensano che strigliandoti e scuotendoti tu ti tiri su da sola,bho!
    Comunque poi siccome con il marito siamo molto amici alla fine l’ho amichevolmente strigliato io e lui ha promesso di starci attento, tu non hai qualcuno che possa farlo per te?o sennò lo facciamo noi elastifan!
    Un abbraccio forte
    Roberta

  5. Ti capisco…sono stata due giorni con un dolore immenso allo stinco..nn potevo camminare..e questo perchè mi sono trascurata…nn mi si subito la pomata dopo aver ricevuto una botta…e sono cmq dovuta uscire,zoppicando …lo stesso a fare delle comissioni…e come una illusa speravo che una persona si offrisse…ma che devi fare..se ne uscito con un:”nn sono capace…vai tu!” …e anche io avrei desiderato in quel momento un abbraccio… forse,avrei zoppicato di meno…:)

  6. anche gli uomini ce l’hanno, ma lo ignorano perchè, così insegnano loro fin da piccoli ,da generazioni e generazioni.
    il risultato è che comunque anche loro ci cadono in un modo o nell’altro (…se pensate alla cronaca quotidiana lo immaginate anche voi), e contemporaneamente non riescono più a vedere nemmeno il buco nero di chi sta loro vicino: mogli, figli.
    aiutiamoli a riconoscerlo prima in loro stessi, poi lo vedranno anche in noi.

    siamo in tante e ti siamo sorelle in questo.
    ma non c’è qualche blogger vicina di casa???

    baci
    ele

  7. sai. sui buchi neri, avevamo scritto questa cosa tanto tempo fa:
    http://fabioeclaudio.splinder.com/post/16725334/Buchi+neri

    questo per dirti, che anche chi ha il cromosoma Y li vive.
    solo che ci hanno imposto, fin da bambini, di far finta che non esistano, i buchi neri, e che chiudendo gli occhi ne usciremo senza accorgercene.

    sappiamo bene, comunque, che non è così che funziona.
    e sappiamo anche che un blog dove poterne parlare senza nascondersi è una grande risorsa.

    nel frattempo, ti abbracciamo forte.
    F&C

  8. Credo che lo cercherò anch’io quel libro. Anche se questo post mi ha già fatto sentire un pò meno sola in queste giornate dove il mio pozzo si è effettivamente scoperchiato e invece intorno tutti sembrano così felici e sereni in pieno clima natalizio. Un bacio

  9. Capita ma dopo un po’ diventa più facile uscirne anche da sole perchè non puoi restarci a lungo e allora ti sforzi e ti costringi a starne fuori o forse semplicemente sei convinta di essere già fuori e hai solo ristretto il buco, l’hai ridotto al punto di portarlo sempre con te senza che gli altri lo vedano e se ne accorgano.

    Per riprendere il consiglio della amica al n.7. Se e quando ti va fai uno squillo.

  10. caspita……e come se lo conosco questo buco….e ci sono dentro in pieno anch’io in questi giorni….ma vedrai…
    fra poco ..poco…pian pianino risaliamo..e come se risaliamo..e saremo…quelle di prima…piu’ forti,belle…e felici…..
    certo,anche gli uomini avranno il “loro buco”..ma tutto a modo loro… vanno a fondo con un semplice mal di gola….il nostro e’ un “vero” buco!!!un buco tosto…nero nero nero…ma noi siamo forti!!! un’abbraccio elastigirl

  11. Sono d’accordo su quello che è stato detto, e vorrei segnalare un altro libro, non sui pozzi neri ma sull’autonomia personale, spesso così difficile da raggiungere per noi donne, e sulla solitudine interiore che aiuta a conoscersi, capirsi, coccolarsi, amarsi… e dare a se stesse quell’abbraccio che spesso ci è negato. Si intitola “Meglio sole” (non nel senso di single, ma nel senso che ho appena detto) ed è scritto dalla psicoterapeuta Ivana Castoldi. A me sta aiutando molto ad uscire dal pozzo nero in cui sono caduta…

  12. A volte le coincidenze della vita sono straordinarie, proprio oggi mi sono ritrovata nella tua stessa situazione, in fase di ” caduta libera “; mi sono abbracciata da sola, fortunatamente ho avuto la forza di farlo stavolta, e mi sono rialzata. Sto meglio ora, ma il livello di delusione si e’ alzato.
    Grazie Ale x la poesia di Neruda, un’ottimo spunto di riflessione x noi tutte!
    Stofia

  13. Il fatto è che i maschi magari il pozzo melmoso ce l’hanno anche, ma a loro la melma non disturba per niente (cfr. quando ci si rotolano nei vari sport “maschi”) e quindi non possono capire. Capace che lo scambino per una specie di sabbiera allagata, di quelle dei parchi giochi 😉

  14. Elasti, leggo ma non ho mai commentato.

    Ma ora volevo solo abbracciarti dal profondo del mio profondissimo buco in cui sono finita lunedi scorso. Dopo 11 mesi di dubbi e insicurezze, un test positivo che ha cancellato tutto nel giro di mezzz’ora indicando la via per uscire dal pozzo, lunedi abbiamo scoperto che il nostro primo, piccolissimo hobbit, non ha attività cardiaca, e tra qualche giorno me lo porteranno via, perchè tanto non può vivere.

    E allora la donna affronta le cose stringendo i denti, ma nel frattempo si chiede come farà se ci vorranno altri 11 mesi, o di più, a vedere di nuovo quella linea rosa. L’uomo invece la prende con filosofia, e dice che ci sono cose peggiori nella vita.

    Da buco nero a buco nero, un abbraccio gigante.

    Tinkerbell

  15. Io credo che cadere in quel pozzo, ogni tanto, sia inevitabile. Fa parte del “lato oscuro” della vita, della sensazione inevitabile che, alla fine, per quante persone e quanto “amore” ci circondino, non si può non rimanere soli con noi stessi e con le nostre debolezze, le nostre paure. Anzi, sono convinta che a volte sia quasi salutare caderci dentro, per poi rialzarsi con più forza, sicuramente per “riconoscere” di cosa si tratta la prossima volta che capita e magari affrontarlo con una consapevolezza maggiore. Non credere che anche agli uomini non capiti. Io sono convinta anzi che capiti spesso ma nessuno lo sa o nessuno se ne accorge perché lo tengono ben nascosto, a volte riescono a nasconderlo persino a se’ stessi. Il perché ancora mi sfugge. La nostra forza (e per “nostra” intendo di noi donne) è che invece quasi mai riusciamo davvero a far finta di niente, non fa parte della nostra natura. Non che questo lo renda meno doloroso, ma, almeno nella mia esperienza, riuscire in un modo o nell’altro a parlare di quella melma la trasforma in un mostro meno cattivo. E’ che quando capita, e hai un bimbo accanto che ti guarda e pretende, giustamente, che tu sia la mamma di sempre…allora sì che è dura, perché sai che non puoi permetterti di restarci troppo nella melma…e allora sì che una mano in più non guasterebbe. Un abbraccio. Marina

  16. a volte penso che ai maschi faccia una paura fottuta quello stagno melmoso, e’ solo per quello che non fanno nulla: non sanno come gestirlo. le loro reazioni sono le piu’ disparate: dalla fuga alla strigliata, all’indifferenza. miopadre dava una pastiglia a mia madre. e allora ci sono le sorelle, quelle che ti capiscono e semplicemente ti abbracciano e ti consolano e ti fanno coraggio. noi ce la facciamo sempre, alla fine. loro, i maschi, a volte no..

  17. Lo conosco bene questo buco nero ! Quando ci cadi, ogni parola che ti viene detta al fine di risollevarti l’umore spesso sembra una una pietra al collo che ti tira sempre più a fondo, quindi non ti dico nulla se non quello che di solito faccio io per risalire ….
    Non pensare, cercare di fare cose che mi distolgano da ogni pensiero negativo, metto una canzone che mi piace, e canto …canto… faccio la scema per casa, Sì, la scema, la bambina, tiro fuori quello che la beata e santa incosapevolezza dei bambili li rende così felici. cammino saltellando, faccio qualcosa per il mio aspetto qualunque cosa….., purchè mi faccia sentire un po’ diversa in quel momento . Non dico che risalgo completamente , ma il primo gradino è risalito, almeno mi sembra di non affogare.
    Ti abbraccio e ti faccio i complimenti per quello che scrivi e per come scrivi, ti ho scoperta da pochi giorni.
    ciao Lolla

  18. conosco bene quel buco nero, ogni tanto mi ci ritrovo, annaspo, giro non sapendo dove sbattere la testa, ma con tanta voglia di farlo e quando mi sembra di non farcela più…arriva sempre inaspettato un segnale, ne prendo uno qualsiasi e lo do per buono, positivo, come una corda, finchè risalgo, di nuovo alla luce….fino alla prossima volta!
    una abbraccio

  19. Sono qui anch’io con i miei due hobbit, uno in braccio che si allunga verso la tastiera e l’altra che vuole fare i giochi delle Winx… ti abbraccio e basta, forse a volte quel buco nero dobbiamo condividerlo con altre donne, invece di fare sempre a gara a chi è più brava, ha più figli, lavora di più o è più magra. E’ da non credere, quando si apre la diga poi siamo tutte lì ad abbracciarci e si scopre che davvero… non sei sola.
    E poi basta con questa Londra… oppure con questa Milano!!
    Guarisci presto.

  20. Ti consiglio di venire nel mio blog. Ho scritto qualcosa a proposito del pozzo. Il marito di mia sorella è tornato a casa dopo una vacanza di tre mesi. Lavora da una settimana e oggi è tutto stropicciato. Bisogna capirlo! Non è tutto oro quello che luccica!

  21. Lettera aperta a Mister Incredible

    Caro Mister Incredilble, c’è modo e modo de esse omini marxisti. Soprattutto oggi, che il tempo è passato e sotto la sciarpa rossa et la barba pole penetrare il sentimento. Non mi faccia il marxista remoto, quello con la clava in mano, che non chiede mai come stai perchè glielo devano sempre chidere a lui! giuro che se prepara alla elastissima una tazza di camomilla, e ni ci da una carezzina in testa e lei dice anna Kulishoffa mia (che è nei suoi pensieri lo sappiamo) non diverrà immantinente un mollaccione borghese.

  22. Tu lo chiami pozzo….io, invece, lo chiamo Il mio inferno….
    Quando ci casco dentro, per diversi giorni non riesco ad emergere. Precipitando, invece, sempre più in basso, fino al fondo dell’inferno.
    E alla fine, quando non ho più lacrime da versare, quando riesco a scorgere una piccola luce, pian piano mi aggrappo ai bordi del buco e metto la testa fuori….. Fino alla volta successiva….

  23. Scusate, ma no. Mi pare una facile generalizzazione dire che gli uomini non hanno i buchi neri o non li capiscono. Molto più verosimile quello che è stato datto da altri, che gli uomini li soffocano perché così gli è stato insegnato a fare. Ma io penso che il buco nero sia difficile da far percepire in generale, e penso che sia pensiero diffuso – e forse non falso – che nessuno può davvero tirarti fuori dal buco nero se non sei pronto a uscirne tu per primo. Guardate quanto è difficile aiutare chi il buco nero lo ha patologico – ho perso due cari conoscenti, così. Uomini, n.b.

  24. credo che al mondo ci siano poche cose controproducenti e sciocche come le generalizzazioni alla terza persona plurale. gli uomini fanno/non fanno, le donne hanno/non hanno. parafrasando la Mondaini, che noia che barba che barba che noia.

    (e sono una donna, io)

  25. Conosco bene, benissimo, quel pozzo e quel bisogno di piccoli gesti.
    Gli uomini? Non so, non credo abbiano la percezione del “pozzo” e se ce l’hanno, quando si trovano a sentire di essere sul fondo di quel pozzo pensano che sia l’unico, il più difficile, il più profondo. E pretendono presenza e abnegazione.
    Coprerò il libro di cui parli.
    Sono una nuova arrivata su questo blog ma l’ho già messo tra quelli che leggo e leggerò.
    Un abbraccio solidale 🙂

  26. sai che mi è preso un groppo alla gola e non riesco a smettere di piangere..
    io ci sono precipitata nel buco nero… e non riesco a tornare su..
    si va avanti per inerzia.. cercando di far passare il tempo.. e così si sprecano giorni mesi settimane e anni…
    la soluzione sarebbe quella di non dipendere emotivamente da nessuno.. ma come si fa?

    ogni tanto mi fanno bene i libri di concita de gregorio.. li conosci?

    tanti baci

  27. carissima, mi sa’ tanto che in quell’enorme buco nero…….siamo in tante. A volte sembra cosi’ difficile risalire…ma mi consola anche solo il fatto……che non siamo sole..laggiu’. Un abbraccio .

  28. Un abbraccio forte dalla Prof che conosce i “buchi neri” ed ancora non ne è uscita…

    Penso che l’unica cosa importante sia trovare la forza dentro se stessi, proprio in quegli spazi dell’anima apparentemente nascosti, ma che sono la nostra sola risorsa…

    Un bacione…resisti ^_^

  29. Mi è venuto un colpo quando ho letto il tuo post, perchè proprio in questi giorni mi sento esattamente come hai scritto tu… passa però è brutto.
    Ti capisco e per quello che può contare visto che non ci conosciamo ti sono vicina.
    Stefania (ps. quella di FB)

  30. I maschi pensano sempre che quel pozzo nero non sia per loro…. 😦
    Prova a dargli tu il primo abbraccio….
    Dai Elasti !!!!

    JACOPO

  31. Ho cominciato a leggere questo blog da poco e mi piace molto perchè riassume bene l’ambivalenza della vita di madre. Fatta contemporaneamente di felicità con i propri figli e di fatica quotidiana. Che poi è anche il sunto della vita per tutti. Ti lascio anche io un pensiero, che ho ritagliato a sedici anni da un giornale e mi porto dietro da allora (ed ora di anni ne ho 41). Sono parole di Milena Jesenka, compagna di Kafka: “L’amicizia? Se hai due o tre persone, ma cosa sto dicendo, se hai solo una persona, con cui puoi essere debole, miserabile e contratta e che non ti farà del male per questo, allora sei ricca. Puoi aspettarti indulgenza solo da una persona che ti ama, mai dagli altri e soprattutto mai da te stessa.” Non è questo che cerchiamo tutti quando parliamo d’amore? Ma come è difficile trovarlo e anche a volte darlo. Un abbraccio. Barbara

  32. Ti abbraccio anche io, forte, con tutto il bisogno che ne avrei, ora che il pozzo è senza fondo, più melmoso e freddo che mai

  33. Sono uomini, mica sono scemi: loro il pozzo lo tengono ben chiuso con un coperchio di ghisa e col cavolo che ci provano, a finirci.

    Per questo hanno paura quando ne parli, non sia mai che le parole possano spostare il coperchio? agire, bisogna.

    Cose splendide in proposito le ha scritte Deborah Tannen in “You just don’t understand” e posso dire che ha salvato il mio e tanti altri matrimoni. Lei è professore universitario (forse anche un pochino marxista, chi lo sa?), quindi mr Inc. può tranquillamente leggerla e farne tesoro.

  34. Tinkebell……….forza….
    forza e forza………vedrai….
    arrivera’ anche per il tanto desiderato raggio di sole….forza!!!
    un abbraccio
    ciao

  35. a voglia se li hanno anche gli uomini, i buchi neri. Io che sono un uomo, li conosco bene e quelli che mi vogliono bene se ne accorgono, eccome.
    sai qual è la vera differenza tra uomini e donne, in questi casi? che noi riusciamo a chiedere aiuto apertamente, anche incazzandoci; le donne si aspettano di essere aiutate senza far capire nulla. e poi vanno a lamentarsi dalle amiche, dalla mamma, o nel blog, che i loro uomini sono insensibili e se ne sbattono di loro.
    Non è vero, non è così: non fate finta di stare bene se state male. Chiedete di essere abbracciate.
    Non siamo dei mostri, ma crediamo a quello che vediamo.

    Manlio

  36. anche gli uomini ce l’hanno, e spesso ci finiscono dentro con tutte le scarpe…
    ma noi siamo bravissime a tuffarci nella melma anche quando non sarebbe assolutamente necessario… un abbraccio forte

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