Nonsolomamma

why do you work full time?

venerdì sono sbarcati nell’elasti-redazione dodici membri dell’olimpo aziendale per raccontare le magnifiche sorti e progressive del giornalismo finanziario globale e della società che hanno il privilegio di amministrare e per conoscere i sudditi dell’italia, variopinta, pittoresca, a tratti grottesca, scarsamente strategica propaggine dell’impero.
sono arrivati in aereo, carichi di valigie, soprabiti e una chitarra, hanno trovato una milano bloccata dalla manifestazione dei metalmeccanici e una redazione ripulita (sull’elasti-scrivania tampax, castagne matte, pinne misura 34, taralli sbriciolati e gormiti si erano smaterializzati nella notte), compunta e un po’ depressa. sono approdati festosi e chiassosi, come dodici scolari in gita, portando cioccolatini, caos e una stridente ilarità post-crisi.
sei uomini e sei donne, il gotha, la top line del management, aveva spiegato il capo, quelli che non vuoi sapere quanto guadagnano, quelli che decidono, che tagliano, che limano, che elaborano industrial plans e strategic guidelines, che giocano a golf perché sui green ci sono i good contacts. quelli che a volte vorresti essere al posto loro, a volte no.
hanno chiamato l’intera redazione in una grande sala e hanno illustrato industrial plan e strategic guidelines, hanno incoraggiato le iniziative individuali, gli investimenti a costo zero, la condivisione, la comunicazione e l’entusiasmo.
poi c’è stato il coffee break.
"ciao, mi chiamo johanna, sono direttore generale globale strategico, sotto di me ci sono 20.000 dipendenti in tutto il mondo, sono uno dei sei bracci destri dell’amministratore delegato. vivo a new york"
"piacere, sono alicia. mi occupo di hr che poi vuol dire risorse umane ma gli anglosassoni adorano gli acronimi. sono responsabile degli uffici di europa, asia e africa. sto a londra che è una città che amo, ma mi manca tanto barcellona"
"salve, sono colette. sono un altro dei bracci destri dell’amministratore delegato. mi occupo di bilanci e vivo a francoforte"
"e tu chi sei?"
"io sono elasti. faccio la giornalista. lavoro al centro della redazione e…"
"aspetti un bambino! che bello, io ne ho due!", dice johanna.
"è il primo? io ne ho tre. non c’è niente di più bello della maternità", sospira alicia.
"aspetto il terzo. ma non so bene come farò con tre bambini e il lavoro a tempo pieno. sono un po’ preoccupata… ma voi come fate?"
"lavoro a tempo pieno???" esclamano in coro, basite e un po’ schifate.
"mica lavorerai a tempo pieno con due bambini e uno in arrivo?!", chiede indignata colette.
"ma veramente… sì"
"ma sei pazza? noi abbiamo tutte il part time", dice alicia.
"mi state dicendo che voi, donne top manager, l’olimpo aziendale etc etc… avete il part time?"
"naturale. io per esempio il lunedì non lavoro mai. faccio yoga e sto con i bambini e le amiche, mentre il giovedì mi connetto all’ufficio da casa", dichiara alicia.
"io dal lunedì al mercoledì esco alle 2 e vado a prendere i ragazzi a scuola",  spiega johanna serafica.
"io non ho figli, ma ho bisogno di tempo per me. ho molti hobby. il venerdì non lavoro. a volte nemmeno il mercoledì mattina", spiega colette.
"non è difficile lavorare part time. basta organizzarsi e sapere delegare. a qualunque livello"
"immagino, ma qui in italia… be’ non esiste la cultura del part time. c’è molta diffidenza. è difficilissimo da ottenere. a noi hanno sempre detto di no fino ad ora"
le tre scuotono la testa perplesse e turbate. "devi lottare baby. la conciliazione è un tuo diritto. è un diritto dei lavoratori. coalizzatevi e fate la vostra rivoluzione, tesoro. questa azienda, ne sono certa, vi ascolterà. basta insistere a alzare la voce se necessario. i tempi sono maturi"
elastigirl non sa se scoppiare in una grassa risata o in singhiozzi isterici. ringrazia, saluta e si allontana. non è pronta per l’eventuale rivelazione che pure la dea kalì, piena di bracci destri, amministratore delegato del gruppo, è titolare di un contratto di lavoro part time verticale, a tempo indeterminato.

113 pensieri riguardo “why do you work full time?

  1. la realtà italiana per le donne mamme lavoratrici full-time è veramente, a dir poco, esasperante e deprimente: io sono lavoratrice autonoma e gli orari"elastici" cerco di organizzarli e prevedere tutto il possibile, ma non sempre è così.
    Sono arrivata alla conclusione che tutto poggia sulle tue gambe ed è davvero triste oggigiorno: spesso sono tentata di mollare il tutto e dedicarmi esclusivamante a mia figlia ma poi penso: sarò così una buona madre visto che da sempre lavoro con dedizione ed il mio lavoro mi piace?
    un abbraccio affettuoso, la mamma di Laura

  2. Sono un UOMO MASCHIO di 44 anni, con PART-TIME dal 2000. Ho scelto di lasciare soldi e carriera per seguire la mia famiglia. Ho vinto un concorso pubblico  e lavoro dal lunedì al sabato 6 ore al giorno. 2 Mesi estivi in part-time per tenere figli allergici al mare il più possibile.
    La mia consorte , debilitata dalla vita di elastic girl, mi ha invitato a leggere il post di oggi.
    E così le ho confermato quello che ho sempre pensato. I VALORI IMPORTANTI DELLA VITA sono ben diversi da quelli che ci propina oggi i media. I VALORI come figli e famigli comportano un IMPEGNO al quale dobbiamo si far fronte in prima persona, ma che dobbiamo far capire che da VALORE a tutta la società, più che i soldi o la carriera.
    Allora ben venga la lotta per il part-time, come forma non di concessione ma di diritto.
    Avanti DONNE, MAMME, fatevi sentire. FAcciamo qualcosa. E’ possibile che una come elasti che hanno pure intervistato alla TV abbia perso una occasione per denunciare questa arretratezza che attanaglia l’Italia ? Sopratutto nel terziario non è più facile avere un part-time ?
    Oggi rispondere al telefono non è più semplice che 10 anni fa con telefonini ed internet?
    AVANTI! FACCIAMO QUALCOSA PER IL PART-TIME!|!!!!!!!

  3. Cara Elasty anche in Italia è possibile, non sempre ma a volte succede. Si può arrivare al part time depennando in un attimo quel sentiero che si chiama carriera/professionalità/lavoro e che pensavi di stare percorrendo. E anche in questo caso ci sta la grossa risata o il pianto isterico. Meglio la prima dai!

    Renata

  4. Temo che le dee dell’olimpo abbiano avuto il part-time ora che sono divinità, non certo all’inizio della carriera.
    Ma si sà che all’estero è diverso che in Italia…non è la prima storia del genere che sentiamo. Però bisognerebbe davvero creare un gruppo e farsi valere. "mamme blogger per il part-time" quando sono le prossime elezioni?

  5. Ci sara’ una ragione per cui in Scandinavia vedi famiglie con tre o quattro figli, e qui si lamentano che le donne-in-carriera italiane non ne fanno quasi piu’ uno. Gia’, donne in carriera, se la carriera consiste nell’agguantare il lavoro a TI perche’ se capiti con un TD o un cococo, ti segano le gambe immediatamente.

  6. questo ci sia d’insegnamento, veramente. Perchè noi in Italia non combattiamo per nulla. Se non facciamo vedere che queste cose ci stanno a cuore e sono fondamentali per noi, perchè lo dovrebbe fare il nostro capo al posto nostro?

  7. Francesca V, da noi l’humus culturale e’ quello di Francesco Brunetta, che consiglia alle donne belle di candidarsi a Forza Italia sfruttando la loro bellezza come "ascensore sociale"…. ed evidentemente relega le donne brutte alla sinistra. Solo queste parole danno la dimensione di che dimensioni e’ il maschilismo italiano.

    http://www.corriere.it/politica/09_settembre_20/stella_esternazioni_brunetta_9a515d48-a5b6-11de-a2a4-00144f02aabc.shtml

  8. Sarebbe da chiedersi quante ore settimanali lavorano "comunque" le top manager della tua azienda con il part time! il lunedì a casa, il giovedì pure e gli altri giorni lavorano dall’alba all’alba del giorno dopo?
    Quelle che hanno figli sono sicura che nonostante il part time per poter lavorare convivono almeno con una tata!

  9. Francesca V, da noi l’humus culturale e’ quello di Francesco Brunetta, che consiglia alle donne belle di candidarsi a Forza Italia sfruttando la loro bellezza come "ascensore sociale"…. ed evidentemente relega le donne brutte alla sinistra. Solo queste parole danno la dimensione di che dimensioni e’ il maschilismo italiano.

    http://www.corriere.it/politica/09_settembre_20/stella_esternazioni_brunetta_9a515d48-a5b6-11de-a2a4-00144f02aabc.shtml

  10. A me non interessa la carriera, ho un ruolo subalterno e sono facilmente sostituibile, però il part time non me l’hanno dato lo stesso neanche scendendo a compromessi come usufruire giornalmente di un ora di ferie per uscire prima, leggere questo post mi ha fatto venire le lacrime agli occhi  di rabbia e di impotenza! La situazione delle mamme lavoratrici in Italia è davvero scandalosa e il problema è che se ne parla veramente poco o non nei termini gusti per trovare soluzioni efficaci!
    Stefania mamma di Vittoria

  11. Mi sembrava ci fosse un commento interessante (emilystar ? Può essere ? O me lo sono sognato ?!?) che parlava della questione con la visione da parte degli imprenditori (imprenditrici nel suo caso) ma non lo trovo più  !

    Mi sono giocato il cervello evidentemente  (si dorme poco recentemente, ci vorrebbe il part-time anche per i figli molesti ) !

  12. sono quella del commento"48.
    ma contro chi e che cosa dobbiamo combattere? nel mio caso la mia azienda ha fatto la furbata di creare tante micro società inferiori ai 15 dipendenti che ruotano intorno alla holding. questo vuol dire che noi che siamo assunte da queste società non abbiamo nessun diritto anche volendo rivolgersi ai sindacati. l’alternativa è insistere e alzare la voce in azienda con il rischio che alla fine gli dai un’ottima occasione per farti fuori
    bibi

  13. Anch’io mi stavo chiedendo dove fosse finito il commento di Emily visto che, incuriosita dal commento stesso, sono entrata nel suo blog e quando ho fatto il back il commento non c’era più! E’ passato di qua il nano malefico? Riesumato Marco Porcio Catone?

  14. No Max, non hai sognato, lo avevo notato anche io. E’ strano perche’ nei blog di Splinder generalmente e’ solo l’owner che puo’ cancellare i commenti. O Elasti ha visto che era un fake, oppure e’ stata l’autrice stessa a domandare di farsi cancellare. Boh !

  15. Però qualcuna deve provarci. Se si parte dall’assunto che questa è la mentalità italiana e giù risate amare non c’è molto da lamentarsi. Che poi molte ci provino e ottengano porte in faccia è anche vero, ma io conosco anche donne, come la mia amica Torinesa, che con tre figli piccini ha ottenuto il part time a 24 ore.Io Elasti ci proverei davvero. Lavori li da tanto, e l’aria che tira tutt’altro che ostile nei tuoi confronti, lo si legge da qui. Alla peggio ti dicono di no, ma non credo che muterebbero atteggiamento nei tuoi confronti. E penso anche che le colleghe tue e i colleghi tuoi dovrebbero appoggiarti e combattere assieme a te. Perchè questa cosa è come certe sentenze dei tribunali, di interesse comune.

    ergo, se ce ne sono (uh a voja secondo me ce ne sono!!):
    COLLEGHI ELASTI LETTORI AVETE LETTOOOO?

  16. ah ah ah elasti ma sei proprio fessa a lavorare full time ah ah ah….

    queste davvero vivono in un altro mondo…..

    elena

  17. Vivono in un mondo in cui la grande azienda ha l’asilo nido inserito nell’azienda.
     
    Rimango allucinata invece dal commento di # 59 di Bibi, alle furbate italiane non c’e’ mai fine !

  18. L’itaia è divisa in 52.000.000 di Italiani.
    Il tempo dedicato ai figli, alla famiglia deve essere considerato più che un diritto, ma un valore.
    Non c’è valore più alto secondo me che dedicarsi alla famiglia e ai figli. Crescere persone e non burattini. Ma questo richiede sforzo, pazienza e sacrificio. Parole che oggi molti ( colleghi compresi ) non considerano.
    Cominciamo a darci una scala di valori, e così chieder come diritti quelli che più vi si accompagnano. Per primo metterei figli e famiglia.

  19. Ciao Elastic,
    Siamo indietro in Italia. Io ho chiesto il part time al rientro della prima maternita’, (tra l’altro lavoro in una multinazionale)  risultato…mi hanno cambiato di lavoro (demansionato e dequalificato). Inoltre ho continuato a pagare successivamente perche’ dove sono stata inserita io sono "quella che lavora part time", un gruppo di colleghe evidentemente invidiose che quando esco mi guardano male e sicuramente chissa’ cosa mi dicono alle spalle ecc.., appunto chi fa la guerra in primis sono proprio le donne…

    un abbraccio

    loretta

  20. Io ho chiesto il part-time quando il mio secondo bimbo ha fatto 1 anno: ciccia.
    Ho cambiato posto di lavoro e sono tornata alla carica: ciccia.
    Quando chiedi il part-time ti guardano alienati e la vena del collo pulsa: perchè?
    Ma non demordo, a costo di avere il part-time quando i miei figli saranno all’università!

  21. in italia si parla tanto di crescita zero ma non c’è una politica a favore della famiglia, la metà delle donne dopo il primo figlio non riesce a lavorare come prima. io stessa penso al part time, anche perché i nidi (se la prendono) ci sono fino alle 16.30, tanto per dirne una.
    il mio posto di lavoro è particolare, sono sottopagata in maniera scandalosa, e mi hanno chiesto chiaramente di aspettare un paio d’anni per fare un figlio; però mi hanno assunta a 27 anni sapendo che convivevo, mentre nessun’altra azienda lo avrebbe fatto.
    quando sono scattati i 24 mesi io ero già incinta di 5 mesi… adesso sto pensando quanta maternità facoltativa prendermi, da una parte lavorare mi piace, dall’altra la mia bambina! vorrei dimostrare che una mamma ce la può fare, ma non vorrei che la crescesse la nonna…

    laura da modena

  22. All’estero ce la fanno, all’estero vivono meglio. Un’altra galassia dice qualcuno, ma forse semplicemente l’hanno fortemente voluto e ottenuto. E’ che in Italia ognun per se dio per tutti e da soli non si ha forza contrattuale, salvo poi cazzeggiare su FB per far passare 8 ore che spesso sono sprecate.
    Ti capisco e soprattutto ti ammiro con 3 bambini (perchè uno nella pancia è comunque una bella fatica) sei mitica.
    Prova a seguire il consiglio delle dee. Magari…
    Stefania Poggi

  23. La maternità è una cosa da donne!
    Io non partorisco figli e non ho tale possibilità essendo maschio.
    E per 9 mesi e altri eventuali di allattamento non posso sostituire la donna in questo.
    Mi sembra che negli anni passati, purtroppo, la donna sia stata ingannata dal miraggio della sua "indipendenza" totale dall’uomo, sciogliendo ( con il beneplacito maschile) quello che poteva essere il vero punto di incontro uomo-donna : la famiglia.
    Nella diversità sessuale, la famiglia, i figli, rappresentano veramente il punto di incontro per entambri.
    Nella famiglia la sessualità trova la sua finalità ( non semplicemente di soddisfazione di sè).
    Cosa prepariamo ai nostri filgi ? Che mondo?
    Li insegnamo che si deve apparire, avere visibilità, o che bisogna "sacrificarsi" per gli altri : figli , moglie, marito.
    Aiutiamo i nostri figli ad avere un mondo migliore, dove possano anche loro , se vogliono , avere una famiglia senza dovere aspettare un lavoro certo, un part-time sicuro…..
    Lottiamo noi adesso per loro…… o ho paura che qualcosa poi ci diranno.
    Che mondo ci avete consegnato?

  24. Viviamo proprio in un paese arretrato !!!! Ho fatto un anno di part-time (6 ore al giorno) quando è nato mio figlio e da allora, sono passati tre anni, sono guardata come un’appestata scansafatiche con ormai nessuna possibilità di carriera (nonostante le mie mansioni richiedano almeno 3 livelli in più del mio attuale) …

    Stefy

    PS: Dimenticavo anche aver fatto tutta la maternità che mi spettava non ha giocato a mio favore !!!!

  25. avevo scritto un commento ma non c’è…riprovo… per esperienza direi che da queste parti (geograficamente) la vera piaga sono le "colleghe donne"… sono loro che non si fanno scrupolo di denigrare chi richiede il PT… quelle che non hanno ancora figli, quelle che li hanno già grandi e ora sono piene di acrimonia, quelle che li hanno fatti per ottemperare ad un dovere ( quando non per incastrare un pollo) o perchè "si fa"( e di solito sono ampiamente aiutate dalle nonne etc) … quelle che trasformano la maternità altrui in un tradimento verso il mondo intero…e purtoppo trovano chi le ascolta… avete presente la cangura in Ortone e il mondo dei Chi? e poi, più in generale, le donne non sanno lavorare in squadra… perchè sono in un certo senso  ammalate d’invidia, più o meno palese… +/- consapevolmente… quindi , a differenza che in altri contesti,  siamo noi donne che dobbiamo ancora maturare… e imparare ad essere solidali. Che poi ci siano tante furbe in giro, è una realtà… scusate lo sfogo, oggi ho proprio una brutta giornata…

  26. -Elasti ma questi (anzi queste)  ti prendono in giro… come l’imperatore di Artu!! dai non é possibile dire "devi lottare" quando sono lora  a decidere.. possono estendere questa politica a tutta l’azienda  alivello mondiale no??…davvero da pianto isterico!!!..dovevi lasciare tutti i tuoi gingilli sulla scrivania e:
    a) spaccare loro la bottiglia di brut chardonnay 2004 in testa.. (a ma se rileggo quella non si é smaterializzata) e
    b) no non lo scrivo cosa avresti dovuto fare alle signore con i tampax e le castagne…. ma forse ci si ariva lo stesso….

    -si: il commento della Emily l’avevo letto anche io…e ero pure andata a guardare il suo blog!.. Elasi cosa é successo?

    beffy2

  27. E’ vero che sono loro a decidere, ma se fra A "supermanager" e C "impiegata" che domanda il part-time c’e’ un B "manager" che dice assolutamente no, C puo’ rivolgersi direttamente ad A senza passare per B?

  28. si avevo lasciato un commento stanotte, uno di quelli che lascio di getto e spesso sono polemici e nn politicamente corretti e ho chiesto io a elasti di cancellarlo:
    lei lo ha fatto. ma come mi ha fatto giustamente notare lei nn cancella mai i commenti e qualcuno se era accorto e chiedeva spiegazioni
    tutti i commenti chiedono a gran voce il part time, a parte chi c’è già e nn lo vuole xkè i soldi sono pochi, io sarei stata una voce contro corrente e io nn ho voglia di polemiche, tanto sono convinta che nessuno ha più voglia di mettersi nei panni dell’altro e trovare una soluzione comune
    i dipendenti si lamenteranno sempre dello stipendio/orario/mansione ecc e gli imprenditori si lamenteranno sempre del rendimento/professionalità/disponibilità dei loro dipendenti.
    io sono un’imprenditrice e nella mia azienda si fa diversamente, ma c’è la buona volontà da entrambe le parti.
    quindi andiamo avanti tutti a lamentarci che siamo capaci a fare solo quello
    scusa elasti ti ho fatto fare una sciocchezza la prossima volta ci penso due volte prima di scrivere un commento
    un abbraccio (sei sempre la mia mamma preferita)

  29. penso che il part time sia una manna dal cielo … dopo il prossimo figlio io mi buto nella lotta sindacale.
    per quest’anno mi arrabatto!
    e mi gestisto una flessibilità di diritto e non riconosciuta…
    aspeto al varco il gota degli ometti ma ormai sono con due figli all’attivo e 6 anni di mobbing, nel nuovo posto nulla mi fa paura
    MammaAnna che ha voglia del/della terzo/a

  30. Io propongo come alternativa di STAPPARE il brut chardonnay in presenza di A e B, per festeggiare il part time 😀

    Emilystar, per essere un’imprenditrice mi sembra che ti fai spaventare un po’ troppo dalle possibilita’ di un flame fra egregi sconosciuti online ! Il tuo commento era interessante e di buon senso. A me veniva da risponderti che tu sei una e lavora in un’azienda piccola, e gia’ fai il tuo possibile.

    Quello che sembra scandalizzare invece e’ la grande azienda che non mostra nessuna flessibilita’ e che piuttosto di aver cura per il benessere dei suoi dipendenti (che si riverserebbe sul lavoro), li tratta come BRACCIA e non TESTE, e preferisce fare come l’azienda di Bibi # 59, cioe’ far finta di ridurre i dipendenti a meno di 15 in modo da non dover sottostare alle richieste sindacali.

  31. oh emily il collmeno di sta notte non mi sembrava cosi polemico….portavi un buon esempio che tra donne ci si poteva arrangiare e lavorare bene ….
    il nuovo commento mi butta invece un po giu!
    beffy2

  32. lo so hai ragione BEFFY  ma il lunedi sono sempre giù, ci metto un po’ a tornare in trincea….quello che volevo dire è che sono convinta che tutti, me x prima, ci indignamo x le cose che dovrebbero far gli altri, ma nessuno pensa a quello che potrebbe fare.
    le aziende chiudono ogni giorno, la gente è a spasso e nn sa come pagare il mutuo e questa faccenda del part  time mi fa ricordare le nobildonne che volevano salvare il proprio cagnolino mentre affondava il titanic.
    x fortuna nn volevo fare polemiche…
    nn mi lascio spaventare, qui sono anonima e ci tengo a rimanerlo, ma mi sentivo una voce fuori dal coro e nn volevo innescare discussioni che nn portano a nulla.
    visto l’ora tarda credevo che nessuno ci avrebbe fatto caso se elasti cancellava il mio commento. Mi sa che ho fatto peggio

  33. Secondo me parti da una premessa sbagliata, Emilystar.

    Ti faccio un esempio che non c’entra nulla: tutti si riempiono la bocca dell’importanza della ricerca e della scuola. Pero’ contemporaneamente si parla di crisi e congiuntura e quindi per far quadrare i conti stanno bloccando e tagliando i finanziamenti, anche ai progetti di giovani ricercatori (es. il FIRB), anche agli insegnanti di sostegno, anche alla formazione insegnanti, per di piu’ senza nominarla mai (cioe’ la Gelmini dice "bisogna che gli insegnanti siano formati", lasciando intendere che oggi non e’ così; 10 anni di esperienza SSIS buttate in cesso). In Francia e in Belgio invece stanno seguendo una politica aggressiva in tema di educazione e ricerca, per cui intanto si ha l’onestà di ammettere che si sta tagliando e dove, e contemporaneamente finanziando in settori strategici. Domanda: Francia e Belgio sono sprecone o stanno investendo per il futuro?
    Adesso ti domando: l’uomo in cassa integrazione e la donna che fa un esaurimento perche’ non ce la fa a star dietro a lavoro+figli, e’ la soluzione, oppure possiamo immaginarne delle altre?

  34. emily star,
    non è che ognuno pensa a se e chissenefrega degli altri e non è nemmeno vero che chiedere il part time è come sputare nel piatto in cui si mangia visto la situazione poco felice. tu prendi il mio caso (la Bibi della soxietà al di sotto dei 15). non mi danno il part time, in compenso passo la maggior parte delle mie giornate a guardare il soffitto perchè non mi permettono di lavorare come dovrei, nonostante io sia laureata e con esperienza, ma loro in realtà cercano una segretaria camuffata da cameriera xchè gli basta che fai il caffè e altre due stupidate e sei apposto. in compenso pago una beby sitter per tenere il bimbo 12 ore al giorno, quindi metà del mio stipendio va a lei per vedere mio figlio 2 ore al giorno e farlo crescere da un’estranea. ti sembra giusto?
    bibi

  35. A) mi scuso innanzi tutto con Emilystar per aver sollevato il polverone (sugno eu u’ spione  !)
    B) il fatto è che concordavo con lei su molti dei concetti espressi nel post "sparito" . E mi aveva fatto estremamente piacere un post non allineato e che mostrava l’altra faccia della medaglia. Insomma, non un commento banalmente di "protesta" o di comprensione verso le istanze di elasti.
    Ma non perchè la cosa poteva essere foriera di polemiche ma solo perchè una conversazione tra persone che la pensano tutte allo stesso modo non è una discussione costruttiva bensì una banale manifestazione di piazza (seppur virtuale)
    C) Sul merito credo che il post di Emilystar abbia inoltre sollevato una questione interessante, ovvero la grande sete di diritti, con slanci di speranza emigratori (senza conoscere le sovente durissime realtà di certi paesi che si additano ad esempio) contrapposta al sistematico tentativo di elusione dei doveri (e non parlo di sole donne, sia chiaro) che spesso, anch’io, ho avuto modo di notare nei contesti lavorativi

    Insomma, in poche righe aveva (ritengo eh, magari sbaglio) detto quello che non dovrebbe essere un segreto, ovvero che affinchè le cose vadano bene ci vuole una sinergia tra imprenditori e lavoratori, e non lo scontro perenne (che fa comodo solo a chi di scontro ci campa, da sempre ).

  36.  –  emily star è che al di la della crisi, la percezione delle priorità tra imprenditori e dipendenti è diversa. Perchè qui leggi di donne che vogliono il part time per stare con i loro figli, e quindi per loro il cagnolino perdonami è l’azienda. magari non è il tuo caso, ma la crisi è un alibi perchè questa è la mentalità italiana imprenditoriale a priori. In ogni caso,  il vertice di osservazione è la produttività spicciola, e i costi che tale produttività deve affrontare per garantire dei diritti. Eallora niente contratti a tempo indeterminato, perchè costano di meno quegli altri, niente maternità perchè eh costa la maternità, spesso niente donne perchè le stronze poi vanno in maternità. Poi ci si stupisce che non c’è attaccamento alla maglia:)
    La maglia servirà anche a portare i soldi a casa al dipendente, ma se tu sei un imprenditore essa è per te un figlio e non puoi chiedere al dipendente che spontaneamente la consideri come i propri di figli. Lo devi procurare tu l’attaccamento alla maglia. Non ci riesci, e hai dipendenti scontenti svogliati meno creativi, e che magari cambiando lavoro spesso, non riescono ad accumulare una competenza. Non puoi sperare che io consideri una priorità etica spontaneamente il tuo progetto imprenditoriale. E non credo che si possa essere così ingenui da sperare che il senso del dovere renda lo stesso che la passione.
    Perdonami se risulto aggressiva, tu sei stata molto attenta e capisco la tua posizione. Chiaramente il tasto è dolente.

  37. In effetti è frustrante, e molto, leggere quante donne vorrebbero il part time e non viene loro concesso.

    Nella mia azienda siamo tutte donne e le "anziane" (anzianità aziendale – s’intende – perchè siamo tutte tra i 35 e i 40 anni) sposate e madri, sono tutte part time con ruoli organizzativi e di coordinamento.

    Le giovani, che possono offrire disponibilità totale di tempo e dedizione alla "causa" (ma non conoscenza del "sistema azienda" e delle sue procedure, non competenze organizzative o progettuali, non capacità di sostizione nei ruoli chiave, ecc…) fanno tanta "manovalanza".

    Nessuna di noi ha dovuto cambiare tipologia di lavoro passando al part time, abbiamo continuato le mansioni di prima e, anzi, se guardo il mio caso, sono diventata anche più produttiva perchè – forte di una maggiore esperienza e dell’essere sollevata dalla manovalanza – comprimo in 5 ore quello che prima facevo in 8.

    L’azienda è piccola, il luogo è la provincia e il ramo è quello del sociale, quindi il rovescio della medaglia del quadretto idilliaco dipinto sopra è sicuramente la modesta retribuzione (ma il contratto è per tutte a tempo indeterminato, il che non è poco, visto il contesto in cui operiamo…).

    Certo è che adesso non cambierei mai il molto tempo che posso dedicare ai miei figli e alla mia famiglia, con prospettive di carriera e soldi. Un domani, forse…

    Kalika

  38. Ciao, sono appena rientrata dalla maternità, durata il minimo indispensabile, del secondo figlio. La maternità del primo è durata ancor meno. Il capo ha cominciato un discorso sulla crisi e sull’eventualità di chiudere l’ufficio. I colleghi presistenti e quelli che mi hanno sostituito per pochi soldi ( e che ora lavorano scomodi perchè mi sono ripresa la scrivania) accennano al fatto che dovrei considerare di trovarmi un altro posto. Ma io non mollo!

  39. anche io sono un’imprenditrice e penso che aldillà del part time ci sarebbero molte altre soluzioni per aiutare le amme che lavorano, amano il lavoro che fanno e vogliono continuare a farlo.
    non solo part time, ma magari orari flessibili, telelavoro, nido aziendale e altro ancora. insomma, penso che la vera rivoluzione sarebbe pensare ad aziende a misura anche di mamma in carriera che, se messe in condizioni di non dover far capriole, incastrare l’impossibile, correre a destra e a manca, sul lavoro rendono e come.
    Ma si tratterebbe di una rivoluzione prima di tutto culturale. e le aziende sono ancora cristallizzate sull’idea che anche lavori intellettuali – come quello di elasti per esempio – si debbano per forza fare in ufficio in orari da fabbrica quando il lavoro è dove sono io, un pc e un telefono.

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