Nonsolomamma

dentro una sera

elastigirl è rientrata questa sera dalla piscina con lo hobbit di mezzo e con il piccolo, detto sneddu, che in questo periodo dice di chiamarsi ambrogio, avere una moglie, tre figli e un lavoro da muratore.
ha apparecchiato e messo a tavola una zuppa e delle cotolette, per fortuna preparate in anticipo.
ha dato 10 euro allo hobbit grande per i biglietti della lotteria della scuola e ha mandato un messaggio di servizio alla rappresentante di classe, ha firmato un voto di inglese e uno di storia sul diario e ha chiesto agli hobbit di mettersi il pigiama. ha preparato i vestiti dei due hobbit minori e i suoi per domattina, ha preparato le merende per la scuola e le ha messe in cartella, ha firmato un avviso dello hobbit di mezzo che parlava di assicurazione scolastica e uno di sneddu che spiega come devono vestirsi gli attori alla recita di natale di venerdì pomeriggio.
ha cenato con gli hobbit e con nonna J, che, in assenza di cindy, la ragazza alla pari, dorme nell’elasti-casa quando mister i è a londra. a tavola parlavano tutti insieme e, a un certo punto, c’è stato bisogno di sedare una rissa e di reprimere un capriccio cosmico.
dopo mangiato, elastigirl ha infilato della colla stick nello zaino di sneddu, che l’aveva finita ed è stata redarguita per non avere avuto l’accortezza di scriverci sopra il nome.
poi ha sparecchiato e ha risposto a una dozzina di mail arrivate nel pomeriggio, mentre era in piscina e c’era la lezione aperta e sneddu, in preda allo sconforto del natante, le aveva fatto promettere di non togliergli mai, per nessuna ragione al mondo, gli occhi di dosso e lei, naturalmente, aveva obbedito.
e questa, a ben guardare, non è stata una serata particolarmente faticosa o eroica. è stata una serata normale, come ce ne sono moltissime nella vita di tutte. eppure, a pensarci bene, le serate non dovrebbero essere così frenetiche perché, a quell’ora, si è già abbastanza stanchi senza aggiungere avvisi, merende, sms, riordini, organizzazioni, responsabilità sparse.
a rischiarare il tutto però, c’è stata la condivisione, da parte di sneddu, di un dettaglio riguardante ambrogio, il muratore, pure lui affaticato a fine giornata. lui, nel senso di ambrogio, a lavorare, non ci va a piedi e nemmeno in metro. non ci va in bicicletta o in autobus. ambrogio si muove solo con la sua ferrari. e questa, trascurando le massicce emissioni di co2 del bolide, è indubbiamente una notizia che mette di buon umore.

37 pensieri riguardo “dentro una sera

  1. Ahahahaha carino 😊 comunque forse l’ho gia scritto una volta ma… Davvero a leggere tutto ciò mi sconvogo. Io! Che vivo una casa da.studenti, senza figli, lavoro e basta, la sera palestra e aperitivo…il weekend sono stanca. Ma come farò mai ad avere dei bambini, un giorno??!!

  2. Giuro,
    Ieri sono stata redarguita anch’io per non aver scritto il nome sulla nuovissima colla stic della mia bambina. Bambina che oggi si presentata come “Marianna” professione sarta. …

  3. Eccomi… Appena seduta sul divano… Uscita da una sera così, piena di nomi e ruoli inventati e sognanti, zainetti e cartelle, calendari dell’avvento e vestiti pronti sul tavolo per domani. E il tutto senza nemmeno una Ferrari che passa di qua.

  4. Non mi ricordo di tutta questa frenesia quando ero piccola… Cosa è successo? È cambiato il mondo? Si sono accorciate le giornate? Questa cosa, quando ho un minuto di tempo per pensarci, mi sconvolge. C’è un nuovo filone di ricerca in economia che si chiama “time poverty” forse dovrei leggere qualcosa…

    1. Mah, secondo me forse è anche un problema di time poverty, ma un pò è anche che i nostri genitori (parlo di quelli di noi che abbiamo tra i 40 e i 50 anni) erano assai meno coinvolti nella gestione del nostro quotidiano. Studi? Non studi? Sei contento? Ti piace la scuola? Come sono i professori? Sei ansioso? Stai bene con i tuoi amici? Ti piace lo sport che fai? … erano domande che non ci venivano poste con la regolarità (o l’ossessione…) con cui noi le poniamo ai nostri figli (e a noi stessi). Eppur andavamo avanti lo stesso (con o senza le nostre paturnie), e bene o male siamo arrivati fin qui …
      Ecco. Da madre di due adolescenti (che le sopra citate domande, e mille altre, le pone e se le pone più che quotidianamente cercando di trovare le risposte e di conciliare il tutto con un lavoro abbastanza impegnativo), questo a volte mi fa riflettere.

      1. Non ho figli, quindi il mio commento lascia il tempo che trova ma anche secondo me i nostri genitori erano meno coinvolti dalle vite dei figli.
        La cancelleria non venina etichettata con il nome e cognome, ai materiali delle recite scolastiche ci pensavano le maestre e i genitori erano semplicemente invitati allo spettacolo. Questo per dirne una. Ricordo inoltre che non c’era niente da firmare sul diario, se l’insegnante aveva qualcosa da dire al genitore, la comunicava nel momento stesso in cui veniva a prenderci a scuola.

      2. mah, i miei genitori mi hanno sempre posto certe domande, mia mamma mi preparava la merenda e ricordo i vestiti che mi assemblava per le feste a scuola. Non ricordo questa frenesia perchè semplicemente erano le serate dei miei ad essere frenetiche, come lo sono le mie di mamma adesso. Non erano frenetiche per noi bambini, come spero che non lo siano per i miei figli.

  5. E poi c’è la madre casalinga con un figlio solo che la mattina alle 8 ti chiede: “Ma hai VISTO??!” Tu farfugli qualcosa, fingendo competenze che non hai, e arrivi a capire che si parla dell’avviso sul cambio menù mensa (non per neonati, ma per bambini di 10 anni). Ci sono cose che non possono in nessun caso superare la soglia dell’attenzione e, molto probabilmente, è un bene!

  6. Con la scuola media la quantità di avvisi da firmare (su pediculosi, feste di Natale, gite scolastiche, cambio menù mensa e altre amenità) si riducono drasticamente . Come pure le richieste di stick di colla o del goniometro in plastica dura o della riga da 18 cm (non uno di più non uno di meno) da comprare per il giorno dopo, etichettare e mettere nello zaino. Sopravvive qualche richiesta del prof di arte, ma almeno lo studente è abbastanza grande per andare da solo in cartoleria. E comunque non c’è più la necessità di “nominare” tutta la cancelleria. Insomma, ce la potete fare, bisogna solo attendere la fine della scuola media. Come al solito, il tempo è galantuomo!

  7. mi piacete, siete una meravigliosa famiglia di matti!
    Come siamo tutti noi, che in fine di giornata vorremmo tirare giù la saracinesca e scrivere “si riapre domani alle 8.30″…
    Invece il figlio (che tutto il giorno non ti aveva degnato di uno sguardo) sceglie proprio il momento in cui ti stendi distrutta sul letto per cominciare ad esporti argomenti di svariato e variabile interesse …e si ricomincia 😉
    Ma va bene così, l’energia dei genitori è infinita !!!

  8. Il mio “piccolo” (anni 12 in realtà) m ha confidato il suo sogno: è il papa, si chiama Papa CheBello ed è circondato dall’odio dei suoi parenti perchè è straricco: allora per farsi tornare a voler bene decide di ritornare ad essere povero. AHHHAHAH mi sono fatta una marea di risate: sono queste cose che ci risollevano dalla fatica quotidiana e serale! Ciaooo

  9. Comunque il vero problema, se rileggi il tuo post lo vedi da te, non è il numero dei figli o quanto impegnativo sia il lavoro che noi mamme facciamo, ma stare dietro alle comunicazioni della scuola. Questo ci porta allo sfinimento! Io ricevo 2 email al giorno, col risultato che poi mi scordo le cose importanti perchè sono in mezzo alle mille cose inutili. Guarda il tuo post e toglici tutto quello che la scuola potrebbe fare in autonomia senza stressarci (merende, assicurazione, colla, voti, vestiti di Natale…): alla fine la serata è meno stressante no?

  10. E’ vero, spesso colpa della scuola…..il mio alle medie continua ad avere tutte le problematiche delle elementari ( riga, goniometro ecc) moltiplicate per 100…adesso la proff.di arte vuole i pennelli di un certo tipo da acquistare unicamente in un negozio che chiaramente e’ a 10 km da casa tua ( e guai a comprarne altri, ci ho provato e il suddetto figlio e’ stato subito caxxxato dalla proff.), due giorni fa mi ha chiesto “la lacca per la fusaggine”….e che cos’e’?? quindi prima perdi il tempo ad informarti, poi corri nel negozio di prima a 10 Km di distanza, gliela porti tutta contenta…e la mattina che c’e’ arte la proff decide di fare storia dell’arte e quindi sta’ lacca non serve…….ma i proff ci pensano che noi genitori lavoriamo??? Che senso ha fare firmare i voti delle verifiche sul foglio, sul diario e anche nel libretto scolastico?? Io sono sempre in ansia per aver lasciato fuori qualche firma…….e alla sera e’ tutto un correre per vedere se abbiamo messo insieme tutto quello che gli servira’ domattina a lezione….quando andavo a scuola io, mia madre non sapeva neanche dov’era la scuola….veniva una volta all’anno ai colloqui e bon!

  11. mamma di due gemelli all’estero mi viene male a pensare alle comunicazioni della scuola che dovrò tradurmi e poi capire, mi sa che come sempre con le maestre non è la stessa cosa leggere e capire 😣..per ora le riceviamo in una cassettina apposita, all’asilo non ci sono ancora mail o chat..oppure non mi hanno inserita, deo gratias! le mie serate sono simili, anni e anni di lettura del tuo blog non mi avevano preparata all’universo maschile, in stereofonia dato che sono gemelli ☺️

  12. mah
    mi sa che avete ragione
    quando andavo a scuola io, mia mamma firmava avvisi e verifiche ma DAVVERO c’era tipo un avviso di assemblea sindacale all’anno e poi ok un compito in classe per materia al mese da firmare solo sul diario
    la cancelleria me la compravo io anche alle elementari e nessuno ha mai pensato di etichettarla
    infine non c’erano recite di natale ne’ alle elementari ne’ alle medie: alle elementari si facevano dei canti l’ultimissimo giorno ma i genitori non erano coinvolti (a proposito: mai piu’ viste recite – di natale pasqua fine anno – dopo l’asilo)
    i miei lavoravano e davano per scontato che io facessi i compiti, alla scuola dell’obbligo: alle superiori, avendola scelta io, ancora peggio!
    la loro interazione coi prof era un colloqui all’anno e stop
    perche’ serve tutto questo? cosa e’ cambiato?

    1. Secondo me noi siamo una generazione di genitori molto più ansiosi. Non so dire se questo sia perché ci è mancato qualcosa quando avevamo l’età dei nostri figli (appunto quel coinvolgimento che oggi la società sembra “pretendere” da noi), o chissà per quale astruso motivo. E’ una discussione complessa, certamente (almeno dal punto di vista della mia esperienza personale), siamo diversi (nel bene e nel male) nell’approccio con i nostri figli rispetto a chi ha cresciuto noi.

  13. D’accordo con Valentina che ha scritto più su. Anche i miei genitori, che hanno sempre lavorato 40 ore a settimana sabato compreso, si sono dati sempre tantissimo da fare con noi figlie, vestiti e feste a scuola, recite e tutto il resto. Semplicemente noi non ce ne rendevamo conto. L’ho capito dall’età di 12 anni quando mi è successo più volte di alzarmi per andare in cucina a bere e trovare mia madre che stirava fino a mezzanotte o preparava torte per le suddette feste. Spero che le mie bimbe, per cui faccio tutto questo, vedano soltanto la gioia del fare, e non la fatica.
    Da insegnante, dico che scrivere nomi su oggetti di cancelleria è utile soprattutto se i bimbi, dai 5-6 anni in su, lo fanno da soli. È così che si cresce. Io scrivo volentieri i nomi sui vestiti per andare al nido e alla materna.

    1. Alla scuola elementare, parlo per esperienza, capitava piuttosto spesso che la maestra chiedesse della cancelleria, proprio quella e non altra, per il giorno dopo. Ora, se esci alle 18 dall’ufficio e arrivi a casa tra le 18,30 e le 19 , orario di chiusura della cartoleria, come fai? Non tutti hanno la mezza giornata libera
      Mia madre era insegnsnte, non pretendeva la nomina degli oggetti di cancelleria, né ovviamente l’acquisto di copertina blu per il quaderno di grammatica, rossa per italiano, gialla per matematica ecc. Quanto alle recite, ognuno si vestiva come voleva, i genitori erano solo invitati ad assistere, non collaborare, per i lavoretti si accordava con il cartolaio che forniva il materiale necessario alla rappresentante che passava a ritirarlo per tutti.
      Gli spettacolini erano semplici, i lavoretti rustici, i genitori contenti (e anche mia mamma!)

  14. Allora credo di esser fortunata io che, da mamma, ho sempre almeno una o due settimane di tempo per acquistare dei prodotti di cancelleria, e da insegnante (scuola media) non chiedo niente di più di quello che è richiesto a inizio luglio per l’anno scolastico successivo. E tutti i miei colleghi con me, tranne i romanzi da leggere per cui si lascia almeno una decina di giorni di tempo per acquistarli o prenderli in biblioteca.
    Comunque esistono i consigli di classe in cui i rappresentanti dei genitori devono dire queste cose. Non perdete l’occasione!
    Domani alla scuola materna di mia figlia, si festeggia Natale e tutti (bimbi e adulti) si vestiranno con i tre colori del Natale (verde come l’albero, bianco come la neve e rosso come il mantello di Babbo Natale…non abitiamo in Italia, non fa bandiera tricolore!). Vietato acquistare abiti, usare la fantasia!
    E ancora, usate consigli di classe..organi democratici di scambio!

    1. ma hai ragione: adesso mi ricordo!
      il primo giorno di scuola gli insegnanti fanno gli elenchi dei materiali che serviranno durante l’anno!
      ecco perche’ non corravamo a comprare pennelli per educazione artistica: si compravano a settembre!

      si anche io direi al consiglio di classe che la vita e’ troppo complicata per aggiungerci lo stress di correre dal; cartolaio alle 19:28 prima che chiuda :O

  15. Ma la vita non è già abbastanza complicata?? Adesso anche le colle col nome?!?
    Comunque sto aspettando un post su star wars……. 🙂

    1. Già, ma non solo la colla, tutto: quaderni, astucci, matite, libri, ecc… Una mia amica ha due gemelle, all’inizio della scuola ha trascorso alcune piacevoli giornate ad incollare 😉

  16. sul tema incollatura nomi da noi le maestre l’avevano richiesto anche SU TUTTE LE MATITE COLORATE E I PENNARELLI. mai fatto. mi rifiuto di passare cosi il mio poco tempo libero. i miei figli sembrano sopravvivere bene comunque.

    1. ma io non capisco a cosa serva incollare il nome
      da noi non si e’ mai fatto!
      FORSE qualcuno ogni tanto ha perso qualche penna o qualche matita, ma in generale ognuno di noi sapeva quali fossero la propria cartrella, il proprio astuccio, le proprie penne e matite… libri e quaderni avevano il nome ma quello e’ normale, in caso vadano persi (NEL SENSO: io metto il mio nome, identificativo dell’ufficio e indirizzo del centro dove lavoro in OGNI quaderno anche ora…)

      secondo me e’ a non mettere il nome che si cresce, non a metterlo…
      a meno che non sia un modo per le maestre di difendersi da genitori inferociti perche’ i figli hanno ‘perso’ costosissimi astucci… :O 😉

  17. Non vi lamentate se vi fanno firmare i voti dei vostri figli, è un modo per gli insegnanti di assicurarsi che i genitori siano al corrente dell’andamento dei figli e non cascare dal pero di fronte alle pagelle!

    1. concordo
      e ci mancherebbe anche che i genitori non sappiano nulla dell’andamento scolastico fino alle pagelle!
      i miei non chiedevano se avevamo studiato o fatto i compiti ma tenevano conto dei voti di ogni compito di ogni materia…

  18. Mi ero persa la precedente, avvisa il buon Ambrogio che ho qualche lavoretto da costruttore, pago in caramelle gommose alla CocaCola, eventualmente ho un piccolo cottage Lego da riparare.

  19. Claire è esattamente così:da maestra elementare ho in mente da una parte genitori arrabbiati con me perché i loro figli perdono il materiale, dall’ altra bambini che non sanno neanche quale sia la propria matita perché non sono stati educati al valore delle cose.

    1. 😦 che palle! sembra proprio un problema senza soluzione!
      ma non possono metterlo i bambini il nome? passato il primo mese in prima elementare dovrebbero saperlo scrivere! ed incollare e’ sempre stata una goduria per tutti!
      e’ un bel modo per insegnare loro ad aver cura delle cose e per salvare capra e cavoli! (genitori e maestre)

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