"va tutto bene?"
"no, sono stravolto. troppa vita mondana nel weekend"
"vita mondana? non definirei ‘mondani’ un pranzo con mio padre e una cena con una coppia di amici con bambini. non definirei ‘mondane’ nemmeno la spesa alla coop e la passeggiata domenicale fino all’edicola…"
"per me abbiamo fatto troppe cose… e anche gli hobbit sono stanchi. dobbiamo rallentare i ritmi"
"guarda che sono io la gestante flemmatica e narcolettica alla fine dell’ottavo mese e voi siete i baldi maschi, bastone della mia gravidanza…"
"ripeto, dobbiamo rallentare. così non si può andare avanti"
mister incredible ha un colorito verdognolo, occhiaie da vampiro e lo sguardo annebbiato, quasi privo di traccia del suo irresistibile guizzo folle. mister incredible è stanco e irritabile. al gotico fumetto dampyr e all’appassionante best seller making sense of marx preferisce la lettura di D di repubblica. e invece di soffermarsi sulle signorine discinte, come farebbe in tempi normali, preferisce le ricette a base di tofu.
mister incredible non sta bene, fa brutti pensieri ed è inquieto.
ed elastigirl, fuori tempo massimo, è assalita dal panico.
perché il primo figlio è una impresa titanica, il secondo è il complemento a uno del primo, è la consapevolezza e il desiderio, è la normalità.
ma il terzo figlio forse è follia, o incoscienza, o stupidità, o ottuso amore per la vita. il terzo figlio, voluto con ardore e integralismo, è bulimia, è un giro bendati sul bordo del precipizio, è spingersi oltre le proprie possibilità, è scardinare un equilibrio faticosamente costruito. il terzo figlio forse non fa per noi, forse ci manderà in frantumi, ci darà una botta in testa e ci lascerà esauriti e tramortiti sul pianerottolo di casa.
"si può rimpiangere un’assenza ma mai si rimpiangerà una presenza", diceva un giorno elastigirl, quando ancora non arrancava sotto il peso della sua enorme pancia e quando ancora non aveva visto le occhiaie da vampiro di mister incredible.
oggi non lo sa più. oggi c’è un tempo grigio, il verdognolo mister incredible è a londra, lo hobbit piccolo le ha funestato la notte per poi salutare elastigirl, all’ingresso della scuola materna, con un "zao cuzzola" (= ciao cucciola) che le ha dato il definitivo colpo di grazia.
però domani passa tutto. promesso.
Si, in effetti i sintomi sono quelli: colorito verdastro, occhiaie da anemico cronico, atteggiamento da “pantofolaio protettivo”.
Siamo noi, gli uomini che si “accingono” a diventare padri…. se poi è il terzo figlio la sintomatologia è elevata all’ennesima potenza. Voi donne siete solo “spettatrici” della nostra “metamorfosi”, spettatrici purtroppo “impotenti”…. Ma ce la farete a tirarci su bene, alla fine ce la farete.
Maurizio
Si, in effetti i sintomi sono quelli: colorito verdastro, occhiaie da anemico cronico, atteggiamento da “pantofolaio protettivo”.
Siamo noi, gli uomini che si “accingono” a diventare padri…. se poi è il terzo figlio la sintomatologia è elevata all’ennesima potenza. Voi donne siete solo “spettatrici” della nostra “metamorfosi”, spettatrici purtroppo “impotenti”…. Ma ce la farete a tirarci su bene, alla fine ce la farete.
Maurizio
E’ normale che sia scolnvolto un po’ anche lui. Il D-day si avvicina! Mio padre quando mia madre era incinta di me, si comportava peggio di lei in quanto a voglie appetito etc. etc. Anche questo è un modo per partecipare, un po’ inquietante, ma apprezziamo lo sforzo! 😉
Per il resto ti liquido dicendoti che il resto sono normali paranoie da futura mamma, quando poserai gli occhi su di lui tutti i dubbi si dissiperanno!
Passare da due a tre figli non è mai cosi’ difficile come passare da uno a due, non preoccuparti.
Te lo dice una che ne ha avuti 3 in meno di tre anni e sopravvive.
Vedrai che sopravverà anche Mr Incredible e il vostro amore.
Una trentenne
Basta preoccuparti! Io ho tre bimbi (8 – 5 e 7mesi) e ti assicuro che il terzo figlio non ha sconvolto proprio un bel niente: si corre tanto, quello si (anche io lavoro full time) ma si correva anche prima.. e tu ci sei abituata eccome! Dal 28 dicembre tutto il fumo sparirà, e ci sarà posto solo per tanta gioia!! Bacioni, Cristina
No, niente panico!
Mai fare affidamento sugli uomini, eddai, Elasti, sei al terzo figlio mica te le devo venire a dire io ste cose che ne ho solo due di figli 🙂
"il terzo figlio forse non fa per noi, forse ci manderà in frantumi, ci darà una botta in testa e ci lascerà esauriti e tramortiti sul pianerottolo di casa." Non dirlo neanche per scherzo.
A noi ha fatto questo effetto l’arrivo del secondo (leggere te è come leggere me incinta della mia Laura, la seconda). Ci siamo tramortiti a vicenda, come nella guerra dei Roses.
E mentre eravamo tramortiti entrambi sul pianerottolo di casa ci sono venute in mente quelle 2 faccine che ci corrono incontro quando ci vedono, che si svegliano alla mattina dicendo "dov’è babbo?", o che corrono in cucina urlando "totttaaaaaa" (torta), o che fanno i gelosi quando babbo e mamma si abbracciano,….
Beh, ci siamo rialzati, abbiamo scrollato di dosso i cocci e i vetri rotti nella battaglia e ci siamo ripresi per mano, come il giorno che ci siamo sposati.
Ci siamo resi conto di essere stati risucchiati nel vortice dei fatidici "primi 12 mesi di vita", di essere stati miseramente sconfitti dal turbine del dopo-nascita, come due pivelli al primo figlio (dilettanti! tzè…)!
La stanchezza, la mancanza di forza per reagire all’entropia famigliare ci aveva ridotti a non riconoscerci più.
Beh ci siamo rialzati e abbiamo ricominciato a lottare per mettere ordine nella nostra vita a 4, abbiamo ricominciato ad amarci più di prima e adesso, 3 anni e mezzo il grande e 1 anno e mezzo la piccola, ci sentiamo sulla cresta dell’onda (con qualche sobbalzo, ma è normale).
Quindi,…. si può darsi che all’inizio tutto sia impossibile. Ma rimboccati le maniche, per la terza volta, stringi i denti e resisti! Non cedere alla fatica. E non affidarti troppo a tuo marito, perchè sugli uomini non ci si può mai affidare nei veri momenti di alto stress.
E’ come essere in cima allo scivolo kamikaze dei parchi acquatici: ormai sei lassù, indietro non si torna, adesso devi buttarti. Non sai quanto è lungo lo scivolo, non sai quanto andrai forte, ci saranno dei momenti in cui penserai "adesso volo di fuori!", ma di sicuro in fondo c’è l’acqua, che ti aspetta e quando ci arrivi dentro ti senti carica e vincente.
ciao
michela
E’ anche lecito che qualche volta si abbia voglia di mettere le pantofole e incollarsi al divano, senza che sia necessariamente il sintomo di qualche preoccupante malessere.
Uomini! Manco dovesse partorire lui! I soliti egoisti viziati.
Non farci caso.
Il terzo figlio e’ una scelta. E il terzo figlio, e’ una figata. Te lo dice la piu’ grande di tre, che di anni oggi ne ha 26. Quella che a due anni voleva a tutti i costi un fratellino. Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo, se fosse nato femmina. Ma, e’ nato maschio, per sua fortuna. La piu’ piccola e’ nata 13 anni dopo di me.
Lo scorso finesettimana ci siamo ritrovati insieme, a fare una passeggiata, una cioccolata calda, complicita’ e risate. Mai come prima. Mai cosi’ uniti. E nostra madre, mai cosi’ orgogliosa e felice. Anche perche’ i rapporti si costruiscono col tempo, a volte peggiorano (ti racconterei dei miei tentati fratricidi, ma non voglio farti venire l’ansia 🙂 ), a volte non ci sono proprio, a volte ritornano. Ma non toglietemi loro due, per nessuna ragione al mondo.
Finche’ e’ solo verde, va bene. Mio padre aveva problemi ben piu’ seri. Mi ritrovai a fare la casalinga per un mese (complicazioni prima del parto), lui era una specie di fantasma anabolizzato, non funzionava proprio, persino il giorno della nascita della piu’ piccola, mi sono ritrovata a trascinare mio fratello in taxi fino all’ospedale, ma abbiamo perso l’orario di visita e puoi immaginare la reazione di mia madre. Ho preso di quelle "botte" in quel periodo. Ma n’e’ valsa la pena.
Coraggio, resisti.
Mi fa un po’ impressione leggere commenti tipo il #52: si rimettono insieme i cocci di un matrimonio…. prendendo atto di una disistima totale verso gli uomini, marito compreso ?!
Se sentissi due uomini che dicono "sì, amo mia moglie ma.… sai come sono le donne" non sarei proprio sicura di quanto amore c’e’ dietro !
tutto passa! stai suuuuuuuu
non è disistima nei confronti degli uomini, ma che vuoi fare? noi siamo donne: a noi il dono della maternità, la fatica della gravidanza, l’impresa epica del mantenere la famiglia unita… qualcosa vorrà dire, no?
sei forte, coraggio!
sissi
non ho esperienza in merito ma credo siano del tutto normali certe parentesi …poi sarà la gioia tra un mesetto circa 🙂
cara elasti ti seguo da tanto ma non ti ho mai scritto.
anch’io ho due baldi giovanotti esattamente della stessa età dei tuoi, anch’io lavoro e anche mio marito è spesso in trasferta…la vita è spesso un puzzle che si mette insieme di corsa e qualche pezzo ogni tanto non trova il suo posto. il terzo figlio…è coraggio, o follia (ma qoelet dice "la follia conta più della sapienza e dell’onore"…), o più semplicemente amore per la vita. io non so decidermi perchè ho paura di non farcela, di non avere più tempo per me e mio marito (già adesso…), di dover rinunciare a vedere un pò il mondo (che è il mio sogno) perchè non siamo paperoni per poterlo fare in cinque…vedi, mi sento molto egoista. un giorno sì e uno no desidero il terzo figlio, e chissà, forze fra un pò troverò la forza di "buttarmi" in una nuova avventura, per non rimpiangere un’assenza un giorno. abbiamo tante famiglie di amici con 3 e anche 4 figli e sono tutte famiglie bellissime, gioiose, dove i figli crescono facendosi compagnia e i genitori ci sembrano non certo meno felici di quelli che hanno più tempo per sè.
sono sicura che il tuo coraggio sarà premiato, e che i tuoi hobbit un domani ti ringrazieranno per aver dato loro un nuovo compagno di viaggio…di nuovo un essere unico, speciale, che scoprirà il mondo in modo diverso dagli altri tuoi figli…pensa che meraviglia., che magia.
un bacio grande, anche se non ti conosco
lu
Forza Elasti, è un momento di debolezza collettiva ma sono certa che fra poco più di un mese, stanchezza a parte, sarete STRAFELICI!! (giusto per usare il linguaggio dei miei bambini). te lo dice una tri-mamma, che come te ha voluto il terzo figlio remando controcorrente. Oggi siamo felici, stremati a volte, ma felici, così felici che vorrei convincere il "mio" di Mr. Incredible a tentare l’assoluta pazzia del quarto figlio, in fretta però perchè ho già 38 anni e non c’è tempo per stare a fare troppe riflessioni. Il caro maritino è contrarisssssssimo e mi espone tutti i "contro" del caso: tempo da dedicare ai figli, alla casa, ai rispettivi genitori, alla comunità (bisogna essere anche un po’ altruisti per lasciare ai nostri figli un mondo migliore, ripete, e non ha torto) e poi c’è il lavoro mio e suo, per non parlare del costo economico di una famiglia numerosa. Ha ragione, razionalmente dovrei essere d’accordo con lui, emotivamante però non riesco a fare a meno di desiderare un altro bambino.Non so se la spunterò,vedremo, intanto siamo felici anche così e comunque vada sarà un successo. In bocca al lupo !! Tieni duro.
ma che dolceeee! “ZAO CUZZOLA”
non è una gioia immensa? chi se ne frega delle fatiche, del non dormire, del tofu di mister incredibile…quando un patatino ti dice ZAO CUZZOLA?
io impazzisco quando leggo come parla il nano!!!
bacione, sono con te,a darti forza, per quanto serva… 😉
se il terzo figlio è tutta quella roba li..il quarto cos’è?
ciao e coraggio
Federica (in attesa del quarto)
ma no! il terzo figlio non c’entra nulla… da conterranea di mr incredibile sottoscrivo la reprimenda dell’iperattivismo finesettimanale, sconosciuto a noi pugliesi e cosi’ tenacemente praticato dai milanesi. cce li coddhra…
divano, dvd del signore degli anelli e di figli se non si fa attenzione se ne fanno anche cinque. baci. ziazza.
Considerando il mondo di merda in cui viviamo a volte mi domando che cosa fa mettere al mondo un figlio alla gente, figuriamoci tre.
Però visto che ormai ci sei, e mi pare di aver capito che l’hai cercato a lungo e tenacemente, cerca di essere forte e ricordarti le immagini di felicità che ti hanno spinto verso la tua decisione.
Come mi dice sempre la mia mamma (che è una gran donna), bisogna guardare avanti, ma non troppo perchè si è tutti un po miopi e si rischia di confondere i contorni delle cose.
Un abbraccio
Ben
Dài che passa! Te lo dico con tutta l’invidia di chi "rimpiage un’assenza"! 🙂
per Ben #65: bella la frase di tua mamma!
invece, per il mondo di m. io credo e spero che quelli come Elasti mettano al mondo tanti figli che, siccome le assomigliano (anche a mister I), potranno finalmente cambiarlo!
ciao
Sonia
elasti dimmi che oggi va meglio!
marina
Quando la mia secondogenita è nata ululavo a mio marito:"Ricordami quello che sto passando! Ricordamelo quando avrò voglia del terzo figlio!".
Ma poi… il tempo passa… ti scordi le notti insonni, gli attacchi di dissenteria, le gelosie della grande, le paure… e ricordi il puzzino di latte, le manine cicciosette che afferrano il tuo dito, i primi sorrisi, le piccole labbra intorno alle poppone enormi… e cominci a pensare che, tutto sommato, in 5 si sta meglio che in 4!
Per ora mio marito, fedele alle consegne, mi ricorda tutto quello che abbiamo passato… Ma lo dice sorridendo!
Auguri per il micro hobbit e via!!!!!!!!!!!!
Io mi sentivo esattamente così quando aspettavo Ettore. Mi dicevo: ma perché ne ho voluto un altro? Non mi bastava Amelia? E se l’equilibrio si rompesse e non tornasse mai più? Invece era tutta fifa, nient’altro. Ettore è la cosa migliore che io abbia mai fatto per Amelia e per tutti noi.
PS: ecco… meglio che Mr I non legga Dampyr questo mese… faglielo leggere quando il terzo sarà nato!
yuuuuuuuuuuuuuu ElasticGirl, dicci che il giorno è passato ed ora va tutto bene… per favore … 😉
Mica ci puoi lasciare così nel dubbio!!
Con affetto,
Angelilla
…il terzo figlio è una figata!!!!
Vedrai, anzi vedrete….
un abbraccio
Oh Elasti, è così bello che vogliate/possiate fare il terzo figlio. senti la mia prima (e unica) è stata la terza, perchè noi ne abbiamo due che vengono da prima di me, ma che vivono con me. In cinque è un gran casino ma è così divertente, non siamo mai soli, nel bene e nel male… e poi Mr I. è un grande. legge anche Dampyr come me. Oltre ad essere uno dei pochi comunisti rimasti, mi verrebbe da dire come me, ma non so se si può dire, quindi tu non puoi che essere una grande, come mio marito.
Un abbraccio telematico
lucia
Quanto sei fortunata Elasti, a me piacerebbe che Babbo Natale portasse un secondo figlio …. ma dovrebbe tramortire mio marito con la slitta poichè non ne vuole sentire parlare, figuriamoci poi di un terzo, altro che verde … diventerebbe viola !!!
@ 60
Qoelet dice anche che "Amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma il peccatore ne resta preso."
Cara Elasti, io e mio fratello Renato avevamo rispettivamente 10 e 6 anni quando è nato Beniamino, che gioia, come l’avevamo desiderato! Mancava qualcuno in casa, mancava un hobbit, l’avevamo chiesto per Natale ma non era arrivato; la mamma sarebbe rimasta incinta l’hanno successivo e così, poco dopo Natale… è arrivato!!! Elasti, è stato il momento più bello della mia vita, che gioia, che emozione! Adesso io ho 24 anni e convivo, mio fratello 20 e l’ultimo 13 e ti assicuro che è bellissimo quando mi chiama o viene da me a mangiare, Elasti, hai fatto la cosa migliore che potessi fare! Brava!
Tesoro, andrà tutto bene.
E.
che dire elasti. prova a leggere questo post: magari ti ispira. anche se non mi sembri il tipo…
Il sonno della ragione
che dire elasti. prova a leggere questo post: magari ti ispira. anche se non mi sembri il tipo…
Il sonno della ragione
un abbraccio elasti!
condivido pienamente il tuo stato d’animo io però sono "solo" al secondo figlio, mi devo preoccupare?!?
Coraggio Elasti, un incoraggiamento da una già tri-mamma (9, 5 e 3 anni) con marito che ha retto e regge ancora bene (pregando il SIgnore che continui ad assisterci).
Il colorito verdognolo e la voglia di divano possono essere solo un abbassamento di tono dovuto all’influenza. Passa.
Oppure alla stanchezza del lavoro da pendolare estremo. Perchè fare il pendolare no extra-comune, neanche extra.regione, ma addirittura extra-nazione mi sa di sfibrante, alla lunga. Per far passare questo bisognerebbe rivedere il piano strategico del lavoro di M.I. e non conoscendovi così bene non so cosa ne pensa lui.
Può anche essere semplice stress maschile da moglie incinta, che si moltiplica, di solito, per il numero di figli già nati e si addiziona al numero di figli in arrivo moltiplicato per 10. Questo di solito sfuma dopo la nascita trasformandosi in un più profondo e dichiarato stress da fatica tipico del periodo 0-12. Basta riconoscerlo e tenersi stretti per mano finchè la tempesta non si quieta.
Ecco, la mia perplessità sulla tua situazione è tutta lì, in quel ‘tenersi stretti per mano’. Come farete a farlo sei lui non c’è per 4 giorni a settimana? Io non riesco a concepire un’idea di matrimonio con un lui sempre così lontano. Ricordo che mi opposi con tutte le forze, all’inzio, da fidanzati, ad un’opzione di lavoro del mio futuro marito, che prevedeva una sua assenza da casa per 15-20 giorni al mese. Non dovetti arrivare a ricatti troppo estremi, solo un po di lacrime, perchè sotto sotto anche lui era molto perplesso. E ora siamo felici di aver scartato quell’ipotesi, come faremo altrimenti a vivere la nostra famiglia come la viviamo ora, insieme, dal di dentro?
Penso che l’unione matrimoniale vada vissuta non solo con tempo di qualità, ma anche con la necessaria quantità di tempo di qualità. Insomma, secondo me bisogna che in quel poco tempo che avete quando lui è con te tu sia con lui, non con parenti o amici. Forse questo è uno dei significati di quel suo ‘rallentare’. Forse in questo turbine di aerei, facce di colleghi, terminal, voci elettroniche, rombi di motori, e poi figli con maschere dell’uomo ragno, babysitter, parenti con le loro esigenze, ecco, in tutto questo, forse lui ha bisogno invece, solo, di te. Solo lui e te. almeno fino al 28 dic, per fare scorta della energia di coppia di cui avrà bisogno dopo.
Un bacio di inconraggiamento
Anna, tri-mamma.
@ Anna
IMHO, la vicinanza fisica non è sinonimo di vicinanza morale ne’ di presenza "quando serve": se Mr I facesse il poliziotto, o il camionista, o l’operaio coi turni di notte, potrebbe anche avere la sede di lavoro a 500 metri da casa e allo stesso tempo essere oggettivamente assente per …"tenersi per mano"! No?
Trovo invece che tu sia coraggiosa ad ammettere di aver usato lacrime di ricatto con tuo marito, e’ una cosa che odio quando mia mamma lo fa con me ! =__=
CloseThe Door,
sbaglierò, ma ho l’impressione che tu non abbia figli….., sbaglio? Se sbaglio e ne hai sei molto più brava di me. Io ho avuto e continuo ad avere bisogno di tenere fisicamente mio marito per mano, nel senso di stare vicini, guardarsi, toccarsi, parlarsi, vederlo fisicamente con me ed i bambini, per essere felice.
Non mi basta e ne sarei disorientata e impaurita, una presenza ‘morale’ come dici tu (anche se ti sussurro che morale vuol dire un’altra cosa rispetto a quello che intendi tu). Mio marito ed io siamo un ‘noi’ perchè i nostri sentimenti reciproci si sono manifestati in azioni concrete condivise, in ore, giorni, mesi, anni passati da coltivare e far crescere il nostro progetto di famiglia.
Solo chi una famiglia, cioè un compagno e dei figli, ce l’ha può capire a cosa mi riferisco.
Così ti richiedo, ma tu hai figli?
Annam tri-mamma
Sono incinta del primo e con mio marito ci troveremo in una situazione molto simile a quella di Elasti e di Mr Incredibile. Stiamo vedendo cosa e come sara’ possibile fare per trovarci a vivere nella stessa città ma senza fasciarci la testa, perche’ conosciamo coppie nella nostra situazione, che bene o male vanno avanti, coppie in cui lui o lei hanno mollato tutto per seguire l’altro/a e si sono ritrovati senza lavoro causa crisi economica, e coppie che aspettando di raggiungere alla situazione ideale per fare figli (posto fisso nella stessa città ecc.) hanno raggiunto un’età per cui scoprire di essere infertili non è piu’ solo una diagnosi, ma una presa d’atto. Che cosa è meglio, un padre vicino in cassa integrazione o un padre lontano che porta a casa da mangiare? Un padre che è fisicamente presente metà settimana o uno che torna a casa alle 2 di notte e riparte alle 6 del mattino 7 giorni su 7? Non so che cosa ho scritto per darti la sensazione che io mi sento "piu’ brava di te", ma posso dire che sinceramente questa è l’impressione che mi trasmetti tu con i tuoi commenti, anche se capisco che non è tua intenzione.
errratum, ovviamente "raggiungere LA situazione" 😉
Close the door,
ecco mi sembrava…., se ti va ne riparliamo quando il pupo/a avrà qualche mese, magari al suo primo compleanno. Così, giusto per avere una base comune su cui parlare.
L’impressione che ti fanno i miei pensieri dipende da te, da chi legge in generale. Ho avuto qui, e su altri siti in cui scrivo e commento reazioni molto diverse. Come sempre nel mondo virtuale ci si affida alle parole, senza una voce, un espressione del viso, una luce negli occhi che possa dire tutto quello che c’è dietro.
Se le mie parole ti hanno comunicato senso di superiorità o presunzione sei in errore perchè io non sono così.
Può essere invece che tu abbia inteso come tali la determinazione, la grinta e la decisione con cui ho dovuto difendere e far crescere la mia identità di donna e con cui mio marito ed io abbiamo dovuto lottare per costruire la nostra famiglia. In questo caso hai percepito tratti di carattere, emozioni, pezzi di storia personale di cui vado fiera, di cui sono profondamente convinta, che ho capito fino in fondo sulla mia pelle.
Molto spesso le donne convinte di quello che pensano, sicure delle proprie idee, serenamente determinate, sono bollate come ‘insopportabili presuntuose’. E’ la vita (in francese non lo so scrivere…)
Anna tri-mamma
Anna, a me piacciono le donne di carattere, ma converrai che ci deve essere un limite al proporre agli altri il proprio modo di vivere le cose. Da quello che scrivi io capisco che tuo marito deve avere un lavoro D’ORO, un posto fisso e ben pagato che gli permette di essere spesso a casa e contemporaneamente mantenere una moglie e tre figli senza che lei lavori. Non ho dubbi che questa sia la situazione ottimale, ma lo sai bene che per questo, oltre all’impegno ci vuole anche un qlo con la Q maiuscola, specie di questi tempi, e le lacrime di ricatto a volte non solo sono inutili, ma esasperano e basta. L’esempio del marito che cambia lavoro ed è il primo ad essere licenziato non me lo sono inventato. E neanche quello del marito che torna tardi la sera e riparte prestissimo la mattina, anche se ha la febbre, sennò lo lasciano a casa. Se poi parliamo di università, parlare di rientro in Italia (magari nella stessa città della moglie?!) è semplicemente uno scherzo. Così a volte capita che una debba farsi passare i patemi d’animo, perché sposiamo uomini, non Supermen.
Close the door,
il limite nel proporre il proprio modo di vedere quando lo avrei oltrepassato? Oppure solo il fatto di averlo, un mio modo di pensare, che è diverso dal tuo o da quello di qualcun altro mi deve zittire? Viviamo in un paese libero in cui esiste la libertà di opinione e di parola, anche per noi donne.
Sul qlo di cui parli sei davvero fuori strada. O forse no, dipende dai punti di vista, io sono convinta che ognuno è responsabile delle sue scelte. Il fatto che io abbia scelto la famiglia e non lavori non mi classifica come pigra nullafacente che passa il tempo a farsi le unghie. Io e mio marito siamo soli, vero lui lavora e io curo la casa, ma questo non significhi che sguazziamo nell’oro. Solo che abbiamo deciso di mettere al centro il progetto famiglia, accontendandoci di un budget limitato per poterci godere la felicità di essere insieme.
Ma perchè poi devo giustificare le nostre scelte? Boh?
Il tasto università con me lo suoni male: 15 anni di precariato universitario mi hanno costruito una tale corazza che parole come le tue sono goccie di pioggia sui sassi. Ti dico solo che con in pancia il terzo figlio ho fatto la pendolare fuori regione per un anno, 300 esami fatti al sesto mese, poi con lui appena nato partivo in treno con in borsa il tira latte. Stop. fine della commiserazione, solo per dirti che sfondi portoni sfasciati.
Ognuno fa le sue scelte, ha la sua storia.
Quello che voglio dire, in definitiva, è che si può sempre scegliere, si sceglie sempre, anche quando si pensa, disperati, di non averne la possibilità. Anche quando ci fa un comodo immenso pensare di non averne la possibilità. Siamo sempre attori, mai comparse, quello che ci succede lo decidiamo noi. Lavoro fuori casa compreso.
Anna tri-mamma
PS: ti sbagli, io ho sposato superman ( e non per lo stipendio, ma perchè è bello e muscoloso)
Anna
Questo è uno di quei casi in cui vorrei che tutti i commentatori avessero un account splinder per poter continuare la discussione via msg pvt senza ammorbare gli altri utenti. Mi scuso in anticipo per la lunghezza.
Mi viene da domandarmi se sei vissuta in America, è la seconda volta che ti leggo fare un’apologia del “paese libero” in un contesto che non c’entra granché. Non si tratta di libertà di parola, ma di commentare le scelte altrui in modo da metterle in condizione di doversi giustificare. Se ci fai caso tu ti sei messa sulla difensiva (“Ma perchè poi devo giustificare le nostre scelte?”) ma forse non ti rendi conto che hai fatto esattamente la stessa cosa con Elasti. Seguo questo blog ormai da qualche mese e ho fatto caso che ogni volta che viene menzionato Mr I, arrivano cinque-dieci commenti sul perché lui non viene a lavorare in Italia, o perché lei non molla tutto e non va in UK ecc., che Elasti non ha mai raccolto. Forse lo ha fatto in passato e poi si è stancata. Se dopo un commento articolato come il tuo (se non mi sbaglio quello sull’apparecchio+occhiali) Elasti non risponde, per il mio carattere già un secondo commento dello stesso tenore è troppo, figurarsi un terzo.
Stessa cosa sulla domanda se ho figli e il messaggio "Adesso parli, vedremo quando tuo figlio sara’ nato, se non ci starai male e non mi darai ragione". Ma fai caso che io ti ho *già* dato ragione, ma ti ho fatto notare che per una donna e ancora di più per un uomo, forzare le circostanze non è sempre possibile. Oppure è imprudente.
Una mia amica che ha mollato un lavoro in un’azienda un paio d’anni fa per avere piu’ tempo, ha fatto la SSIS per diventare insegnante infilando la strada del precariato scolastico. Adesso sono arrivati i tagli Gelmini & Tremonti, e non trova una supplenza. Altri due miei amici, uomo e donna, che hanno cambiato lavoro per seguire moglie e marito rispettivamente sono stati poi licenziati perché “ultimi arrivati”. Sono stati “attori” nel senso che dici tu? Sì, solo che gli è andata male, e sinceramente non me la sento di imporre un rischio del genere né a me né a mio marito, in questa congiuntura di crisi (dicono che stia per finire quella finanziaria, ma il grosso dei licenziamenti arriverà l’anno prossimo quando si riprenderà a produrre). Perché quando uno dei due rinuncia allo stipendio, tocchiamo tutto il ferro possibile del mondo ma… che succede se all’altro capita un incidente? E chi ha rinunciato a lavorare trova un mercato saturo che non sa che farse di uno che vuole rientrare a 40-50 anni suonati? Una mia vecchia professoressa era appunto madre di tre figli piccoli quando è rimasta vedova, e per quanto faticoso ha *benedetto* il suo posto di lavoro. E quindi sì, qualcuna si rassegna ad avere un marito che esce di casa alle 7, torna alle 20 per mangiare, poi alle 21 riesce e rientra alle 2 passate. Sai che presenza.
Fai caso anche che un mio ipotetico giudizio negativo sulla donna che non lavora è tutto nella tua testa. Ho una cara amica, donna colta e di grande polso, che dopo aver lavorato X anni nel mondo della pubblicità, si è nauseata di un mestiere che le chiedeva di andare contro i suoi principi etici, ha mandato tutti a quel paese, si è licenziata e si è fatta tre figli col suo compagno. Solo che, scusami, oltre a rispettare profondamente la sua scelta, io la considero un vero esempio perché è così assolutamente tranquilla e determinata che non gliel’ho mai vista “difendere”. L’ha fatta e basta. Adesso io ti domando: lei si è nauseata del suo lavoro, tu ti sei nauseata del tuo, e … se una non è nauseata del suo, ma le piace, e a pensare di rimanere a casa ha le vertigini e si sente soffocare, cosa fa?
Con questo voglio dire: ognuno è (ovviamente) libero di dire che cosa pensa sia meglio per sé e la propria famiglia, ma evitiamo per favore di assolutizzare la nostra esperienza personale.
Close the door,
hai ragione, stiamo usando questo posto per uno scambio personale. Finchè elasti ce lo lascia fare parliamo pure, io splinder o altre cose del genere non ce l’ho e non le voglio avere per motivi di tempo. Ne ho poco.
Sull’essere sulla difensiva sbagli ancora: probabilmente, di nuovo, non ci si riesce a intenderci noi due: io non ho difeso la mia scelta per la famiglia nel suggerire a Elati un possibile significato di quel ‘rallentiamo’ detto da suo marito: ho dato un suggerimento possibilista, non certo un’assolutizzazione, visto il suo ‘panic’ dovuto alle parole del suo MI.
Mi sono sentita di darglielo non perchè sono più brava e buona, ma perchè ho vissuto in prima persona con mio marito quello che loro stanno per affrontare, cioè l’esperienza del terzo figlio.
Tutto più o meno condivisibile quello che dici tu sull’essere tutti diversi, salvo che quando il numero di figli supera una certa soglia diventa, questo sì, un numero assoluto che non lascia molto spazio a opinioni, interpretazioni personali, punti di vista o varietà di visioni del mondo.
Se vuoi essere genitore di 3 figli devi trovare il tempo per occupartene. A meno di non volerli affidare a tempo pieno a tate+nonne+night-nannies+surrogati di genitore. Tutto qua, pura vita vissuta.
Sul conciliare una passione lavorativa con il lavoro, ecco, vorrei davvero che tu ne riparlassi quando il figlio ce lo avrai in collo. Davvero, davvero, credimi, anche se ora sono parole che probabilmente ti irritano (te le avranno dette anche altre pesrone, anch’io ricordo l’irritazione che mi provocavano quando aspettavo la prima) non puoi renderti ora conto di cosa vuol dire avere un figlio, non puoi perchè è una di quelle esperienze che si capiscono solo quando ci si passa attraverso, si vivono dal di dentro. Fino ad allora non puoi capire.
Figuriamoci se puoi immaginarti cosa vuol dire fare il terzo.
Sul fatto che Elasti non risponda ti potrei rispondere che se non vuole leggere suggerimenti di orientamenti diversi dai suoi che riguardano le sue scelte e la sua vita non dovrebbe mettere la sua vita esposta su un blog aperto. E’ stata ed è una sua scelta quella di esporre lei, i suoi cari, la loro vita e le sue scelte al pubblico che la legge. Se chi legge non fosse libero di commentare e suggerire non sarebbe corretto. Penso che questo gioco lei non solo lo capisca e lo accetti ma addirittura lo cerchi e lo voglia, forse per cercare un confronto anche con chi la pensa in modo diverso, per conoscere storie e posizioni diverse dalla sua.
Anna tri-mamma