alla riunione dell’asilo nido dello hobbit piccolo il papà di alberto ha alzato la mano.
"prego, papà di alberto. dica pure", ha detto la maestra susanna.
"volevo dire che sono preoccupato perché alberto a volte fa strani versi, dice brum brum e shsh e tuptì. e quando noi gli chiediamo perché parla così, lui risponde che è hasem, l’egiziano, che parla in questo modo"
"hasem non è egiziano, è tunisino"
"va be’, fa i’ stèss, comunque, per colpa di quel bambino egiziano…"
"tunisino"
"insomma per colpa di quello lì il mio alberto sta disimparando l’italiano"
"mi sembra improbabile che alberto possa disimparare la sua lingua per colpa di un compagno di classe. hasem parla arabo e francese e piano piano sta imparando anche l’italiano"
"insomma, maestra susanna, io sono preoccupato"
"e io la voglio tranquillizzare, papà di alberto. non ha ragione di preoccuparsi. senza contare che il contatto con i piccoli stranieri, in una classe di soli dodici bambini come la nostra, è fonte di arricchimento per i vostri figli che hanno moltissimo da imparare dalle culture diverse"
"già, per esempio alberto da hasem può imparare… a fare la pizza! gli egiziani non sono tutti pizzaioli?"
il papà di alberto, dopo le elezioni di sabato e domenica scorsi, sarà rappresentato ancora meglio in questo paese. ne sarà contento. almeno lui.
Cara Mammaditre, il blog non è un foro di discussione è vero, ma dietro gli avatar ci sono persone reali con i loro pensieri e non possiamo purtroppo tutte ritrovarci al bar o al pub per parlare di certi argomenti, quindi, quando capitano (anche inaspettatamente) credo sia giusto dibattere, sia pure animatamente.
Trovo inoltre che finora i toni non sono stati nemmeno troppo accesi nè offensivi nè maleducati, non trovo nulla di male nel commento #167, ha solo puntato il dito verso un certo comportamento di alcune persone che frequentano questo blog e che vorrebbero che Elasti fosse sempre e solo la mammina lavoratrice instancabile madre di famiglia, senza che tra le righe le uscisse mai un commento fuori dal coro, una cattiveria seppure piccola.