ci sono periodi strani e incerti, né carne né pesce, in transito, come le stagioni di mezzo e le età di passaggio. ci sono settimane psichedeliche, di luce e di buio, di confusione, silenzio e frastuono, di delusioni e sorprese, di solitudine e autocoscienza, di baccano e baldoria, di cupezza ed euforia. ci sono momenti in cui bisogna scegliere e sentirsi grati e invece ci si sente solo persi chissà dove. ci sono giorni di stanchezza in cui non si riesce nemmeno a dormire tanto si è sfiniti, giorni di euforia molesta e impermeabile, giorni di struggimento in cui ci sarebbero tante cose da dire ma le parole restano lì, impigliate tra le dita o in gola.
e allora bisogna pensare a quello che c’è, che si può vedere, toccare, sentire e mordere.
così, in questi giorni bizzarri e sospesi, si affondano le mani nella pasta per la pizza, si amoreggia con gli hobbit fino a esasperarli, si corre sotto la pioggia che lava via tutto, si tolgono spine di un riccio di castagna da un ginocchio destro, domandandosi come sia possibile che un pezzo così piccolo di corpo hobbit, contenga un numero così grande di spine, si mangia cioccolato a occhi chiusi, si ascoltano storie in bianco e nero in cui ci sono i buoni e i cattivi ed è tutto facile, si annusano piedi misura 33 e si scopre che non esiste alcuna correlazione tra la potenza dell’inquietante fenomeno olfattivo e la dimensione dell’estermità, si ascolta il cip cip fuori dalla finestra e si decide che in primavera dovrebbe essere vietato per legge avere brutti pensieri.
La vita col suo carico di cose belle e brutte
la cosa positiva è che hai finito la astinenza da cioccolato
ah ah ah
🙂
Io sono basita dall’odore a gorgonzola que emanano i piedi di un dolce e tenero bebé, ogni volta che torno quelle scarpettine da ginnastica numero 20 penso quello che pensi tu!!