venne la prima volta poco più di un anno fa, fu invitata a togliersi le scarpe e lasciata libera di essere invisibile nell'elasti-casa. da quella volta, è tornata, puntuale e implacabile, ogni settimana, sempre lo stesso giorno, per 50 minuti, non uno di più non uno di meno.
aveva chiesto, tempo prima, se poteva guardare una madre e il suo bambino, nel primo anno di vita, per imparare come si guarda e vedere l'effetto che fa. elastigirl disse sì, con qualche perplessità ma molta solidarietà nei confronti di un compito piuttosto ingrato.
"piacere, mi chiamo carlotta e non esisto". taciturna, chissà se per timidezza o per dovere, sorridente, discreta, con le calze a righe e gli occhi blu. è entrata nell'elasti-ménage, senza esserne scalfita, è stata inghiottita dalla follia del lunedì dalle 18,40 alle 19,30, quando elastigirl è sola con gli hobbit, nel vortice bagno-pigiami-cucina-cena. ha ascoltato le urla, ha assistito alle litigate, alle cronache scolastiche, alle gelosie e alle risate. da spettatrice inesistente. ha visto il microbbit trasformarsi da bebè in birillo. è rimasta ben salda sulla sua isola. è stata professionale. la parent-infant observation richiesta dalla sua scuola di specializzazione in psicologia dell'età evolutiva non prevedeva coinvolgimenti ma solo silenziosa osservazione, "come se non ci fossi".
dopo il disagio iniziale, l'insoddisfatta curiosità scimmiesca degli hobbit e della loro mamma, la bizzarra accoglienza di un'ospite votato all'inesistenza, carlotta è diventata la trasparente istituzione del lunedì.
oggi è stato l'ultimo lunedì di carlotta. ha chiesto una fotografia dell'elasti-famiglia, "per ricordo", aprendo un inatteso spiraglio sentimentale in quella impenetrabile ritrosia. ha portato un pacchetto azzurro e un bigliettino. "è per voi", ha detto, in un colpo di tosse.
"noi?", hanno chiesto increduli gli hobbit ormai rassegnati a un'arida invisibilità.
"non dovevi. la tua presenza è già un regalo per noi", ha aggiunto subito dopo lo hobbit grande. elastigirl ha avuto un brivido, poi ha pensato che a sette anni il sarcasmo non può essere volontario, forse.
carlotta ha lasciato un regalo, dei piccoli dolci fatti da lei e un malinconico vuoto, un'assenza, impercettibile e lieve, come la sua presenza.
Giuro che fino all'ultimo momento ho pensato che "Carlotta" fosse una web cam!
quoto 46 versus 41. Quando le osservtrici sono troppo cattive i supervisori e gli insegnanti sanno spesso che c'è puzza di bruciato, di inesperienza, di stereotipi culturali, di proiezioni proprie sul materno. E li stanano. So boni tutti a criticà – non si fa l'observation per quello. No il problema è che se una davvero dice quello che osserva – anche a riferire punti di forza e punti di debolezza su cui lavorare si sporca la relazione, e si sporca il lavoro e si finisce a fare la psicologia selvaggia da salottino che non serve nè a chi magari un giorno potrebbe averne bisogno, men che mai a una persona in formazione che deve imparare a sapersi tenere separata. Statte serena che hai fatto cosa buona e giusta.
"To be is to be perceived" è una frase di Berkeley (che se non sbaglio è in latino, ma essendo una capra non me la ricordo …) alla quale Beckett fa riferimento in FILM (cortometraggio del '64 mi pare con Buster Keaton) e NOT I (opera teatrale, non ricordo l'anno ma assolutamente da vedere).
ah, scusa …
Non so chi sia il maestro, io son Federica.
io, di tutte le tue descrizioni di Carlotta, sono sempre rimasta commossa dalle righe…
cara #54, il maestro c'è e non c'è, è sicut nox silentes. Il maestro è il maestro, o maestlo, o quel che è.
Jasmine, la mia vena polemica si è intenerita, il che fa entrare dei sentimenti nel mio cuore, il che mi preoccupa. Buon tè al gelsomino, un po' cinese.
maestro
Buonasera!
Ho trovato per caso un link sull’infant observation che mi ha portato a queste ricchissime righe.
Mi chiamo Pamela e, come Carlotta, sono una psicologa che sta svolgendo la sua infant observation, un’esperienza per me importante e bellissima come persona prima che come professionista.
Sono molta contenta di avere letto qualcosa che arriva da chi si trova nella posizione di osservato.
Spero che anche la “mia mamma” di infant, verso cui sono e sarò infinitamente grata, possa averne un buon ricordo come il suo, nonostante l’incomprensibilità di una presenza astinente in una situazione emotivamente così coinvolgente.
Grazie!
Pamela