"la verità è che tu ti sei stancata di me"
"stancata di te? cosa stai dicendo?"
"sì, ormai non mi vuoi più bene, non mi guardi più, non mi consideri"
"ma se ultimamente sono sempre a tua disposizione? sempre. come non era mai successo da quando ci conosciamo"
"non vuol dire niente. tu non mi coccoli più come un tempo"
"ma non è vero! sei tu che sei più autonomo, che hai i tuoi amici, i tuoi interessi. e io lo trovo giusto e lo rispetto ma sai benissimo che quando vuoi sono sempre qui pronta a sbaciucchiarti"
"allora baciami. qui. subito"
"siamo in macchina, io sto guidando e tu sei legato dietro. aspetta almeno che arriviamo a casa!"
"se mi vuoi veramente bene, strapazzami di baci al prossimo semaforo"
"non posso. con questa pancia poi, fatico a uscire dalla macchina, figuriamoci a tuffarmi sul sedile posteriore per una sessione di baci in pausa semaforo"
"ecco, lo sapevo. che tristezza"
"ma che fai? piangi? no! nano! no!"
per anni esci di casa alle 8 del mattino e torni alle 7 di sera, li lasci a scuola correndo, come lanceresti una palla in un canestro, e li ritrovi a casa devastati da una giornata che per te è un buco nero. per anni ti ritagli illusori "attimi di qualità", deleghi, latiti, arranchi. per anni te li godi solo nel weekend e pensi che sei una sciagurata.
per anni loro sono sereni, non fanno una piega, ti accolgono festosi, a volte stanchi, a volte capricciosi, ma grati e pacificati con se stessi e con il tuo essere madre lavoratrice a tempo pieno.
poi aspetti il terzo hobbit. e ti fermi a covare. ti concedi una maternità letargica e casalinga, come non hai mai fatto in passato. fai le torte, organizzi giochi, inviti i loro amici a casa, sorridi, sei rilassata, presente e avvolgente. li accudisci, li scruti, li porti a nuoto e a spasso. fai la mamma come si deve, o almeno come pensi che si debba.
e loro, i piccoli mostri, invece di gioire per questo idillio, per questa straordinaria congiuntura astrale che vi unisce come le cozze al loro scoglio, cosa fanno?
ti colpevolizzano. orrendamente. per dei reati che, almeno questa volta, sai di non avere commesso.
ammazza stai messa peggio de me…quasi…
io sono già arrivata al terzo (maschio, dopo due femmine) e ho già passato praticamente tutte le situazioni che racconti. Da settembre (il 3° nano di casa compirà 2 anni a marzo) sono tornata a lavoro a tempo pieno. Esco di casa alle 06.50, lasciando 3 piccoli nani (6,5 anni e 21 mesi) vestiti ma ancora storditi dal sonno. Li sveglio alle 6.30 solo per poterli salutare prima della nostra lunga giornata lontani. Infatti ci rivedremo alle 16.30 8dieci ore dopo!), quando appena scesa dal treno (eh si, lavoro fuori città) corro com una pazza alla scuola materna (nana 5enne), poi al nido (nano 21 mesi) e infine a scuola (nana 6enne). Perchè ti dico tutto questo? forse solo per dirti che si riesce a sopravvivere ai sensi di colpa e che loro ci amano tanto, solo hanno bisogno di maggiori conferme quando il numero dei ‘contendenti’ l’amore materno aumenta…………
Stefania
P.S.
Io che vivo lontano da tutti i parenti, non trovo una babysitter affidabile e qualcuno per le pulizie, quando ho letto il tuo libro ho riso ma ho anche detto: ma di che si lamenta? ;-)))))