ci pensava da ieri mattina.
era una parola che piaceva moltissimo a nonno A, tanto che a volte elastigirl pensava l’avesse inventata lui, spacciandola come universale. la pronunciava scandendo le lettere e riempiendosene la bocca come faceva con la cioccolata. “sai come si chiama questo?”, chiedeva, con il suo fare tra il dotto e il canzonatorio. “no, non lo so, papà. come si chiama?”. e lui tirava fuori quella parola lunga, strana, buffa.
era una parola che piaceva moltissimo a nonno A, tanto che a volte elastigirl pensava l’avesse inventata lui, spacciandola come universale. la pronunciava scandendo le lettere e riempiendosene la bocca come faceva con la cioccolata. “sai come si chiama questo?”, chiedeva, con il suo fare tra il dotto e il canzonatorio. “no, non lo so, papà. come si chiama?”. e lui tirava fuori quella parola lunga, strana, buffa.
sono due mattine che milano è coperta di quella parola lì. e lei non se la ricordava.
e, camminando verso la scuola con lo hobbit grande e il medio e passando accanto ai giardini, a un campo da calcio, a decine e decine di macchine parcheggiate, a un mondo coperto da quella cosa lì, di cui non si ricordava il nome, era colta da un senso di perdita crescente.
non ho perso solo mio papà. ho perso anche le sue parole. e adesso come le recupero?, pensava.
poi, stamane, ritornando a casa dalla scuola, all’altezza dei giardini, con gli scivoli e le altalene, la parola è tornata.
galaverna, uno strato sottile di ghiaccio, che copre tutto, quando fa freddo, come in questi giorni a milano, in cui, nonostante il cielo azzurro, si congela.
galaverna è proprio una bellissima parola.
tornata a casa, è andata a cercarla, per vedere se esiste veramente.
esiste.
e, camminando verso la scuola con lo hobbit grande e il medio e passando accanto ai giardini, a un campo da calcio, a decine e decine di macchine parcheggiate, a un mondo coperto da quella cosa lì, di cui non si ricordava il nome, era colta da un senso di perdita crescente.
non ho perso solo mio papà. ho perso anche le sue parole. e adesso come le recupero?, pensava.
poi, stamane, ritornando a casa dalla scuola, all’altezza dei giardini, con gli scivoli e le altalene, la parola è tornata.
galaverna, uno strato sottile di ghiaccio, che copre tutto, quando fa freddo, come in questi giorni a milano, in cui, nonostante il cielo azzurro, si congela.
galaverna è proprio una bellissima parola.
tornata a casa, è andata a cercarla, per vedere se esiste veramente.
esiste.
Lacrime agli occhi. Ma qui in terronia quella parola non la conosciamo.
A Brescia si chiama calabrosa 🙂
La calabrosa è un’altra cosa
Sicura fosse galaverna? Poteva anche trattarsi di calabrosa ( esiste, esiste…) 🙂
Ti leggo da 5 anni, non ti ho mai scritto.
È scesa una lacrima quando hai perso tuo papà. Ti ho pensata davanti alla tac addome di mio papà, poi per 6 mesi, poi al funerale…
Amava l orto e la natura e la galaverna entrava nei suoi discorsi a novembre…fino a marzo.
Sono mamma di maschi piccoli…
Ogni mattina è bello scoprire la galaverna e raccontarla a loro!
E i flash di ricordi bisogna goderseli, con il loro sapore il profumo e il freddo…
Un abbraccio
🙂
Dolce…
Noi (toscana) la chiamiamo calaverna, e giovedi’ scorso ho portato i bambini nel bosco con la calaverna, e il sole e’ spuntato. Eravamo nel regno incantato della Regina d’Inverno.
Che bella parola! 🙂 Qui siamo in mezzo ad una bufera che ha bloccato tutto il sud della Svezia, ma se entro stanotte non nevica magari domattina avremo la galaverna anche noi. 🙂
Adesso Svenne sta arrivando da noi…
Speriamo non arrivi da questo altro lato!!
Sono due giorni che fa un freddo e tira un vento atroce.
ma non si chiama Xaver?… o forse ho capito male…
In Svezia si chiama Sven, ma è lo stesso.
Aspetta, ma ora che ci penso.. intendi questa? http://mijbilcreatures.blogspot.se/2013/03/hoarfrost.html (sono foto fatte in una mattina di marzo, e non è neve ma brina.. )
è proprio questa!!!!!! magica e fiabesca ieri in Carizia era tutta una magia!!!! e…ripeto non è brina, vedi in una delle foto quei piccoli aghi di ghiaccio che ricoprono i rami e avvolgono tutto? io la adoro e me e ricordo tutte le galaverne della mia vita!
Grazie, non avevo idea della differenza! 🙂
E dire che pensavo fosse un piemontesismo!!
A dire la verità, anch’io.
Floralye
Che bel post. Grazie a nonno A. e a te.
Grazie Elasti,
Oltre a tenermi compagnia mi insegni anche parole nuove!
Grazie!
Anche il mio papà la usa spesso… E da piccola mi piaceva tantissimo! La galaverna è quando anche le piante solo gelate … È uno spettacolo in campagna , nn so in città e significa: l’inverno in gala! … Cioè nel bel mezzo dell’inverno freddo
in effetti, ricordo che qualcuno la chiamava Galaverna, io, semplicemente BRINA…
Le loro parole sono li, come lo sono loro.a volte le dimentichiamo e ci dimentichiamo anche di loro.ma ci sono, in piccoli angolini della nostra testa, riservati ai ricordi importanti…
Per una che fa la freelance e che tiene almeno otto racconti da pubblicare in un grande baule..non aver mai sentito questa parola che profuma di inverno, è grave, gravissimo. Grazie Claudia. La galaverna è arrivata pure qui…in Puglia…..
Mi, ci hai di nuovo stupiti e commossi, benedetta fatina dal rosso caschetto. Galaverna, brina, calabrosh, gelicidio, soft rime.
Pensalo come un soffice mantello di brina che trasforma in magica visione il crudo gelo del buio inverno, con il ricordo di una persona cara che non vuole lasciarti mai.
1
-1′
Signur Signur,
la vita e l’unur
amur da vendi
dané da spendi
in bel om an tis mund
al paradis an tin aut
me car Signur
if ciam nen d’aut
piccola preghiera di una nonna
chi sa tradurre?
Signore signore,
la vita e l’onore
amore da vendere
denari da spendere
in un bell’uomo in questo mondo
al paradiso in questa vita
mio caro Signore
se ce lo dai in questa vita
( questo dialetto mi è ignoto, ma mi sono divertita a provarci)
bravissima, quasi giusto
…un bell’uomo in questo mondo
il paradiso nell’altro
mio caro Signore non vi chiedo altro
Direi… piemontese.
Ma non ne sono certa.
Io e i dialetti non abbiamo mai avuto molto da dirci.
😀
bellissima parola, la diceva anche il mio papa’ e me l’hai fatto ricordare. Grazie
Vero, Galaverna è una bellissima parola. Pensavo che fosse una parola dialettale, come i gallesi che vanno 17 parole per “fango” o gli algerini (?) che hanno 23 parole per “cammello”. Era legata alla mia infanzia trascorsa nella pianura padana. Ora vivo a Roma e qui non c’è nè galaverna, nè nebbia, checcè ne dicano i romani. E insomma pensavo fosse una cosa mia. Nostra, e invece un giorno su Sky meteo facevano vedere gli alberi coprti dalla galaverna e c’era proprio scritto, galaverma. E io ci sono anche rimasta un po’ male, ecco.
Esiste, cercavo questa parola da una settimana. Aspetto intensamente questo periodo, per cercarla e trovarla.