Nonsolomamma

scissioni interiori: l’elasti-massaia della domenica

nonostante un’infanzia passata a cantare ‘sebben che siamo donne paura non abbiamo’, l’educazione di nonna J a base di hop hop e di sedute di autocoscienza femminista, nonostante gli aridi studi di economia e l’ancor più arida carriera (carriera?) nel giornalismo finanziario, elastigirl, dentro, è una massaia.
nelle recondite profondità del suo animo, lei porta un grembiulone a fiori macchiato di farina e tuorlo d’uovo e un mattarello sotto il braccio, ha origini contadine e quindici figli urlanti attaccati alla sottana che implorano di leccare l’impasto della torta marmorizzata rimasto appiccicato al mestolo di legno.
l’elasti-massaia, pur essendo una donna spavalda e volitiva tra le mura domestiche,  in pubblico è schiva e preferisce restare nell’ombra, generalmente in una tasca dell’elasti-borsa o tra le pieghe di un’elasti-camicia.
la domenica tuttavia è il suo momento.
"ragazzi, bisogna tagliare tutto quel basilico sul balcone, altrimenti muore. e cosa facciamo di tutto questo bendidio profumatissimo e biologico? il pesto! e poi occorre tagliare anche la salvia che ormai è diventata infestante e stasera cosa si mangia? salvia fritta. olè. venite ad aiutarmi"", ha detto energica e imperiosa agli hobbit ieri pomeriggio brandendo un enorme paio di forbici.
"ehi mamma! guarda! è gigantesco! è verde! è un super verme!", ha gridato lo hobbit grande in estasi mentre lavava le foglie odorose.
"zi sono anke io! fatemi vedele. un vemme? glande! folse è un dlago!"
"ma è bellissimo! guardiamolo da vicino. nano, domani potresti portarlo a scuola e farlo vedere alle maestre e ai compagni. che dici? mettimelo sulla mano!"
già, perché l’elasti-massaia non ha paura di niente e, alla bisogna, combatte a mani nude le sue battaglie contro le mostruose creature, grandi e piccole, di madre natura.
pesto e salvia fritta hanno perso ogni appeal di fronte al vermone ipertrofico, protagonista assoluto dell’imbrunire domenicale.
la sera, prima di andare a dormire, lo hobbit grande ed elasti-massaia hanno infilato il gigante verde in un tupperware dotato di presa d’aria, in cui hanno messo ogni genere di conforto: acqua, basilico, pane, uva e un fiore blu perché anche l’occhio vuole la sua parte.
stamane, nella frenesia malmostosa del lunedì mattina, di quella signora con il mattarello sotto il braccio, amica della salvia e dei vermi, solare ed entusiasta, era rimasto solo uno straccio stropicciato.
"mamma guarda! il verme è ancora più grasso stamattina. e… ha fatto un sacco di cacca! ci sono palline di cacca dappertutto dentro il tapperware! la maestra sarà contentissima!"
elastigirl ha lanciato un’occhiata furtiva e disgustata all’immondo contenitore. la massaia ha ceduto il posto a un’algida e schizzinosa signorina rottermeier: "quell’orrido animaletto produttore di schifezze non è di rappresentanza. escludo che tu possa portarlo a scuola", ha decretato arricciando il naso e gettando tutto in pattumiera.

elastigirl è convinta che, prima o poi, questa scissione interiore la porterà alla follia.

80 pensieri riguardo “scissioni interiori: l’elasti-massaia della domenica

  1. maxhunter, io mi sono capita benissimo, ma non ho voglia di polemizzare
    questo è il blog di claudia, mica il mio
    la mia opinione è che, comunque messe, di solito noi donne riusciamo a fare, bene, tutto
    comunque, per tua informazione, non sono affatto una donna in carriera ma una normale impiegata a tempo pieno (purtroppo, perchè lo vorrei part-time) e, se hai letto tutto, hai anche visto che ce l’ho fatta anche senza marito e senza figlia grande disponibile 🙂
    insomma, il mio motto (di solito, a parte poche eccezioni) è “volere è potere”
    e con ciò chiuderei volentieri il dibattito
    ciaooooo

  2. Credo che Max Hunter ponga la questione male, in modo un po’ sgradevole. Ma non per niente nel suo blog si chiama uomo di Cro Magnon, e mi pare coerente. Forse anche Elasti pone la questione male. Io non lo so elasti se hai un disturbo di personalità o sei semplicemente una donna completa, come ci sono persone complete. Le persone complete hanno interessi dentro la casa e fuori, scivolano in toni di vita diversi. Io non ho molta simpatia per i carrieristi tutti – maschi e femmine – per quelli che sacrificano la vita per l’angoscia della scalata. I maschi e le femmine di questo tipo fanno male ai propri figli e spesso al proprio fegato. Ma ammiro, sono grata diciamo, a quelli che seguono una vocazione, un talento una passione. E credo che avere dei genitori di questo tipo che la sera ti raccontano delle cose, è bello. Anche nel modo di essere impiegati, se sono contenti del loro ruolo se danno un senso a quello che fanno, senza sacrificare la propria identità privata. Si può fare. Anche perchè la delega al gruppo sociale è una norma antica come il mondo ed è la più transculturale delle norme. I bambini che sono insieme con delle figure che li seguono e li fanno giocare – si trovano dai pigmei al giappone, dalla Cina all’Inghilterra. Non è questione di upper class, di nonni e di sorelle maggiori. Sarebbe questioni di una società che si prende cura di ciò che ha di più prezioso, la sua eredità.
    In Italia questo concetto non arriva per bene. In Italia, i figli sono della madre, e un po’ meno del padre. I nidi non ci sono per tutti, gli aiuti alle famiglie scarseggiano, arriva una minestra e ipotizza di togliere il tempo pieno – e poi ci sono i Max Hunter, che pensano che il dramma siano le madri in carriera.

  3. ehm, io non ho capito cosa voglia significare “autoaffermazione nel mondo” di qualche commento prima, mah.
    Intanto questo sdoppiamento credo sia insito nella natura stessa di noi donne, a volte si camuffa bene, altre è fin troppo espresso.
    Vie di mezzo? Dai maxhunter, noi donne riusciamo a fare mille cose in un’ora, io sono tra quelle che si è posta di prendere una strada giunta al bivio, ma ce la si può fare… ce la si deve fare.
    In fondo i bambini sono stupendi e richiedono cure amorevoli, ma c’è anche chi deve lavorare e non può scegliere.

  4. Cara #29, hai ragione, anche secondo me si può avere tutto ma…si devono verificare alcune combinazioni decisive:
    1) un lavoro che ti gratifichi e ti appassioni ma dove non conta il presenzialismo (es.rimanere fino a tardi anche senza ragione), bensì i risultati e la flessibilità è consentita (esistono questi lavori, bisogna individuarli);
    2) un compagno/marito che sostenga le tue scelte e i tuoi sacrifici, aiutandoti nella gestione della famiglia. Le donne con famiglia e carriera che conosco possono tutte contare su mariti orgogliosi di loro, che aiutano in casa e con i figli
    3)la vicinanza di nonni è un superjolly
    4)grandi doti organizzative ed energie (come Elasti)
    Detto questo: non porti limiti quando non ne hai ! Ora che puoi concentrati su te stessa e la tua crescita professionale, poi un giorno, quando si presenteranno, farai le tue scelte definitive.
    A me non piace generalizzare, ma al contrario di chi ha scritto prima io conosco molte mamme frustrate per aver scelto di non lavorare e diverse mamme con una bella carriera e figli amati e svegli.

  5. per la 29 e le altre a tema

    dopo un percorso di studi lungo e strasofferto, ho raggiunto (anche con un pò di fortuna, lo ammetto) risultati superiori persino alle mie stesse aspettative. Ho avuto riconoscimenti professionali estremamenti gratificanti ed ho raggiunto traguardi di reddito più che soddisfacenti.
    Quando è nato il mio secondo figlio, la mia vicina di letto in ospedale guadava inorridita il mio primo figlio che mi veniva a visitare con mio marito e la tata: io non lascerei mai i miei figli con un’estranea, e non andrei fuori a lavorare trascurando la famiglia, pontificava senza ritegno.
    Omisi di rispondere che neanch’io se avessi solo la terza media andrei a lavorare per uno stipendio quasi corrispondente a quello che dovrei passare alla baby setter… Però, guarda caso, io una che è laureata, che ha il lavoro per cui ha studiato una vita e che ha un reddito definibile indubbiamente alto con cui si può permettere di crescere i figli senza preoccupazioni, fargli fare esperienze di studio all’estero, andare alla feltrinelli e comprare libri fino a riempire il carrello senza gardare il prezzo, ecc. e che lascia tutto per dedicarsi alla famiglia… se c’è fatemela conoscere, perchè fin’ora non ne ho ancora trovata una!

  6. La signora cinquantaquattro è indubbiamente pessima, per quel richiamo al reddito così fuori luogo, e per l’arroganza e insomma. Però mette il dito su una cosa che anche per me è vera: se riesci a fare un lavoro che ti piace, co uno stipendio che merita, anche inferiore alle aspettative ultree della signora 54 – beh non lo molli facilmente per le gioie del materno.
    In ogni caso io quoto invece 53, molto saggio.
    Aggiungo anche che, la questione disponibilità del marito dovrebbe essere sottolineata.

  7. Ebbene, mi piace l’intervento di zuberei che sino a eredità fa una bell’analisi (vabbè, da lì in poi è la solita deriva demagogica con stoccatina finale ad parsonam; ma ci sta, suvvia 😀 !) e quando dice che sono un po’ grossolano (ma se non altro annota la mia coerenza :D) !

    E da lì prendo spunto per il mio commento conclusivo in questo post.

    Perché non credo che elasti ponga male la questione, ma con questo post (e quello di due gg prima) mi pare voglia manifestare, senza volere fare psicologia da quattro soldi, un malessere per una situazione che sta vivendo e che la vede combattuta.

    Forse che stia pensando di lasciare il lavoro per dedicarsi interamente ai figli (chiaro che probabilmente ne ha la possibilità) e anche un po’ di più a sé stessa ?
    E che con questi post voglia magari anche “sondare” un po’ le varie opinioni (al pari della giovane donna del commento 29) delle altre donne ?

    Forse no, forse non ho capito nulla, ci sta per carità, non sono un certo grande conoscitore dell’animo femminile né soprattutto sono in grado di fare i conti in tasca a elasti o chicchessia.

    Ma quello che mi pare di percepire, in senso generale, è che ci sono molte donne che coltivano in cuor loro il desiderio di tornare a fare le contadine col grembiule a fiori e 15 figli 😀 (avendone ovviamente la possibilità, se non si può c’è poco da desiderare purtroppo -_-) ma si vedono spesso invise e scoraggiate da altre donne, che pensano invece che fare la mamma a tempo pieno non sia un lavoro serio (che poi sia il lavoro più difficile del mondo pare sia un dettaglio marginale).
    Che pensano che una donna moderna debba a tutti costi vivere nella frenesia totale e su più fronti, per non perdere le “conquiste” fatte.
    E credo che molte donne, che pensano al grembiule a fiori, siano molto intimidite e confuse da questa corrente, molto aggressiva e risoluta.

    E quindi la domanda che mi (vi) pongo è la seguente:
    una vita fatta di corsa, sempre con un occhio all’orologio, in competizione perenne col mondo, con la necessità di delegare la crescita dei propri figli a terzi (talvolta, ahinoi, la TV) quasi a tempo pieno, solo per non perdere nemmeno la più piccola occasione, è vita o più banalmente sopravvivenza ?
    Io credo che talvolta sia bene fare delle scelte, darsi delle priorità nella vita.
    E apprezzo chi riesce a farlo.

    P.S. Aggiungo, per evitare malintesi, che il discorso fatto presuppone che una donna si possa permettere di non lavorare. E non significa che non apprezzi le donne che fanno i salti mortali per crescere dei figli malgrado le mille difficoltà. Semplicemente ho voluto fare un discorso netto e specifico, ovvero, con questo e coi procedenti commenti, esprimere la mia opinione per una situazione ben specifica (ovvero donne che possono permettersi di non lavorare).
    Preciso inoltre che ho volutamente non parlato di papà perchè il rapporto tra padre e figli, per quanto ottimale, non potrà mai (MAI) essere equiparato a quello tra madre e figli che è cosa che rasenta la magia.

  8. Ma nooo, perchè hai buttato il vermone nell’immondizia?! Sarebbe diventato una farfalla! Ne ho cresciuti ben due l’anno scorso su una pianta e, dopo tanta cacca, si sono chiusi nel bozzolo e trasformati in due splendide farfalle!!!
    Luna

    ps ti leggo da tantissimo ormai, sei il mio appuntamento quotidiano, ma è la prima volta che ti lascio un commento, complimenti per tutto ^_^

  9. Max secondo me è qui che sbagli.
    I padri possono moltissimo con i figli. Mio marito per esempio è fantastico.
    E’ terribilmente pericolosa questa cosa, pericolosa e sgradevole: questa cosa che la donna è genitrice molto più dell’uomo. Il suo correlato è che l’uomo è più lavoratore – più efficace professionalmente. Ti rendi conto di quanta libertà togli a entrambi?. Di quanto ancori padri e madri a un libro vecchio?
    Su Elasti non mi pronuncio. Credo anche io che forse abbia un senso di difficoltà e disagio. Ma non le consiglierei di buttarsi nell’opposto della vita attuale. Dopo tutto questo blog, che leggo da tempo, mi sembrerebbe francamente ridicolo.
    E per quanto riguarda la tua domanda: certo che non va bene correre dietro all’orologio. Ma neanche ai maschi va bene. Allo stesso tempo, anche adesso che sono molto presa dal mio bambino picccolo, la mia strutturazione professionale per me è importante. Mi costituisce – è parte di me.
    Dopo di che temo che non riusciremo mai a essere d’accordo.
    E io chiudo qui per non appesantire il blog di elasti.

  10. MaxHunter, quello che non capisco è che tu deleghi alla donna l’unico ruolo materno sostenendo che è quello che può svolgere meglio (A QUANTO HO CAPITO, sottolineo per evitare fraintendimenti) perchè la natura l’ha progettata per questo.

    così dicendo dai un metaforico schiaffo in faccia a tutte quelle donne che si sono distinte nella ricerca, nella medicina, nella chimica, nelle letterature e in qualsiasi altro lavoro come e forse a volte meglio degli uomini, grazie alla loro intelligenza e capacità. non credi che si toglierebbe molto alla società, in termini di progresso e passi avanti, se le donne fossero di nuovo unicamente relegate al ruolo materno? non so, mi sembra che tu abbia una visione della donna un pelino – se permetti – retrograda. se una donna vuole fare solo la madre è liberissima di farlo se si tratta di una sua libera scelta, ma perchè stabilire a priori che la realizzazione personale e il fine ultimo della donna è solo quello di produrre altri esseri umani (che poi, non dimentichiamoci che i tanto mitizzati “bambini” poi crescono e diventano uomini e donne: e, se sono donne, continueranno la catena di sant’antonio senza possibilità alcuna di riscatto?) e non quello di lavorare e realizzarsi nel mondo? mi sembra che tu faccia un discorso eccessivamente naturalista, e come tutti i discorsi di questo tipo non più applicabile in toto alla società contemporanea.

    se non vado errando, tu hai una figlia. se un giorno, una volta cresciuta, venisse da te dicendo che vuole fare, chessò, l’astronauta, la pittrice o la professoressa, tu la scoraggeresti dicendole che dovrebbe per il suo bene fare solo la mamma e la casalinga?

  11. @ MaxHunter

    io credo che non sia Elasti a porre male la questione, ma tu 🙂

    come ti ha fatto notare Rebecca, fra le figure di supporto ad una madre lavoratrice che tu menzioni, manca, clamorosamente, il marito-padre. e’ un lapsus non da poco, e rivela un non-detto nei tuoi interventi: mi sembra che tu pensi che insomma a queste donne “chi glielo fa fare di sottoporsi a tutto questo stress?”, quando potrebbero rimanere a casa a godersi i figli e il marito, per di piu’ con il rischio di lavorare male e trascurare i figli. veramente non prendi in considerazione che anche il papa’ potrebbe/dovrebbe, essere un po’ meno lavoratore e un po’ piu’ genitore, insomma un po’ piu’ alla pari, non fosse altro perche’ alla madre puo’ far bene alla salute far lavorare il cervello e ricevere un riconoscimento delle sue capacita’ ?

    mi fermo perche’ credo che tu sia comunque un gentiluomo e MOLTO piu’ aperto della media degli uomini italiani 🙂

  12. Cara 60, o tu hai capito molto male o io mi sono espresso malissimo !

    Io dico solo che se una donna VUOLE (e se può, questo credo sia il punto più dolente, in realtà) fare la mamma a tempo pieno non dovrebbe farsi le seghe mentali (più chiaro così ^_^ ?) e farla la mamma a tempo pieno !

    Senza preoccuparsi di quello che il resto del mondo “in rosa” pensa, senza sensi di colpa per il “passo indietro culturale” e/o consumandosi con tarli tipo “eh ma ho studiato tanto, che peccato!” !

    Perché nella vita si cambiano i target; perché la vita ci cambia, i figli ci cambiano, gli eventi ci cambiano.

    E sapersi adattare ai cambiamenti, in barba alle convenzioni (e la supermamma in carriera, che alleva figli e marito + magari amante, va in palestra, fa shopping, serate di beneficenza e canta in chiesa la domenica è una convenzione, né più né meno di tante altre) è, a mio (retrogrado :D) parere un grande segnale di maturità.

    Lo schiaffo morale non credo sia dire “credo che una donna debba scegliere, per il bene suo e dei suoi figli, su cosa focalizzarsi perché tutto bene non è umanamente possibile farlo” ma bensì potrebbe esserlo dire “una donna deve per forza fare tutto e bene” (ma questo non è il mio pensiero).

    CloseTheDoor @61: non è una mia volontà escludere i papà dalla figure di riferimento, ma il mio esasperato pragmatismo mi fa notare che per i papà non è prevista, nella nostra attuale (sbagliata) società, alcuna agevolazione in tal senso.
    Fossimo in nord-europa ti darei ragione, ma in Italia non posso proprio -_-.

  13. Personalmente, dopo un anno a casa in maternità morivo dalla voglia di tornare al lavoro, anche perchè oltre ad amarlo con passione, è un lavoro che mi consente molta libertà (insegno).
    E’ vero che è difficile e pesante fare le due cose insieme, ma come si è già detto, prima di tutto (POTENDOLO FARE) è una scelta, e poi sono convinta che le due parti possano anche dare qualcosa l’una all’altra: se mi piace il mio lavoro, torno a casa contenta; se sono felice di stare con i miei figli, affronto con il sorriso la giornata lavorativa. ovviamente la quotidianità e i salti mortali per conciliare orari e tutto tolgono un po’ di “rosa” a questo quadro idilliaco…
    Io comunque che come Elasti aspetto il terzo e lavoro (anche se ora sono in astensione obbligatoria), troverei davvero difficile rinunciare ad una delle due parti di me.
    E non ho colf nè babysitter – ma il superjolly dei nonni sì, anche se cerco di non approfittarne, visto che non mi piacerebbe sentir dire dei miei figli che “li hanno cresciuti i nonni”…

  14. MaxHunter

    quello che dici e’ vero in parte, nel senso che siccome aspetto un figlio mi sono informata su congedi aspettative ecc. e mi dicono che sul suo posto di lavoro e’ prevista l’aspettativa per paternita’. ma credo che a meno di motivazioni gravissime, un padre sud-europeo tendera’ a non sfruttarla, perche’ non so immaginare come venga considerata la cosa sul suo posto di lavoro, e altrove.

    comunque e’ vero che il lavoro obbliga a posporre sempre di piu’ l’avere figli, e soprattutto le donne sono sottoposte a pressioni di ogni genere, sia che una non ne abbia “perche’ e’ una donna in carriera che pensa solo al lavoro” ne abbia perche’ ha il “calo di produttivita’ e trascura i figli”. in questo senso credo che essere pragmatici e non pensare di poter/dover cambiare le cose, sia comunque un po’ pericoloso.

  15. io credo che MaxHunter abbia centrato il punto quando ha parlato di Nord Europa. in Svezia, per esempio, le donne che fanno solo le mamme praticamente non esistono. eppure fanno circa un miliardo di bambini a testa, e cominciano pure da giovani! mi chiedo quindi perchè noi italiani siamo qui a dibattere una situazione che altrove hanno già risolto brillantemente da tempo. molto è colpa dello Stato, il resto lo fa il retaggio culturale italico che ancora vede la maternità come dedizione assoluta e investitura divina (e molti commenti lo confermano e non parlo solo di quelli degli uomini…) che può essere portata avanti al meglio solo se ci si dedica anima&core. le mamme italiane sono termine di paragone in tutto il mondo, un motivo ci sarà.

    detto questo, è altrettanto vero che l’odierno “la donna deve fare per forza tutto e bene” è solo l’ennesima gabbia in cui si rinchiude il genere femminile, ma non nel senso che si può fare bene una cosa soltanto, ma nel senso che si può crescere un figlio felice e soddisfatto anche se ogni tanto si fanno errori e si pensa un po’ a se stesse, senza bisogno di essere mamme perfette.

  16. surfbaby

    io capisco che maxhunter ha parlato con le migliori intenzioni, ma credo che piu’ o meno siamo tutte d’accordo nel dire che la risposta “ma perche’ non molli il lavoro?” e’ molto diversa da “perche’ non domandi a tuo marito di darti un po’ di piu’ una mano?”

  17. CloseTheDoor, sovente, nella nostra arcaica civiltà italiota, è più facile ed economico che una donna molli il lavoro piuttosto che un uomo possa prendersi tempo dal lavoro per darle una mano.

    E’ sbagliato che sia così, lo sappiamo benissimo tutti; ma così e su questo bisogna regolarsi nostro malgrado, a mio parere.

  18. questo dibattito mi appassiona e vi ringrazio per avere trasformato un post che non aveva ambizioni, almeno consapevolmente, di sollevare una questione alta in un dibattito ricco di spunti e posizioni.
    avrei voluto rispondere alla commentatrice 29 e al suo arguto commento se non fossi stata così in sintonia con la 38 che credo centri molto bene il (mio) punto.
    io non smetterei MAI di lavorare e non solo perché non potrei permettermelo (nonostante qualcuno ritenga che io sia la nipotina di rockfeller) ma soprattutto perché senza il lavoro mi spegnerei, così come sono certa che senza gli hobbit sarei stata una donna diversa e peggiore.
    il punto, che in questo momento di stanchezza fisica e mentale mi sta particolarmente a cuore, è l’apparente impossibilità, se non a costi altissimi e alla lunga sfinenti, di conciliare una vita professionale soddisfacente e gratificante con l’accudimento dei figli piccoli e, successivamente, la partecipazione alla loro vita scolastica e non solo. perché qui il part time è considerato lavoro di serie B? perché per essere gratificata spesso devi immolare sull’altare del tuo lavoro 9-10 ore al giorno che inevitabilmente sottrai a tutto il resto? perché invece in altri paesi è tutto molto più semplice? certamente questo discorso vale per le donne e per gli uomini che possono dare un contributo altrettanto prezioso e fondamentale alla crescita dei figli. e il fatto che per un uomo il problema della conciliazione non venga nemmeno posto lo trovo altrettanto grave.
    per i detrattori di mister i, volevo solo aggiungere che è vero che lui manca da milano e quindi dalla famiglia 3 o 4 giorni a settimana ma quando c’è lavora in casa, accompagna e va a prendere i piccoli ed è interscambiabile al 100% con me (a parte il fatto che lui fa vedere loro il signore degli anelli e io no).

  19. Elasti, ho scritto il commento #53 e lo ripeto: esistono lavori che possono far conciliare famiglia e gratificazione personale , sono quei lavori dove “il presenzialismo fisico”, così diffuso in Italia, non conta, dove puoi lavorare da casa ogni tanto, dove gli orari di entrata e uscita non sono rigidi.
    Alle giovani donne consiglierei da subito di individuarli. Per te che hai così tanto talento, un futuro da scrittrice o autrice sarebbe alla portata, il cambiamento spetta a te, non credo che la nostra generazione possa cambiare la mentalità che hai così bene descritto. Un abbraccio con tanta stima e affetto

  20. “non credo che la nostra generazione possa cambiare la mentalità che hai così bene descritto”

    io credo che il problema sia proprio il disincanto delle donne (e il “pragmatismo” degli uomini) di oggi. mi sembra che noi italiane siamo così abituate a essere trattate a pesci in faccia da trovarlo normale (mi astengo da commenti politici, che non e’ il caso).

    Per brevita’, linko un mio post vecchio su una seduta di laurea a cui mi e’ capitato di assistere

    http://lagallina.splinder.com/post/12469304

    e solo per MaxHunter, un video che merita, sulla relazione padre-figlio

    http://www.youtube.com/watch?v=7gHvATmUsSg

  21. Cara Close, ahimè non ho l’audio (o meglio, non lo posso accendere dove sono ora) ma le immagini sono abbastanza interessanti ^_^ !

    Comunque io sono un po’ meno bruttino di quel papà li 😀 (ma per la “tartaruga” come la sua ci sto lavorando ^_^) !

  22. a tutti (mamme, papà, non-mamme, non-papà, bambini e bambine) consiglio il mitico libro “Extraterrestre alla pari” di Bianca Pitzorno, che fece un immenso scalpore quando uscì nel 1979. descrive il mondo – utopico e irrealizzabile, certo – che credo tutte vorremmo. io, almeno. e che sarebbe forse l’unica soluzione al problema che ci poniamo.

    qui sotto, due link con la trama:

    http://zosimos.splinder.com/archive/2006-06

    http://it.wikipedia.org/wiki/Extraterrestre_alla_pari

  23. Ciao Elasti,
    pensavo di essere solo io a sdoppiarmi così tra mamma/massaia premurosa e condiscendente su tutto a “donna di finanza” (ebbene sì condividiamo questa robetta sebbene io non sia giornalista ma ci lavori “dentro”) stile rottermeier ma magari no! e che bello saperlo!
    Kira The Cat

  24. MARCISIGNO: la salvia fritta è foglie di salvia passate nella pastella e fritte. fantastiche

    CLOSETHEDOOR: ma sono grandiosi gli stavros flatly! devo farli conoscere a mister incredible. magari potrebbe andare a quel programma con i suoi figli inglesi…

    ANONIMO 73: meraviglioso libro! lo avevo letto a suo tempo e conservato con l’idea di leggerlo a mia figlia, ehm. credo che per un figlio però sia ancora più utile e quindi lo leggerò presto allo hobbit grande. grazie per la segnalazione.

  25. E tutte quelle storie sul fatto che con i figli bisogna essere di parola?

    Mia figlia mi avrebbe fatto pagare molto caro questo cambiamento di programma, specialmente la mattina prima di andare all’asilo…

    gae

  26. Elasti volevo aggiungere due cose
    1 complimentissimi per il marito interscambiabile…. da noi questo purtroppo non funziona al 100% …. funziona nelle cose diciamo “da fare”… cioé preparare da mangiare, pulire… fare doccia a nane…ecc…ecc. (poi su chi fa meglio cosa non commentiamo..o meglio non commentiamo su chi si stressa di piu a fare cosa…. e questo non é un punto per me… anche se io lo faccio tutti i giorni e lui solo saltuariamente)
    2 partime!!!.. ho una laurea .. ho cominciato a fare un lavoro a tempo pieno che mi soddisfaceva pienamente… per tornare nei miei luoghi di origine ho trovato un lavoro sempre al 100% che pero era un poco meno interessante… ma pian piano ho ricevuto qualche promozione e sono tornata a fare un lavoro stimolante … poi sono arrivate le nane… ho avuto fortuna di poter lavorare prima al 60% e poi al 40%… ma …. il lavoro non é piu stimolante come prima…e non riesco a immaginare che si riesca a trovare un lavoro partime con le stesse repsonsabilità del 100%.. é diventato piu un lavoro di impiegata … viaggi … pochissimi ormai che organizzarsi é troppo complicato e ci si deve affidare tatno sulla collaborazione dei colleghi….
    per intenderci : NON mi lamento sono felicissma e lo rifarei ma non illudiamoci che un lavoro al 40 sia stimolante e soddisfacente come al 100… pero permette di uscire di casa, di guadagnare qualcosa e non avere la mente fissa su questi esseri cosi amati!!
    beffy 2

  27. scusa non ho finto il commento a marito interscambiabile..
    da noi non funziona nelle coccole… quelle sono prerogativa della mamma, come pure essere messe a nanna… cioé: se non ci sono puo farlo anche il papy ma se ci siamo entrambi con le coccole non siamo interscambiabili… che ognitanto é bello .. ma ogni TANTO….. grr….. averle sempre adosso….

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