il giorno uno era sabato e non se ne è accorta, occupata com’era a buttarmi da scivoli psichedelici e psicotropi di un parco acquatico abbastanza trash ma irresistibile. il giorno due c’erano 20 amici intorno e si festeggiava il suo compleanno e lei, reduce da mesi di clausura e solitudine, mica si capacitava che potessero essere tutti lì, per lei. e che le volessero ancora bene. se ne è accorta nel tardo pomeriggio ma era felice e ottimista e ha pensato “passerà”. il giorno tre si è un po’ agitata e poi è arrivato un messaggio che diceva “sarà una cosa lunga” ma ha continuato a sperare nelle meravigliose sorti e progressive della tecnologia. il giorno quattro ha avuto un mal di pancia e una gran secchezza delle fauci. non è riuscita a dormire e mentre realizzava che, in quel buco nero, c’erano finiti nove anni della sua vita privata e professionale, le veniva il mal di mare e le si increspavano la fronte e i capelli. il giorno cinque il suo blog era ancora al buio. c’è un disco rotto, un server francese che ha un ticket aperto ma evidentemente non se ne cura, tutto è fuori dal suo controllo e dalla sua comprensione e soffre di tachicardia. domani sarà il giorno del panico isterico, o magari delle bolle psicosomatiche. insomma, non vive tutto questo con il signorile distacco che vorrebbe. e aspetta e spera che gli ignoti problemi, prima o poi, si risolvano.
E a noi?! Non i pensi a noi, abbandonati orfani dl tuo mondo er tantiiiiiissssimi giorni?!
Mi sono preoccupata per questa lunga assenza.
Bello, stai inserendo qui i post che raccontano la torcia di questo sconforto